Posizione di questa pagina

Fine posizione di questa pagina

Torna al menù generale

Contenuto della pagina

Le persone disabili nascono due volte

Logo ns. domani
La prima li vede impreparati al mondo.
La seconda è una rinascita affidata all’amore e all’intelligenza degli altri.
Ma questa rinascita esige anche negli altri un cambiamento integrale nei confronti dell’handicap: un limite fisico e mentale che, direttamente o indirettamente, prima o poi, ci coinvolge tutti.
E che – in un’epoca dove si esalta la sfida fine a se stessa come superamento del limite – impone la sfida più importante, che è la consapevolezza e l’accettazione del limite.”
G. Pontiggia

 

News

Per le donazioni del 5x1000: C.F. 94066760268

Pubblicate le due ultime circolari, clicca qui


Settima edizione: “FRUTTO DI UN SOSTEGNO SOCIALE” A FAVORE DEI PROGETTI DELLA FONDAZIONE “IL NOSTRO DOMANI” Sette anni fa il coraggioso Gruppo famiglie di Vidor in collaborazione con la Direzione del Consorzio Pro Loco del Quartier del Piave - fra le tante iniziative a sostegno dei progetti della Fondazione – hanno “inventato” l’idea di una raccolta di fondi per trovare le risorse necessarie alla costruzione delle prime comunità alloggio per i loro figli disabili; a partire proprio dal progetto della costruenda casa di Vidor. L’idea, cioè, di offrire ogni anno – in cambio di un contributo - una confezione di mele “biodinamiche” in prossimità della festa di San Martino dell’11 novembre. Una festa cara alla nostra tradizione veneta, anche se carica di dolorosi ricordi: era infatti la stagione degli sfratti di tante famiglie contadine da parte dei padroni di allora…
E hanno “inventato” anche un simpatico, espressivo logo dell’iniziativa: una mela da cui sembrano “sbocciare”, una dopo l’altra, le nostre “case”.

leggi tutto

Logo della Croce Rossa ItalianaLa storia, gli ideali

La fondazione è nata nel 1998 all'interno del Coordinamento provinciale associazioni handicappati di Treviso (Cpah) - costituendosi poi come ente autonomo per dare risposta alla richiesta dei familiari interessati al problema del "dopo di noi" e, quindi, per ricercare risorse pubbliche e private per costruire alloggi adeguati, cioè piccole comunità residenziali, diffuse nell'intero territorio provinciale, facendosi successivamente carico della loro corretta gestione. (nella foto don Fernando Pavanello)

 

 

Le famiglie

Le famiglie, sono interlocutori centrali per immaginare e praticare azioni volte al benessere dei loro figli. Se non lasciate sole, le famiglie, sono alleati efficaci nei processi quotidiani di ricerca dell’inclusione sociale e di miglioramento della qualità di vita di un ragazzo o di un adulto disabile; sono soggetti che abitano un territorio come cittadini e sono in grado di “fare politica” dentro la vita del quartiere, di un paese; sono entità con risorse proprie significative per le prassi educative; con attese, intuizioni, idee, sensibilità che possono entrare in una relazione fertile con quella degli operatori e dei servizi. Le famiglie non devono essere viste come un controparte delle istituzioni e dei servizi, ma come interlocutore pregiato. La famiglia non è solo depositaria dei bisogni ma è in grado di proporre, consigliare e se necessario partecipare alla progettazione e alla cogestione dei servizi..

 

Per i progettisti

Edifici per la Fondazione “Il nostro domani” – Esigenze

  • Due moduli di un edificio, distinti in tutto, per ospitare due diverse piccole comunità (8+2 ospiti) comunicanti fra loro. In comune: direzione, ambulatorio, ascensore, scala e servizi generali. Quindi: due diversi ingressi, due soggiorni, due sale da pranzo distinti.

A piano terra:

  • Per ognuno dei due moduli: soggiorno – ambulatorio (unico) – bagni – ripostigli – uno o due salottini (per personalizzare il tempo degli ospiti) – cucinino – dispensa – sala da pranzo.
  • Nel corpo centrale. Direzione (ampia) – saletta operatori – salottino di attesa.
  • Due ampi saloni: uno come sala polivalente (palestrina/sala riunioni/incontri volontariato) possibilmente con ingresso autonomo dall’esterno; il secondo salone come laboratorio; entrambi dotati di bagni. I due ambienti servono entrambi i moduli e possono essere collocati – secondo la disponibilità dell’area – anche nell’eventuale semi interrato.
  • Ampio magazzino – spogliatoi per gli operatori (distinti maschi-femmine)

Piano notte:

  • Stanze per complessivi 10 ospiti – Stanze da 1 o 2 letti (quattro da un letto) – Finestre che consentano una visuale esterna anche da chi si trova a letto o in carrozzina. – Ogni stanza con bagno interno.
  • In ognuno dei due moduli, nel piano notte, un bagno attrezzato per persone disabili.
  • Stanzetta con bagno, comunicante con i due diversi moduli, per l’operatore notturno.
  • Ampi ripostigli.

Altre richieste-proposte:

  • La costruzione deve ricordare per quanto possibile una normale abitazione (… e non un “istituto”). Oltre che funzionale, deve essere esteticamente bella e curata anche nei particolari (a significare la dignità dei residenti).
  • Ai due ingressi un porticato (dove gli ospiti possono sostare specialmente durante la buona stagione).
  • Porte delle camere da letto che consentano l’eventuale spostamento dei letti. – Tutte le stanze (dei due piani) devono consentire il passaggio anche delle carrozzine.
  • Molta luce in tutti gli ambienti.

 

Fine del contenuto della pagina

Torna al menù generale