L’interiezione, o esclamazione, è una parte del discorso che esprime un improvviso sentimento di meraviglia, gioia, dolore, sdegno, orrore e simili.
Spesso, più che una vera e propria parola, l’interiezione è un grido, un suono inarticolato spontaneo ed istintivo.
A differenza delle altre parti del discorso non ha una specifica funzione sintattica. E’ un breve inciso che esprime, di per sé, un messaggio compiuto.
Mentre le altre parole possono essere scritte con regole chiare e condivise, molte interiezioni sono fatte per essere ascoltate, e risulta difficile trascriverne il suono con le lettere dell’alfabeto. Anche il preciso significato di una stessa interiezione o esclamazione può essere percepito solo all’ascolto: le interiezioni «ah» «óh» «öh», ad esempio, possono esprimere, secondo l’intonazione, gioia, dolore, rabbia, meraviglia e così via.
Le interiezioni possono dividersi in tre specie:

Interiezioni proprie = Sono quelle formate da una sola parola, che nel discorso può avere di norma l’unica funzione di interiezione.
Interiezioni improprie = Sono sostantivi, aggettivi, avverbi, ecc., che possono essere usati anche come interiezione.
Locuzioni esclamative = Sono quelle espresse con più parole.

Sono elencate qui di seguito, nella sola versione dialettale, interiezioni ed esclamazioni; per il loro uso e significato si rimanda al dizionario.


VOCI ONOMATOPEICHE

Sono espressioni assimilabili alle interiezioni, che imitano, attraverso un efficace accostamento di vocali e consonanti, i suoni e i rumori di animali, cose e situazioni.



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