I ricordi di Cerve

Cerve, Dumme, DumDum… sempre lui è: Stefano Cervellati, il leggendario allenatore/fondatore dell’ Universal, il recordman mondiale di durata sulla stessa panchina tecnica, ben 40 anni, una vita!

Ed è stato veramente splendido leggere i suoi ricordi dell’ Universal, dalle origini ad oggi, ricordi che potete leggere qui di seguito integralmente. Mi sono permesso solo di aggiungere qualche piccola nota, che vedrete in italico, su dei dettagli che ricordo diversamente. Ma bando alle ciancie, ecco la Dumme memoria.

I ricordi di Cerve

Carissimi Amici,  mi accingo con immenso piacere a raccontarvi la nascita dell’ Universal, che nel 2012 compie ben 40 anni di vita, e si annovera fra le società di calcio più vecchie di Bologna.

Siamo nel lontano 1970  e io, Stefano, assieme all’ amico Lorenzo Unguendoli abitiamo in via Lame e frequentiamo le scuole Panzacchi di via Marconi. (frequentiamo…. ma se facevi sempre fughino?)

Facciamo le elementari ma la passione per il calcio è già dentro di noi. Io in particolare, essendo figlio di un ex giocatore e poi allenatore, sono nato con il calcio nel sangue. Mio babbo mi salutava tirandomi una pallina da tennis che io dovevo stoppare e ripassargli prima che  uscisse di casa. Eravamo sempre alla ricerca di uno spazio per poter giocare e lo trovammo proprio dietro la nostra scuola, fra i palazzoni e a confine con il canale. Il campetto, così lo chiamammo, diventò ben presto il luogo dei nostri ritrovi pomeridiani.

In classe con noi c’era anche Paolo Ronchetti, che abitava in via Del Porto, dietro il Campetto, e che subito si unì a noi. Due parole su Ronco ( così tutti lo chiamavamo [io veramente lo chiamo così ancora oggi]) non si possono non spendere. Un vero amico, intelligentissimo e molto bravo a giocare, aveva doti non comuni come tecnica e inventiva a cui univa una gran classe nel tocco ed estrema eleganza nella corsa sempre a testa alta. Purtroppo non ha mai avuto dal calcio quello che forse meritava. E’ stato per l’ Universal di quei tempi un perno fondamentale sia come giocatore che come organizzatore, ma ha smesso di giocare molto presto. Tuttora rimane per me un amico fraterno che frequento molto spesso.

Ma torniamo al Campetto che era una sorta di spiazzo fra i palazzi, senza erba, con a lato una siepe piena di spine e con dietro a una porta il canale, dove finivano regolarmente i palloni quando si tirava troppo forte e col pallone di cuoio.

Ma la sfera di cuoio era un lusso per quei tempi, perciò il pericolo era quasi sempre scongiurato. Ma con i palloni di plastica c’era il problema delle spine della siepe.

Compravamo allora 3/4 palloni di plastica, di quelli meno costosi,  perche si bucavano quasi subito e si finiva la partita quasi sempre con i Footbal (allora si chiamavano così) sgonfi e piccoli.

Io e Unguendoli formammo una squadretta che chiamammo Universal, mentre  Ronco ne formò un’altra che chiamò Continental. Facemmo perciò un campionato a 2 squadre, dove ogni pomeriggio l’ Universal e la Continental si sfidavano, indipendentemente da quanti giocatori ci fossero in una squadra e quanti in un’altra. A volte una giocava con sette e l’altra con due, ma quelle erano le regole. Una volta, ricordo che ci sfidammo in un uno contro uno io e Ronco:  fantastico !

Capitava anche che ci trovassimo senza orologi e allora si andava ogni tanto in Piazza Dei Martiri di corsa, dove ce ne era uno grande, per controllare l’orario della partita ma soprattutto quello del rientro a casa, per non incorrere in spiacevoli inconvenienti con i genitori.

Ricordo anche un altro aneddoto simpatico. In casa mia c’era un pallone che mio padre portò a casa dopo una partita che fece con la Nazionale Italiana contro la Francia, e nella quale segnò due gol. Era anche autografato da tutti i giocatori italiani e francesi. Era di camoscio con le cuciture esterne, come usavano allora, marrone.  Lo presi di nascosto in quanto era in un armadio e lo portai un pomeriggio per una partita al Campetto abbastanza importante. Ma su un tiro particolarmente forte, proprio da parte mia, il pallone finì nel canale. Ci fu un momento di panico, poi tutti di corsa andammo in un punto di via Del Porto, dove il canale si affacciava per cercare di recuperarlo. Vedemmo la sfera marrone passare, ma ovviamente non riuscimmo a prenderla e così il pallone di Italia Francia sparì. Anni dopo, quando io e la mia famiglia traslocammo, il pallone nell’armadio non si trovò e io spudoratamente negai di averlo mai visto.

Pian piano l’organizzazione delle squadre diventò sempre più seria. Comprammo le divise, maglie arancioni per l’ Universal, nerazzurre quelle della Continental. Ci  organizzammo per mettere dietro la porta del canale arbusti che frenassero la corsa dei palloni, e tagliammo anche in parte la siepe piena di spine che erano anche pericolose.

