IL VECCHIO CIRCUITO DEL MUGELLO

Come promesso vi racconto qualche altra cosa che non è facilissimo trovare in giro.
Fatemi cominciare con il "Circuito stradale del Mugello" che dopo la prima edizione nel lontanissimo 1914, in forma di gara di regolarità, divenne negli anni '20 la più importante corsa italiana dopo la Targa Florio.

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Purtroppo per dare prestigio e spazio, per ovvi motivi politici, alla "Coppa Ciano" la corsa toscana venne interrotta nel '28 e riprese solo nel '55 su un circuito ridotto che si sviluppava solo intorno al paese di Barberino con solo un breve tratto in comune al circuito originale di 66 Km che sarebbe tornato a disputarsi solo dal '64 al '70.
Il circuito stradale aveva molte affinità con il "piccolo Madonie", ovvero con quello classico della "Targa Florio" del dopoguerra ed ebbe diverse, lievi, varianti negli anni.
La partenza originariamente e fino al 1965 (quando fu starter d'eccezione niente meno che Juan Manuel Fangio) avveniva da S.Piero a Sieve, poi, dal '66 fino all'ultima edizione, da Scarperia, ed il tracciato si sviluppava sulla strada statale del Giogo (SS503), in un primo settore fino al passo appenninico (del Giogo, appunto) che si presentava come una corsa in salita, circa 10 Km di tornanti e brevi allunghi.
Seguiva poi il tratto più pericoloso con la discesa fino a Firenzuola (12 Km) con un alternarsi continuo di curve impegnative e tratti con brusche accelerazioni, un incubo in caso di pioggia.
Da Firenzuola il tracciato saliva, fino a congiungersi a La Casetta con la Statale del Passo della Futa (SS65) che seguiva poi fino al passo in un tratto misto veloce di circa 15 Km per poi tuffarsi verso la pianura in pratica continuando a percorrere in senso contrario il classico tracciato della Mille Miglia che aveva imboccato proprio a La Casetta.
Chi non conosce questo tracciato non può comprendere a pieno l'incredibile prestazione di Nanni Galli, uno degli specialisti del Mugello, prima con la GTA, poi con la "33" ed infine con la Lola T210 che proprio con l'auto inglese stabilì nell'ultima edizione il giro-record ad oltre 134 Km/h, e soprattutto quella nello stesso anno di Arturo Merzario che vinse con soli 4" su Leo Kinnunen (entrambi su Abarth 2000SP) coprendo i 331 Km del percorso a quasi 132 Km/h.
Vi garantisco che, conoscendo le strade, sono velocità incredibili.

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Dell'edizione più bella, quella del '68, vi ho già parlato, altre edizioni memorabili furono senz'altro quella del '67 con la sfida mancata fra Porsche e Ferrari, queste ultime ritiratesi dopo la tragica scomparsa di Gunther Klass nelle prove, e nella
quale trionfò Mitter, il re della montagna, ma chi impressionò ed entusiasmò il pubblico fu il suo giovane connazionale Rolf Stommelen che quell'anno aveva già vinto la Targa Florio.
Stommelen fu semplicemente straordinario, e solo Siffert fu più grande di lui l'anno successivo.
Una caratteristica del "Mugello stradale" era senz'altro il fatto che i piloti si allenavano sulle strade aperte al pubblico e non era infrequente per gli automobilisti impegnati a salire verso il Giogo o a scendere dalla Futa vedersi superare da una bianca Porsche 911 targata Stoccarda o da una GTA col quadrifoglio dell'Autodelta.
Una volta ricordo che ero in auto con mio padre e ci trovammo in scia un'Alfa "33" rossa fiammante !! scared
Altra caratteristica, a parte alcune edizioni "bagnate", era il caldo terribile, in particolare le edizioni corse nel '68, '69 e '70 si disputarono sotto un autentico solleone e non furono pochi i piloti che lamentarono problemi di disidratazione e alcuni si fermarono anche lungo il percorso per dissetarsi alla meglio.
Nel '68 Siffert fu costretto, dall'inadeguatezza del suo compagno Steinemann, a correre sei giri su otto, ma dopo il primo cambio era talmente esausto ed accaldato che svenne nei box.
Ancora peggio era nelle edizioni storiche anteguerra, quando al caldo (si è sempre corso in piena estate) si aggiungeva il tormento della polvere delle strade sterrate.

Questo era il Mugello, queste erano le corse anni '60.

Mi fa piacere che parlare del "vecchio Mugello" abbia incontrato il vostro gradimento.

Citazione di: "Sundance76"

Il Mugello era uno dei circuiti preferiti da gente come Giunti e Munari, oggi i piloti attuali chissà cosa penserebbero di questo tracciato...

 

Caro amico di Butch Cassidy, Ignazio Giunti, Nanni Galli ed Arturo Merzario, citando gli italiani del dopoguerra sono stati senz'altro fra i piloti che più si sono distinti al Mugello stradale, per continuità di partecipazioni e di risultati.
Non dimenticherei Nino vaccarella, autore, a mio avviso di una prestazione magistrale nel '69 quando, in coppia con De Adamich, riuscì a portare al terzo posto la Lola T70, una macchina decisamente poco adatta al percorso.
Tuttavia il Mugello era anche il circuito in cui, pur non avendo una macchina da primi posti assoluti, si poteva diventare un idolo dell'appassionato e competente pubblico che assiepava i 66 Km del percorso senza soluzione di continuità.
E' il caso di Enrico Pinto, autentico eroe di diverse edizioni con la Giulia TI super (4° assoluto nel '65 dietro a tre Ferrari 250 Le Mans) e poi con la GTA (2° assoluto nel '66 dietro alla Porsche 906 di Koch e Neerpasch, 6° assoluto nel '68).

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Chi ha vissuto dal vivo quelle corse non ha dubbi nell'indicarlo come il pilota che più riusciva a coinvolgere il pubblico con acrobazie incredibili specie nei tratti in discesa.
Munari si distinse nel '69 e '70, ma Merzario, seppure con una macchina nettamente superiore, mostrò di avere un'altra marcia rispetto al "drago" quando non si trattava di rallies.
Per quanto riguarda il periodo eroico ci sarebbe da parlare per ore, perché furono proprio gli anni '20 il periodo d'oro della corsa, ma sarebbe un "off topic" pertanto mi astengo.
Passando in rassegna gli stranieri, Siffert nel '68 fu autore (sette giorni dopo aver vinto il GP d'Inghilterra) di un prova maiuscola, forse la prestazione più formidabile della storia del Mugello stradale, tanto da venire acclamato come e più dei vincitori dal pubblico tutto schierato per l'Alfa, ma anche ammirato per la prova del campione svizzero della Porsche.
Stommelen e Mitter furono eccezionali, specialmente il secondo, nel '67, ma grandissimi sono stati anche l'olandese Gijs Van Lennep (3° assoluto nel '67 con una 911R, 2° nel '69 con l'Abarth, nell'anno della Coca Cola di Merzario..., e 3° sempre con l'Abarth nel '70) e, nella sua unica partecipazione, Leo Kinnunen che con un'Abarth identica a quella di Merzario insidiò fino alla fine la vittoria del campione comasco che con un ultimo settore dell'ultimo giro da brividi riuscì alla fine a spuntarla.