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Recensione

The Dark Eye: Chains of Satinav

di Angelo Bruno  

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In breve

Geron, un giovane ragazzo di 19 anni, viene maledetto da uno stregone. Divenuto portatore di disgrazie, decide di partire in viaggio alla ricerca di una soluzione per liberarsi del maleficio.

 

Recensione Completa del 14 Luglio 2012
Al mondo di The Dark Eye si sono ispirati diversi prodotti: dal lontano 1984, il gioco di ruolo tedesco creato da Werner Fuchs e Ulrich Kiesow, ha accompagnato i videogiocatori di tutta Europa verso un genere poco conosciuto e si è man mano evoluto negli anni fino a diventare uno dei GDR più famosi e importanti dell’intero mercato ludico e videoludico. La serie non conosce crisi esistenziale - in Italia è conosciuto come Uno sguardo nel buio - e nonostante il genere continui ad evolversi, i fan legati al mondo fantasy di Fuchs-Kiesow continuano a dilettarsi come se il tempo non trascorra mai. Una saga sempre al vertice, insomma, che dal 31 agosto può contare su un prodotto in più nel suo merchandising: parliamo di The Dark Eye - Chains of Satinav, avventura grafica in 2.5D sviluppata da Daedalic Entertainment e prodotta da Deep Silver. Sarà disponibile sia in DD su Steam, sia in versione scatolata su Adventure Game Shop. Ve la ricordate La Patente, la commedia di Pirandello? Si parla dello jettatore Chiarchiaro e, tra le altre cose, di un cardellino. Sfortuna ed uccelli: sono questi i due punti cardine di TDE - Chains of Satinav, ovvero la storia di un acchiappauccelli di nome Geron, considerato da tutti i cittadini di Andergast un porta iella senza pari perché afflitto da una maledizione che gli permette di rompere determinate cose. Tra un guaio e l’altro combinato in casa di Gwinnling, il cacciatore che lo ospita e da cui ha imparato l’abilità di acchiappare gli uccelli, arriva, però, l’occasione importante per smentire tutti, ovvero il contest in paese organizzato prima dell’incontro tra re Efferdan e la regina di Nostria, la città vicina. Intento a conquistarsi la stima dei compaesani e togliersi qualche sassolino dalla scarpa, Testabruna - così chiamato da molti - comincia a far di tutto per vincere la gara, la raccolta di quattro medagliette a forma di foglia: dopo esserci riuscito ed aver ottenuto il premio, ovvero un’udienza con re Efferdan, a Geron viene chiesto di mettere in atto le sue abilità di acchiappauccelli liberando le stanze reali dai corvi. È proprio questo il momento in cui il ragazzo, seguendo il consiglio di Gwinnling, si spingerà oltre le mura della città alla ricerca di una fata: Nuri. È l’inizio del viaggio di un ragazzo orgoglioso e determinato, e la sua nuova amica ricca di magia e mistero, verso un sogno chiamato Fanglari.

Ciò che colpisce di TDE - Chains of Satinav è la quasi divisione del gioco in due parti: prima di conoscere Nuri, l’avventura scorre verso classici binari tipici del genere senza entusiasmare chi ormai ha pranzato a pane e punta e clicca. Cambia radicalmente l’intero plot quando fa la sua comparsa la fatina, una splendida ragazza ingenua, pura e in simbiosi con la natura: ben presto si sviluppa un rapporto di protezione, per cui Geron darà tutto sé stesso. Nuri è una ragazza da proteggere, così come la sua ingenuità, a prescindere dal male che circonda i protagonisti; al videogiocatore vengono proposti una serie di ottimi motivi per cui affezionarsi a quella ragazzina anche aldilà dello schermo, immedesimandosi nei sentimenti di Geron che non fa altro se non proteggerla da tutto e tutti. Inutile sottolineare che i due collaboreranno per raggiungere i propri obiettivi, svelando nuovi e divertenti modi di cooperazione in team. L’abilità di Geron che gli permette di rompere gli oggetti - se “abilità†vogliamo chiamare una maledizione - è l’esatto opposto di quella in dote alla fata, ovvero la possibilità di ripararli. L’avventura assume toni romantici e puri quando Geron dice a Nuri di volerla portare nel mondo che ha sempre desiderato, lottando contro il tempo…e qualche enigma. È la seconda parte del gioco ad attirare di più, fino alla fine della storia. Dal punto di vista della giocabilità non c’è quasi nulla di nuovo: aldilà di qualche settaggio in più e della presenza dei soliti achievement dovuti a STEAM, possiamo considerare il solito inventario a comparsa in basso allo schermo, che offre la possibilità non solo di selezionare gli oggetti che Geron ha raccolto, ma anche di entrare nelle impostazioni e nel suo diario. Geron userà spessissimo scrivere i suoi pensieri, tant’è che per godere appieno della trama e catturarne qualche sfumatura, ne è consigliata la lettura costante durante l’arco dell’avventura. L’interazione con l’ambiente è la colonna portante di Chains of Satinav, poiché si può interagire con quasi tutto ciò che è cliccabile nella location. Per aiutare i neofiti, Daedalic ha messo a disposizione due difficoltà: la modalità base permette di mostrare tutti gli hotspots tramite la pressione di un tasto; la modalità difficile inibisce questa facilitazione dell’avventura, lasciando il videogiocatore alla ricerca solitaria dei punti in cui cliccare.