Un giorno venimmo a sapere che la Domenica mattina, ai campi dei Salesiani, in porfido, fuori porta Galliera, facevano un torneo. Andammo ad iscriverci e per fare migliore figura, unimmo le due squadre tirando credo a sorte sul nome: venne Universal. Io  avevo anche iniziato a fare il torneo della Salus con i pulcini del Bologna. Ma si giocava la Domenica mattina anche là e non volevo perdermi per nulla al mondo la partita con la mitica Universal. Ricordo allora che alla Salus facevo il primo tempo, (perche facevano giocare tutti e perciò non si faceva più di un tempo) e mio fratello Andrea mi aspettava con il suo Motobi acceso per portarmi ai Salesiani di corsa a giocare con l’ Universal.

Eravamo gia verso la fine del 1971 e si era aggiunto a noi il grandissimo Francesco Montanari, che io avevo conosciuto nel frattempo in prima media alle Gandino. Non posso non raccontare di Francesco Montanari, detto Pupo, che diventerà uno dei protagonisti principali della storia dell’ Universal. Figlio di Filippo, presidente del Bologna, abitava a Palazzo Montanari, monumento di Bologna, ricchissimo per tutti noi, ma estremamente alla buona e soprattutto di una simpatia straordinaria,  spesso irresistibile. Negli anni diventerà uno dei giocatori cardine della squadra, oltre che un amico importantissimo per tutti noi. Purtroppo alcuni anni fa ci ha lasciati, dopo che si era un po defilato e che, dissero, aveva avuto problemi personali.

Dopo l’estate del 1972 decidemmo di iscriverci ad un campionato serio, il campionato provinciale FIGC categoria giovanissimi. Io, nel frattempo, ero passato ai giovanissimi del Bologna e percio non potendo giocare in due squadre mi fu affidata la conduzione tecnica alla veneranda età di 13 anni. Comperammo anche le maglie  alla Upim, in offerta, di colore bianconero. (uhmm, io mi ricordo quelle rosse/blu a righe orizzontali, le bianconere l’ anno dopo negli allievi)

I primi di Settembre del 1972 è tutto pronto ! Campo di Pescarola ore 9 del mattino :  Ancora – Universal ! (minkia se me la ricordo, ne prendemmo 4 o 5 di gol)

Il grande evento : NASCE  L’UNIVERSAL !!    

Stefano Cervellati

P.S. Sono passati dall’ Universal centinaia di giocatori, alcuni bravi, altri quasi imbarazzanti ma tutti importantissimi. Alcuni vanno menzionati perchè hanno fatto la storia della società. Ci vorrebbe per ognuno di loro un capitolo a parte ma mi limiterò ad aggiungere di fianco al loro nome un solo aggettivo. Mi scuso in partenza perchè sicuramente me ne dimenticherò qualcuno.

RONCHETTI PAOLO RONGOL N° 10 (e Capitano a vita)
UNGUENDOLI LORENZO UNA FORZA NOTEVOLE
CAMPAGNA RENZO DETTO CAMPALLA PUNTONE DI DIO
CAZZOLA AMEDEO IL PIU’ FORTE MARCATORE DELL’ UNIVERSAL
MARCO MONTANARI LIBERO VECCHIA GUARDIA
GABRIELE PERINI L’UOMO CON LA VALIGIA DELLE MAGLIE
FRANCESCO MONTANARI UNICO, INIMITABILE, IRRAGGIUNGIBILE
FILIPPO MONTANARI UN GRAN SIGNORE IN TUTTI I SENSI
GAMBERINI ALBERTO GAMBERO
MAZZETTI STEFANO TUTTO TALENTO
DEMOS MAZZETTI CHE BEI RICORDI !
FEDERICO ALZONA PRESIDENTE, GUARDALINEE E…… PUNTA
PAPA’ALZONA LA SIGNORILITA’ IN PERSONA !
MANENTI GIORGIO IL SIG. PARISI (MARITO di HETHER)
DE MENEZES MARIO SCORBUTICO MA DI UN’ ALTRA CATEGORIA
ALBERTO AZZOLINI ESPLOSIVO SULLA FASCIA, UNA FORZA DELLA NATURA
PEDRETTI FRANCO TI UN GRAN PURTIR (alla DOZZA)
ORESTE FIN UN ESEMPIO PER TUTTI
ROMANDINI GIANCARLO FORTISSIMO SULLA FASCIA, DI UNA BONTA’ UNICA, MA CI HAI LASCIATI TROPPO PRESTO, JACCHY !
VALERIO GUERZONI IL PIU FORTE E COMPLETO GIOCATORE DELL’ UNIVERSAL DI TUTTI I TEMPI IN ASSOLUTO
MARCO MORISI UN TERZINO DI GRAN CLASSE
DANIELE RUGGERI GRANDE APPLICAZIONE SULL’ UOMO
ALESSANDRO CAPELLI REGISTA VECCHIO STAMPO
MAX TACOLI GRANDISSIME POTENZIALITA’
ALBERICO BORGHI AL DOTTOUR MASTINO
RICCARDO DEL GAUDIO SUPER BOMBER
DONDI LUCA PASA CAL FOOTBOL
MARCO VICINELLI IN TUTTI I RUOLI
MASSIMO SALVATORI TATTICAMENTE PERFETTO
LAMBERTO TACOLI AL CAMPO IN ELICOTTERO
CICCIO BRINI E PAPA’ CHE BRAVE PERSONE !
LA MUSTARDA SEMPRE IN PANCHINA MA NON SI VEDE

