martedì 15 ottobre 2019

Successo ad Induzione

Era il 18 febbraio 2017 quando nasceva l'Open Space Technology "Come avere Successo ad Induzione" http://www.nobelme.it/successoadinduzione/

Negli Stati Uniti è da poco nata una disciplina accademica che studia l’autodeterminazione al successo. Ci ha pensato l’Università di Rochester con il gruppo di ricerca fondato da Richard Ryan e Edward Deci e guidato dalla dottoressa Shannon Robertson Hoefen. Il fatto che la ricerca del successo sia entrata nelle aule d’università rappresenta l’ennesima prova che sono necessarie competenze diverse per valorizzare pienamente il proprio percorso di carriera. E quasi mai si tratta solo di abilità imparate sui banchi di scuola.

Sicuramente come evidenziato nell'Istant Report dell'evento del 2017, se la ricetta dell'Successo ad Induzione richiede la "Trasformazione delle Abitudini in Abilità" è altrettanto vero che bisogna usare gli ingredienti giusti.

Voglio ricordarli come fatto nel mio speech sulla "AUTONOMIA":


Gli ingredienti del successo ... ad Induzione !!   

1. Coerenza

Le persone di successo si concentrano sul soddisfare i loro obiettivi, e questo è il motivo per cui essi hanno un programma coerente. Avere una programma preciso aiuta a dare priorità  e mantenere i compiti importanti in cima alla vostra lista

2. Fissare obiettivi quotidiani

Le persone di successo sono chiare circa i loro obiettivi e fanno un elenco scritto che li spinge al raggiungimento di questi obiettivi.

3. Alimentare le relazioni 

Le persone di successo cercano sostegno e trovano persone che possono connettersi con loro intellettualmente. Trovano le alleanze giuste.

4. Agire

Le persone di successo agiscono. Non risolvi nulla se permetti alla sensazione di sconforto di sopraffarti. Attraverso l’azione puoi ottenere risultati e scoprire un percorso verso i tuoi obiettivi. Ray Kroc diceva: “La fortuna è un dividendo del sudore. Quanto più sudi, più fortuna ottieni”.

5. Automotivarsi

Quando dici a te stesso frasi come “Oggi sta per essere un grande giorno” o “posso aver successo” incrementi la tua capacità intellettuale e migliori le possibilità di raggiungere i tuoi obiettivi per la giornata.

6. La buona salute

Una mente sana e un corpo in salute sono il primo passo verso il successo. Il tuo corpo è un veicolo per realizzare ciò che desideri. L’attività fisica non solo aiuta a mantenere il corpo fisicamente in buona salute: migliora anche il proprio stato mentale.

7. Meditare


La meditazione consente di concentrarsi e di essere più produttivi. Migliora le relazioni e la creatività.

8. Agire con piccoli miglioramenti per centrare gli obiettivi

Secondo Henry Ford, “niente è particolarmente difficile se lo si divide in piccoli passi”. Le persone di successo applicano l’effetto domino verso le loro ambizioni, facendo piccoli e continui miglioramenti ogni giorno.

9. Svegliarsi presto

Da Tim Cook, ceo di Apple, a Jeffrey Immelt, ceo di General Electric, svegliarsi presto sembra essere la tradizione delle persone di successo. Quindi, molto può essere fatto all’interno di quelle prime ore del giorno, che è più difficile da realizzare quando si aggiungono le distrazioni, gli incontri e il rumore ambientale della giornata lavorativa.

10. Avere passione

Nessuno vuole stare attorno a una persona con un cattivo atteggiamento, soprattutto perché è difficile ottenere risultati positivi con una mentalità negativa. Se stai per valutare qualcuno che collabori con te, cerca i «bicchieri mezzo pieni».

11. Avere consapevolezza

Le tue credenze ti portano al tuo potenziale, che si traduce in azioni, che si traducono in risultati. E il ciclo ricomincia.

12. Essere strategici

Il pensiero realistico impone di affrontare la realtà e di definire una strategia per raggiungere un target. Cosa che permette di distinguere le decisioni importanti nel corso del normale svolgimento del business. “Finché il pensiero non è collegato con la realtà non c’è alcuna realizzazione intelligente” (James Allen)

13. Rispettare i propri valori

La persona mentalmente forte non cade preda della voglia di misurarsi con la concorrenza: si concentra sul vivere secondo i suoi valori e fa del suo meglio per realizzarli. Alla fine della giornata, non si chiede “ho battuto tutti gli altri?”; si chiede invece: “Sono rimasto fedele ai miei valori?”.

