Rubus ulmifolius

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Come leggere il tassoboxProgetto:Forme di vita/Come leggere il tassobox
Come leggere il tassobox
Rubus ulmifolius
Rubus ulmifolius
Classificazione APG IV
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
(clade) Angiosperme
(clade) Mesangiosperme
(clade) Eudicotiledoni
(clade) Eudicotiledoni centrali
(clade) Superrosidi
(clade) Rosidi
(clade) Eurosidi
(clade) Eurosidi I
Ordine Rosales
Famiglia Rosaceae
Sottofamiglia Rosoideae
Tribù Rubeae
Genere Rubus
Specie R. ulmifolius
Classificazione Cronquist
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
Divisione Magnoliophyta
Classe Magnoliopsida
Ordine Rosales
Famiglia Rosaceae
Genere Rubus
Specie R. ulmifolius
Nomenclatura binomiale
Rubus ulmifolius
Schott, 1818
Sinonimi

Rubus rusticanus
Mercier
Rubus discolor
sensu Syme, non Weihe & Nees
Rubus amoenus
Port., non Köhler
[1]

Rubus ulmifolius (Schott, 1818) è una pianta spinosa appartenente alla famiglia delle Rosacee[2], i cui frutti, come per il rovo comune, sono noti come more.[3]

Etimologia[modifica | modifica wikitesto]

Foglie

L'epiteto specifico ulmifolius (dal latino ulmus, olmo e folia, foglia) deriva dalla similitudine con le foglie dell'albero Ulmus minor.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Si presenta come arbusto perenne, sarmentoso con fusti aerei a sezione pentagonale lunghi anche oltre 6 metri, provvisti di spine arcuate.

È una semicaducifoglia; infatti, molte foglie permangono durante l'inverno.

Le foglie sono imparipennate, variabilmente costituite da 3 a 5 foglioline a margine seghettato di colore verde scuro, ellittiche o obovate e bruscamente acuminate, pagina superiore glabra e pagina inferiore tomentosa con peli bianchi e spine nella nervatura principale.

I fiori, bianchi o rosa, sono composti da cinque petali e cinque sepali. Sono raggruppati in racemi a formare infiorescenze di forma oblunga o piramidale. Il colore dei petali varia da esemplare a esemplare con dimensioni comprese tra i 10 e 15 mm. La fioritura compare al principio dell'estate, in giugno.

Il frutto commestibile, la mora, è composto da numerose piccole drupe, verdi al principio, poi rosse e infine nerastre a maturità, derivanti ognuna da carpelli separati ma facenti parte di uno stesso gineceo. In Italia il frutto è maturo in agosto e settembre; il gusto è variabile da dolce ad acidulo.

La moltiplicazione della pianta avviene per propaggine apicale o talea.

Spine
Infiorescenza
Fiore

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

Rubus ulmifolius

Il suo areale comprende quasi tutta l'Europa, il Nordafrica e il medio Oriente[2]. È stata introdotta anche in America e Oceania.

La pianta è indicativa di terreni profondi e leggermente umidi. La riproduzione è sessuale attraverso i semi contenuti nelle drupe, ma anche vegetativa attraverso l'interramento di rami che danno origine ad una pianta nuova.

È considerata una infestante in quanto tende a diffondersi rapidamente e si eradica con difficoltà. Né il taglio né l'incendio risultano efficaci. Anche gli erbicidi danno scarsi risultati. Poiché è una pianta eliofila, tollera poco l'ombra degli altri alberi, pertanto si riscontra nel mantello dei boschi e lungo i sentieri, nelle siepi e nelle macchie.

Spesso nei boschi i rovi formano delle vere barriere intransitabili. Specialmente in associazione con la vitalba, essi possono creare dei grovigli inestricabili spesso a danno della vegetazione arborea che viene in pratica aggredita e soffocata. Tali situazioni sono quasi sempre l'espressione di un degrado boschivo.

Usi[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Mora (frutto).
Torta di more

La pianta è utilizzata anche per delimitare proprietà e poderi, con funzioni principalmente difensive, sia per le numerose e robuste spine che ricoprono i rami, sia per il fitto e tenace intrico che essi formano, creando una barriera pressoché invalicabile.

