Più bella, più sicura…e decisamente più “Agila”…

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Forte di un nuovo fascino e puntando tutto sulla versatilità, torna a proporsi nel segmento delle city car la Opel Agila. Completamente nuova in ogni suo dettaglio, porta con se la consapevolezza di essere l’erede di un modello venduto in oltre 440.000 esemplari e dunque tante soluzioni capaci di rilanciare la piccola Agila nel suo affollato segmento. E’ più lunga di 20 cm e più larga di 6 ed anche la notevole altezza è stata modificata e ridotta di ben 7 cm.
Stilisticamente non è difficile riconoscere i tratti tipici del marchio, ma è doveroso notare come il nuovo fascino non abbia compromesso la funzionalità dell’abitacolo. Ne sono una prova i numerosi vani portaoggetti disseminati nell’abitacolo ed il bagagliaio con una capacità di carico che può variare da 225 a 1.050 litri abbassando lo schienale dei sedili posteriori.
Al loro debutto, nel vano motore della city car, due motori a benzina, con testata e monoblocco in alluminio, nati dalla collaborazione con Suzuki. Si tratta di un 3 cilindri di poco meno di un litro di cilindrata a 4 valvole per cilindro, capace di sviluppare 65 cv di potenza massima e di un 4 cilindri (1.2 litri di cilindrata) da 86 cv con il quale bastano meno di dodici secondi per raggiungere i 100 km/h. In abbinamento una trasmissione manuale a cinque rapporti, cui si può ovviare scegliendo fra gli optional disponibili, un cambio automatico a 4 marce, decisamente più adatto nell’uso cittadino.
Nel listino della nuova Opel Agila ovviamente non potrà mancare il piccolo propulsore a gasolio di 1.3 litri, con 75 cv di potenza e soprattutto molto parsimonioso (5 litri di gasolio per percorree 100 Km). I prezzi partono dai 10.200 euro necessari per la Agila Club equipaggiata con il 1.0 12V, per arrivare ai 14.450 euro previsti per la versione Enjoy abbinata al propulsore diesel 1.3 CDTI. Non si può certemente dimenticare, in tema di sicurezza, l’importante presenza dell’ESP (controllo elettronico della stabilità) offerto di serie su tutta la gamma.

Stefano Semeraro
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