14. Comunicare efficacemente

È essenziale per trasmettere agli altri la passione per la nostra idea.

15. Essere socievoli

Oggi il successo è spesso un lavoro di squadra. È importante cercare con pazienza e poi stringere le alleanze giuste per raggiungere il nostro obiettivo.

Altrettanto importanti sono però anche le controindicazioni: cioè quegli ingredienti che involontariamente si vogliono aggiungere per "abitudini" personali:

1. Timore di correre dei rischi

Molte occasioni vengono perse a causa dell’indecisione. Il rischio non è azzardo. L’azzardo è alla cieca. Il rischio è basato sulla conoscenza e sulla lungimiranza.

2. Mancanza di costanza

Il successo, se fosse un’operazione algebrica, sarebbe “costanza + resistenza”. Molti falliscono solo perché si arrendono. Occorre essere costanti.

3. Voler risultati immediati

Questo significa pensare solo al presente, senza lungimiranza: una visione limitata, non degna di grandi obiettivi.

4. Dare poco spazio a se stessi

Chi non si rispetta o si svaluta non può diventare un leader.

5. Cercare scorciatoie

Non esistono soluzioni rapide, purtroppo. È bene ricordarselo sempre.

6. Essere avidi

Il guadagno è importante, ma non è l’obiettivo primario: per prima cosa bisogna generare nel cliente il desiderio del prodotto. Ray Kroc diceva: “Se lavori solo per i soldi non ne farai mai, ma se ti piace il tuo lavoro e sei disposto a mettere sempre il cliente al primo posto, allora avrai successo”.

7. Non sapersi organizzare

“Tutti hanno la volontà di vincere, ma ben pochi hanno la volontà di prepararsi a vincere” (Vince Lombardi)

8. Razionalizzare

Con tutte le convinzioni limitanti possibili e immaginabili del dialogo interiore, come ad esempio: “Sono troppo vecchio/giovane/inesperto/sfortunato/squattrinato…”.

9. Non imparare dagli errori passati

Il fallimento non è definitivo: accresce l’esperienza.

10. Incapacità di usare il proprio talento

È essenziale mettere a frutto e migliorare le proprie capacità, ad esempio con uno studio costante. Le persone di successo leggono molto, frequentano corsi, insomma “si applicano”.

11. Mancanza di disciplina

Significa: focus (concentrazione), niente distrazione, sacrificio, coerenza.

12. Mancanza di curiosità

La persona di successo vuole imparare sempre cose nuove.

13. Mancanza di obiettivi

Per avere successo è necessario un forte desiderio di riuscire, unito a obiettivi chiari e ben definiti.

14. Mancanza di coraggio

Il carattere senza coraggio e integrità è privo di efficacia. Il coraggio senza carattere, invece, è oppressione.

15. Paura

La paura del fallimento è spesso peggiore del fallimento stesso.

Ma spesso pur conoscendo gli ingredienti consigliati e quelli poco indicati la ricetta non giunge al risultato giusto per mancanza del procedimento adatto: Trasformazione delle Abitudini in Abilità !!

Transire Placet, Felix Vitae Inducatur

dal  mio rifugio di Fort Chambray - Gozo




martedì 16 luglio 2019

Effetto Dunning Kruger : il paradosso dell'ignoranza

Gli psicologi David Dunning e Justin Kruger, della Cornell University attraverso una serie di studi effettuati anche su loro classi di studenti, hanno potuto comprovare  quello che viene definito l’effetto Dunning- Kruger:
"una distorsione cognitiva a causa della quale individui poco esperti in un campo tendono a sopravvalutare le proprie abilità autovalutandosi, a torto, esperti in quel campo." Come effetto di questa teoria, spesso gli incompetenti si dimostrano estremamente supponenti.


Semplificando, le persone stupide si considerano più intelligenti di quanto siano in realtà, mentre gli intelligenti si credono più stupidi; sarebbe più giusto dire: le persone ignoranti sono sicure di sapere molto e chi sa molto si sente ignorante.


