LETTERA APERTA : 8 MARZO 2011

Inviato: lunedì 28 febbraio 2011 14.17.07
Le giornate di formazione e aggiornamento alle quali sono invitati a partecipare medici, infermieri , operatori sanitari e volontari sono occasioni di incontro e confronto utili per sviluppare linee comuni, nella convinzione che l’operato di pochi, ci si augura sempre di piu’, possa essere di aiuto e sollievo a chi soffre. Le condizioni di criticita’ in cui versano gli ospedali della nostra regione rendono spesso difficile il compito dei medici e del personale di supporto.
In tale ottica si inserisce il risultato di un incontro di formazione e aggiornamento sulla raccolta di cellule staminali da cordone ombelicale tenuto dalla Calabria Cord Blood Bank (CCBB ) presso l’Ospedale ” Pugliese ” di Catanzaro . Ad esso hanno partecipato medici ginecologi , ostetrici ed operatori dei sette centri di raccolta delle province di Vibo Valentia , Catanzaro e Crotone ed in più volontari Avis e Gadco .
Si e’ messo in evidenza il buon livello raggiunto dall’Ospedale di Soverato sia in termini di quantita’ che di qualita’ della raccolta e si e’ parlato della mancanza di personale in cui versa l’Ospedale “Pugliese” di Catanzaro . Dalla discussione e’ emerso che a tale criticita’ e’ riconducibile una scarsa collaborazione nell’opera di raccolta del sangue cordonale . Si è detto che spesso non si riesce a raccogliere che una minima quantita’ di cellule staminali e che spesso non si va avanti perche’ …..non ne vale la pena . In una parola ci si scoraggia .Pur comprendendo le difficolta’ in cui operano gli ospedali della nostra regione, non esiste la frase ” non ne vale la pena “.Quando dall’altra parte c’é un potenziale
ricevente che ha bisogno anche di una sola goccia di quel sangue perche’ uno dei suoi organi e’ stato distrutto da un tumore e solo quel sangue lo puo’ rigenerare , quando , come ha annunciato con orgoglio la Dott.ssa Giulia Pucci , medico responsabile della CCBB, due unita’ di sangue cordonale sono partite dalla Calabria dirette una in Francia e l’altra nel Texas ,per ridare la vita a due persone , allora forse vale la pena di combattere anche per una sola goccia di quel sangue .Ma come? Con l’opera di sensibilizzazione alla donazione solidale delle cellule staminali da sangue cordonale , fatta dai volontari organizzando convegni e allestendo stand , parlando alle donne nelle parrocchie e nei consultori , persuadendo le future mamme che non serve a nulla conservare il cordone ombelicale del proprio bambino in una banca cordonale estera perche’ se
il bimbo sviluppera’ una patologia genetica quel cordone contiene la stessa malattia .In più i futuri genitori devono essere informati del fatto che non esiste alcuna evidenza scientifica dell’utilita’ di tale conservazione .Con la donazione solidale il nominativo della mamma viene inserito in una rete che può un
domani , qualora se ne verificasse la necessita’, ….restituire il dono . Una donna che al momento del parto dona il cordone ombelicale del proprio piccolo compie
un gesto d’amore . E solo dall’ amore scaturisce la vita Stefania Corigliano

Volontaria Gadco-Calabria

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