Da tempo circola in rete la nefasta voce di un imminente e devastante terremoto che dovrebbe colpire la città di Roma l’11 maggio prossimo. Tutto originerebbe dalle previsioni di tal Raffaele Bendandi (Faenza 1893 – 1979) scienziato autodidatta (come professione svolgeva quella di intagliatore di legno). Bendandi elaborò una sua personale teoria sulla natura dei terremoti e sulle cause che li determinano. I suoi studi e le sue previsioni, peraltro non accettate dalla comunità scientifica, si basano sull’assunto che la crosta terrestre, così come le maree, sia soggetta agli effetti di attrazione gravitazionale della Luna, del Sole e di tutti i pianeti del sistema solare. Il 23 novembre 1923 fece registrare ad un notaio di Faenza una sua previsione: il 2 gennaio 1924 si sarebbe verificato un terremoto nelle Marche. Il terremoto effettivamente si verificò a Senigallia due giorni dopo e, nonostante la leggera imprecisione, il Corriere della Sera gli dedicò ugualmente la prima pagina, chiamandolo “colui che prevede i terremoti” e la sua fama crebbe anche a livello internazionale. Nel corso del ventennio fascista, Bendandi fu dapprima insignito del titolo di Cavaliere dell’Ordine della Corona d’Italia nel 1927 (e forse per questa ragione battezzò i quattro nuovi pianeti extra nettuniani che sostenne di avere scoperto l’anno successivo con i nomi di Rex, Dux, Roma e Italia) ma in seguito venne diffidato dal pubblicare ulteriori previsioni sui terremoti in Italia, pena l’esilio. Nel 1959 Bendandi sostenne di aver scoperto un nuovo pianeta all’interno del sistema solare tra Mercurio e il Sole, cui diede il nome della sua città natale, Faenza. Sulla base della sua ipotesi, Bendandi predisse anche il terremoto del Friuli nel 1976: cercò inutilmente di avvisare le autorità competenti, che lo trattarono come un ciarlatano. Morì il 3 novembre 1979 e solo anni dopo, soprattutto grazie all’associazione La Bendandiana, iniziò un lavoro di raccolta e classificazione degli scritti e degli studi lasciati da Bendandi. Al momento sono state raccolte 103 previsioni, 61 delle quali riguardano l’Italia. Il fatto che smentisce la previsione del cataclisma che dovrebbe abbatersi su Roma non sta tanto nella confutazione delle teorie di Bendandi quanto nella circostanza che la stessa Bendaniana ha negato che negli scritti ritrovati sia presente qualche riferimento. “Non ho idea di come sia nata questa storia dell’11 maggio – ha detto Paola Pescarelli Lagorio, direttrice dell’Osservatorio Bendandi – Fatto sta che la notizia falsa è dilagata su internet. Nelle carte che ci ha lasciato, e che stiamo analizzando da tempo, questa data non è mai citata. E’ vero che lo studioso ci ha lasciato alcune previsioni che vanno dal 1996 al 2012 ma, molto probabilmente, riguardano le tempeste magnetiche e non i terremoti. E soprattutto, non è indicato alcun luogo”. Quel che è certo è che esistono aspetti suggestivi del lavoro del sismologo faentino come la presenza nelle sue carte di una data, 11 marzo senza la specificazione dell’anno, giorno nel quale il Giappone è stato disastrosamente scosso dall’accoppiata terremoto/tsunami.