Lui è McArthur Wheeler.
È il 1995, siamo a Pittsburgh, negli Stati Uniti. Quella macchia scura che vedi nella sua mano destra è una pistola.
McArthur sta rapinando una banca della città dello Stato della Pennsylvania: è la seconda banca che sta derubando nella stessa giornata e lo sta facendo a viso scoperto, indifferente alle telecamere di sorveglianza e alle conseguenze di un suo riconoscimento.
McArthur infatti ha un piano.
C’è un solo problema: McArthur è un idiota (e non sa di esserlo).
Lo stupido che si credeva un genio del crimineAndiamo indietro di qualche giorno.
Wheeler è a casa di un suo amico. L’amico, per impressionarlo, decide di mostrargli un “trucco di magia“, imparato di recente: prende una penna, sostituisce l’inchiostro con del succo di limone e inizia a scrivere su un foglio di carta.
Il foglio sembra rimanere immacolato, ma appena Jack lo avvicina ad una candela, iniziano ad apparire le sue scritte.
McArthur rimane sbigottito e viene fulminato da un’intuizione, un’intuizione che gli cambierà la vita (in peggio).

Tornato a casa, il nostro “paziente zero” inizia a cospargersi il viso con del succo di limone e, visto che non è uno sprovveduto, si accerta che la sua intuizione sia corretta scattandosi un “selfie” con una Polaroid (ricordi? Siamo nel 1995).
Vuoi per un’inquadratura sbagliata o per un difetto della macchina fotografica, la foto che esce dalla Polaroid è vuota. McArthur ha avuto la sua confermail succo di limone lo ha reso invisibile, nessuno potrà fermare il suo piano criminale!
Ma torniamo al giorno delle rapine.
Wheeler è ormai tornato a casa col bottino: alcune migliaia di dollari in banconote di piccolo taglio (mica scemo lui!).
Sta gongolando non solo per i soldi, ma anche per la genialità del suo piano, quando all’improvviso sente sbattere con violenza alla porta: è la polizia.
È incredulo: come sono riusciti a scoprirlo così in fretta? È sicuro di aver cosparso ogni centimetro del suo viso col succo di limone ed è stato attento a non avvicinarsi a nessuna fonte di calore quando era nelle banche.
Ma ad essere ancor più increduli sono gli stessi poliziotti.
Dopo essere stato condotto in Centrale, McArthur viene sottoposto a dei test per verificare se, durante le rapine, fosse stato sotto l’effetto di alcol o drogheNiente. Pulito come una monachella.
Come se non bastasse, il rapinatore appare talmente sincero nel raccontare l’esperimento dell’inchiostro invisibile e il test con la polaroid, che gli inquirenti giungono alla conclusione di trovarsi di fronte ad un vero e proprio idiota che si credeva un genio del crimine.

“Come si può essere tanto stupidi?”, si chiese quindi David Dunning.

Dunning pensò che forse il rapinatore  era anche troppo stupido per accorgersi di essere troppo stupido.

Così, trovò un modo per misurare la capacità di autovalutazione di gruppi di studenti in diverse aree, dal ragionamento logico alla conoscenza della grammatica, e per correlare livello di competenza e precisione nel valutare la qualità delle proprie prestazioni.
Gli incompetenti tendono a fare due cose in modo ricorrentesovrastimare drammaticamente le proprie prestazioni, sottovalutare il livello medio di prestazione dell’intero gruppo. La propensione degli incompetenti all’errore è universale. E sfida le leggi più elementari della matematica.Dopo aver compiuto l’esperimento, i ricercatori giunsero alle quattro conclusioni che definiscono l’effetto Dunning-Kruger:
  • Le persone si mostrano incapaci di riconoscere la propria incompetenza.
  • Tendono a non poter riconoscere la competenza delle altre persone.
  • Non sono in grado di prender coscienza di quanto risultano incompetenti in un determinato ambito.
  • Se vengono formate affinché aumentino la propria competenza, risulteranno capaci di riconoscere e accettare quanto fossero incompetenti in precedenza.
“E’ sapiente solo chi sa di non sapere, non chi s’illude di sapere e ignora così perfino la sua stessa ignoranza.” Socrate






lunedì 28 settembre 2015

Coscienza o reputazione?

