Montecatini: Costa 400 euro parlare con la prostituta dopo l’ordinanza del sindaco

 Quanto ? Quattrocento euro: è ciò che si sono sentiti rispondere – alla classica domanda – tre clienti delle prostitute che “operano” sui viali di Montecatini. La risposta non è però arrivata dalle lucciole, ma dai carabinieri che, sabato sera, hanno messo in pratica per primi l’ordinanza antiprostituzione del sindaco, con tre multe, appunto, da 400 euro l’una.

La novità del provvedimento sta proprio nelle possibilità di intervento offerte alle forze dell’ordine: basta fermarsi con l’auto lungo il marciapiede e parlare con le lucciole per far scattare la contravvenzione: 500 euro, con uno sconto di 100 euro se si paga entro 30 giorni.

L’ordinanza del sindaco Severi – resa possibile in base ai poteri concessi ai primi cittadini dal decreto Maroni – si aggiunge agli altri provvedimenti presi in passato, come l’istituzione dei divieti di fermata lungo le strade della prostituzione o la chiusura di alcune strade nelle ore notturne.
Provvedimenti che sul campo avevano dimostrato un’efficacia limitata, come dimostrano ogni sera le decine e decine di lucciole che operano ormai in quasi tutte le strade di Montecatini. Ma adesso i potenziali clienti se la dovranno vedere con multe decisamente più salate, che possono scattare assai facilmente.

L’ordinanza è entrata in vigore venerdì sera e, concesso un giorno di tregua, sabato sera sono partiti i primi controlli effettivi. Nella rete dei carabinieri sono finiti tre automobilisti, in rappresentanza di altrettante tipologie di clienti: uno straniero, un toscano residente fuori dalla Valdinievole e venuto apposta a Montecatini e un cittadino del posto.
Tutti e tre sono stati sorpresi dalla pattuglia dei militari mentre, dal finestrino della propria auto, stavano parlando con una lucciola. In tutti e tre i casi alla vista del verbale da 400 euro non hanno opposto particolari obiezioni: con un po’ di vergogna per essere stati scoperti in quel momento, la loro preoccupazione principale è stata quella di risolvere la questione senza far sapere nulla alle proprie famiglie. In sostanza tutti si sono mostrati pronti a pagare la multa entro il limite dei 30 giorni, per evitare di veder arrivare a casa un verbale difficile da spiegare.

da Il Tirreno

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diarioelettorale

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1 commento su “Montecatini: Costa 400 euro parlare con la prostituta dopo l’ordinanza del sindaco”

  1. LETTERA APERTA AI CITTADINI ITALIANI E STRANIERI PRESENTI SUL TERRITORIO
    Spettabili cittadini,
    Di recente sono state approvate disposizioni legislative che hanno permesso l’emanazione di alcuni provvedimenti degli Enti Locali, come le Ordinanze Sindacali, i quali si stanno sostituendo alle norme nazionali e stanno introducendo divieti ed obblighi che queste non prevedono.
    Tali disposizioni stanno causando una frammentazione del suolo italiano in più ordinamenti giuridici, simili a quelli di Stati quasi indipendenti, corrispondenti al territorio dei vari Comuni in questo Paese.
    Con la presente, in caso si venisse sanzionati per una violazione di qualsiasi Ordinanza che non ricalchi i divieti delle leggi nazionali, pongo l’invito a svolgere l’atto di relativo ricorso, scrivendo una tesi difensiva in carta semplice a chi ha emanato il provvedimento locale, ai sensi dell’articolo 18 legge 689/1981.
    In tale scritto si può dichiarare il disaccordo sul verbale contestato, poiché le norme statali non prevedono alcun illecito in merito ai fatti compiuti e che l’articolo 54 commi 1 lettera A e 4 del Decreto Legislativo 267/2000, il quale concede il potere ai Sindaci di emanare diverse Ordinanze in materia di Sicurezza Pubblica, non risulta conforme agli articoli 3 e 117 secondo comma lettera H della Costituzione Italiana, siccome tali atti dei borgomastri si possono sostituire ai dettami della legislazione nazionale, causando disparità di trattamento dei cittadini che compiono medesimi atti in diversi luoghi.
    Se successivamente si dovesse ricevere come risposta l’Ordinanza-Ingiunzione del relativo verbale, suggerisco di svolgere la pratica di ricorso al Giudice di Pace, chiedendo al detto magistrato di sollevare la “Questione di Legittimità Costituzionale” della normativa succitata (articolo 54 commi 1 lettera A e 4 del Decreto Legislativo 18 agosto 2000, n. 267), poiché in contrasto con i detti articoli della Costituzione Italiana (3 e 117 comma 2 lettera H); i quali dichiarano che tutti i cittadini hanno parità sociale e che la potestà legislativa in materia di Ordine e Sicurezza pubblica, spetta solo allo Stato.
    Grazie.

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