L’albero di karitè (Vitellaria paradoxa o Butyrospermum parkii) è una pianta della famiglia delle Sapotaceae.
È una specie nativa dell’Africa centrale, alta tra i 10 e i 15 metri, con un tronco che può raggiungere un metro di diametro. Il frutto carnoso – simile a una prugna – racchiude nel suo interno un nocciolo legnoso da cui si ricava il prezioso burro. Le popolazioni indigene ne raccolgono i frutti e, secondo il metodo tradizionale di produzione, ne macinano nei mortai le bacche essiccate al sole. Si ottiene così il burro di karitè (ingl.: shea butter; INCI: butyrospermuum parkii butter; ungh.: sheavaj), un ingrediente dal colore variabile tra il verde chiaro e il giallino, di odore gradevole e di sapore quasi dolce che può essere utilizzato allo stato puro o, vista la sua ricchezza di proprietà, come base per numerosi prodotti cosmetici.Da sempre in Africa viene prodotto a scopo alimentare oltre che come cosmetico e farmaco. Si usa ogni parte della pianta: il frutto ha un sapore gradevole e viene cucinato secondo antiche ricette. Il burro è adoperato come olio da cucina, come cera impermeabilizzazione dell’acqua, per i capelli, per la produzione di candele e anche come ingrediente di unguenti medicinali.
È anche utilizzato dai responsabili dei tradizionali strumenti a percussione africani per aumentare la durabilità del legno, delle zucche essiccate e delle cinghie di cuoio. I residui delle lavorazioni vengono utilizzati come mangime per il bestiame; il legno, molto duro e pesante, serve a costruire oggetti artigianali.
Il segreto che rende unico il burro è l’altissimo contenuto di insaponificabili (dal 12 al 18 per cento), sostanze indispensabili per il mantenimento della naturale elasticità della pelle. Il burro di karitè ha proprietà cutanee nutritive, emollienti, elasticizzanti, protettive solari ed è un ottimo coadiuvante nell’attività antirughe.
Composizione
Il burro di karitè è composto da cinque principali acidi grassi: palmitico, stearico, oleico, linoleico e arachidico. Queste le percentuali di acidi grassi: Media (Min-Max): Oleico (Monoinsaturo): 46.4% (37.1-62.1), Stearico (Saturo): 41.5% (25.6-50.2); Linoleico (Poliinsaturo): 6.6% (0.6-10.8), Palmitico (Saturo): 4.0% (2.6-8.4), Arachidico (Polinsaturo): 1.3% (0.0-3.5).
Le proporzioni degli acidi grassi nei semi variano secondo la zona di distribuzione e la specie.
La composizione è dominata dagli acidi stearico e oleico, che insieme rappresentano l’85-90% del totale degli acidi grassi. Elevato contenuto di acido stearico dà al burro di karitè consistenza solida, mentre la percentuale di acido oleico influenza il burro – morbido o duro – a seconda della temperatura ambiente.
Usi industriali
Il principale uso industriale del burro di karitè al di fuori dell’Africa è nella cosmesi, come creme idratanti, emulsionanti e balsami per capelli secchi e fragili. Lo usano anche i saponieri – in piccole quantità – per la sua proprietà di lasciare una piccola quantità di olio nel sapone.
Il burro di karitè commerciale è oggi classificato in cinque classi: A (grezzo, estratto con acqua), B (raffinato), C (molto raffinato ed estratto con solventi come esano), D ed E (con contaminanti). Gradi commerciali sono A, B e C. Il colore della materia prima (grado A) varia dal crema di burro a giallo grigiastro ed ha un aroma di nocciola, che viene eliminato negli altri gradi. Il grado C ha colore bianco puro. Il grado A conserva le vitamine naturali, soprattutto A ed E, che sono in parte disperse nelle altre qualità.
Usi Medicinali
Il burro di karitè viene utilizzato come base per unguenti medicinali, perché ha proprietà anti-infiammatorie, emollienti e umettanti.
Viene riconosciuto come trattamento efficace per le seguenti patologie: dissolvenza di cicatrici, eczema, ustioni, eritemi, pelle molto secca, macchie scure, macchie della pelle, labbra screpolate, smagliature, rughe, e nel ridurre l’irritazione della psoriasi.
