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Alimenti vegetariani anche nella scodella
Sono sempre più numerosi i proprietari di cani e gatti che, essendo vegetariani, mi chiedono se anche i loro animali possono esserlo. Ovviamente se per i proprietari questa è una scelta etica, ciò non può avvenire per il cane o il gatto di casa che
può solo essere obbligato a divenire vegetariano.
È dunque corretto sottoporre un animale appartenente all'ordine dei Carnivori a un regime alimentare vegetariano? Io ho sempre risposto di no, fino a quando ho conosciuto il Prof. Michele Pietro Ghezzo che combatte con me la dura battaglia contro la sperimentazione su animali. Basta integrare alcune sostanze Ghezzo lo fa come presidente della Fondazione Franca Melchiori Fasan un'associazione Onlus voluta per testamento dalla moglie del famoso pittore padovano Antonio Fasan. Essa si occupa principalmente di tutela del gatto e delle colonie feline, ma è impegnata a segnalare violazioni nei confronti del benessere animale ad ampio raggio.
L'amico Ghezzo, alla fine degli anni 80, instaura un rapporto con la facoltà di Veterinaria
presso l'Università di Bologna. Il suo intento è verificare la possibilità di alimentare animali carnivori con cibo vegetale. Gli studi, proseguiti con l'Università di Padova, mettono in luce che anche il gatto, carnivoro ancora più del cane, può vivere benissimo con un mangime vegetale, purché sia integrato da alcune sostanze (come la taurina). I tempi cupi della "mucca pazza" spingono Ghezzo a creare un'azienda, la AMÍ s.r.l., che produce alimenti per cani e gatti a base esclusivamente vegetale. Prodotti OGM-free, senza coloranti né conservanti, oggetto di analisi scientifiche ma non di test laboratoristici su animali. L'azienda trova consenso presso varie associazioni animaliste che ne apprezzano l'atteggiamento nuovo, quello del "cruelty-free" (privo di crudeltà) nei confronti degli animali.
I prodotti vegetali per carnivori riscuotono consensi anche nel mondo scientifico, dal prof. Tamino (biologo), al prof. Fedi (medico), dal Dr. Venturini (veterinario) al Dr. Tettamanti (chimico ambientale), tutti favorevoli al loro consumo.
La AMÍ devolve buona parte degli introiti a sostegno della Fondazione Franca Melchiori Fasan e di altre associazioni che si occupano di benessere animale. Credo quindi che i lettori mi perdoneranno queste poche righe di supporto pubblicitario a un'azienda.
Lo scetticismo va superato La maggior parte dei veterinari è scettica rispetto al vegetarismo imposto ma all'amico Ghezzo, che agli animali sta dedicando la sua vita, era d'obbligo far conoscere l'altra faccia di una medaglia che ha contribuito a coniare.
Maggiori informazioni su alimenti e Fondazione Fasan al sito www.aminews.net.
di OSCAR GRAZIOLI tratto da www.libero-news.it, 24 Giugno 2004 |
La Montalcini: «Basta Vivisezione» Il premio Nobel appoggia la proposta di legge contro gli esperimenti su animali Sembra fragile il premio Nobel Rita Levi Montalcini, sembra un po' incerta, aiutata amorevolmente dall'Oln. Schmidt a salire sul palco, ma quando il cerchiolino rosso del suo microfono si accende la platea si accorge che la fragilità risiede solo in un corpo che ha vissuto tanto quanto ha lavorato.
Il suo intervento è appassionato, e si rivolge ad una platea che ascolta in silenzio.
Tutti gli occhi sono puntati su quella donna minuta che sta spezzando una lancia contro la sperimentazione sugli animali
"Ero giovane - ricorda, alzando gli occhi al cielo - quando mi trovai di fronte ad un cane cui si doveva praticare una dissezione nervosa per un esperimento. Si alzò sulle zampe dietro e mi prese in bocca lo stetoscopio. Da quel giorno ho sempre utilizzato embrioni di pollo.
Vada avanti On. Schmidt, questa è una legge che io approvo e non dimentichi di lottare anche contro la vergogna dell'abbandono di cani e gatti che danneggia la nazione dal punto di vista etico ed economico".
Nonostante i numerosi relatori di rilievo, questo era l'intervento più atteso e ho visto più di un volto scuro nell'apprendere che una delle punte di diamante della scienza italiana, è a favore della proposta di legge (firmata da oltre 80 deputati di ogni parte politica) che reca il titolo: "Misure contro la sperimentazione su animali d'affezione".
Il proponente è l'On. Giulio Schmidt di Forza Italia. La proposta, portala avanti con grande fervore da Schmidt, si compendia nell'articolo primo che chiede, sul territorio nazionale, il divieto di allevamento, commercio ed utilizzo di animali d'affezione a fini sperimentali, di ricerca e ad ogni altro fine scientifico.
