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Venerdì 24 Febbraio 2006  07:40

MEDICINA/ACNE... “UFFA CHE FASTIDIO”!

Spesso, soprattutto anche in occasione dell’arrivo della bella stagione (che sembra tardi ad arrivare) sempre più di attualità si ripresenta il problema dell’Acne. Ma cos’è e perchè tanto fastidio genera soprattutto tra i più giovani? Lo abbiamo chiesto ad un medico specialista che risponde ai tanti quesiti posti: il dott. Pietro Forleo, esperto medico dermatologo.
«L’acne - spiega il dott. Pietro Forleo - è una patologia di frequente riscontro che può costituire un problema per i giovani sia da un punto di vista estetico (il rischio di cicatrizzazione, soprattutto del volto) che da un punto di vista di natura psicologica. In quest’ultimo caso, infatti, la presenza dei cosiddetti “brufoli” potrebbe rappresentare un vero e proprio “ostacolo” ai normali rapporti di vita sociale (soprattutto nei giovanissimi) con il rischio di una pericolosa emarginazione da parte del giovane. Risulta pertanto utile parlare di questo argomento che diventa sempre più attuale in quanto il giovane va sempre più alla ricerca dell’esser bello (a volte in maniera esagerata) e che giustamente non si accontenta più di sentirsi dire “sono sfoghi di gioventù e quando sarai più grande ti passeranno”. Riconoscere pertanto l’acne e intraprendere precocemente la giusta terapia che deve essere prescritta da specialisti del settore, ci consente allora di evitare cicatrici inutili ed eventuali problemi psicologici per il giovane. Per definizione l’Acne è un’affezione infiammatoria del follicolo sebaceo a lenta regressione spontanea caratterizzata da:
1) insorgenza nell’età puberale;
2) localizzazione nelle cosiddette sedi seborroiche: volto, regione mediotoracica anteriore e dorso;
3) polimorfismo dei fenomeni clinici (più lesioni insieme, cioè) con coesistenza di comedoni, papule, pustole, cisti, nodi, ascessi, cicatrici atrofiche e cheloidee, in diverso stadio evolutivo.
La malattia è lievemente più frequente nei maschi, con picco di incidenza e gravità fra i 14 e i 19 anni. Eccezionalmente insorge prima della pubertà e raramente persiste oltre i 30-35 anni. Esistono fattori predisponesti genetici e forse razziali. Una condizione necessaria è l’ipersecrezione sebacea: ormoni multipli ad attività androgenetica esercitano la loro azione sui recettori periferici particolarmente sensibili delle ghiandole sebacee, attivando enzimi intracellulari che portano alla produzione di diidrotestosterone, il quale costituisce l’induttore principale della sintesi del sebo.
Esistono anche alterazioni della cheratinizzazione a livello dell’ostio follicolare, per cui si ha un incremento del ricambio cellulare con maggiore produzione di materiale cheratosico e conseguente formazione di comedoni. Batteri anaerobi presenti nelle ghiandole sebacee, attraverso lipasi (enzimi) svolgono azione idrolitica sui componenti del sebo con liberazione di acidi grassi, che inducono effetti infiammatori sui tessuti follicolari e perifollicolari.
La sequenza degli eventi patogenetici potrebbe pertanto essere la seguente: ipersecrezione sebacea, cheratinizzazione dell’ostio follicolare, formazione di comedoni chiusi e aperti, modificazione del sebo accumulato da parte dei batteri, infiammazione follicolare, spesso rottura delle pareti del follicolo con fuoriuscita di sebo nel derma e conseguente reazione da corpo estraneo. La dieta non sembra avere alcuna importanza reale.
ricordato, tra le altre, che lo stress è considerato un fattore peggiorativo della malattia. Le sedi elettive dell’acne sono viso, dorso, spalle e regione pettorale. Lesioni polimorfe non infiammatorie (comedoni aperti e chiusi) e infiammatorie (papule, pustole, papulo-pustole, noduli) compaiono periodicamente con fasi di remissione e fasi di peggioramento, spesso con attenuazione dopo i 20 anni di età. Gli esiti variano da discromie transitorie a cicatrici più o meno invalidanti. Varianti cliniche possibili sono: l’acne escoriata, l’acne conglobata, l’acne fulminante, l’acne tropicale, l’acne mentoniera e l’acne infantum. La vitamina B12, i cortisonici topici, gli alogeni (cloro, bromo, iodio, fluoro), possono intervenire aggravando un quadro di acne volgare e quindi ne va evitata la somministrazione nei soggetti acneici. Anche l’isoniazide, gli antiepilettici, i cortisonici per via generale possono condizionare l’acne provocare nuove eruzioni.
Per quanto concerne la terapia, nelle forme lievi può essere sufficiente - ma ribadiamo e sottolineiamo, sempre e solo prescritto e sotto stretta cura del medico - una terapia locale con tretinoina, acido azelaico, eritromicina, tetraciclina, clindamicina, benzoil-perossido. Nelle forme più gravi, una terapia sistemica associata o non con quella locale, a base di antibiotici, di antiandrogeni e di estrogeni, di isotretinoina, a seconda dei casi. Ma, ricordiamo sempre, solo sempre sotto stretto controllo medico, ed in casi particolari di quello specialista dermatologo, ovviamente. Per concludere, lo scopo di questo intervento è quello di rappresentare, e rendere così ancora più semplice al comprendonio dei più, che l’acne oggi “giustamente” viene considerata una malattia a tutti gli effetti. Pertanto nel caso in cui dovessimo trovarci di fronte ad un caso di acne grave con il rischio di una cicatrizzazione, è necessario oltremodo rivolgersi senza esitazione alcuna ad un controllo medico specialistico, in particolare. Sarà infatti il medico sanitario o lo specialista dermatologo a prescrivere (solamente dopo un attento esame e valutazione clinica dal punto di vista cutaneo) i farmaci per via sistemica, facendo gli opportuni controlli periodici clinici ed ematochimici.





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