INTRODUZIONE

al libro "FUNGHI - I funghi del Parco Nazionale dello Stelvio"

di Paolo Meraldi

La realizzazione di questo "quaderno tematico" sui funghi presenti nel territorio del Parco Nazionale dello Stelvio, grazie anche al lavoro di Ispettore Micologo che svolgo dal 1990 presso l'A.S.L. di Sondrio, nella Struttura di Bormio, rappresenta una tappa importante nello studio che da anni mi appassiona, e che, con la collaborazione dell'amico Giovanni Imperatori, profondo conoscitore in campo micologico, può ora concretizzarsi.

Il territorio del Parco, e delle zone protette ad esso confinanti, ha una notevole importanza in campo micologico, sia per la quantità di specie trovate, che per la rarità di alcune di esse. Questo é dovuto essenzialmente alle diversità di habitat presenti nel Parco (vegetazione-composizione del terreno-etc.).

Delle circa 510 specie trovate e determinate, ne vengono di seguito illustrate un centinaio, indicandone, in modo sintetico, le principali caratteristiche o particolarità, al fine di permetterne un loro eventuale riconoscimento.

Precisando che questa pubblicazione non è uno studio particolareggiato sui funghi, ma una illustrazione ed elenco delle varie specie fungine presenti nel Parco, ritengo comunque utile dare delle brevi nozioni che aiutino a comprendere questo interessante mondo "IL REGNO DEI FUNGHI".

Una corretta conoscenza dei ruoli che i funghi svolgono nel sistema naturale é una delle finalità che questa pubblicazione si prefigge, in sintonia con le iniziative già predisposte dal "Consorzio Parco dello Stelvio" atte a tutelare e diffondere nel territorio della Provincia di Sondrio una profonda cultura naturalistica.

Paolo Meraldi

                           

COSA SONO I FUNGHI

Quelli che impropriamente chiamiamo "funghi" e che correttamente andrebbero chiamati "Carpofori o Corpi fruttiferi" non sono altro che i "frutti" di una pianta "MICELIO" che vive generalmente sotto terra, ed é costituita da un intreccio più o meno fitto di "IFE" le quali, in condizioni ambientali e climatiche, favorevoli danno luogo alla fuoriuscita dal terreno del loro frutto "IL FUNGO o CARPOFORO"

COME SI NUTRONO

Essendo i funghi sprovvisti di quel processo naturale che appartiene ai vegetali "fotosintesi clorofilliana" e non potendo perciò trasformare i sali disciolti nel terreno in sostanze organiche necessarie alla loro alimentazione e crescita, sono costretti a dipendere da altri organismi (vegetali, animali, vivi o morti) dai quali assorbono "materia organica precostituita". In base alle modalità con cui provvedono al loro nutrimento, i funghi possono essere distinti in tre categorie: 1) SAPROFITI - 2) PARASSITI - 3) SIMBIONTI o MICORRIZICI

FUNGHI SAPROFITI

Che vegetano su sostanze organiche morte, in decomposizione, sia vegetali che animali, contribuendo alla loro distruzione e svolgendo quindi un ruolo indispensabile per l' equilibrio dell'ambiente naturale. Il "Coprinus niveus", raffigurato nella foto, ne é un perfetto esempio; cresce infatti su escrementi animali (bovini); il modo con cui provvede al suo sviluppo lo inserisce tra i funghi cosiddetti "coprofili".

FUNGHI PARASSITI

Quelli che invece si sviluppano su animali e vegetali viventi, provocandone a volte la morte. L'Armillaria mellea, o chiodino, é un fungo parassita sia delle latifoglie che delle conifere; la diffusione del suo micelio all' interno dei tessuti legnosi provoca inevitabilmente il deperimento e la morte della pianta parassitata; in seguito, il fungo, può continuare a vivere come "saprofita".

FUNGHI SIMBIONTI o MICORRIZICI

Che vivono cioè in simbiosi con varie essenze arboree, instaurando una sorte di convivenza mutualistica attraverso le radici della pianta simbionte e scambiandosi, con vantaggio reciproco, le sostanze nutritive indispensabili alla loro sopravvivenza. La maggior parte dei funghi presenti sul territorio del Parco, sia commestibili che velenosi, appartengono al gruppo dei "Funghi Micorrizici", alcuni legati esclusivamnte ad una sola essenza arborea (Suillus plorans con Pinus cembra o cirmolo); altri, definiti "polivalenti o ubiquitari" come ad esempio il " Boletus edulis" o l'"Amanita muscaria", possono convivere indifferentemente in simbiosi con "aghifoglie e/o latifoglie" e la loro crescita avviene generalmente nello stesso habitat, come per altro dimostra la foto a fianco; ecco perché l'"Amanita muscaria" viene anche definita "spia dei porcini".

COME SI RIPRODUCONO

I funghi, come i frutti di una pianta, sono provvisti di semi (spore) necessari alla loro riproduzione. Giunti a maturazione, con sistemi che variano in relazione all'appartenenza ad un Genere o ad un altro, i funghi provvedono a liberare nell'aria e quindi nel terreno i semi in essi contenuti. Affinché una spora possa germinare e dare origine ad un "micelio primario" é necessario che vi siano tutte le condizioni favorevoli e complesse di clima e di terreno (substrato); ammesso che ciò avvenga, é indispensabile che poi il micelio primario venga a contatto con un altro micelio primario (della stessa specie, ma di sesso opposto), dalla cui unione ha origine un "micelio secondario", ossia una nuova pianta, capace di svilupparsi e dare origine (in condizioni ambientali favorevoli e con longevità) a nuovi corpi fruttiferi "funghi". Considerate le scarsissime probabilità che ciò avvenga, la natura ha fatto sì che le possibilità di riproduzione siano maggiori; ogni fungo infatti produce un numero spropositato di spore (milioni, forse miliardi). In base alle modalità con cui si sviluppano le spore, i funghi vengono suddivisi in "Ascomiceti" e "Basidiomiceti". La caratteristica che distingue gli "Ascomiceti" é quella di avere le spore racchiuse in una specie di sacco chiamato "Asco", dal quale, a maturazione, vengono lanciate fuori con violenza. Nei "Basidiomiceti" invece, le spore sono sostenute da un elemento, generalmente a forma di clava, chiamato "Basidio". (Vedi illustrazione).