Un maestro zen vide uno scorpione annegare e decise di tirarlo fuori dall'acqua.
Quando lo fece, lo scorpione lo punse.
Per l'effetto del dolore, il padrone lasciò l'animale, che di nuovo cadde nell'acqua in procinto di annegare.
Il maestro tentò di tirarlo fuori nuovamente e l'animale lo punse ancora.
Un giovane discepolo che era lì gli si avvicinò e gli disse: "Mi scusi maestro, ma perché continuate ? Non capite che ogni volta che provate a tirarlo fuori dall'acqua vi punge ?"
Il maestro rispose: "La natura dello scorpione è di pungere e questo non cambierà la mia che è di aiutare".
Allora il maestro con l'aiuto di una foglia tirò fuori lo scorpione dell'acqua e gli salvò la vita; poi, rivolgendosi al suo giovane discepolo, continuò:
"Non cambiare la tua natura se qualcuno ti fa male, prendi solo delle precauzioni; perché gli uomini sono quasi sempre ingrati del beneficio che gli stai facendo, ma questo non è un motivo per smettere di fare del bene, di abbandonare l'amore che vive in te.
Gli uni perseguono la felicità, gli altri la creano.
Preoccupati più della tua coscienza che della tua reputazione, perché la tua coscienza è quello che sei e la tua reputazione è ciò che gli altri pensano di te.
Quando la vita ti presenta mille ragioni per piangere, mostrale che hai mille ragioni per sorridere."

lunedì 23 marzo 2015

Downshifting pratico 5: Correte per la Vita, non per la cena

Oggi grazie alla riflessione innescata dai miei amici Luigi De Lucia ed Ugo Albanese ho fatto un altro passo avanti rispetto all'applicazione del downshifting pratico.

C'era una volta un cane che si vantava con i suoi amici canini di poter correre più velocemente di chiunque altro. Un giorno corse dietro a un coniglio, nel tentativo di farne una preda, ma non riuscì a raggiungerlo. Gli amici non persero l'occasione di ridicolizzarlo per l'insuccesso. "Ok, ok - rispose loro il cane - questa volta non ce l'ho fatta. Ma ricordatevi, il coniglio correva per la vita, mentre io correvo solo per la cena."

Il fattore dominante?

La gente è solita trovare le più svariate giustificazioni ai successi altrui. Che raramente trovano reale fondamento. Le imprese più ardite, come pure i picooli successi che una persona ottiene, nascono infatti, e sempre, da una decisione a cui è seguita un'azione. A volte l'azione ha portato al risultato immediato. Altre volte (il più delle volte) l'azione si dimostra vana e ne richiede molte altre prima che la persona possa raggiungere il suo obiettivo. Ma qual è la soglia di "rottura"? Ovvero, dov'è che avviene la rinuncia al tentativo?

E dove possiamo distinguere il "vivere in semplicità" dalla "rinuncia"?

E' questo livello, infatti, che separa le persone  e le imprese di successo da quelle di insuccesso.
Non è il solo fattore, è vero: contano anche il prodotto, i mezzi a disposizione, il mercato e quant'altro. Ma un'attenta analisi della psicologia dei personaggi di successo, ed in particolare di imprenditori, professionisti, venditori di successo, mette subito in luce qual è la forza dominante di ciascuno di loro, e che li porta a conquistare risultati superiori alla media.

Questa forza non è la loro preparazione (che pure è importante); non è la loro idea di partenza (che aiuta molto); non sono i mezzi di cui dispongono (che rendono tutto molto più semplice): è la loro motivazione la forza dominante!

Solo chi è motivato, in effetti agisce! Gli altri desiderano, aspirano, vogliono, chiedono. Ma non fanno niente di serio per ottenere lo scopo!

Quindi la Motivazione diventa fattore critico e parte integrante del più vasto concetto del lifestyle del downshifter (ovvero colui che attua la scelta di preferire una maggiore disponibilità di tempo libero al miraggio di possibili brillanti carriere professionali).

sabato 9 novembre 2013

Downshifting 4:E' altrettanto facile essere più intelligente di ...?

Oggi grazie alla riflessione innescata dal mio caro amico Daniel Taurino sulle tante "falegnamerie mentali" che alcuni si fanno pur di "presenziare", ho fatto un nuovo passo in avanti rispetto all'applicazione del downshifting pratico.

Lavorare perché è un PIACERE non è necessariamente difficile e mi sono chiesto in che modo spiegare la questione.

