IoArch 41 - Mag/Giu 2012

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COSTRUZIONI E IMPIANTI

Anno 6 - n 41 - Maggio/Giugno 2012 - euro 4,50

L’ALTRA RAGUSA PROFILI

FARE ARCHITETTURA IN SICILIA

Ambiente costruito architetture per lo sport / Lab tetti e coperture / Focus software / Stile libero costruire con la luce / museo casa Enzo Ferrari / Design dopo i Saloni / Idee apparecchiare la città

F o n t s r l - v i a S i u s i 2 0 / a 2 0 1 3 2 M i l a n o - S p e d . i n a b b . p o s t a l e 4 5 % D . L . 3 5 3 / 2 0 0 3 ( c o n v. i n . 2 7 . 0 2 . 2 0 0 4 n . 4 6 ) A r t . 1 C o m m a 1 D C B M i l a n o



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UN BATTITO D’ALI AD ATENE Può provocare una tempesta in Europa. Specie nel mercato delle costruzioni: difficile delocalizzare gli edifici. Sembra che il debito della terza banca di Spagna si trovi nell’invenduto dell’ultima bolla immobiliare, e in Italia gli investimenti in energie rinnovabili hanno superato quelli in nuove costruzioni (39 miliardi contro 25). Nel frattempo, in soli due anni, Autodesk è passata da 12 a 60 milioni di utenti nel mondo. Per abitare in edifici virtuali? No, per costruire meglio, prima e a minor costo. La ricerca dell’efficienza non è solo risparmio, è crescita, per le aziende impegnate nella ricerca e per i progettisti alla ricerca di un nuovo equilibrio tra costruzioni, ambiente, tecnologia e cultura. Con convinzione, come a Modena, e senza timidezze regionalistiche, come a Ragusa. Per ritrovare il valore d’uso dell’architettura, che discende dalla necessità, dal luogo e dalla funzione.

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SUPERSTADI GMP Architekten

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BELLI, ATTIVI, INTEGRATI

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PILOTIS E PALLA OVALE IN RIVA AL TEVERE

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LA VERA CASA PASSIVA

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ARCHITETTURA AERODINAMICA

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FARE CENTRO A MILANO

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DESIGN FOR ALL

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COSTRUIRE CON LA LUCE

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APPARECCHIARE LA CITTÀ

Cyborg di Marcel Wanders, Magis

In copertina, interno di villa T studio Architrend Architecture

IOArch Costruzioni e Impianti n. 41

(foto ©Umberto Agnello)

Direttore responsabile Sonia Politi Comitato di direzione Myriam De Cesco, Carlo Ezechieli, Antonio Morlacchi Comitato Tecnico Sebastiano Abello, Michele Caterino, Eric Ezechieli, Walter Marabelli, Guido Pesaro

Filippo M. Martines

Museo Casa Natale Enzo Ferrari

Simone Micheli Architectural Hero Studio Sarea: la Francia a Pechino

Contributi Francesca Emily Amato, Mara Corradi, Alice Gramigna, Marco Penati, Nadia Rossi, Silvia Zotti Grafica e impaginazione Roberta Basaglia Fotolito e stampa Pinelli Printing, Milano

Tetti/coperture

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FV, pompe di calore e solare termico

RAGUSA CONTEMPORANEA

Profili: Architrend Architecture Saloni 2012

Ghigos Ideas

Editore Font srl, via Siusi 20/a 20132 Milano tel. 02 2847274 fax 02 45474060 redazione@ioarch.it www.ioarch.it

Prezzo di copertina euro 4,50 arretrati euro 9,00. Abbonamento (10 numeri) euro 30,00; estero euro 60,00. Versamento su c.c.p. 64538911 intestato a Font Srl

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Sped. in abb. postale 45% D.L. 353/2003 (conv. in L. 27.02.2004 n.46) art. 1, comma 1 DCB Milano

Reg. Tribunale di Milano n. 822 del 23/12/2004.

© Diritti di riproduzione riservati. La responsabilità degli articoli firmati è degli autori. Materiali inviati alla redazione salvo diversi accordi, non verranno restituiti.

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[ n. 41/2012] IOArch Costruzioni e Impianti

NEWS/MOSTRE E FIERE

LA PIETRA ITALIANA PROTAGONISTA NEL MONDO

I LUOGHI DELL’ACQUA dei 111 luoghi immortalati nelle immagini. Inoltre sarà possibile vedere pubblicate le proprie immagini inviandole al sito www.hansgrohe-int.com

47a EDIZIONE DI MARMOMACC A VERONA DAL 26 AL 29 SETTEMBRE 2012 Marmomacc, la grande mostra internazionale di pietre, design e tecnologie promossa da Veronafiere, è sempre più cosmopolita. Da quest’anno, grazie al nuovo (foto ©Alberto Parise)

