La Sibilla Cumana e l’Eneide

Dall’ Eneide III, 445-452

La vergine dispone in ordine tutti i responsi che scrisse
sulle foglie, e li lascia rinchiusi nell’antro. I responsi
rimangono immobili nel luogo e non si allontanano dall’ordine;
ma quando, girato il cardine, un lieve vento
li spinge e la porta scompiglia le tenere fronde,
giammai, poi, volteggianti nella cavità della roccia,
lei si cura di riprodurre le posizioni o di connettere i responsi:
i visitatori si allontanano senza risposta, e odiano la sede della Sibilla.

L’antro della Sibilla fu reso celebre da Virgilio che ne parla nel sesto
canto dell’Eneide.
Enea, dopo essere stato a Cartagine dalla regina Didone, e dopo aver
celebrato i giochi
funebri in onore del padre Anchise, si recò a Cuma per farsi prevedere
il futuro dalla Sibilla
cumana.
Enea, sbarcato sulle spiagge di Cuma, si reca sulla rocca per incontrare
la Sibilla (la sacerdotessa sacra al Dio Apollo), mentre gli altri
superstiti Troiani vanno in cerca di acqua e di cibo.

Intanto Enea raggiunge l’antro dove la sibilla vaticinava.
Ella, alla vista di Enea, cominciò ad invocare il dio Apollo che entrò
nel suo corpo e parlava al suo posto, mentre la sibilla mutò il volto.
Nel frattempo Enea pronunciò una preghiera
attraverso la quale chiedeva che i Troiani trovassero rifugio sicuro nel
Lazio e che la mala
sorte non li accompagnasse, dato che avevano già combattuto a lungo
contro gli Achei. Se
questo gli fosse stato concesso, avrebbe costruito un nuovo tempio per
il Dio Apollo e avrebbe istituito dei giorni festivi in suo onore. Alla
Sibilla invece promise che avrebbe conservato i suoi oracoli nei libri
chiamati sibillini.

E pregò di non affidare le sue profezie alle foglie, perché il vento se
le sarebbe portate via.

Chiedeva invece alla Sibilla di parlargli personalmente, ma ella non
riusciva a scacciare la
presenza del dio dal suo corpo.

Il dio Apollo rispose che i Troiani non sarebbero mai voluti arrivare
nel Lazio, poiché li attendevano numerosissime guerre. Enea poi avrebbe
dovuto combattere contro un altro uomo forte come Achille, questi era
Turno, re dei Rutuli.

La causa di tutto ciò sarebbe stata Lavinia, figlia del re Latino. Ella
era stata promessa sposa sia ad Enea sia a Tur

 
P.S.
Ancora Grazie
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