"Lo sai come si catturano le scimmie in India?"

"Dunque, si attacca una noce di cocco ad un albero e la si riempie di riso attraverso un foro abbastanza grande perché una scimmia possa infilarci una mano.

La scimmia ci infila la mano e prende il riso, ma a quel punto il suo pugno pieno di riso è troppo grande per poter uscire dal foro. E la scimmia rimane vittima della propria avidità!!"

Quindi per essere felice basta cercare di essere solo più intelligente di una scimmia.

E' altrettanto facile essere più intelligente di una scimmia?

Downshifting pratico è anche essere abbastanza intelligente per scegliere di lavorare per il PIACERE piuttosto che per il DOVERE, o meglio ancora per evitare un DOLORE.

Transire Placet

venerdì 21 giugno 2013

Downshifting pratico 3:Ognuno fa quello che vuole, nessuno quello che deve, ma tutti partecipano

Un uomo d'affari statunitense, su ordine del medico, si concesse una vacanza in un piccolo villagio costiero messicano.
Incapace di prendere sonno dopo aver ricevuto una telefonata urgente dall'ufficio, si avviò verso il molo per schiarirsi le idee.
Lì era attraccata una minuscola imbarcazione con un solo pescatore, carica di tonni pinna gialla. L'americano si complimentò con il messicano per la pesca.
"Quanto ci ha messo a pescarli?" domandò l'americano.
"Pochissimo tempo" rispose il messicano in un inglese sorprendentemente buono.
"Perché non sta fuori di più e prende più pesce?" domandò allora l'americano.
"E' sufficiente per sostenere la mia famiglia e regalarne un pò agli amici" disse il messicano mentre li scaricava in una cesta.
"Ma...Che fa il resto del tempo?"
Il messicano alzò lo sguardo e sorrise "Dormo fino a tardi, pesco un pò, gioco con i miei figli, faccio una siesta insieme a mia moglie Julia, e giro per il villaggio ogni sera, dove bevo vino e suono la chitarra con i miei amigos. Ho una vita piena e impegnata, senor".
L'americano rise e si allungò in tutta la sua statura. "Signore, mi sono laureato a Harvard con un Master in Business Administration e posso darle una mano. Dovrebbe dedicare più tempo alla pesca e in questo modo potrebbe acquistare una barca più grande. In un attimo, con l'aumento dei profitti, potrebbe comperare numerose barche. Alla fine avrebbe una flotta di pescherecci."
Proseguì. "Invece di vendere quello che pesca a un intermediario, potrebbe vendere direttamente ai clienti, e alla fine potrebbe aprire un conservificio. Controllerebbe il prodotto, la lavorazione e la distribuzione. Naturalmente dovrebbe lasciare questo piccolo villaggio costiero di pescatori e trasferirsi a Cità del Messico, poi a Los Angeles e infine a New York, dove potrebbe gestire la sua impresa in espansione con un management appropriato".
Il pescatore messicano domandò:"Ma, senor, quanto ci vorrà per tutto questo?".
Al che l'americano rispose:"Quindici, vent'anni. Massimo venticinque".
"E poi, senor?"
L'americano rise e disse."Questa è la parte migliore. Al momento giusto, lancerebbe una IPO e venderebbe le azioni della sua società al pubblico diventando veramente ricco. Farebbe i milioni".
"Milioni, senor? E poi?"
"A quel punto potrebbe ritirarsi e trasferirsi in un piccolo villaggio costiero di pescatori, dove potrebbe dormire fino a tardi, pescare un pò, giocare con i suoi figli, are una siesta insieme a sua moglie e girare per il villaggio la sera, per bere vino e suonare la chitarra insieme ai suoi amigos....." (fonte: Timothy Ferris-4 ore alla settimana).

Ho deciso di scrivere questo post grazie alla riflessione innescata dal mio amico Aldo C. della Multitrade srl che mi ha parlato di management e dei valori che nella vita oggi non esistono più. Si parla tanto di crisi, ma la vera crisi è generata dal fatto che Ognuno fa quello che vuole, Nessuno quello che dovrebbe, ma Tutti partecipano.

Downshifting pratico è anche rallentare per scegliere di lavorare per l'IMPORTANZA piuttosto che per l'URGENZA.

lunedì 23 aprile 2012

Downshifting pratico 2: chiedi e ti sarà dato



Cambiare il proprio modello per cambiare se stessi e il mondo: questo è il mio secondo suggerimento per un downshifting pratico.

