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Poesie prese da it.arti.poesie o free.it.arte.prosa.poesia
(Autunno 2006)
le poesie pubblicate in queste pagine sono scelte da me secondo il mio gusto, rimangono di proprietà degli autori e potrebbero non essere in stesura definitiva.

Pablo Neruda è un poeta riconosciuto così grande in tutto il mondo che non ha certo bisogno di essere 'salvato' in tutto o in parte. Qualcuno in IAP, di tutta la poesia che riporto qui sotto, avrebbe 'salvato' soltanto il verso "Di tutte le verità scelsero il giorno", che è sicuramente pregevole, eclatante, perentorio, illuminante, come molti dei versi di questo grande poeta andino. Come tutti sanno, anch'io, vuoi come amante, vuoi come semplice cittadino (o campagnolo), preferisco di gran lunga il giorno alla notte. Ma io e Newclear (come ho appreso sbirciando in IAP) questa poesia la vogliamo 'salvare' tutta.

From: "fernando" <fernando@kiwielettrico.com>
Newsgroups: it.arti.poesia
Subject: Re: ricerca poesia di Pablo Neruda


Due amanti felici

Due amanti felici fanno un solo pane,
una sola goccia di luna nell'erba,
lascian camminando due ombre che s'uniscono,
lasciano un solo sole vuoto in un letto.
Di tutte le verità scelsero il giorno:
non s'uccisero con fili, ma con un aroma
e non spezzarono la pace né le parole.
E' la felicità una torre trasparente.
L'aria, il vino vanno coi due amanti,
gli regala la notte i suoi petali felici,
hanno diritto a tutti i garofani.
 Due amanti felici non hanno fine né morte,
nascono e muoiono più volte vivendo,
hanno l'eternità della natura.

Pablo Neruda 

  


Nel 2002 qualcuno lasciò in IAP o in FIAPP la seguente poesia di Neruda. Purtroppo non ho conservato il 'nickname' di chi propose questo brano ai frequentatori del Newsgroup. Non credo che abbia importanza. Mi piacerebbe invece sapere da quale opera del massimo poeta cileno questo brano sia stato tratto ed avere l'originale in lingua spagnola, se esiste. Inoltre mi piacerebbe, in seguito, raccogliere poesie sul gatto di molti autori. Credo che ce ne siano parecchie.
Quanto al componimento poetico, senza alcuna pretesa di andare a giudicare Neruda, non resta che leggerlo e gustarselo, dall'inizio fino alle considerazioni finali non necessarie, quasi non richieste. La voglia degli animali - tra cui l'ingegnere e il poeta! - di trasformarsi in altro è nella tradizione delle metamorfosi, da Ovidio fino a Lorca. Chiaramente nei versi di Neruda riecheggia lo 'sforzo circolare' della 'Introduzione alla morte' di Lorca: "che sforzo del cavallo per essere cane, che sforzo del cane per essere rondine, che sforzo della rondine per essere ape, che sforzo dell'ape per essere cavallo". Ma la sostanza qui è l'esaltazione della perfezione, dell'indipendenza e del mistero che la contemplazione del gatto suggerisce. Il gatto non vuole trasformarsi, vuole essere solo gatto.

 
Ode al gatto di Pablo Neruda

Gli animali furono
imperfetti, lunghi
di coda, plumbei
di testa.
Piano piano si misero
in ordine,
divennero paesaggio,
acquistarono nèi, grazia, volo.
Il gatto,
soltanto il gatto
apparve completo
e orgoglioso:
nacque completamente rifinito,
cammina solo e sa quello che vuole.

L'uomo vuol essere pesce e uccello,
il serpente vorrebbe avere le ali,
il cane è un leone spaesato,
l'ingegnere vuol essere poeta,
la mosca studia per rondine,
il poeta cerca di imitare la mosca,
ma il gatto
vuole essere solo gatto
ed ogni gatto è gatto
dai baffi alla coda,
dal fiuto al topo vivo,
dalla notte fino ai suoi occhi d'oro.

Non c'è unità
come la sua,
non hanno
la luna o il fiore
una tale coesione:
è una sola cosa
come il sole o il topazio,
e l'elastica linea del suo corpo,
salda e sottile, è come
la linea della prua di una nave.
I suoi occhi gialli
hanno lasciato una sola
fessura
per gettarvi le monete della notte.

Oh piccolo
imperatore senz'orbe,
conquistatore senza patria,
minima tigre da salotto, nuziale
sultano del cielo
delle tegole erotiche,
il vento dell'amore
all'aria aperta
reclami
quando passi
e posi
quattro piedi delicati
sul suolo,
fiutando,
diffidando
di ogni cosa terrestre,
perché tutto
è immondo
per l'immacolato piede del gatto.

Oh fiera indipendente
della casa, arrogante
vestigio della notte,
neghittoso, ginnastico
ed estraneo,
profondissimo gatto,
poliziotto segreto
delle stanze,
insegna
di un
irreperibile velluto,
probabilmente non c'è
enigma
nel tuo contegno,
forse sei mistero,
tutti sanno di te ed appartieni
all'abitante meno misterioso,
forse tutti si credono
padroni,
proprietari, parenti
di gatti, compagni,
colleghi,
discepoli o amici
del proprio gatto.

Io no.
Io non sono d'accordo.
Io non conosco il gatto.
So tutto, la vita e il suo arcipelago,
il mare e la città incalcolabile,
la botanica,
il gineceo coi suoi peccati,
il per e il meno della matematica,
gl'imbuti vulcanici del mondo,
il guscio irreale del coccodrillo,
la bontà ignorata del pompiere,
l'atavismo azzurro del sacerdote,
ma non riesco a decifrare il gatto.
Sul suo distacco la ragione slitta,
numeri d'oro stanno nei suoi occhi.
 


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