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Nato a Vallecupola Sabina, fraz. di Rocca Sinibalda, il 12/04/1925; residente a Poggio Mirteto (RI), in via G. Mameli 48 B. Tel. 0765-24518

Come studi, ha seguito, con le “Scuole Riunite per Corrispondenza/ Istituto Volontà” di Roma, il corso completo relativo al Liceo Classico, con ottimi voti; subito dopo, per praticità, con la stessa preparazione, integrata da alcune materie specifiche, ha sostenuto gli esami per l’Abilitazione Magistrale, esercitando la professione di Insegnante Elementare.
Ha continuato a leggere poesia e romanzi, conoscendo anche tutti i grandi poeti e romanzieri stranieri; ha seguito un corso per corrispondenza, comprendeva la costruzione di una Radio; studiato varie Glottologie, libri di Fonetica e fonologia, Storia della linguistica, L’origine del linguaggio, La scrittura memoria degli uomini, Alfabeti…; lingue indoeuropee; anatoliche; grammatica sumerica, semitica; di alcune lingue moderne.

Sito http://www.etruschi-tirseni-velsini.it
E-mail: adimario2@yahoo.it; a.dimario1@tin.it

Collabora con www.archeomedia.net (Forum, Etruscologia, nome Di Mario, tirseno; Studi e Ricerche, vari articoli); www.archeologia.com (Forum, Archeologia/ Generico, nome tirse); www.cronologia.it (voce Etruschi); http://utenti.lycos.it/bolsena (Forum, spazio personale: Angelo Di Mario; Tirseno, per le risposte); http://www.beniculturalionline.it (Intereventi; ricerca: sitimap, Archeologia, Etruschi)…

 

O P E R E


POESIA.
13 LIBRI: Aurora, 1959; Poesie, 1960; Violino giallo, 1966; La parola alta e muta, 1967; i giorni sono le piazze, 1971; Proiezione fossile, 1972; Poesie, 1975; Poesie, 1976; Il Libro, 1979; A più voci, 1987; I giorni, 1988; Soglie di pietra, 1994; Spazio > < Tempo, 1998.
Ha ottenuto decine di premi: in particolare il Primo premio “Pagina d’oro/ Seledizioni 1970”; segnalazioni, premi alla Cultura, secondi, terzi premi, tra cui quello al Concorso “Marguerite Yourcenar 1997”; il più recente nella Rassegna 20*02*2002, concorso bandito da ARPANet.org/ Gruppo Mondadori, per un’Antologia di venti prescelti, dal titolo “Ogni parola ha un suono che inventa mondi”; stesso premio, quest’anno, nella Rassegna 20*03*2003, concorso bandito da ARPANet.org, per un’Antologia dal titolo “Kermesse”. Ha collaborato con diversi periodici (Poeti & Poesia, Poesia, Vernice, Haiku International Association…); compreso in numerose antologie; le più recenti “Ogni parola ha un suono che inventa mondi”, a cura di Milo De Angelis, Franco Loi, Giancarlo Pontiggia, Gino & Michele, Raul Montanari, Aldo Nove, Editrice www.ARPANet.org; “Ondate di rabbia e di paura”, a cura di Aldo Forbice, Editrice Pagine Rai Eri; “Kermesse”, a cura di Aldo Nove, Raul Montanari, Andrea G. Pinketts, Tiziano Scarpa, Ed. www.ARPANet.org; “Demoni e dei”, a cura di Maria Novella Tarantino, Ed. Pagine. Recensioni, giudizi positivi degli esperti.
Della sua attività si sono occupati, tra gli altri, Leone Piccioni, Diego Valeri, Silvio Bellezza, Giò Ferri, Maria Grazia Lenisa, Giorgio Barberi Squarotti, Orazio Tanelli…... Ha fatto parte del Centro Inter. Eugenio Montale e del Centro di Poesia e Storia delle Poetiche.
Alcuni giudizi: “Il contatto quotidiano del Di Mario con l’arte scultorea si rivela in poesia soprattutto con le metafore, sempre concrete, da toccare” (Serena Caramitti). “Testimonianza dell’emozione sospinta oltre un organico conflitto di segni” (Domenico Cara). “Sicuramente le radici poetiche di Angelo Di Mario sono anglosassoni, a metà strada fra Eliot e Pound” (Luigi Amendola)….. Recenti giudizi: ‘ “Undici settembre” è poesia che, partendo dalla storia, giunge ad uno sguardo metafisico e carico di silenzio’. Milo De Angelis, dall’Antologia “Ogni parola ha un suono che inventa mondi”, Ed. ARPANet, 2003 (www.ARPANet.org); “Parole di luce” è ‘Un lavoro poetico interessante e ricco di suggestioni, soprattutto sul piano stilistico dove l’autore tenta di recuperare una liricità pura del verso, ma in un’accezione assolutamente attuale. D’altra parte, la classicità che contraddistingue questi versi, viene espressa con estrema eleganza e ben si sposa con il tema trattato. Ne emergono malinconia, coinvolgimento, comprensione per certi aspetti, ma sempre sullo sfondo troneggia la tensione verso la conoscenza’, dall’Antologia “Navigando nelle Parole”, Ed. IL FILO, 2003 (www.ilfiloonline.it), Vol. 5, introdotto da un testo inedito di Maurizio Cucchi.
Varie raccolte di Poesie inedite.