16 commenti su “I ricordi di Cerve

  1. Prima le maglie rosso blu a righe orizzontali pantaloncini blu calzettoni rossi, poi le bianco nere pantaloncini blu sempre quelli calzettoni bianchi
    ciao ragazzi che nostalgia per quei tempi
    Alberto Gamberini

  2. Ciao Cerve , pensa sono tornato a giocare .. sono cosi forte .. che mi hanno messo a giocare in porta !!!
    Alecs (l’ex Bomber)

    • Ciao Alecs, e’ un grande piacere risentirti.
      Leggo sempre i commenti sulle partite e mi sembra che il tuo fiuto per il gol sia sempre quello, poi i grandi attaccanti sono di solito anche dei buoni portieri !!
      Un abbraccio di cuore
      Cerve

  3. Cari ragazzi cara Universal, appena Smaz mi ha detto del sito sono corso a vedere !
    Vi ricordo sempre con grande piacere . Un abbraccio
    Beppe Giorgi (terzino fluidificante con …. roncole d’oro !)

  4. Caro Stefano, per me da sempre DumDum, che magone rileggere di quella prima partita con l’Ancora nel lontano settembre ’72
    Io ero stato reclutato da Ronco, mio compagno di classe del Righi e giocavo terzino sinistro o destro, cercando di compensare con la tenacia le evidenti carenze fisiche (sembravo il figlio di quelli che marcavo! E tu mi dicevi vai tranquillo Gas, più son grossi più sono pistoloni).
    Oltre ai giocatori già citati da te, ti segnalo il mitico
    Andrea Cazzola, cugino di Amedeo e dotato di fisico e velocità da centometrista (lo schema prevedeva un lancio dalla nostra area, dove solitamente sostavano 21 giocatori e Cazzola che correva come un fulmine in contropiede)
    Ricordo poi Giorgio Franchi, che giocava anche in porta in assenza del Manfro e al quale ebbi l’onore di fare un clamoroso autogol.
    Sandro Tagliaferro, grande talento ma di complicata gestione; ricordo una scarpa a sei tacchetti chiodati a volo radente attraverso lo spogliatoio, da te sparata all’indirizzo di Taglia che ti aveva esasperato una volta di più.
    Ricordo le “sedute di allenamento” al Battiferro, che si svolgevano su un semplice prato con le borse a fare da pali.
    Ricordo i ritrovi alla “Torinese” con Taglia che non arrivava mai, tante partite giocate in formazione rimaneggiata e giocatori tesserarti “al volo” dal solerte Ronco al fine di mettere una pezza: una volta tesserammo uno talmente grasso che non si riusciva a farlo entrare nella maglia ( confermo i ricordi di Renzo: le maglie di quella stagione erano rosso-blu a strisce orizzontali, scarto di una squadra di Rugby, e come tali aderentissime)
    Ma soprattutto ricordo la passione e l’entusiasmo di tutti noi, le emozioni travolgenti e la matura autorevolezza con la quale ricoprivi il tuo ruolo.
    Un abbraccio con grande affetto!Gastone

    • Caro Gastone, e’ un grandissimo piacere risentirti !!!
      Leggo che ricordi alcuni particolari che mi sfuggivano.
      Confermo che le maglie erano rosso e blu a striscie orizzontali, portate dal Pero nella valigia di cartone marrone e che appartenevano al CRAL che frequentava suo Babbo. Ti abbraccio anche io con affetto !!! Cerve

  5. Soccia Cerve, pensavo di essere ricordato non solo per la Parisi , parentesi di vita avvenuta ben almeno 15 anni dopo, eppure ci davo dentro come un matto nel mitico ruolo che tu mi avevi trovato e che per la prima volta mi avevi insegnato al campetto della Dozza giocando senza palla difianco a me.Un mondo di bene a tutti e un abbraccio forte e affettuoso al mio mitico Cerve. Ho voglia di vederti.

    • Caro Gigi, passano gli anni e forse la memoria se ne va con essi, perchè a “ci davo dentro come un matto” magari ci aggiungerei un “fin che c’era fiato”, cioè mica tanto 😀
      Andavate sempre a sbarbine tutte le sere!
      Vabbè che avevamo un’ altra età, però poi in campo si notava.

      Un abbraccio

      Renzo (Campalla) 😉

    • Grande Gigetto, amico carissimo, hai ragione, ci sarebbe da scrivere un intero libro su di te, come del resto su molti altri.
      Mi limito a mandarti un abbraccio fortissimo !!!
      Un saluto di cuore anche al grande Marione De Menezes !!
      Cerve

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