Biccari

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Biccari
comune
Biccari – Stemma
Biccari – Veduta
Biccari – Veduta
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Puglia
Provincia Foggia
Amministrazione
SindacoGianfilippo Mignogna (lista civica) dall'8-6-2009
Territorio
Coordinate41°24′N 15°12′E / 41.4°N 15.2°E41.4; 15.2 (Biccari)
Altitudine450 m s.l.m.
Superficie106,65 km²
Abitanti2 642[1] (31-8-2022)
Densità24,77 ab./km²
FrazioniTertiveri, Berardinone, Santa Maria in Vulgano
Comuni confinantiAlberona, Castelluccio Valmaggiore, Celle di San Vito, Faeto, Lucera, Roseto Valfortore, Troia
Altre informazioni
Cod. postale71032
Prefisso0881
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT071006
Cod. catastaleA854
TargaFG
Cl. sismicazona 2 (sismicità media)[2]
Cl. climaticazona D, 1 926 GG[3]
Nome abitantibiccaresi
Patronosan Donato, Madonna di Costantinopoli
Giorno festivo7 agosto
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Biccari
Biccari
Biccari – Mappa
Biccari – Mappa
Posizione del comune di Biccari nella provincia di Foggia
Sito istituzionale

Bìccari (Vìcchere in pugliese[4]) è un comune italiano di 2 642 abitanti della provincia di Foggia in Puglia.

Geografia fisica[modifica | modifica wikitesto]

Biccari, lago Pescara

Il centro abitato sorge su un poggio del Subappennino dauno a 450 metri di altitudine.

Il territorio comunale si estende a sud-ovest fino al monte Cornacchia (che con i suoi 1.151 m s.l.m. è la vetta più alta della Puglia) e a nord-est fino alla piana del Tavoliere.

Nel settore montano vi sono le sorgenti del torrente Vulgano e il lago Pescara.

In basso, fra i 200 e i 400 metri di altitudine, si estende invece una pianura ondulata che è parte integrante del Tavoliere delle Puglie.

L'intero territorio comunale, lambito dai torrenti Salsola a nord-ovest e Lorenzo (affluente del Celone) a sud-est, è attraversato dal torrente Vulgano, affluente della Salsola.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Nel territorio di Biccari è stato scoperto l'insediamento neolitico a maggiore altitudine della Puglia, ad oltre 700 m di quota in località Boschetto, lungo la riva del torrente Organo, a pochi chilometri dall'attuale centro abitato.

Le origini del nucleo abitato di Biccari sono da porre tra il 1024 ed il 1054 ad opera dei bizantini del catapano Basilio Bojannes (Bogiano) e del vicario di Troia, Bisanzio de Alferana. Testimonianza dell'epoca è la torre cilindrica, facente parte di una serie di avamposti militari realizzati per meglio difendere la via Traiana, importante arteria di collegamento per i traffici ed il commercio tra l'Irpinia e il Tavoliere.

Il nome Vicari (Biccari) apparve per la prima volta in un atto dell'agosto 1054 con il quale la vedova Sikelgaita dona i suoi averi al monastero di San Pietro in Vulgano.

Dopo la vittoria sui Bizantini presso il fiume Olivento, un ufficiale normanno dell'esercito di Roberto il Guiscardo, un certo Pagano, si impossessò di Biccari e fortificò il primitivo nucleo abitato costituitosi all'ombra della torre, facendolo diventare una "città fortificata".

Lo stesso Pagano favorì la nascita a Biccari di un nuovo "vescovado", ponendo come suo vescovo un sacerdote di nome Benedetto che sarà deposto da papa Alessandro II con una bolla del 1067. Guglielmo d'Altavilla, nipote di Roberto il Guiscardo, favorì l'ampliamento del nucleo abitato verso Porta Pozzi e l'allargamento del territorio di Biccari. Con Guglielmo de Riccardo, Biccari divenne una baronia della contea di Civitate.