LINGUA ETRUSCA.
Oltre cento articoli su varie riviste dal 1966. Cinque libri: Lingua etrusca, Pubbliscoop Edizioni, Sessa Aurunca, 1993; Lingua etrusca (percorsi), idem, 1996; La lingua degli Etruschi (Anatolica), ALBERTI & C. Editori, Arezzo, Gennaio 2000; Lingua etrusca. La ricerca dei Tirreni attraverso la lingua, Edizione in proprio Gennaio 2001 e depositata, scaricabile poi su Internet, pubblicata infine nelle Edizioni Cannarsa, Vasto, luglio 2002; Iscrizioni tirsene e velsinie (etrusche) a confronto (depositato presso la S.I.A.E.), pubblicato dalla rivista SYMPOSIACUS; questo libro traduce anche diverse iscrizioni anatoliche, compreso l’inizio della Trilingue di Xanthos. Notevoli le traduzioni della lingua cretese, Lineare A, mai tradotta da altri, pubblicate su rivista, attraverso Internet, alcune comprese nel libro edito da Cannarsa; messe agli Atti dell’Accademia Nazionale dei Lincei; lavoro segnalato dalla pubblicazione Archivio Glottologico Italiano, Volume LXXXVII, Fascicolo II.
In questo libro, oltre a svariate iscrizioni etrusche ed anatoliche, vi sono aggiunti anche alcuni testi minoici, e micenei, questi ultimi ritenuti, come si sa, greci, invece dimostro, tramite la dinamica della fonesi, capace di individuare la struttura originale, che si trattava ancora di una lingua anatolica, ma sul punto di divenire quel greco difettivo, che conosciamo; e che tanti giudicano perfetto: minoico siru ‘testa’, gr. kára ‘testa’ (sviluppo fonetico s > k); minoico sak-e-ri < *sak-e-si ‘di bronzo/ bronzeo’, miceneo kak-o ‘bronzo’ (s > k), gr. chaLkós (con L infisso, per …errore! Non l’avevano tralasciato né i minoici né i micenei…)…
Contenuto di alcuni articoli: l’individuazione (depositata due volte, con variazioni e precisazioni presso la S.I.A.E.) della città di Taruuisa ‘Troia’, e di altre città derivate dalla stessa radice TE/THE ‘luce’ > urarteo TE-shub > eteo TA-rhui ‘dio del cielo’, che le accomuna, come Tarne/ < *Tarhunne (diverrà Sardi), Tarhuntassa, *Tarhunchassa/ Tarquinia, Dattassa/ *Tarhtassa > Tartesso, che daranno il nome ai *Tarhuianni, e ai *Tarhusenni, ossia ai Tirseni/ Tirreni e Dardani; ma esisteva anche quell’altra città, più rocciosa, più acra, derivata da SÉL-a-s ‘luce/ sole’, la cui radice SEL, perdendo l’iniziale, si degraderà attraverso questo schema evolutivo FAL/ FEL > VAL/ VEL/ VIL > AL/ EL/ IL, aFl/ aVl/ aUle/ aPlu ‘sole’; mi riferisco alla famosa FÍLio-s(-sa)/-n(-na), ad ‘ILio’, chiamata dal re ittita Muwatallis ‘Metele’ (1300 a. C.), ancora con voce molto più antica, più autentica, non contratta, la pronunciava infatti UILusiia/ VILusija, e VILusa (O. R. Gurney, Gli ittiti, GIT) ‘(città) di VEL/ Sole’; è questa città che invece ci ricorda i termini che definisco ora Velsini, ossia ‘il popolo di VEL/ Sole’, con le tante altre note parole velsinie (chiamiamole ancora un po’ etrusche), indicanti VEL ‘Sole’, VELus ‘di VEL’, VELusa/ Velussa > Velusla ‘il *veluso/ di VEL-u-sa (figlio)”; aVil ‘sole > anno’, aVle/ aUle ‘Aule’, aPlu ‘Apo(l)o’ (F > infisso, varianti: b, f, m, p, mp, ph, mph, u, v, w)…per finire con la più complessa Velthinathuras < *VELtinassas ‘dei *veltinensi/ dei Velthina’. Tutte le individuazioni vengono condotte sia attraverso rigorose analisi fonetiche, sia comparate con statistiche compiute sull’Iliade; inoltre l’individuazione è stata confermata dal Trattato di Muvatallis stipulato con quell’ Alaksandu, re di Vilu(s)sa, sua città vassalla, e ribadita dall’elenco che ne fa il re Tudhalija IV, il quale colloca Vilu(s)sa prima di Taruui(s)sa/ Troia. Essa va cercata però anche presso il fiume Xanto (forse dalla radice SAN ‘acqua’), nel paese di Trmmisn, da altri detto Licia, che Omero pone tra gli alleati, dove poteva anche essercene un’altra, considerando che ne esisteva una nella Confederazione di Arzawa (GIT); perciò sita più a sud. Quanto affermo qui di seguito, per aprire un po’ il metodo, ha bisogno di due sintetiche precisazioni: il greco spesso perdeva le S (SUD-o-re, ÚD-o-r; SOP-o-r, SOM-nus, SON-no, ÚP-nos…; sei, éks…), o le cambiava (PAID-eú-EI, *PAID-eu-SI; GEN-e-âi < *GEN-e-si, GÉN-e-(S)I < *GEN-e-SI > lat. GEN-e-RI…); l’altro punto su cui riflettere è sull’esito del genitivo latino -rum e su quello greco -on; risultano entrambi sbagliati, come si può controllare, rileggendo gli schemi desinenziali sul mio libro “Lingua etrusca (percorsi)”; qui basta paragonarci il genitivo plurale etrusco VEL-thi-na-thu-ras/ *FEL-ti-na-s-sas ‘dei Veltina’, e cl-e-nia-ras ‘dei *KOL-e-nja-sas/ generati > figliati’; il confronto ci indica che il velsionio -ras sta quasi in cima, testimonia per la fondamentale forma luvia -sas, lingua madre dell’europeo, come ho illustrato varie volte: *KEL-e-na-sas ‘dei generati > figli’, dal gr. kol-e-ón/ kol-e-i-ón < *kol-e-sas ‘utero’, eloquente il dio velsinio CUL-sa-ns-L ‘(dono) al dio del generare’, tanto simile al lidio Qldans ‘ *Culetano’; allora, per dirla breve, il latino RO-sa-rum va restituito a *RA-sa-sas ‘delle RO-se/ (fiore) del dio RA’ (RA ‘sole’, RA-ggio, RO-sso, RU-fus ‘colore di RA’…), mentre il genitivo plurale greco -on proviene da un primo -an < -Fas, perciò è più difettivo, più vicino al lat. -um/-ium, derivati anch’essi da -sas passando per le varianze -sas > -sos > -ros > -rus > -rum > -Fum/ -Fjum > -um/-ium; la forma greca, con la degradazione fonetica accennata, passa prima a -Fos > -Fon per finire con il contratto -on < -OON; se la spiegazione è stata sufficiente, si potrà capire il termine greco Tróón, tradotto con ‘dei Troiani’ ‘dei Teucri’, analizzato più sotto; sono proprio le OO < o-o che segnalano la forma di transizione -Fo-FoS, proveniente dall’originale -Sa-SaS > -Fa-FaN, *T(E)-rh-So-SoS > *T-r-Fo-FoN ‘dei Troi’ o ‘Tloi’. Data la forte spinta dissimilativa, e colma di F, di quella lingua anatolica (confrontare il miliaco PDDenehmmis ‘pritani’, analizzato *PUTTeneFFis > *PURteneFFis / *PRuteneFFis ‘pritani’, con il più semplice tirs. purthne-, o Porsenna < *pur-sn/ *pru-sn, che significava ‘pritano’), noi, potremmo qui, a Tloo, (città nel paese dei Tróón, restituito all’originale *TerhSoSoS > *terhFoFoN ‘dei *TroFi/ Troi’? o ‘Tloi’?), qui a Tloo sul fiume Xanto, ammettere una forma quasi identica , varianza I/O, restituito Trmmisn > *TriFFiss > *TroFFos; queste valenze potrebbero essere considerate arbitrarie, da chi ha studiato le sole grammatiche, senza aver potuto risalire alle origini formali attraverso le glottologie, i confronti con tanti linguaggi, ma la dinamica si evolve attraverso SS > NN > zero+zero; è facile constatarlo anche altrove, ad esempio nel licio Tlanna, la desinenza -n-na indica un’aggettivazione, un genitivo integro (mar-e > mar-i-no), indica ‘(proveniente) da Tloo’, città presso lo Xanthos; in realtà la forma arcaica si presentava con le A, mancando in parecchie lingue ancora la O, così abbiamo *Tlassa ‘il tlassa/ quello di Tla’, riferito ad una persona forse emigrata; in licio ha prevalso la varianza -ss > -nn, come visto con tlanna, in greco invece sono saltate come al solito le SS, con il risultato che lo stesso derivato divenne Tlo-è-us, ossia cela, ridotto, il termine originale *Tla-Sa-Sas < *Tlassas ‘il *tlassa’; qui di seguito lo testimonia la bilingue licio-greca, 25 (da J. Friedrich, decifrazione delle scritture scomparse, pag. 116);
Testo licio:
ebeis tucedris m(e ti) tuwete Kssbeze Crup(sseh) tideimi se Purihime(teh) tuhes tlaNNA atru ehb(i) se ladu ehbi Ticeucepre pilleNNI Urtaqijahn cbatru se Pijenubehn tuhesn
“Questo edificio (sepolcrale) in ve(ro) l’ha costruito Kssbeze di Crupsse figlio e di Purihimete nipote (tuh-e-s < *tuk-e-s ‘il partorito’, gr. tók-o-s), il Tloo (il *tlassa, abitante di Tloo), proprio per se stesso, e per la moglie proprio Ticeucepre, la Pillea (la *pillessi = greco Pinara; varianza *pillessa/ *pinnassa), di Urtaqija figlia e di Prijenube nipote (tuh-e-s-n < *tuk-e-s-sa ‘la partorita’). (Lo dedica ad Apollo).”
Notare il genitivo in –h, da -s, come in messapico.

