Vai ai contenuti
  • Ascolta
  • Sottolineando o cliccando due volte su un qualsiasi termine di questo articolo accederai alle risorse lessicali ad esso correlate
  • Riduci la dimensione del testo
  • Ingrandisci la dimensione del testo
  • Stampa questo articolo
  • Invia l'indirizzo di questa pagina via e-mail

Araràd Khatchikiàn e il fratello Armèn e la loro scuola di addestramento di cani da slitta

Un sogno che corre sulla neve

Lo sleddog oggi è una realtà anche in Italia. Grazie a due fratelli armeni. E a Mike Bongiorno che li aiutò...

Araràd Khatchikiàn e il fratello Armèn e la loro scuola di addestramento di cani da slitta

Un sogno che corre sulla neve

Lo sleddog oggi è una realtà anche in Italia. Grazie a due fratelli armeni. E a Mike Bongiorno che li aiutò...

I fratelli Khatchikiàn  sulla cima del Monte Solomon Dome, sulla pista della gara Yukon Quest, in Canada
I fratelli Khatchikiàn sulla cima del Monte Solomon Dome, sulla pista della gara Yukon Quest, in Canada
MILANO - «Scivolando sulla neve, spingendo con tutte le mie forze, volo più in là con la fantasia e tutto è in armonia». Canta così Araràd Khatchikiàn in «Bianca», un brano del suo repertorio di cantautore dedicato all’altra passione della sua vita, oltre alla musica: lo sleddog o mushing, la corsa su slitte trainate da cani. Una disciplina che in Italia vede in lui e in suo fratello Armèn i principali esponenti e promotori.

NEL SEGNO DI MIKE - Sono stati loro i primi, nel 1984, a far conoscere nel nostro Paese l’«Iditarod», importante gara per musher che si tiene ogni anno in Alaska, nel mese di marzo, su un percorso di 1860 chilometri. Sempre loro, dieci anni dopo, hanno raggiunto, con otto Alaskan Husky, il cratere centrale dell’Etna, portando lo sleddog a una latitudine mai sfiorata prima nello Stivale. È a loro che si deve la fondazione delle prime scuole italiane di mushing, a Ponte di Legno-Tonale (Bs) e a Tarvisio (Ud). A loro e indirettamente a Mike Bongiorno, racconta Araràd, che il 28 e il 29 ottobre presenterà a Milano e a Bologna il suo nuovo manuale «Sleddog mushing in 20 lezioni». «Tutto è iniziato nel 1983. Scendendo in canoa il corso del fiume Yukon mio fratello Armèn si imbatte in alcuni nativi indiani con dei cani da slitta. Gli parlano dell’“Iditarod”, si mette in testa di parteciparvi. Me lo dice, l’idea è bella, ma mancano i soldi per realizzarla. Li otteniamo grazie a un concorso dello Stock ’84 legato al programma “Superflash” di Mike Bongiorno. Per iscriversi bisognava acquistare una bottiglia di brandy ed esprimere un desiderio; il suo, quello di partecipare all’“Iditarod”, vinse nella categoria “bizzarro” e Mike divenne il nostro più grande sostenitore».

SULLE ORME DI BALTO - Da allora i fratelli Khatchikiàn si impegnano nella diffusione dello sleddog giorno dopo giorno, tra corsi, competizioni su terra e su neve e numerose imprese. La più memorabile nel 1993, quando Araràd e due suoi amici a quattro zampe, Megh e Ciòrs, con altri dieci cani alaskani, hanno compiuto un lungo viaggio sulle orme di Balto: 1200 chilometri da Nenana a Nome, città sul Mare di Bering dove nel 1925 un’epidemia di difterite fu arrestata grazie all’arrivo di un pacco di medicinali trasportato su slitte trainate da cani come Balto, l’husky celebrato dall’omonimo cartoon del 1995. Un’avventura estrema, tra bufere di neve e temperature polari, in mezzo alla natura selvaggia.

GIOCARE NELLA NEVE - «Ma la natura è amica, questo ti insegna lo sleddog», spiega Araràd. «E ti insegna ad amare gli animali. Sento spesso di bambini che li torturano, li vedono come oggetti più che come esseri viventi. Per questo abbiamo creato il progetto “Giocaneve”: insegniamo agli alunni delle elementari e dell’ultimo anno di asilo a giocare con i cani, assumendosi però la responsabilità di guidare una slitta. Lo stesso con gli adulti. Organizziamo anche gare, ma il 90 per cento viene da noi a fare sleddog per divertirsi». In tanti anni le difficoltà non sono mancate. Per esempio a causa di gruppi di animalisti: «Alcuni hanno protestato, abbiamo mostrato loro come viviamo, 24 ore su 24 a contatto con i cani, alla fine hanno capito che il problema non sussiste, nello sleddog non si usano fruste o metodi coercitivi», precisa Araràd, nato in Sudan 55 anni fa. In Friuli Venezia Giulia è arrivato che era un bambino. «Mia mamma è una profuga istriana. La famiglia di mio padre, invece, sfuggì al genocidio che tra il 1915 e il 1918 provocò la morte di un milione e mezzo di armeni, andò a vivere in Africa, lontano dagli orrori. Fu lì che si conobbero i miei genitori, ma quando avevo 9 anni la guerra civile ci costrinse a trasferirci».

UNA FAMIGLIA DI MUSHER - Oggi vive a Tarvisio con la moglie Monica, musher come lui, e i figli Alicja ed Azàd. Nel libro «Sleddog mushing in 20 lezioni» (edizioni Rai Eri) parla anche del protocollo per dirigenti d’azienda studiato col fratello e basato sullo sleddog. Perché, afferma, «le tecniche di addestramento di squadre di cani da slitta sono applicabili alle équipe aziendali: serve empatia tra chi guida il team e i componenti; i compiti vanno assegnati in base alle abilità di ciascuno; obblighi e minacce non funzionano, sono importanti le gratificazioni, per ottenere risultati il team deve essere felice di lavorare».

UNA SLITTA PER LA PACE - Ma il suo cognome armeno è lì, a ricordargli le sue origini, un passato tragico di cui ancora oggi si pagano le conseguenze. Per questo Araràd sta cercando gli sponsor per una nuova impresa: a gennaio vorrebbe raggiungere la città turca di Erzurum, sede delle prossime «Universiadi Invernali», partendo dalle pendici del monte Ararat. «Il governo turco continua a negare il genocidio del 1915-1918, i rapporti tra Armenia e Turchia sono tesissimi. Il mio sogno è attraversare il confine dell’odio tra i due Paesi con i miei cani, sulla mia slitta. In nome della pace».

Il manuale illustrato «Sleddog mushing in 20 lezioni» sarà presentato da Araràd Khatchikiàn con uno spettacolo multimediale di racconti, canzoni e video il 28 ottobre alle 18.30 al Mondadori Multicenter di Milano (via Marghera 28) e il 29 alle 18 in quello di Bologna (via D’Azeglio 34/A). Ingresso libero. Info: www.ararad.net e www.scuolaitalianasleddog.it.

Raffaella Oliva
26 ottobre 2010(ultima modifica: 27 ottobre 2010)© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIÙletti

Pubblicità