Il burro di karitè è usato come protettore solare, anche se il livello di protezione contro i raggi ultravioletti del sole è estremamente variabile e basso (da zero a circa 6 SPF). Alcuni studi hanno tuttavia mostrato la riduzione degli effetti dei danni UV sulla la pelle.
Il burro di karitè è utilizzato in Ghana come lozione per proteggere la pelle durante la stagione secca e in Nigeria anche per la sinusite e le congestioni nasali. Questo è dovuto alle proprietà idratanti che aiutano a rilassare la tensione nella pelle del viso, facilitando così la respirazione.
Utilizzo cosmetico
È un valido rimedio contro le irritazione e gli eritemi causati dai raggi solari, rallenta l’invecchiamento cutaneo, attenua le rughe restituendo elasticità e compattezza. Possiede inoltre un elevato grado di assorbimento e può essere spalmato sul corpo senza lasciare alcuna traccia. Tradizionalmente è anche un ottimo balsamo per massaggi contro i reumatismi, gli indolenzimenti, le bruciature e le irritazioni della pelle.
Per le sue proprietàantisettiche è ottimo per le dermatiti, le ulcere, la psoriasi e gli eczemi. Basta massaggiare delicatamente più volte al giorno. Per i capelli sfibrati ha un’azione riparatrice. Durante l’allattamento va impiegato nella prevenzione delle ragadi: applicato sul seno immediatamente prima della poppata non dà alcun fastidio al bambino e garantisce una elevata azione lenitiva e antinfiammatoria che favorisce i processi di rimarginazione cutanea. Viene incluso in prodotti per le smagliature, per stimolare l’azione dei fibroplasti, che come è noto, danno sostegno ed elasticità alla pelle. Usato come crema per le mani rende la pelle morbida e rinforza le unghie fragili. Dopo la rasatura e la depilazione riduce l’arrossamento.
La reperibilità del burro di karitè è piuttosto facile: si trova in erboristeria, nei supermercati con reparto cosmesi, in internet. Il prezzo non è propriamente basso: dai 9 euro per 100 ml; in Ungheria 100 g possono venire sui 1200 Ft (4,5 euro), 500 ml dai 5000 Ft (c.ca 18,5 euro attuali) in su.
Nei saponi
Nei saponi viene usato come grasso nutriente (superfatting), in percentuali dal 2 al 12%. Pur essendo piuttosto costoso, ne basta poco per cambiare la qualità del sapone, per la ricchezza di insaponificabili; il karitèvergine presenta un aroma che persiste anche nel sapone finito.
Coefficiente di saponificazione (SAP value) del burro di karitè: NaOH= 0,128; KOH 96-98: 0,179; KOH 80: 0,224. Proprietà: schiuma stabile, sapone duro e secco, saponificazione veloce.
Tra i saponi Nymphaea contenenti burro di karitè ricordiamo il Delicato per barba, Lady Rose (foto 3), Rachele e il Sapone di Mare (foto 4).
Va ricordato che il sapone naturale (alcalino) resta così poco tempo sulla pelle (leggermente acida) che non può che conferire – eventualmente – solo in bassissime percentuali le proprietà dei suoi componenti. Non vale la pena perciò utilizzare elementi preziosi e molto costosi nei saponi (e l’industria questo lo sa benissimo…..).
Nota
L’olio di karitè (INCI: butyrospermuum parkii butter extract o anche butyrospermum parkii oil) è un prodotto più lavorato e quindi un po’ più povero. Si ottiene frazionando il burro, cioè togliendo una parte di trigliceridi con il punto di fusione più alto. Restando i trigliceridi con punto di fusione più basso il prodotto si presenta oleoso. Nell’operazione di frazionamento può andare persa una quota di pregiati insaponificabili, ma l’olio resta un buon prodotto, sicuramente più facile da stendere sulla pelle e più indicato ad essere usato su superfici estese.
Laddove il burro è meglio su zone circoscritte come labbra, gomiti, contorno occhi, piedi, unghie, l’olio va bene sul corpo dopo la doccia, come doposole, per proteggere i capelli in spiaggia o in piscina, oppure come impacco pre-shampoo. Può essere miscelato ad altri oli vegetali e essere addizionato con oli essenziali. Di solito, al pari del burro, non è comedogenico e quindi è ottimo anche per il viso, risultando più leggero del burro.
Saperne di più e fonti dell’articolo:
– wikipedia
– saicosatispalmi
– olio di karitè
– sheavaj (sito ungherese)
– relazione fra karitè e oli essenziali