Testo greco:
Pórpaks Trúpsios Puribátous adelphidoús tlo-E-ÚS eautón ka(í) tén gunaîka Thuseusémbran ek pt-NÁ-RON Ortakía thugatr (a) Prianóba adelphidên Apólloni
“Porpax (Kssbeze < *korrbesse, k/p), il Trypsio (*Crupsses, c/t), di Pyribates (*Purimetes) nipote, il Tloo (il *Tlossus, abitante della città di Tloo), per se stesso e la moglie Tiseusembra da Pinara (la pillenni < *pillessi), di Ortakia figlia, di Prianoba nipote. (Questo dedica) ad Apollo”.
MOLTE ISCRIZIONI ETRUSCHE, ANCORA INEDITE, tradotte proprio sui libri degli AUTORI esaminati; da trascrivere per nuove pubblicazioni.

FONETICA: opera (inedita), redatta all’inizio dell’insegnamento, dopo l’osservazione accurata dei metodi individuali, studiati durante le supplenze; necessaria per comprendere gli errori che venivano commessi dagli alunni delle Elementari. Preparazione di un programma, proponendo i rimedi per affrontarli; il sistema partiva da considerazioni di natura fonetica, e metodica.

GRAMMATICA greca e latina (opere inedite, molti esempi riportati sui miei libri), modificate interamente sui testi, mostrandone le VERE RADICI monosillabiche, le VERE DESINENZE monosillabiche.


SCULTURA.
Centinaia di piccole sculture in ceramica bianca, qualcuna in bronzo, in gesso, in cemento; vasi dipinti a mano, anche con i propri Haiku in cinese. Mostre in varie città, cataloghi prestigiosi (Bolaffi, Comed, Who’s Who in International Art…); concorsi, attribuzione di premi. Invito a donare sculture in museo. Recente mostra al “XXXVII Concorso Internazionale della Ceramica d’Arte” a Gualdo Tadino…Esposte sul mio sito, e su vari altri in Internet.

METODO D’INSEGNAMENTO
Metodo pratico per l’insegnamento in Prima Elementare, rimasto, come varie altre ricerche, dimora tra le carte; vi si mostravano, anche, esempi concreti di alunni; prevedeva e preveniva qualunque tipo di errore, facilitando l’apprendimento con acquisizione chiara e veloce.

Angelo Di Mario