mentre
[dall’ant. it. domentre, dal lat. dum interim ‘mentre intanto’; sec. XII]
A cong.
1 Nel tempo, nel momento in cui, intanto che (introduce una prop. temp. con il v. all’indic.): ciò accadeva mentre la nazione era oppressa; mentre si preparava a partire, ha ricevuto un contrordine; è arrivato mentre stavamo uscendo; non mi ascolti mai mentre parlo; e mentre spunta l’un, l’altro matura (TASSO) | Anche nelle loc. cong. nel mentre che, (lett.) mentre che: appiccherò il fuoco nel mentre che noi scavalcheremo la finestra (VERGA); mentre che l’uno spirto questo disse, / l’altro piangea (DANTE Inf. V, 139-140).
2 E invece, laddove (con valore avversativo): lo credevo sincero mentre è un ipocrita; ha voluto agire subito, mentre avrebbe dovuto aspettare | Con valore rafforz. nella loc. (colloq.) mentre invece: è sempre scontento, mentre invece non dovrebbe lamentarsi.
3 (lett.) Finché, per il tempo che, sino a quando (introduce una prop. temp. con il v. all’indic. o al congv.): beatissimi voi / mentre nel mondo si favelli o scriva (LEOPARDI) | Anche nella loc. cong. mentre che: mentre che ‘l danno e la vergogna dura (MICHELANGELO)
“Mentre” è una congiunzione che riguarda il tempo: questo è chiaro nei significati 1 e 3, un po’ meno in 2 (dove però essa avversa qualcosa nel momento in cui succede, come si capisce dagli esempi).
Le frasi introdotte da “mentre” come congiunzione temporale si chiamano, guarda il caso, proposizioni temporali e sono subordinate: da sole in genere non hanno senso, non si capiscono se non guardano un’altra frase che è detta proposizione principale. Per comodità, il termine “proposizione” (=frase) non si pronuncia e si parla semplicemente di principali e subordinate.
Per capire se va bene o no iniziare una frase con “mentre” (se “si può” oppure no) bisogna aver chiaro se si intende costruire un periodo mettendo la subordinata prima della principale o se si intende isolarla e far coincidere il periodo con la subordinata temporale. Il primo caso, quando si tratta di “mentre”, è la normalità; il secondo di solito è un errore, ma non sempre.
Significato 1, Caso 1
Anteporre alla principale la subordinata temporale introdotta da “mentre” è normale.
Dire “Mentre andavo a far la spesa, ho incontrato un vecchio compagno di scuola” è addirittura più quotidiano che dire “Stamattina ho incontrato un vecchio compagno di scuola mentre andavo a fare la spesa”. Il valore è lo stesso, il periodo è corretto comunque ma parlando si tende a metter prima la subordinata temporale e dopo la principale. Perché, non lo so; credo che sia perché il risultato è più leggero.
Ecco anche l’esempio di una canzone bellissima che appunto comincia così: Mentre attraversavo London Bridge…
Significato 1, Caso 2
Una subordinata è tale perché senza la principale non si capisce, resta lì appesa come una ragnatela al soffitto. Ne consegue che isolare la subordinata e farla coincidere con il periodo di solito ha un risultato incomprensibile e dunque è un errore. Non sempre, però.
“Sai, ho incontrato X, non lo vedevo dai tempi della scuola. Si è sposato e ha due bambini.”
“Davvero! Anch’io non lo vedo da un sacco di tempo. Quando l’hai visto?”
“Mentre andavo a fare la spesa.”
Questo è un uso perfettamente lecito. La principale è sottintesa: non dico “L’ho incontrato mentre andavo a fare la spesa”, perché sto rispondendo ad una domanda che già conteneva l’oggetto della principale, il fatto di avere incontrato qualcuno.
I casi 1 e 2 valgono anche per il significato 3 riportato dallo Zingarelli.
Nel caso del significato 2, invece, l’uso è lo stesso che per le altre avversative, in teoria. Nella pratica, mi sembra poco probabile che qualcuno decida di enfatizzare l’avversativa “mentre” isolandola: dato il carattere comunque temporale, qui il legame con la principale è molto più stretto.
Iniziare invece il periodo con il “mentre” n. 2 è qualcosa che si fa spesso ed equivale alla coordinazione “da un lato… dall’altro”.