Tutto quello che so di Edinburgo e non mi avete mai voluto chiedere (parte I)


Prefazione

Edi_with my parents

Questa è una guida al cuore di una delle città più belle del mondo. E naturalmente qui dentro non trovere  nulla di oggettivo. Non si tratta di una mini guida sui posti da vedere assolutamente o i locali da provare. O meglio: non solo. E’ un qualcosa in più per farvi entrare nel mood giusto. 🙂

Mettiamo le cose in chiaro: questo è un atto d’amore, e quindi mi concederò di spaziare avanti e indietro, e di essere prolisso. Io adoro Edinburgo, ci sono stato un certo numero di volte, e qui di seguito trovererete qualche informazione, grandi e piccole, che per chi ci deve andare potranno o non potranno essere utili; ma alla fine spero riescano a dare l’immagine giusta e riuscire a comunicare la bellezza del luogo, quello che è il suo vero cuore. Un amico dice “io ho girato in lungo e in largo la Scozia, l’ho trovata un posto nel complesso abbastanza insignificante… praticamente non c’è nulla a parte campagna e pecore e qualche castellozzo più o meno diroccato; ma se a te piace meglio così…“. In una certa qual misura è vero: le Highlands, per esempio, le terre alte, il nostro Nord, sono veramente – spaventosamente spoglie… il lago di Lochness, famosissimo per il dino-mostro che tutti conosciamo, a parte avere un’acqua nera come la Guinness, che ha? Poco e nulla. Ci fai un giro di dieci minuti, visiti i due negozi di souvenir e hai finito. Ma se lo si incornicia all’interno delle leggende, se si ha la pazienza di ascoltare le storie dei veri Highlanders, le battaglie con la Gran Bretania per l’indipendenza, allora tutte le varietà di verdi che potrete ammirare assumono un odore diverso, carico di tradizione.

Perchè sopra ogni cosa la Scozia, e con essa Edimburgo, è TRADIZIONE, volontà di indipendenza, la storia di un popolo che non si arrende mai. E’ forse per questo mi stanno tanto simpatici. Quindi se ci andrete per far del turismo “normale” potrete aprezzarla, ma non l’amerete. Se passerete per i paesini di corsa, senza sapere del più amato dei re di Scozia… se non troverete chi vi racconta che proprio sotto quella cascatella ogni giovane del luogo, e suo padre e suo nonno, ed indietro per altre 5 generazioni di Scozzesi si è bagnato mentre chiedevano la mano alla propria moglie… se non saprete che le montagne della Scozia – sebbene non siano così alte e terribili, prendono ancora oggi più di 70 vite all’anno… ecco, allora vi sembrerà tutto uguale. Come sempre non si tratta di guardare un affresco, ma di sapere cosa pensava il pittore.

Se quindi avrete la pazienza di non correre da un hard rock cafe all’altro, magari scegliendo di vedere meno cose ma con più attenzione, allora potrete intravedere la grandezza del popolo scozzese e la bellezza di Edimburgo.

Ricordate la parola d’ordine è Tradizione. Pensate solo che il 2009 è stato l’anno dell “homecoming”, ovvero la più grande rinpatriata di clan scozzesi. E sono due mesi che lo festeggiano! Vengono da tutto il mondo. Penso che proprio tutti siano tornati per l’occasione. Immaginate, un po’ come se l’intera Puglia decidesse di festeggiare e richiamare a sè tutti i pugliesi sparsi per il mondo. E venissero tutti in gonnellino. 🙂

Quello che potete fare (ma non ve lo consiglio)

Potete sempre prendere una guida, la Lonely Planet magari, leggiucchiarvela, andare in un bel albergo del centro, andare al castello come prima cosa, magari seguire anche la Whisky experience lì di fianco, fare un po’ di shopping in Price Street, comprare una sciarpa di cashmere, maledire la pioggia, fare una gita al castello a 20 km da Edinburgo e tornare a casa. Contenti voi!

