Spazio Libero

La verità è sempre la correzione di un errore, e quindi l'errore fa parte della verità. (Giuseppe Prezzolini, 1980)

Moneta locale e signoraggio

Posted by Marco su 11 dicembre, 2008

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Se Berlusconi suggerisce di spendere a chi non ha soldi e Tremonti introduce la social card per gli ultrassessantacinquenni con al massimo seimila euro di reddito annuo, due figli a carico, capelli castani, occhiali, pollice opponibile e labbro leporino, c’è anche chi tenta di combatterla con strumenti seri e puntando al cuore del problema. Parlo del progetto Scec, Solidarietà ChE Cammina. Prendendo le mosse dalle teorie di Giacinto Auriti sulla proprietà della moneta e sul valore indotto su di essa mediante la sua convenzionale accettazione come mezzo di scambio da parte di chi la utilizza, lo Scec si presenta come una moneta locale distribuita gratuitamente agli iscritti all’Associazione Arcipelago Scec. Lo Scec funzionerà come un buono sconto. Ogni aderente può pagare una merce usando lo Scec insieme all’euro. Pagando cioè una percentuale dell’importo totale in Scec e la restante in euro. Le percentuali sono fissate dai negozianti che aderiscono al circuito con un tetto del 20%. Lo Scec può essere usato come mezzo di pagamento, unitamente all’euro, da singoli cittadini o da esercizi commerciali. Il commerciante che riceverà Scec potrà utilizzarli a sua volta per acquistare merce dai fornitori iscritti all’Arcipelago della propria regione. In questo modo, secondo i promotori dell’iniziativa, si aiuteranno le famiglie in difficoltà incentivandole all’acquisto di prodotti locali stimolando così l’economia della propria regione. Gli aderenti al circuito Scec si recheranno dal piccolo commerciante sotto casa piuttosto che all’ipermercato perchè sanno di poter usare la nuova moneta e quindi risparmiare. Il piccolo commerciante vedrà così aumentare la propria clientela a svantaggio della grande distribuzione. Si creerebbe quindi un circolo virtuoso che vedrebbe crescere le microeconomie regionali e la possibilità di spesa delle famiglie. Inoltre, lo Scec ha la finalità di introdurre una moneta libera dal debito creato all’atto dell’emissione dalla Banca centrale. Una moneta cioè che nasca di proprietà dei cittadini, che l’accettano come mezzo di pagamento ‘inducendole un valore’, e non dei banchieri che la stampano e la prestano ad usura ai governi incassando il signoraggio sull’emissione. Naturalmente esistono anche forti dubbi sulla buona riuscita del progetto Scec. Dubbi legati alla logica di distribuzione delle nuove banconote, al loro controllo, alle possibili falsificazioni, ecc. Il primo detrattore del progetto Scec è Sandro Pascucci, una persona dai modi discutibili (ho avuto personalmente con lui un aspro scambio di opinioni tramite mail) ma animato da uno spirito tenace che da anni lo accompagna nella lotta contro i signori dell’economia, identificati da lui con l’acronimo IGB, Il Grasso Banchiere, che schiavizzano i popoli perpetrando la truffa del signoraggio. Dal suo sito non perde occasione per criticare i promotori del progetto Scec, in particolare rivendicando le tesi di Auriti secondo Pascucci indegnamente usate come base teorica per giustificare l’utilizzo della nuova moneta locale. Il nocciolo della questione è nella differenza tra moneta complementare e moneta alternativa. La prima, ed è il caso dello Scec, è una moneta che entra in circolo parallelamente a quella a corso forzoso, cioè l’euro. La seconda, invece, rappresenta appunto una alternativa al normale mezzo di pagamento. La moneta alternativa prevede la sostituzione del vecchio conio con uno nuovo. Questo è quello che è accaduto con il Simec (SIMboli EConometrici di valore indotto), introdotto nel 2000 dal prof. Giacinto Auriti a Guardiagrele (CH), in uno storico esperimento che purtroppo è rimasto unico in Italia. Il Simec poteva essere scambiato con la Lira con un rapporto di cambio paritario. L’associazione antiusura di Auriti restituiva cioè 100 mila simec in cambio di 100 mila lire, mentre sul mercato il simec assumeva un valore doppio raddoppiando di fatto il potere d’acquisto della gente. Consiglio di leggere questa vecchia intervista fatta ad Auriti in cui il professore spiega le ragioni del Simec, il suo funzionamento e le sue vicissitudini giudiziarie e guardare il video in basso a sinistra in cui, con estrema semplicità e chiarezza, Auriti espone le ragioni per cui lo Stato deve immediatamente impadronirsi della sovranità monetaria e stampare moneta per conto del popolo che rappresenta. Un video, questo, che personalmente trasmetterei a reti unificate al posto dei soliti noiosi, stucchevoli e ormai irritanti moniti e auspici del Presidente della Repubblica durante il messaggio di fine anno. Pascucci, seppur brusco e offensivo nei modi, è nel giusto quando afferma che lo Scec non è il Simec, e la causa del signoraggio e le tesi di Auriti vengono impropriamente usate dai sostenitori dello Scec. Il Simec, cioè una moneta di proprietà del popolo che le dà valore accettandola come mezzo di scambio commerciale, è l’unica soluzione al problema del signoraggio della Banca centrale che pretende la restituzione del prestito del denaro che stampa a basso costo, cioè gli euro che usiamo tutti i giorni, comportandosi come proprietaria di quel denaro in virtù di una convertibilità in oro estinta ormai dal 1971 e per questo non più ricordata dalla scritta ‘Pagabili a vista al portatore’, un tempo presente su tutte le banconote. Lo Scec è una lodevole iniziativa, ma non deve essere spacciata come una vittoria contro la truffa del signoraggio perchè non è altro che una implicita accettazione dello status quo, nonchè una resa al potere delle banche. Né può avere la pretesa di ispirarsi all’opera di Auriti, che sfidò lo Stato, la Banca d’Italia e la magistratura senza lucrare, a sue spese e nell’interesse pubblico. La moneta locale resta comunque una buona soluzione per attutire l’impatto della recessione, molto più della social card e di demagogici inviti alla fiducia. Molti paesi al mondo già la adottano. In Italia gli Scec sono già in distribuzione a Napoli, Pistoia, Prato, Grosseto, Firenze e Terni. In Veneto, invece, la distribuzione della nuova moneta è iniziata da pochi giorni, mentre nelle altre regioni si preparano a partire. Qui trovate un’importante rassegna stampa di articoli apparsi sui giornali locali che testimoniano i primi ottimi risultati del progetto Scec. E’ inutile dire che, fatta eccezione per qualche trasmissione a basso audience, né in tv né sui giornali se ne parla. Ai poteri che controllano i media e ai giornalisti asserviti non interessano i meccanismi di difesa dalla crisi economica nati dal basso. I giornalisti sono pagati soltanto per tenere in piedi uno stupido teatrino di politici arroganti e incompetenti che litigano davanti alle telecamere e amoreggiano dietro. Si parla di crisi interrogando direttori di testate economiche e professori universitari con la pancia piena o usando le testimonianze di famiglie che non possono più pagare il mutuo, mentre si finge di non accorgersi di un valido sistema per aumentare il potere d’acquisto dei consumatori. La famiglia che non arriva a fine mese fa più notizia più di quella che cerca di difendersi usando una nuova moneta.