Per discutere di questa iniziativa si è svolto martedì presso la Carnera dei Deputati un confronto aperto che, sotto l'abile regia di Cristina Del Tutto, ha consentito ai relatori di confrontarsi su di un problema che taglia trasversalmente qualsiasi schieramento politico.
Dal momento che hanno parlato oltre 15 persone, non è pensabile riportare quanto dibattuto di fronte al nutrito pubblico di addetti ai lavori che riempiva la prestigiosa sala dei Mappamondi.
Solo qualche cenno e non me ne voglia chi non cito.
Illustri rappresentanti del mondo medico (Bruno Fedi, Stefano Cagno), della ricerca storica (Michele Pietro Ghezzo), della ricerca applicata ( Flavia Zucco) hanno messo in evidenza il fallimento della sperimentazione sugli animali a causa delle loro differenze biologiche con l'uomo e le possibilità, oggi già disponibili, di utilizzare test alternativi, più sicuri ed eticamente accettabili. di OSCAR GRAZIOLI tratto da Libero, 22 Maggio 2003 |
Studio contro la sperimentazione su animali Si svolge oggi alla Camera dei Deputati il congresso "La sperimentazione su animali d'affezione", organizzato dall'onorevole Giulio Schmidt di Forza Italia, vegetariano e attento a problematiche animaliste. Toccherà allo storico padovano proffessor Michele Pietro Ghezzo aprire i lavori, parlando del fallimento scientifico della vivisezione nel corso dei secoli, a partire dalle errate osservazioni compiute sugli animali da Galeno ed applicate poi all'uomo. tratto da Il Gazzettino, 20 Maggio 2003
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SUPREMAZIA VEGETARIANA SESSO PER PROTESTA Una coppia di giovani vegetariani si bacia appassionatamente al centro di Las Ramblas street a Barcellona, per protestare contro chi si ciba di carne e per sostenere la campagna sui diritti degli animali lanciata dall'associazione animalista spagnola Peta. A fare da sfondo alla "performance" un cartellone che sottolinea come i vegetariani siano "quelli che lo fanno meglio".
tratto da Libero, 27 Agosto 2004
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AMÍ : UN CASO ITALIANO
Il professor Michele Pietro Ghezzo,
Presidente della
Fondazione Franca Melchiori Fasan,
ha instaurato, sin dagli anni '80, un intenso rapporto con la Facoltà di
Veterinaria presso l'Università di Bologna per verificare la possibilità
di alimentare animali carnivori con cibo vegetale. Prodotto OGM free, senza
coloranti nè conservanti, oggetto di analisi scientifiche, ma non di test
laboratoristici su animali.
L'azienda trova consenso presso varie associazioni animaliste e nel mondo
scientifico. AMÍ
devolve buona parte degli introiti a sostegno della
Fondazione Franca Melchiori Fasan e di altre associazioni
che si occupano di benessere animale.
(
AMÍ srl
- Corso Milano 5 - 35139 Padova. Tel. 049-780.17.12,
e-mail: info@aminews.net
).
tratto da CANI, maggio 2005
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Il Gazzettino, 24 maggio 2005, I pagina Anche cani e gatti mangiano vegetariano
È un bel tipo, Michele Pietro Ghezzo, padovano di nascita, ma di antica
famiglia nobile veneziana, fatta di medici e docenti universitari, docente
liceale di lettere con esperienze universitarie anche in Australia. Nel 1983
diventa vegetariano per scelta etica: non far soffrire gli animali inutilmente.
Bel cruccio allora nutrire i 24 gatti e i 3 cani che gli girano per casa. È
qui che l'etica sposa lo spirito imprenditoriale nordestino: Ghezzo si
inventa alimenti vegetariani per cani e gatti, unici al mondo.
Mica da solo. Mica dall'oggi al domani. Buon sangue non mente. Per realizzare
la sua idea, alla fine degli anni Ottanta contatta prima l'Università di
Bologna, poi quella di Padova. Lo studio si conclude dopo 15 anni. Ghezzo,
divenuto nel frattempo anche consulente parlamentare sulla vivisezione, nel
2000 fonda a Padova la
AMÍ
(www.aminews.net) che produce e commercializza
i nuovi croccantini vegetariani, unici al mondo. C'è una base scientifica:
gli studi compiuti dimostrano che anche un carnivoro come il gatto può essere
alimentato con un mangime vegetale, purchè integrato con sostanze quali la
taurina e l'acido arachidonico.
Ghezzo ha commissionato analisi scientifico-universitarie ed ha alimentato
per due anni la sua tribù a quattro zampe con i suoi prodotti. Risultato:
ottime condizioni di salute, pelo e tono muscolare migliorati, regressioni
di dermatiti ed insufficienze renali. I professori universitari Gianni Tamino
(Padova), Bruno Fedi (La Sapienza di Roma) e Massimo Tettamanti (chimico
ambientale, Milano) confermano la validità dell'invenzione. La
AMÍ
esporta in
Francia, Svizzera, Germania, Inghilterra ed Austria, e avvia contatti con
Australia e India.
di RENZO STEFANEL tratto da Il Gazzettino, 24 Maggio 2005 |
STOP, N.10 - 9 marzo 2006 L'INSALATA? Così buona da leccarsi i BAFFI!