Quello che invece vi consiglio è di prendere la Lonely e seguire le sue indicazioni secondo l’umore. Andare a vedere l’osservatorio di Calton Hill non dice molto se non ci vai in una mattina uggiosa e ventosa, quando sei un po’ giù. Perchè quel luogo ispira proprio questi sentimenti; in pochi minuti dal centro ci si trova sulla collina, di fronte a quattro colonne romane grigiaste che fanno un po tristezza, si è sferzati dal vento e sembra che tutto debba cadere in rovina. Non andate in spiaggia invece con lo stesso spirito. A Portobello occorre andarci con il sorriso in volto, a mangiare pesce sulla spiaggia. Anche se piove. Ci si arriva col pulman, e quando si scende si ha la sopresa di una spiaggia molto amplia, con poca gente che sguazza in mare (visto le temperatura oceaniche) che fa venir voglia di togliere le scarpe e camminare lentamente sul bagnasciuga. E così via per tutti gli altri luoghi: Al castello ci si va se si ha voglia di assaporare la storia e i tipici kilt dei vari clan. Se avete voglia di fare dello sport o una bella sgambata impegnativa non potete che affrontare Arthur’s seat. Una scrittrice durante un reading diceva che non si può andar via da Edinburgo senza prima salutarla dalla cima di Arthur’s site. Ma potete anche andare in Prince street se desiderate ritrovare l’aria moderna dei corsi delle nostre città; o nella piccola parallela Rose Street consiglio di andare quando arde la sete di un buona Tennent’s. Lì infatti ci sono tra i pub più belli e storici. Si entra e sembra di essere accolti in un grand hotel, tutti in legno, con rifiniture e lampadari old style. Sebbene alcuni di essi abbiano un’anima “turistica”, altri sono delle chicche dove si sentirà solo l’accento chiuso degli Edimburghesi.

Intanto parliano di

Quando è meglio visitare Edinburgo

Per quanto possiate non crederci Edinburgo è bella SEMPRE. D’estate, quando troverete al posto degli usuali 500.000 scozzesi, 1.5 M di turisti che si divertono a seguire il più grande festival d’Europa (nel mondo non so, se ci sia qualcosa di simile). D’inverno, con la neve, quando ogni casa è innevata e organizza una festa di Fine d’anno, ma poi tutti vanno in downtown a ballare e bere e scaldarsi e fare i pazzi. In primavera quando tutta la città è in fiore, e anche in Autunno quando tutto rallenta e nei pub trovi solo 4 persone dall’accento pesante.

Mettetevi il cuore in pace: un po’ di pioggia la prenderete comunque, in qualunque stagione. Non credete che piova tanto, la quantità di acqua annua che scende ad Edinburgo è minore di quella che scende a Milano, ma lì piove un po’ tutti i giorni. Per questo hanno i prati tanto belli. Occorre entrare nella mentalità giusta: la pioggia non dà fastidio, ci sono raramente mega temporali che durano ore, di solito quando si vede il cielo incupirsi, basta entrare in un pub, prendersi una Tennents e il gioco è fatto. In reatà, prendersi un po’ d’acqua in testa non fa male, è quasi un piacere. Molti giovani non portano neanche l’ombrello o un kway, semplicemente si bagnano. E’ forse questa l’origine della semplicità con cui tanti si vestono. Una maglietta, una felpa con cappuccio che fa molto hip hop, poco trucco per le ragazze, niente pettinature “delicate”.

Quest’estate (2009) per esempio con un milano a 36°C, ad Edinburgo si dormiva sotto il piumino, con la finestra che faceva entrare la brezza. Quindi preparate coscientemente la valigia e non pensate alla pioggia. Fa parte del paesaggio. Andate ad Edinburgo quando potete, andateci più spesso che potete. Più avanti vi parlerò di cosa sia il Festival e come vale la pena viverlo, ma per ora pensiamo a:

Come Arrivarci

Questa è la cosa più facile. Si vola direttamente su Edimburgo con la easyjet da Malpensa oppure su Glasgow con la RyanAir da Orio Al Serio. Ma lascio a voi i particolari. Nel primo caso c’è una comoda navetta, un autobus, che porta dall’aeroporto fino alla stazione Centrale, Waveley passando per la periferia che preferisco di Edinburgo stesso. Se invece si opta per atterrare a Glagow il giro è un po’ più complesso, perchè occorre prendere un primo treno per arrivare dall’aeroporto a Glasgow, poi fare 5 min a piedi e cambiare stazione e da lì prendere il treno per Edimburgo.In questo caso si può acquistare direttamente sul treno un unico biglietto andata e ritorno con lo sconto visto che c’è una convenzione con la RyanAir, basta mostrare la prenotazione dei voli. Tempo totale un paio di orette. In compenso quando sarete sul secondo treno potrete ammirare uno sterminato campo da golf che fa veramente rabbrividire e che dice molto della passione degli scozzesi per questo sport. Spesso vi capiterà, sopratutto nelle giornate meno ventose, di vedere uomini più o meno giovani prendere il pullman con tanto di sacca delle mazze in spalla. Una nota: i treni che girano tra le due città sono come delle prime classi esagerate per noi. Pulitissimi, silenziosi, ti passano ad offrire un caffè, c’è la rete, e sono precisi al minuto.

