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home > La prigione di un Papa

fantasmi romani

Le province intorno a Roma sono le più ricche di storia, in Italia e forse nel mondo intero.

Consoli, imperatori e papi hanno riempito di fatti di sangue, stragi e avvelenamenti la Città Eterna e ciò che la circonda. Non fa meraviglia qui che qualcuno dica di vedere lo spettro di Giulio Cesare o di Nerone. Ma le leggende più belle sono quelle che nascono nei luoghi del medioevo, che hanno sempre il fascino di ciò che è meno conosciuto e, nel contempo, più oscuro.


E' il caso della Rocca di Fumone, una piazzaforte a strapiombo sull'orlo di un precipizio, in provincia di Frosinone.

Più volte utilizzato come prigione, il Castello conserva la memoria di sotterranei con nascondigli e trabocchetti.

Tra gli altri, fu rinchiuso in questo luogo sinistro il Papa Celestino V, più o meno costretto a lasciare il trono pontificio a Bonifacio VIII.

Il sant'uomo era tornato ad una vita semplice e austera nell'eremo di Santo Spirito, un convento scavato nella roccia, a ridosso delle montagne d'Abruzzo. Ma i partigiani di Bonifacio vedevano un pericolo nella sopravvivenza del vecchio pontefice.

Celestino V fu rinchiuso nel Castello di Fumone e qui lentamente avvelenato e poi ammazzato con una serie di feroci torture.

Nel momento della morte del Papa, si vide una grande croce nel cielo, svettante sul Castello.

Le cronache di Fumone, per questi ed altri fatti, parlano di urla e forti lamenti nelle notti più tenebrose.

Il fantasma di Nencia

La storia parte, come al solito, dall'amore e dal desiderio, ma si colora di inganni e di voglie nascoste.

Lo scenario è un Castello in zona di Monterotondo, nella provincia romana, dove il solito prepotente signorotto, nel XIII secolo, vuole per se la giovane e bellissima Gigliola dei Belforti.

La ragazza, che invece ama riamata un cavaliere suo coetaneo, rifiuta le profferte del prepotente Conte.

Si arriva ad un tragico ultimatum. Il pretendente le dà un appuntamento notturno con la prospettiva dell'incontro d'amore. Se la donna non si presenterà, il Signorotto andrà ad ammazzarla.

La situazione è senza via d'uscita, ma la nutrice di Gigliola, una donna ancora piacente di nome Nencia, si offre di sacrificarsi al posto della ragazza e si sostituisce a lei, confidando nella complicità delle tenebre.

Il Conte però scopre subito l'inganno ed uccide Nencia, che da allora compare in forma di ectoplasma tra i ruderi del Castello.


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© testi e grafica di: leonardo d'erasmo

 

 
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