9 Risposte to “Moneta locale e signoraggio”

  1. fammi capire bene: secondo te, il governo avrebbe dovuto metter da parte la social card e invitare la gente a spendere con un’altra moneta puramente inventata…tipo quelle che ogni tanto scova Striscia la Notizia?

  2. Marco said

    Il progetto Scec non invita semplicemente a spendere con un’altra moneta, ma ad affiancare all’euro un ‘buono sconto’ che alleggerisca la spesa di una percentuale fissata dal commerciante. Rileggere fa bene, Caruso.

  3. “La moneta complementare sta alla sovranità monetaria come l’ora d’aria sta alla libertà” [sandro pascucci, 2008]

  4. Marco said

    Ciao Sandro. Grazie per il commento. E per la massima…

  5. MG said

    Già ci è voluto un secolo per far si che la gente accettasse l’Euro…non penso che sarebbe disposta a complicarsi ulteriormente la vita. Comunque l’iniziativa non è male

  6. Marco said

    La gente ha accettato l’euro semplicemente perchè glielo è stato imposto. L’euro è infatti una moneta a corso forzoso. Lo Scec invece è facoltativo. La gente non è costretta ad accettare nulla. Puoi scegliere se usarlo ed ha un immediato vantaggio nell’economia reale. Se le tv e i giornali ne parlassero così diffusamente come avvenne per l’euro prima della sua circolazione sono sicuro che la gente non farebbe alcuna fatica a cambiare le proprie abitudini.

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