Come trovare dove dormire

Quello che consiglio è di evitare gli alberghi; per quanto possano essere belli non sono il posto dove stare. Il meglio sta nei B&B. Edimburgo è edificato secondo due direttrici che formano una T: il prolungamento di Prince street e il prolungamento di Clerk street. Lungo queste vie principali si estendono tantissime casette stile vittoriane, senza cancelli, con un pezzettino di giardino, magari mal tenuto. Ognuna di esse è gestita dai padroni di casa come Bed and Breakfast. Ce ne sono di ogni tipo e di ogni costo. Ma dove cercarle? Facile, lungo queste vie principali corrono la maggior parte dei bus (Lothian bus è la compagnia più grossa, consiglio di usare questi, arrivano dappertutto). E’ quindi sufficiente sovrapporre una bella google map con la mappa degli autobus per avere un’idea di dove cercare. Io di solito vado in un posticino che sta a circa 20/25 minuti a piedi dal centro, lungo la via che va verso sud; questo perchè amo percorrere lentamente queste vie, e andare alla scoperta delle tante piccole traverse dove si nasconde -silenzioso- il pub del circondario. In questo tratto di pochi chilometri ci saranno 200 B&B tutti attaccati, belli e brutti. Anche in pieno Agosto, con il festival e il pienone dei turisti, qualche cartello VACANCIES si trova. Come limite oltre cui non cercare vi suggerirei l’Università di ingegneria. Dopo di che gli spazi si fanno più ampi, si è al limite di Liberton Road, c’è molto più verde, e si entra in periferia. Vi suggerisco comunque un giorno di prendere un bel daily ticket (3.00 £) e perdervi verso queste zone meno densamente popolate. Vi troverete in mezzo a tanti piccoli “rioni”, silenziosi, ognuno col proprio giardinetto, che rappresentano forse la vera anima della città. E’ qui infatti dove abitano gli Edimburghesi meno benestanti, che escono dalla città perchè l’edilizia è più moderna e meno costosa.

Una volta che avete trovato dove dormire, fatevi una doccia e concedetevi una…

Colazione Tipica Scozzese

Esistono due filosofie: quella giusta e quella sbagliata. Quella sbagliata è alzarsi e chiedere al padrone del B&B un espresso. Lasciatelo a casa, e concedetevi invece un bel paio di tipiche colazione scozzesi (scottish, non english mi raccomando). Nella maggior parte dei B&B ci sarà a disposizione sempre la frutta fresca e i succhi insieme a un bel tazzone di cereali. Il tutto viene accompagnato da fette di pane tostate su cui spalmare la marmellata. Ma il meglio sta nello scegliere tra una bella tazza di PORRIDGE e qualcosa di più cosistente. Il porridge è una sorta di polentina di fiocchi d’avena che va mangiata secondo il rituale: immergerci al centro un pezzettino di burro che si andrà a fondere e sulla superficie spolverarci dello zucchero di canna. A questo punto col cucchiaio basta mangiare la superficie del porridge, quando avrete fatto fuori il primo strato dovete riproporci sopra un altro po’ di zucchero e via così. L’alternativa è una completa colazione scozzese che non può che essere fatta da: uovo (nel modo che si preferisce), salsiccia, funghi, fagiolini, pancietta fritta, pomodori al forno. Mi pare che sia tutto: scegliere tra big amount o small amount. Il tutto accompagnato da un bel tazzone di tea o caffè solubile. Mangiato il tutto potete andare avanti 5 o 6 ore a passeggiare tranquillamente.

Mentre camminate per la città potrete chiedervi…

Come identificare un Edinburghese

Non è così difficile. Intanto non sopportano Mel Gibson, con quel suo filmaccio antistorico di Braveheart e il grido “Freedom!!!”. Sta sulle palle a tutti quelli a cui ho chiesto. Secondo punto: tenete presente che anche in Scozia ci sono delle belle faide locali. Gli highlanders, si considerano i veri Scozzesi rispetto ai lowlanders (quelli civilizzati, che vivono in città), perchè quest’ultimi hanno tradito la nazione, accettando come pusillanimi il governo Inglese (e stiamo parlando di cosette non capitate proprio 20 anni fa). Ho visto durante il festival delle rappresentazioni comiche di “North-south divide” che potrebbero benissimo rispecchiare trovate comiche che mettono in ridicolo le differenze culturali tra napoletani e milanesi. Quindi non tutti gli scozzesi sono uguali, comunque ora che finalmente da poco tempo esiste un partito degli scozzesi con una sua rappresentanza, per gli Highlanders non sembra vero. Questo non toglie che Tutti sopportano a fatica l’accento Londinese. Dovete capire che l’inglese – come ha fatto in molta parte del mondo dove è andato a colonizzare – ha fatto terra bruciata anche in Scozia. Si pensi solo che la Scozia era ricoperta per l’80% di boschi secoli fa , e ora ne rimane poco più del 2%. C’è anche una forte operazione di reimboscamento in atto, ma secoli di lotte hanno veramente segnato il territorio. Comunque a parte questa divagazione. Riconoscerete lo scozzese perchè non dice “yes” o “yea”, come ovunque nel mondo. Lui dice: “ai”, o più tradizionalmente “aiè”. Questo vi faciliterà il compito e vi farà diventare più simpatici alla gente del posto se risponderete in questo modo.