L'interno della nostra mente è un luogo in cui si trascorre la vita intera, è la nostra casa, possiamo farne un paradiso in cui vivere o un inferno da sopportare.



Il legame con il passato è rappresentato dalle emozioni. Le mie emozioni appartengono al mio passato perché fanno parte delle mie esperienze. Da bambino ho voluto toccare il fuoco e mi sono scottato: ho provato dolore.
Sono legato al mio passato non al mio futuro. Del futuro non ho fatto ancora esperienza, quindi non posso averne emozioni.
Che significa avere una villa con piscina? Io non lo so!
Posso immaginarlo e sarei un sognatore, ma non dargli concretezza. 
Del futuro non ho emozioni.
Tutte le mie emozioni sono basate sulle mie esperienze passate, ma per il principio di continuità, continuerò a pensare al mio passato che sarà il mio futuro. Questa è la continuità (newtoniana).
La percezione è continua, ma la realtà non lo è. Ho la mia personalità che non è il DNA. Se nella mia infanzia ho avuto una madre cattiva che mi ha abbandonato in un cassonetto, puoi giustamente pensare che la mia personalità ne abbia sofferto. Se sono diventato psicopatico, dove sarà la causa? Nel DNA? o nel mio modello di realtà?
Persone, luoghi, cose, eventi, tempi.
E' possibile un cambiamento di modello? La fisica quantistica dice di si, ma il tessuto psicologico in concreto ce lo impedisce nella realtà. C'é una legge che dice: si può fare!
A chi tocca farlo? Alla legge? NO! a chi allora? A Noi, per noi stessi.
La meccanica classica ragiona in termini di causa e di effetto. Se lascio cadere la matita che cosa accade? C'è un effetto e c'è una causa. Mi domando a parità di causa avrò sempre lo stesso effetto?
Ciò si chiama prevedibilità, continuità! Ciò implica che prevede il tempo che va, c'é un prima e c'é un dopo.
Che cosa viene prima? La causa
Che cosa viene dopo? L'effetto 
questo si chiama principio di causalità, poi c'è il principio di sincronicità che afferma: il comportamento della realtà non avviene in termini di sequenze temporali, prima e dopo, ma in funzione della loro contemporaneità. Prima e dopo coincidono, causa ed effetto si creano nello stesso momento, pensiamo in termini di meccanica classica, ma la realtà è sincronica. 
Vuoi stare male? Per stare male devi aver creato una causa. Se hai come effetto il mal di stomaco, significa che hai creato la causa per la quale ti è venuto la nausea. La sincronicità non prevede il tempo. La soluzione è data dalla personalità stessa, solo un atto intenzionale e consapevole può darci la soluzione.
Nella meccanica classica c'è prima la causa e poi l'effetto, nella quantistica avviene il contrario, solo in apparenza c'è un effetto e poi la causa.
Nella mia realtà continua, c'è una causa che determina un effetto. Ne traggo un'esperienza e quindi....un'emozione. Voglio cambiare la mia realtà? Che cosa devo creare prima? La causa o l'effetto? La risposta è l'effetto. Se mi dico: io sono sano, creo l'effetto!
Quale dei due aspetti mi interessa? La causa o l'effetto? E' più importante per me essere ricco o come diventare ricco? Il focus non deve essere posto sul come diventare ricco, ma sul io sono ricco. La causa è di pertinenza.
Della coscienza primaria non è il mio ego ad occuparsene, se voglio toccare la spalliera di una sedia devo focalizzarmi sul come toccarla? No, vado e la tocco.
Non conosco la causa che mi porta a realizzare: io sono sano, io sono ricco, io sono capace.
Non la conoscerò mai, è troppo complessa per il mio cervello cognitivo, se devo focalizzarmi su come arrivare sull'obiettivo non lo raggiungerò mai! Devo focalizzarmi soltanto sull'effetto.
Chiedi e ti sarà dato! Credici è vero!



Tornerò a testimoniare personalmente la mia metodologia al downshifting fra 7 giorni.

Transire placet

Video ideato e realizzato da Alberto Lori, che ringrazio per avermi permesso di riutilizzarlo
http://www.youtube.com/user/albertolori24