C’è il presidente nuovo e Confindustria si rivela subito un soggetto più falso insensibile e bugiardo di prima:
“Non è vero che sono crollati capannoni di carta velina, quelli nel settore della ceramica erano signori capannoni, costruiti con tutti i crismi. Quindi mi sembra che i crolli siano da attribuire alla fatalità.”
Questa dichiarazione del neo-presidente Squinzi, che ovviamente non è andato in visita ai signori capannoni e parla solo per difendere a prescindere chi ha costruito (male) quelli crollati, restituisce in tutto il suo orrore la cifra di un’organizzazione che esiste per tutelare gli interessi dell’industria italiana. E probabilmente non è nemmeno colpa di Squinzi, se la cultura di Confindustria è questa qui, anche se lui evidentemente non ci trova niente di male ad esibirsi in questo modo di fronte a una tale disgrazia.
Non è una fatalità quella che ci regala una classe dirigente tanto impresentabile, ma un merito da ascrivere principalmente a organizzazioni nefaste e pericolose come Confindustria.
margaret lucova
30 Maggio 2012
questi “signori” -cito i termine tuo- dovrebbero essere mandati a scavare nelle macerie a mani nude, dovrebbero scavare con le unghie per tirare fuori le vittime dei crolli di questi favolosi capannoni, e se non erano di carta, meglio…così farebbero molta più fatica e saprebbero finalmente cosa vuol dire lavorare spesso nelle condizioni che non hanno rispetto né delle leggi né dell’uomo.
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Randolph Carter
30 Maggio 2012
Il terremoto come una specie di ordalia… Chi merita sopravvive, chi non merita muore.
Ci rendiamo conto?
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Roberto
30 Maggio 2012
E se avesse ragione? Se davvero, in confronto agli altri, queli fossero davvero i meno peggio? Da gente che si fa rappresentare prima dalla Marcegaglia e poi da Squinzi ci si può aspettare qualunque cosa.
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Stefano
30 Maggio 2012
Squinzi è il proprietario della MAPEI che con la ceramica è sempre andata a braccetto (nel senso che per posare piastrelle ci vuole la colla che MAPEI produce), ecco il perché delle dichiarazioni “a prescindere” in difesa del settore ceramico.
Roberto, secondo me i capannoni (delle industrie ceramiche) che sono crollati erano veramente “di cartone”, perché altri capannoni che si trovano in zona Finale Emilia costruiti diversamente sono rimasti in piedi.
Siccome è la prima volta che commento, vorrei concludere coi saluti di rito : Mazzetta sei un grande, ti leggo sempre con molto piacere, spero tu vada avanti così per lungo tempo.
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