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Santuario Incoronata

Il cancello d'ingresso del Santuario dell'Incoronata Il Santuario dell'Incoronata In posizione elevata rispetto a Torchiati, a dominio della valle sottostante, si trova l'antico e celebre Santuario dell'Incoronata o di Maria Santissima dell'Incoronata (tel. 0825-523093). Non si sa quando l'edificio venne eretto, presumibilmente in epoca longobarda, anche se è certa la sua esistenza prima della seconda metà dell'VIII secolo, al tempo del Principato Beneventano di Arechi II, il quale fondò l'Abbazia dei Santi Pietro in Salerno, di cui l'attuale Santuario dell'Incoronata fungeva da Grancia, cioè, dipendenza. Nel 1309, veniva definita "S. Maria de Coronato e rurale da un documento conservato presso gli Archivi Vaticani.

Nel 1495, la Chiesa venne donata dal Re Alfonso d'Aragona al nipote Cardinale Luigi. Nel 1551, il Re Ferdinando il Cattolico la attribuì al nobile napoletano Troiano Mormile. Nel 1529, l'Imperatore Carlo V, succeduto a Ferdinando il Cattolico, confermò da Toledo, l'attribuzione alla famiglia Mormile, con diploma datato 1 marzo. Nel 1531, il proprietario Mormile fece rientrare la Chiesa nella dote della figlia Laura che andava in sposa al Duca di Montecalvo, Federico Pignatelli. Nel 1680, le condizioni della Chiesa erano pietose, tanto da richiedere un restauro. L'11 febbraio 1689 venne deciso che l'unico forno funzionante doveva essere quello sito presso la Chiesa di Santa Maria Incoronata, e che non si sarebbe stata autorizzata la vendita del pane in altra bottega, se non dopo l'aggiudicazione all'asta della bottega della Chiesa citata. Il 7 agosto 1886, la famiglia Pignatelli vendette la Grancia, cioè la dipendenza dell'Incoronata a Gennaro Mastrangelo.

L'affresco sul portale d'ingresso del Santuario dell'Iincoronata La fontana lungo la salita che conduce al Santuario dell'Incoronata. Su di essa è incisa la data del 1742, che si legge con estrema difficoltà Il Concordato tra Stato e Santa Sede del 1929 impose la restituzione alle autorità religiose di tutti i Santuari d'Italia. Occorse una lunga lite giudiziaria, dal 1932 al 1936, per piegare le resistenze da parte della famiglia proprietaria dei Mastrangelo. Ottenuta la restituzione, il Santuario venne affidato, in data 23 marzo 1941, dall'Arcivescovo di Salerno Nicola Mantecrisi, con regolare Convenzione, ai Frati Minori della Provincia religiosa salernitano-lucana. Le ultime due immagini si riferiscono ad un affresco sopra il portale d'ingresso ed ad una fontana nei pressi del Santuario, su cui si legge, con estrema difficoltà, la data "1742".

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