Non ci sono veri e propri enigmi: nessun puzzle, nessun oggetto da spostare, solo tanta interazione. L’unica difficoltà di sorta nel gioco è dovuta all’esaminare determinati oggetti per poter sbloccare un’opzione di dialogo o un’interazione legata all’oggetto appena analizzato: bisognerà guardarsi attorno con attenzione, insomma. Strano a dirsi, ma un prodotto firmato Daedalic Entertainment che si presume essere perfetto sotto il profilo tecnico, rivela qualche piccola imperfezione. Vi sono delle voci nei dialoghi che non possiedono il corrispettivo in testo: sostanzialmente, l’utente può selezionare un frase da far dire a Geron, senza sapere cosa effettivamente il ragazzo dirà. In alcuni punti del gioco, Geron sparisce dallo schermo dopo aver cliccato su alcuni oggetti, per poi ricomparire immediatamente. Anche questo non è un difetto che si presenta così costantemente da gridare allo scandalo, tuttavia può infastidire i più esigenti. Infine, vi sono inspiegabili cali di framerate al cambio di alcune location: il gioco in sé è ottimizzato bene, ma evidentemente nel loading delle schermate si perde troppa fluidità, anche su hardware recenti. Il problema svanisce dopo i primi istanti e si presenta in maniera occasionale, per poi restare sulla media dei 60 fps.

Non possiamo esimerci dal fare un plauso ai main characters del gioco: Geron e Nuri sono una coppia straordinaria fuori e dentro la trama di Chains of Satinav. Possiamo citare ad esempio la calma e la gentilezza di Nuri, che si manifestano con una voce sottile e dalla bassa tonalità, anche quando la fatina diletta l’utente con la sua dolce risata. Al contrario, attraverso il doppiaggio e le sue reazioni, Geron mostra in maniera più candida le sue emozioni, non lesinando battute, vanti e talvolta bugie. Con un doppiaggio così, non si sente la mancanza della localizzazione completa in italiano. Graficamente, i due protagonisti sono ben realizzati, un po’ grazie alla peluria da barba-di-due-giorni di Geron ed un po’ per i maggiori particolari su cui può contare Nuri. Anche gli altri personaggi - pochini - hanno i loro motivi di orgoglio, ma la scarsa partecipazione al gioco di ciascuno di essi li mette decisamente in secondo piano. Le location, seppur non originalissime, sono ben curate: sfortunatamente, per ogni luogo principale sono disponibili poche schermate, rendendo il tutto leggermente povero di idee. Buone le scene d’intermezzo realizzate in pieno stile da disegno su cui si basa l’intero design del gioco. Ottima, infine, la longevità: per concludere l’avventura ci vogliono dalle 8 alle 12 ore, a cui vanno sommate le altre per portare a casa quanti più achievement possibili tra i 36 disponibili.

The Dark Eye - Chains of Satinav è un’ottima avventura grafica, decisamente una delle migliori tra quelle uscite da gennaio ad oggi. Il gioco porta l’utente a vivere una bella storia ricca di sentimenti, in cui il protagonista ha uno scopo ben più grande da portare a termine oltre che la raccolta di oggetti e la gloria personale. Geron e Nuri diventeranno, con il proseguo della trama, una coppia di cui si sentirà la mancanza a fine gioco, proprio grazie al legame che si creerà nel cuore di ciascun protagonista. Finalmente, le emozioni che trapelano dai due personaggi verranno catturate senza fatica dal videogiocatore, un risultato che pochissime avventure grafiche sono in grado di raggiungere. Inutile, quasi, il paragrafo sulla giocabilità e sull’aspetto tecnico: basta rendersi conto che ogni ora di gioco porti con sé grandi emozioni per convincersi dell’acquisto.


 

Info Requisiti
Generale
Sviluppatore: Daedalic Entertainment
Publisher: Deep Silver
Data Rilascio: 22/06/2012
Piattaforma: MAC, Nintendo Switch, PC, PS4, XboxOne
Caratteristiche
Genere: Avventura/Fantasy
Grafica: 2D
Visuale: Terza Persona
Controllo: Mouse/Joypad
Doppiaggio: Inglese e tedesco
Sottotitoli: Italiano
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