In età sveva, dopo la morte di Federico II, il castello fu dato da Corrado IV a Giovanni Moro[5], servitore musulmano di suo padre. Dopo la morte di Corrado, Giovanni passò al fianco di Innocenzo IV mettendosi contro Manfredi di Sicilia[5]: in una lettera del 3 novembre 1254, il papa conferma a Giovanni Moro alcuni possedimenti, tra cui il castello di Biccari e il castrum di Calatabiano, in cambio dei quali Giovanni doveva garantire, alla bisogna, aiuto militare per la difesa del Regno di Sicilia[5].

Nel 1283 era signore di Biccari Bertrando dei Reali, la cui figlia Filippa, sposando Giacomo Cantelmo, gli portò in dote il feudo di Biccari. Nel XV secolo fu dominio degli Stendardo, famiglia francese di nobile casato trasferitasi nel Regno di Napoli al seguito di Carlo I d'Angiò. È di Matteo Stendardo la costruzione della Croce litica di Porta Pozzi del 1473 e del Bianco Convento di Sant'Antonio completato nel 1477. Nel XVI secolo il feudo passò alla famiglia napoletana dei Caracciolo.

Nel 1534, Marcello Caracciolo ottenne dall'imperatore Carlo V d'Asburgo il titolo di conte di Biccari. A lui si dovette la costruzione del palazzo signorile, attualmente sede del municipio. La signoria dei Caracciolo terminò con la morte della contessa di Biccari Antonia (1725) e il feudo passò al marito Giambattista di Capua, principe della Riccia. Nel 1792 alla morte del figlio di suo figlio, Bartolomeo di Capua, non essendoci discendenza, il feudo di Biccari passò alla regia corte di Napoli. È significativo che nel corso del Settecento Biccari non avesse fatto parte della Capitanata, bensì del Principato Ultra[6], e nel quadriennio 1743-46 era stato inoltre soggetto alla competenza territoriale del regio consolato di commercio di Ariano.[7]

Nel 1860 Biccari fu interessata da una rivolta antiunitaria sedata nel sangue[8]. Nel 1874, il procuratore fiscale del regio patrimonio separò i beni feudali sul territorio di Biccari, per poterli affidare a privati, liberandoli da ogni vincolo feudale.[senza fonte]

Tortiboli[modifica | modifica wikitesto]

Tertiveri (la medievale Tortiboli, Tortibulum o Turtibulum in latino medievale) era una delle sedi episcopali suffraganee dell'arcidiocesi di Benevento, eretta da papa Giovanni XIII nell'anno 969 e consolidatasi poi nel corso dell'XI secolo[9]. Oggi sopravvive come sede titolare[10].

Simboli[modifica | modifica wikitesto]

«Trinciato di verde e d'oro, alla figura femminile di carnagione, vestita d'azzurro, con la stola di rosso, sostenente con la mano destra delle spighe di grano e con la sinistra una falce, sul tutto.[11]»

Il gonfalone è un drappo di azzurro.

Monumenti e luoghi di interesse[modifica | modifica wikitesto]

  • Torre bizantina di Biccari
  • Torre di Tertiveri
  • Chiesa di Maria Santissima Assunta
  • Convento di Sant'Antonio (1477)
  • Croce viaria di Porta Pozzi (1473)
  • Chiesa dell'Annunziata
  • Chiesa romano-gotica di San Quirico
  • Centro storico
  • Portale medievale di Palazzo Gallo (piazza don Luigi Sturzo)
  • Altare ligneo intagliato e decorato in oro zecchino di San Michele (XVIII sec.)
  • Palazzo Goffredo dell'800 con le sue maestose facciate
  • Masserie fortificate di Santa Maria ed Imporchia
  • Palazzo Pignatelli di Tertiveri
  • Lago Pescara
  • Monte Cornacchia (1151 m s.l.m.)
  • Piazzetta di Biccari

Società[modifica | modifica wikitesto]

Evoluzione demografica[modifica | modifica wikitesto]

Abitanti censiti[12]

Lingue e dialetti[modifica | modifica wikitesto]

Il dialetto biccarese rientra nel gruppo dauno-irpino, presentando caratteri di transizione verso i dialetti irpini parlati nell'estremo entroterra della Campania.[13]

Religione[modifica | modifica wikitesto]

Fino al XV secolo Tertiveri, frazione di Biccari, fu sede della diocesi di Tortiboli. La stessa Biccari fu sede titolare. Entrambe erano suffraganee dell'arcidiocesi di Benevento.

