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Budo

 

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Kenjutsu Kanji

Samurai

 

 

 

 

Aikido Kanji

Ueshiba draw

Nell'iconografia classica del guerriero il ciliegio rappresenta insieme la bellezza e la caducità della vita: esso, durante la fioritura, mostra uno spettacolo incantevole nel quale il samurai vedeva riflessa la grandiosità della propria figura avvolta nell'armatura, ma è sufficiente un improvviso temporale perché tutti i fiori cadano a terra, proprio come il samurai può cadere per un colpo di spada infertogli dal nemico. Il guerriero, abituato a pensare alla morte in battaglia non come un fatto negativo ma come l'unica maniera onorevole di andarsene, riflette nel fiore di ciliegio questa filosofia. Un antico verso ancora oggi ricordato è "hana wa sakura gi, hito wa bushi" che tradotto significa "Tra i fiori il ciliegio, tra gli uomini il guerriero" - (Come il fiore del ciliegio è il migliore tra i fiori, così, il guerriero è il migliore tra gli uomini).

Tratto da Wikipedia http://it.wikipedia.org/wiki/Samurai

 

katana

 

Nel concetto di Budo, anticamente Bujitsu, vengono racchiuse tutte quelle pratiche (arti marziali) atte a perseguire la via (do) della conoscenza interiore, senza distinzione di stili. Nello Shinken Dojo vengono praticate due arti marziali distinte, apparentemente diverse tra loro, ma con moltissimi punti in comune, tanto da rendere quasi impossibile la scissione di esse. La miscela di Kenjutsu e Aikido porta i praticanti ad un livello percettivo diverso, ad uno stato di consapevolezza unico nel suo genere. Praticare lo Shinken Shobu Ryu significa raggiungere una "completezza" e uno zanshin totale.

 

katana

 

Kenjutsu Shinken Shobu Ryu

Kenjutsu Kanji

Il Kenjutsu è un'antica arte marziale giapponese costituita dall'insieme delle tecniche di katana, la tipica spada, utilizzate durante i combattimenti corpo a corpo. Il Kenjutsu è nato per combattere ed uccidere i nemici sul campo di battaglia, sviluppato dalla classe guerriera giapponese nel corso dei secoli.
Il maneggio della spada era la tecnica fondamentale insegnata nelle scuole di arti marziali del Giappone feudale. Pur presentando delle somiglianze, i ryu (stili) di kenjutsu elaboravano metodi di allenamento e di maneggio della katana originali e differenti l’uno dall’altro. Il kenjutsu divenne un’arte che, anche durante il periodo di guerra, sostituì altre forme di esercizio fisico, affermandosi come una pratica insostituibile nel mantenere il corpo in allenamento. Oltre all’esecuzione dei singoli colpi il kenjutsu prevedeva uno studio approfondito di fattori come la distanza (ma-ai), l’opportunità di colpire (suki) e l’atteggiamento mentale (zanshin) più utile a cogliere la vittoria. Si contano più di cinquemila ryu di kenjutsu nel Giappone antico, il più famoso dei quali è il Tenshin Shoden Katori Shinto Ryu.
L’uso dei colpi (atemi) e delle tecniche di proiezione (nage) era ampiamente ammesso nel kenjutsu originario e traeva fondamento dalla necessità di raggiungere a tutti i costi la vittoria finale. Poteva capitare anche che il samurai perdesse tutte le sue armi sul campo di battaglia e fosse costretto a combattere a mani nude.

Lo Shinken Shobu Ryu è un particolare stile di Kenjutsu fondato dal maestro Davide Pollione traendo ispirazione dallo scopo originale del combattimento con la spada; in altre parole vincere il nemico in un contesto di battaglia, quindi di vita o di morte.
Questo particolare stile racchiude in sè l’essenza del Bushi, cioè la capacità di riuscire ad avere la meglio in ogni tipo di situazione ed in ogni tipo di combattimento. Nello studio delle tecniche il praticante ha la possibilità di apprendere una forma di combattimento corpo a corpo di grande efficacia sia per la difesa che per l’attacco, acquisendo la capacità di potersi difendere anche da avversari provvisti di diversi tipi di armi.
Le tecniche utilizzate sono un insieme di movimenti di stili differenti opportunamente amalgamati per estrapolarne una forma armoniosa ed allo stesso tempo potente e letale. Per quanto riguarda l’uso della spada, lo studio è completo, parte dall’estrazione tipica dello Iaido, per avvantaggiarsi della sorpresa, fino ad arrivare allo scontro puro del kenjutsu, sfruttando in caso di necessità, tecniche d’impatto come pugni, calci o leve e proiezioni.

"Lo sforzo maggiore è nell’inseguire l’immagine di come noi vorremmo essere, perdendo così la consapevolezza di ciò che invece siamo, e spesso siamo molto di più di ciò che vorremmo essere.” - M° D. Pollione

 

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Aikido

Aikido Kanji

Nel 1917, dopo essersi diplomato alla scuola di Daito Ryu e aver già studiato diverse forme di Jujitsu, assorbendo diverse idee tecniche e teoriche di altre discipline, il  maestro Ueshiba Morihei si rese conto delle difficoltà di divulgare un’arte marziale orientata solo al combattimento e pensò che i più vasti ideali di una Via, il “DO”, fossero più indicati per una società moderna. Così nel 1938 iniziò ad insegnare la sua nuova “via della divina armonia”: l’Aikido.
L’Aikido è un’arte marziale considerata moderna, anche se Ueshiba l’ha formata su un concetto classico, dando molto risalto allo studio delle tecniche ed al loro perfezionamento permettendo così una maggiore formazione spirituale dell’allievo, scoraggiando invece l’aspetto agonistico della pratica.
L’Aikido è puramente difensivo e le sue tecniche sono morbide ed eleganti, il suo aspetto più importante è la relazione fra corpo e mente. I movimenti sono circolari e scaturiscono da una reazione ad un attacco, convogliando l’energia dello stesso contro l’aggressore, in questo modo anche l’attacco più violento rientra in uno schema naturale e viene neutralizzato. E' da considerare che ogni tecnica viene applicata senza volontà di ferire o provocare danni seri all’avversario perchè la parte importante dell’Aikido è la comprensione del “KI”.
Il maestro Ueshiba, durante i suoi viaggi in Cina, venendo a contatto con le scuole interne di Kung Fu, ne ha colto i principi fondamentali sviluppandoli nelle sua arte. Nonostante le tecniche di Aikido, a livello pratico, abbiano poco in comune con il Tai ji quan o con il Ba gua, la loro essenza profonda risulta abbastanza simile.

“Il segreto dell’AIKIDO non è come muovi i tuoi piedi,  ma come muovi la tua mente.” - M° Ueshiba Morihei

 

 

 

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