Firenze

CRONACA

Concordia, conclusa la maxi udienza
nuova accusa per gli indagati

Oggi l'incidente probatorio a Grosseto. Il gip ha chiesto ai consulenti di appurare le dinamiche, le condotte e le manovre del naufragio. Prossima tappa il 21 luglio. Contestato a tutti gli indagati il reato di distruzione e deterioramento di habitat. In sala centinaia di persone e all'esterno folla di curiosi e superstiti.Il gip ha escluso come parti offese le associazioni di ambientalisti e consumatori

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Una nuova accusa per tutti gli indagati del naufragio della Costa Concordia, e estromissione delle associazioni ambientaliste e animaliste come parti offese nell'incidente probatorio. Si è concluso a Grosseto la prima maxi udienza sul naufragio della Costa Concordia. Al Teatro Moderno sono stati affidati gli incarichi ai periti che dovranno leggere i dati della scatola nera.
Il quesito posto dal gip riguarda la dinamica del naufragio e le condotte degli indagati attraverso i dati del Vdr e dei dispositivi di bordo, ma anche la rotta, le carte nautiche, la conformità della progettazione della nave e le manovre del comandante prima e dopo l'urto. Da appurare anche le condizioni di manovrabilità della nave ed il sistema di rilevamento Ais, nonchè la prevedibilità delle conseguenze dell'urto con il fondale. La prossima udienza è fissata per il 21 luglio quando i consulenti dovranno rispondere ai quesiti posti dal gip.

Il gip Valeria Montesarchio ha estromesso dall'incidente probatorio tutte le parti diverse da familiari delle vittime, passeggeri ed equipaggio, istituzioni come Regione Toscana, Comune del Giglio, Provincia di Grosseto ed i ministeri ambiente, interni e trasporti. Sono potute restare in aula la Costa Crociere spa, come responsabile civile che può nell'incidente probatorio può esercitare la opponibilità. Il gip ha invece disposto l'abbandono dell'aula per le associazioni come Legambiente, Lipu, Codacons e altre. l gip Montesarchio ha deciso di estromettere dall'incidente probatorio le associazioni dei consumatori e ambientaliste dopo aver rilevato che l'oggetto della perizia sulla 'scatola nera' è attinente al reato di naufragio. Inoltre, secondo quanto appreso, lo stesso gip ha ritenuto che la nuova contestazione fatta dalla procura per il reato di distruzione dell'abitat naturale non è sufficiente a ritenere contestato anche il reato di disastro ambientale, tale da giustificare il coinvolgimento di quelle associazioni inizialmente ammesse come parti offese.
Il gip Montesarchio ha preso la sua decisione in camera di consiglio anche stilando un elenco di coloro che sono ritenute 'persone offese dal reato' così differenziandole da soggetti generalmente ritenibili danneggiati e che in quanto tali non hanno diritto a partecipare all'incidente probatorio.  L'intera discussione era stata avviata dai primi interventi dell'avvocato Bruno Leporatti e dell'avvocato Giulia Bongiorno.

La Costa crociere Spa non ha responsabilità nè penali nè amministrative ai sensi della legge 231 per il naufragio della nave Costa Concordia, ha riferito l'avvocato della Compagnia Marco De Luca. De Luca lo ha detto specificando che "la stessa Procura di Grosseto ha escluso responsabilità penali della Compagnia Costa Crociere". Inoltre ha confermato che il gip Valeria Montesarchio ha stabilito che Costa Crociere "non è parte offesa nell'incidente probatorio", ma, ha detto l'avvocato, "Costa Crociere è parte danneggiata e si costituirà parte civile nel processo". "La Compagnia - ha detto anche l'avvocato - si riconosce come responsabile civile".

Tra i nove indagati presente in sala solo l'ufficiale di plancia Salvatore Ursino,27 anni. Inizialmente Ursino non era stato verbalizzato, pertanto risultava assente come Schettino e gli altri. Dopo verifiche successive, la cancelleria del gip lo ha iscritto al verbale. Ursino ha seguito in silenzio i lavori ed è parso molto provato.
A tutti gli indagati è stato contestato anche il reato ambientale.  Distruzione e deterioramento di habitat all'interno di un sito naturale protetto è la nuova accusa che il procuratore Francesco Verusio ha contestato a Francesco Schettino e ad altri indagati, in particolare gli ufficiali a bordo della Costa Concordia. Il pm ha fatto la nuova contestazione durante l'udienza di incidente probatorio. Il nuovo reato si aggiunge alle precedenti accuse formulate dagli inquirenti, a vario titolo, finora nel corso dell'inchiesta, e corrisponde all'articolo 733 bis del Codice penale, che prevede l'arresto fino a 18 mesi e con un'ammenda. La distruzione di habitat si aggiunge oggi alle altre accuse di omicidio plurimo colposo, naufragio, lesioni, abbandono dei passeggeri e omesse comunicazioni alle autorità marittime. La novità ha suscitato sorpresa fra i difensori degli indagati.


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L'udienza è iniziata intorno alle 11, in ritardo. L'Autorità giudiziaria ha disposto stretti controlli su borse da lavoro, telefoni cellulari, computer portatili, tablet e altri apparati che potrebbero consentire riprese audio-video di cui viene ricordato il divieto in cartelli scritti in 5 lingue.
La sala è stata riempita per un terzo, circa 250 persone, mentre all'esterno continua l'arrivo alla spicciolata di altri legali, consulenti e qualche altro naufrago del 13 gennaio.

Subito dopo la conclusione dell'udienza Bruno Leporatti, il legale di Francesco Schettino ha convocato una conferenza stampa.  Il comandante Francesco Schettino "si aspetta che dall'esame della 'scatola nera' venga ulteriormente confermato quello che ha detto in modo esauriente e dettagliato agli inquirenti" ha detto il difensore. Secondo il legale "quello che lui ha dichiarato finora è stato tutto riscontratò, pertanto "dalla 'scatola nera' Schettino non può aspettarsi che emergano le cose ha riferito". "Dove è avvenuto l'incidente, contro lo scoglio del Giglio e dove c'è stato il definitivo posizionamento della nave Costa Concordia non ci risulta che sia zona sottoposta a Parco dell'Arcipelago Toscano, quindi vedremo se c'è nei fatti il reato di distruzione di habitat in sito protetto", ha proseguito l'avvocato Bruno Leporatti commentando la nuova accusa formulata dalla procura di Grosseto.


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I RACCONTI Sono stati alcuni superstiti i primi ad arrivare all'esterno del Teatro Moderno di Grosseto. Sono arrivati insieme ai loro avvocati e fin dal primo mattino hanno stazionato davanti all'ingresso del teatro per partecipare all'incidente probatorio. "Siamo venuti qua perchè crediamo che sia un primo passo verso qualcosa e perchè come minimo ci aspettiamo un risarcimento - ha affermato Adriano Bertaglia di Biella. Non abbiamo accettato il risarcimento della Costa perchè era ridicolo. E' stata un'esperienza terribile ma siamo sopravvissuti". Adriano Bertaglia accompagnato dalla moglie Francesca la quale ha paragonato il naufragio "all'apertura delle acque del Mar Rosso davanti a Mosè" e ha ricordato che "a bordo non riuscivano a calare le scialuppe in mare e che si ruppero manovelle e ingranaggi".

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