Questi simpatici provincialotti vanno spesso in giro con…

Il kilt – togliamoci 4 curiosità.

Diciamolo subito così siete a posto: Sotto il kilt tradizionalmente non si porta biancheria intima. Perchè? Non per un facile accesso per lavarsi, nè per un ancor più facile accesso per fare pipì, o per un bel pompino lampo. Semplicemente perchè quando hanno creato il kilt, esso era il tipico vestito da guerra degli orchi scozzesi, e non avevano ancora inventato la biancheria. Se volete sapere come mai hanno scelto proprio di indossare questo tipo di indumento, la cosa fa parte, come sempre, di una storia legata alla vita nei boschi. Quindi: Googlate. Comunque è un indumento che non stona. Le gonnelline scozzesi alle ragazze donano terribilmente e gli uomini lo indossano con tale tranquillità che anche a voi dopo un paio di ore non sembrerà per nulla strano.

Come (e dove) sono le ragazze

Una cosa è certa: la dieta le rovina. Il fatto è che in tutto il Regno Unito, compresa la Scozia, si mangia da cane. O meglio, hanno i loro piatti tipici come l’haggis, ma molto spesso si vedono gli studenti e i lavoratori in pausa pranzo mangirsi il loro panino straunto, molto poco salutare, fish and chips, ecc… quindi spesso vedrete delle belle ragazzotte pacioccose. In più la città è edificata su due livelli, ci sono un bel po’ di salite e discese e questo tende a irrubustire i polpacci. Quindi, la mia esperienza mi dice che come popolazione non ci sono tante modelle. In compenso hanno tutte degli sguardi e dei volti delicati, forse dovuti anche alla commistione con gli irlandesi. Le ragazze hanno dei volti belli, carichi di energia, e degli occhi intensi. Aggiungete un elemento fondamentale: non sono molte quelle che si infighettano (sarà il continuo rischio della pioggia??). Spesso vanno in  giro sicure di se con canotta e jeans. Il risultato è una donna molto sensuale che però ti batte a bere la birra! Dove potete trovarle? Un po’ ovunque, seguendo il vento dei pub. Ma in genere intorno all’università (old college) troverete tanti locali dove fanno sconti per gli studenti e quindi di questi affollati. Invece nella zona sottostante di Grassmarket per esempio troverete tanti bei localini frequentati da gente ormai laureata 🙂 diciamo così.

Tra un pub e l’altro si trovano anche locali più “modaioli” ma per fortuna non ce ne sono troppi, ristoranti italiani, thai, pizza hat, ecc. Ma…

se si vuole mangiare qualcosa di tipico

dovete evitare, secondo me, i locali troppo new age tutti stile cocktails colorati e i locali che io chiamo “fast and furious”, ovvero quelli troppo stile “prendi un trancio e scappa”, “ghiros e via” che spesso imperversano. Naturalmente tra di essi si trovano anche delle chicche inaspettate come il Kebab Mahal che è sicuramente il miglior posto dove mangiare “Indi style”. E’ un posticino a cui non daresti una lira, ma è sempre pieno di gente che chiede il take away perchè ci sono solo pochi posti a sedere, e ha il miglior spiced chicken della città. Non fatevi mancare inoltre di assaggiare almeno una volta l’Haggis, il piatto tipico locale, che trovete fatto in ogni modo e genere. Attenti di scegliere bene dove andare a mangiarlo, perchè potrebbe capitarvi che vi servano pure quello in scatola. L’haggis è un piatto tradizionalmente a base di interiora, cervella e tutti gli scarti. E’ naturalmente un piatto povero, che veniva fatto per non buttar nulla, ci vuole un po’ per digerirlo, ma ne vale la pena, ve lo assicuro. Per chi invece proprio non sanno che farsene della inperversante carne, potrete sempre fare un salto dal mio vegetariano preferito. Un posticino oscuro e veramente di alta qualità nonostante i prezzi abbordabilissimi di nome Black Bo.

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2 risposte a "Tutto quello che so di Edinburgo e non mi avete mai voluto chiedere (parte I)"

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