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martedì 16 settembre 2008

Le Assunzioni alla Gori Spa e le domande del Consigliere

C’è sempre bisogno di qualcuno che interceda per noi. Anche per arrivare a Gesù, di solito, si passa attraverso la sua mamma.

Enzo Biagi - Scusate, dimenticavo (Edizioni Bur 1999)

Leggo sulla cronaca locale del quotidiano dove lavoro, Metropolis, e precisamente a pagina 12 del 17 maggio scorso: “Il sistema di assunzioni della nostra società (La Gori spa, ndr) è quello che regola le altre società private. Abbiamo passato al vaglio circa 7000 curricula per procedere alle nuove assunzioni”. Lo dice l’amministratore delegato della Gori, Stefano Tempesta. Tradotto: facciamo quel che ci pare senza dover dar conto a nessuno. Tranne che, se ce lo chiedono, agli azionisti della società.

Forse è bene spiegare cos’è la Gori spa e se davvero può permettersi di dare una risposta così evasiva sulla questione assunzioni, in una terra dove se non sei figlio di nessuno trovare un lavoro è come vincere al Superenalotto. Anche perché, come leggo nel pezzo, la dichiarazione di Tempesta nasce con lo scopo "di gettare acqua sul fuoco riguardo alle assunzioni in Gori". E di acqua ne avranno certamente tanta: La Gori infatti è la società per azioni che gestisce le risorse idriche in costiera sorrentina e in circa 60 comuni della provincia di Napoli e di Salerno. Tra cui Castellammare di Stabia, la penisola sorrentina, Scafati, Pompei. E’ la Gori che ci fa arrivare l’acqua potabile a casa, controlla i contatori, fattura le bollette. Gode di ingenti finanziamenti pubblici, proporzionati all’importanza del servizio che svolge. Del resto in questa azienda, di natura privata, il socio di maggioranza assoluto è pubblico: l’Ato 3, il consorzo obbligatorio dei 76 comuni dell’agro-nocerino-sarnese. I sindaci della penisola sorrentina, poi, sono presenti due volte in Gori: sia come membri dell’Ato 3 che come membri dell’Arips, azienda speciale che riunisce Sant’Agnello, Sorrento, Vico Equense, Massa Lubrense, Piano di Sorrento e Meta, che a sua volta detiene il 12% delle quote Gori. L’Arips (Azienda Speciale Risorse Idriche Penisola Sorrentina), ex Caps (Consorzio Acquedotti Penisola Sorrentina) si è occupata per trent’anni della gestione dell’acqua in costiera. Dopo l’approvazione della Legge Galli e la nascita degli Ato (Ambiti Territoriali Ottimali) ha dovuto farsi da parte e ora sopravvive senza un oggetto sociale chiaro ma con una quota importante nella Gori.

Le assunzioni, dicevamo. La Gori ha assunto molto personale. E molto ancora ne deve assumere. E’ notizia di dominio pubblico. Altrimenti come avrebbe raccolto 7000 curricula? (a me una fonte attendibile confidò che in tre anni erano stati inviati 12mila curricula in Gori, nda).

Bene. Detto questo, sulla questione di come si vagliano questi curricula e come si procede alla scelta di chi merita di lavorare in Gori e chi no, dopo aver letto le parole dell’amministratore delegato Tempesta mi è venuto in mente un articolo che scrissi e pubblicai il 30 novembre 2005 su Metropolis, a pagina 2. Articolo rimasto senza risposta o commenti, in un periodo in cui l’ufficio stampa della Gori inviava lunghe note di precisazioni su qualsiasi pezzo riguardasse la loro attività.

Il mio articolo riferiva di un’interrogazione del consigliere regionale Tonino Scala all’assessore regionale al Lavoro Corrado Gabriele, dal titolo “Gori – Spa – Organico Aziendale e nuove assunzioni. Interrogazione discussa in consiglio regionale e ripresa in diretta televisiva. Io c’ero, non parlo per sentito dire: ero seduto in un’ala della tribuna riservata ai giornalisti.

Scala prima di leggere in aula le tre paginette dell’interrogazione fece un preambolo: “Io la mattina scendo in strada, acquisto il giornale e bevo il caffé al bar, perché mi piace stare a contatto con la gente. E molte persone del mio territorio, Castellammare di Stabia e Monti Lattari, mi chiedono una cosa sola: come essere assunti dalla Gori. Perché ritengono che in questa società si facciano assunzioni clientelari. Io non entro nel merito se ciò sia vero oppure no. Però vorrei vederci chiaro”.

Scala, a vederci chiaro, ci aveva provato. Con nota prot. 94/05, come riferì nell’interrogazione, qualche tempo prima aveva chiesto alla Gori, “per una verifica delle modalità con cui si effettuano le assunzioni, copia dell’ultimo atto approvativo dell’organico aziendale”. Il consigliere voleva i nomi degli assunti, circa 500, secondo una sua stima, molto vicina al vero. Non li ebbe, perché Tempesta rispose che “trattandosi di atti di diritto privato il sottoscritto (Scala), non poteva accedervi”.

Eppure, riferì Scala nell’interrogazione, esisterebbe una Sentenza del Consiglio di Stato (la numero 4 del 22 aprile 1999) secondo cui una società che esercita una pubblica funzione non potrebbe trincerarsi dietro un no alla richiesta di un parlamentare o di un consigliere regionale. C’è in effetti qualcosa di più di interesse pubblico della fornitura di acqua nelle case?

Scala chiese poi a Gabriele se era vero che la Gori assumeva, quali erano le carenze in organico, se non riteneva di prendere visione dell’organico aziendale, e se non era il caso, per impedire lo svilupparsi di meccanismi clientelari, provvedere alle eventuali nuove assunzioni tramite avvisi pubblici per consentire a chi ha una spiccata competenza tecnico-professionale l’opportuna partecipazione.

Gabriele rispose a braccio, dando ragione a Scala su tutto: “Ha il diritto ad ottenere le risposte le chiede, la Regione si attiverà presso la Gori e l’Ato 3 affinché relazionino sullo stato dell’organico, sull’ipotesi di assunzione e su quali saranno i meccanismi di selezione. Farò in modo che eventuali ricerche di personale della Gori vengano comunicate anche ai Centri per l’Impiego e, se necessario, tornerò in aula a illustrare la situazione”. Scala sembrò soddisfatto: “Dalla Regione è arrivato un segnale serio”.

Sono passati sei mesi e il “segnale serio” della Regione è rimasto lettera morta. Scala non ha ottenuto i nomi degli assunti in Gori. La società festeggia incrementi di fatturato spettacolari e sta trasferendo la sede operativa da Piano di Sorrento ad Ercolano, per meglio gestire il recente acquisto dell’Acquedotto Vesuviano. Come si entra in Gori? E’ un mistero celato con la stessa segretezza con cui, nel Codice da Vinci, il Priorato di Sion teneva nascosta la discendenza di Gesù Cristo. Peccato che il consigliere regionale stabiese non sia riuscito ad accedere alle carte delle assunzioni. Avremmo avuto conferma o smentita delle decine di leggende metropolitane e di boatos che circolano sull’argomento. A cominciare da quella dell’assunzione diretta a tempo di record del cognato di un potentissimo sindaco di un Comune della provincia Sud di Napoli.
Vincenzo Iurillo

(curricula inviato a Gori nel gennaio 2005, mai ottenuto risposta assunto poi a Metropolis nel giugno 2005 dopo un periodo di disoccupazione)
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