Altre funzioni delle siepi di rovo sono nella fornitura di nettare per la produzione del miele anche monoflorale, in Spagna e Italia, e ancora nella associazione di specie antagoniste di parassiti delle colture (ad esempio le viticole), e nella formazione di corridoi ecologici per specie animali.

Il frutto, annoverato tra i cosiddetti frutti di bosco, ha discrete proprietà nutrizionali con marcata presenza di vitamine C e A. Cento grammi di more fresche contengono infatti 52 kcal, 0,7 g di proteine, 0,4 g di lipidi, 12,8 g di glucidi, 32 mg di calcio, 0,6 mg di ferro, 6,5 er (equivalente in retinolo) di vitamina A, 21 mg di vitamina C. Presenta indicazioni in erboristeria per le sue proprietà astringenti e lassative.

Si tratta di un frutto delicato, che mal si presta a lunghe conservazioni. È commercializzato per scopi alimentari al naturale e come guarnizione di dolci, yogurt e gelati, oppure nella confezione di marmellate, gelatine, sciroppi, vino e acquavite (ratafià).

Nell'uso popolare, i giovani germogli, raccolti in primavera, sono ottimi lessati brevemente e consumati con olio, sale e limone, al pari di molte altre erbe selvatiche primaverili.

I germogli primaverili, colti quando il sole è alto, lavati e lasciati a macerare in una brocca di acqua fredda tutta la notte, producono una bevanda rinfrescante.

Nutrienti[modifica | modifica wikitesto]

Nutrienti nei frutti[modifica | modifica wikitesto]

Le more presentano un contenuto nutrizionale significativo in termini di fibra alimentare, vitamina C, vitamina K, acido folico - una vitamina B, e il minerale essenziale manganese, come mostra la seguente tabella.

Nutrienti nelle more fresche crude[4]
Nutrienti Valori per 100 grammi % Dose giornaliera
Energia 43 kcal
Fibre alimentari totali 5,3 g 21%
Zuccheri totali 4,9 g
Calcio, Ca 29 mg 3%
Magnesio, Mg 20 mg 5%
Manganese, Mn 0,6 mg 32%
Rame, Cu 0,2 mg 8%
Potassio, K 162 mg 5%
Sodio, Na 1 mg 0%
Vitamina C, acido ascorbico totale 21 mg 35%
Vitamina A, IU 214 IU 4%
Vitamina K, µg 20 µg 25%
Acido folico, µg 36 µg 9%
Carotene, beta 128 µg ne
Luteina + zeaxantina 118 µg ne

ne: Dose giornaliera non fissata

Nutrienti nei semi[modifica | modifica wikitesto]

Le more rappresentano un'eccezione tra le altre bacche della specie Rubus per via dei semi grandi e numerosi, non sempre apprezzati dai consumatori. Essi contengono grandi quantità di acidi grassi omega-3 (acido alfalinolenico) e omega-6 (acido linoleico), proteine, fibra alimentare, carotenoidi, ellagitannini e acido ellagico.

Farmacognosia[modifica | modifica wikitesto]

Dalla parte aerea di Rubus ulmifolius sono stati isolati 3 nuovi antroni: rubantrone A, B e C. Il rubantrone A ha mostrato di possedere attività antimicrobica verso Staphylococcus aureus.[5]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Flora Europaea: R. ulmifolius
  2. ^ a b (EN) Rubus ulmifolius, su Plants of the World Online, Royal Botanic Gardens, Kew. URL consultato il 1/11/2022.
  3. ^ Rubus ulmifolius, su actaplantarum.org. URL consultato il 1/11/2022.
  4. ^ Nutritiondata.com, dati sui nutrienti per questo elenco forniti dalla USDA SR20
  5. ^ Flamini G, Catalano S, Caponi C, Panizzi L, Morelli I, Three anthrones from "Rubus ulmifolius", Phytochemistry, 2002 Apr;59(8):873-6.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

  Portale Botanica: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di botanica