Geografia antropica[modifica | modifica wikitesto]

Il centro urbano, situato a 41° 23' 47" lat. Nord e 15° 11' 41" long. Est, si sviluppa su una collina fra i 420 e 483 m s.l.m. secondo una direttrice sud-ovest / nord-est, ricoprendo una superficie di circa 18,5 ettari.

In particolare, il nucleo storico del centro urbano ha la forma di un fagiolo ed ha la dimensione maggiore di circa 470 metri, la minore di circa 170 metri ed una estensione di circa 6,5 ettari.

Tertiveri[modifica | modifica wikitesto]

La frazione più rilevante di Biccari è Tertiveri, che sorge a 362 metri di altitudine a nord del torrente Vulgano, lungo un itinerario medievale che univa Sant'Eleuterio (l'antica Aequum Tuticum) a Lucera[14]. La diocesi di Tortiboli, suffraganea dell'arcidiocesi di Benevento, è attestata fino al 1425[15].

Amministrazione[modifica | modifica wikitesto]

Di seguito è presentata una tabella relativa alle amministrazioni che si sono succedute in questo comune.

Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
17 giugno 1985 28 maggio 1990 Antonio Tursilli Democrazia Cristiana Sindaco [16]
28 maggio 1990 24 aprile 1995 Giuseppe Di Franco - Sindaco [16]
24 aprile 1995 14 giugno 1999 Antonio Sessa Partito Popolare Italiano Sindaco [16]
25 novembre 1995 5 giugno 1996 Salvatore Tropea Comm. straordinario [16]
14 giugno 1999 14 giugno 2004 Giovanni Picaro L'Ulivo Sindaco [16]
14 giugno 2004 8 giugno 2009 Giovanni Picaro lista civica Sindaco [16]
8 giugno 2009 26 maggio 2014 Gianfilippo Mignogna lista civica Sindaco [16]
26 maggio 2014 27 maggio 2019 Gianfilippo Mignogna lista civica Sindaco [16]
27 maggio 2019 in carica Gianfilippo Mignogna lista civica Sindaco [16]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Dato Istat - Popolazione residente al 31 agosto 2022 (dato provvisorio).
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  4. ^ AA. VV., Dizionario di toponomastica. Storia e significato dei nomi geografici italiani., Milano, Garzanti, 1996, p. 78, ISBN 88-11-30500-4.
  5. ^ a b c (EN) Anne Taylor, Muslims in Medieval Italy. The Colony at Lucera, Lexington Books, 2005 ISBN 978-0-73-911484-1, p. 129.
  6. ^ Arturo Zaccagni-Orlandini, Corografia fisica, storica e statistica dell'Italia e delle sue isole, 1845, p. 89.
  7. ^ Tommaso Vitale, Storia della Regia città di Ariano e sua Diocesi, Roma, Salomoni, 1794, p. 174.
  8. ^ La rivolta è stata ricostruita da Antonio Di Franco nel volume che raccoglie gli atti di un convegno sulla storia di Biccari, pubblicato a cura della Pro Loco.
  9. ^ Biccari (FG). Tertiveri, su archeologia.beniculturali.it. URL consultato il 2 aprile 2020 (archiviato dall'url originale il 29 agosto 2016).
  10. ^ Tortibulum (Titular See)
  11. ^ Stemma, su Comune di Biccari. URL consultato il 25 marzo 2023.
  12. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT;  URL consultato in data 30-6-2023.
  13. ^ Michela Russo, Metafonesi opaca e differenziazione vocalica nei dialetti della Campania, 2002 (archiviato il 15 ottobre 2020).
  14. ^ Renato Stopani, Guida ai percorsi della via Francigena nell'Italia meridionale, Casa editrice Le lettere, 2005, p. 82, ISBN 9788871669007.
  15. ^ Dati riportati su Catholic Hierarchy alla pagina Tortibulum (Titular See)
  16. ^ a b c d e f g h i http://amministratori.interno.it/

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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