In natura non c'è predatore più abile e determinato del felino
selvatico e anche domestico.Chiunque si sia fermato a osservare un gatto
mentre è intento a seguire la sua preda, fosse solo una mosca, ne sa
qualcosa. La sua tecnica è affascinante e infallibile, almeno quanto
la sua tenacia a perseguire lo scopo che, appunto, è mettere sotto
gli artigli la vittima. Per questo può sembrare uno scherzo parlare di
gatti che non mangiano carne, cioè di gatti vegetariani. Una specie di
paradosso, eppure c'è chi ha studiato il problema a fondo e alla fine
ha creato un prodotto speciale che non contiene carne di alcun genere ed è
mirato alla dieta dei piccoli felini. Lo scopo è quello di assicurare agli
amici con i baffi alimenti sani, privi di sostanze chimiche, come additivi,
conservanti o cosiddetti insaporitori che poco hanno a che vedere con una
dieta naturale. Ma, oltre a garantire un regime salutare al cento per cento
questi prodotti sono pensati anche per la sensibilità dei proprietari di animali
che non mangiano carne, soprattutto, per ragione etiche. É il caso di Michele
Ghezzo, creatore dell'azienda Amì, appassionato di gatti da generazioni e
vegetariano convinto. Un vero esperto di gatti che si occupa anche della gestione di
un rifugio per mici abbandonati tramite la "Franca Melchiori Fasan"
associazione Onlus, voluta per testamento della moglie del famoso pittore padovano
Antonio Fasan.
L'osservazione quotdiana delle decine di gatti randagi di cui Ghezzo si occupa, senza contare
l'esercito felino che ospita in casa sua, gli ha permesso di comprendere i principali
problemi di salute che li affliggono, tra questi l'insufficienza renale.
Così Michele Ghezzo, in collaborazione con la facoltà di Veterinaria di Padova,
dopo vari studi è giunto a mettere a punto un mangime vegetale per gatti, equilibrato e
contenente tuitte le componenti nutrizionali di cui abbisogna questo animale, dunque integrato da
alcune sostanze come la taurina. Il suo mangime è Ogm free, senza coloranti né conservanti,
a prova di "mucca pazza" e risultato di analisi scientifiche, ma, decisamente, non di test di
laboratorio svolti su animali.
Altre informazioni sulla dieta vegetariana degli animali e sull'Associazione Fasan:
www.aminews.net.
di MARINA DI LEO tratto da STOP, 09 Marzo 2006 |
I dalmati e l'ateneo Presentazione del libro di Ghezzo
DALMAZIA, terra di lingua veneta, ma anche di accademici formatisi all'ateneo
di Padova. Oggi alle 16:30 nella sala dell'Archivio antico dell'Università di
Padova, alla presenza del Magnifico Rettore prof. Gilberto Muraro, dell'assessore
regionale alla cooperazione internazionale Ettore Beggiato e del sindaco di
Padova Flavio Zanonato, viene presentato il volume di Michele Pietro Ghezzo «I
Dalmati all'Università di Padova agli atti dei gradi accademici 1801-1947».
L'opera vede la luce dopo oltre otto anni di lavoro svolto dal professor Ghezzo
nell'Archivio Antico dell'Ateneo padovano diretto dalla professoressa Lucia Rossetti, e
costituisce il compimento di un monumentale studio sui Dalmati presenti al Bo dal
XVII al XII secolo, concretizzatosi in due parti, la prima delle quali edita nel 1993.
Il libro, considerato una vera e propria miniera di dati e notizie di primaria
importanza per gli studi sulla storia universitaria padovana e la cultura dalmata,
verrà presentato dall professoressa Silvana Collodo, ordinaria di storia medievale
presso la Facoltà di Lettere e dalla stessa professoressa Rossetti che scrive:
«L'accurato recupero di tanti atti dottorali comprovanti la consistente
presenza di scolari dalmati a Padova s'inquadra nella storia delle relazioni della
Dalmazia con Venezia e con lo Studio padovano; rispolverarne la memoria costituisce
uno stimolo eloquente a riflettere sulla realtà dalmatica di ieri e di oggi».
La presenza del Rettore e de sindaco di Padova assieme a docenti e studiosi di
discipline storiche, testimonia gli strettissimi rapporti culturali che intercorsero
tra la Dalmazia e l'istituzione universitaria della Serenissima. Altre presentazioni
del libro sono previste a Venezia e Rovigo, nonchè a Capodistria ed in Croazia.
L'incontro è stato organizzato dalla «Società dalmata di storia patria».
tratto da il mattino, 28 Aprile 1995
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