Hansgrohe, azienda specializzata in docce e rubinetteria, festeggia 111 anni di storia con un concorso fotografico internazionale dedicato al tema dell’acqua. Le fotografie selezionate daranno vita al libro: Magical - i 111 luoghi di acqua più belli del mondo. Oltre alla pubblicazione nel testo, la giuria premierà l’autore dello scatto migliore con un viaggio per due del valore di 5mila euro in uno

SEMPRE PIÙ SICUREZZA IN VIDEO

KLIMAINFISSO 2013 Si terrà a Bolzano dal 7 al 9 marzo 2013 la prima edizione di Klimainfisso, manifestazione dedicata alla filiera produttiva del serramento. Un’iniziativa di Fiera Bolzano rivolta agli operatori del settore: serramentisti, falegnami e costruttori metallici, distributori, imprese artigiane e edili, ingegneri e architetti. Il primo appuntamento sarà dedicato all’efficienza energetica e alla sostenibilità con una serie di workshop, convegni e conferenze.

Cresce a ritmi esponenziali la richiesta di strumenti di sorveglianza e sicurezza da parte di istituzioni pubbliche, scuole e università, società operanti nel credito e nella finanza, nella vendita, nel trasporto e nei servizi pubblici. Axis è l’azienda che sviluppa soluzioni con tecnologia video di rete per installazioni professionali destinate alla videosorveglianza di sicurezza e al monitoraggio remoto.È la prima a introdurre sul mercato una telecamera per reti IP.

www.axis.com

www.klimainfisso.it

Patricia Urquiola per Budri in Mutable Spirit, mostra di progetti in pietra promossa da Marmomacc alla Triennale di Milano lo scorso aprile.

sistema di matching informatico “Architects-on line”, le aziende italiane possono fissare appuntamenti con architetti provenienti da 17 Paesi tra cui Stati Uniti, Canada, Regno Unito, Sud Africa, India, Germania, Russia, Giappone e Svezia. Ulteriore iniziativa per accompagnare le nostre aziende all’estero è Marmomacc in the World, il tour sviluppato da Veronafiere e Confindustria Marmomacchine. A gennaio, è stata la volta di StonExpo/Marmomacc Americas, a Las Vegas. Dal 30 aprile al 3 maggio invece ha debuttato la rassegna Qatar Stone Tech a Doha, mentre a novembre è prevista la seconda edizione di Saudi Stone Tech, a Riyad in Arabia Saudita.

www.marmomacc.com

SCARPA PER VENINI In programma dal 29 agosto al 29 novembre 2012 all’exConvitto dell’Isola di San Giorgio a Venezia la mostra Carlo Scarpa. Venini 19321947, a cura di Marino Barovier ricostruisce il percorso creativo di Scarpa negli anni in cui operò come direttore artistico di Venini. L’esposizione è la prima iniziativa pubblica de Le Stanze del Vetro, progetto avviato dalla Fondazione Cini in collaborazione con Pentagram Stiftung per lo studio e la valorizzazione dell’arte vetraria veneziana del Novecento.

www.lestanzedelvetro.it

Carlo Scarpa ritratto nello studio di Asolo, Treviso, negli anni Settanta.

A VENEZIA DAL 29 AGOSTO AL 29 NOVEMBRE UNA MOSTRA DEDICATA ALL’ARCHITETTO CARLO SCARPA INAUGURA UN NUOVO SPAZIO ESPOSITIVO PERMANENTE

NUTRIRE IL PIANETA UN SAGGIO SULL’AGRICOLTURA E IL CIBO ANALIZZA L’ATTUALE SITUAZIONE ALIMENTARE GLOBALE PER PROPORRE NUOVI MODELLI IN GRADO DI SOSTENERE LE SFIDE DEL FUTURO Il nostro modo di produrre e di consumare alimenti è un fattore critico per gli equilibri ambientali, economici e sociali. Partendo da questo presupposto, Eating Planet 2012 è il primo rapporto internazionale del Barilla Center for Food & Nutrition redatto in collaborazione con il Worldwatch Institute di Washington. Dalle speculazioni sui prezzi delle derrate alimentari all’impatto di condizioni climatiche sempre più instabili sulle produzioni agricole, alle conseguenze sulla salute dell’ambiente e dell’uomo: il testo analizza la situazione agricola e alimentare globale e ne mette in discussione principi e modus operandi, per proporre nuovi [2]

modelli di sviluppo. Il volume è articolato in quattro ambiti su cui il Barilla Center for Food &Nutrition ha sviluppato la propria attività di ricerca: accesso al cibo, cibo e sviluppo sostenibile, cibo e salute, cibo e cultura. Con i contributi di scienziati, politici, premi Nobel ed esperti di fama mondiale: Tony Allan, Ellen Gustafson, Michael Heasman, Hans Herren, Alex Kalache, Mario Monti, Aviva Must, Joaquín Navarro-Valls, Marion Nestle, Raj Patel, Shimon Peres, Carlo Petrini, Paul Roberts, Vandana Shiva, Ricardo Uauy. Barilla Center for Food & Nutrition è il centro di ricerca e raccomandazione su cibo e alimentazione. Fondato nel 1974 dall’economista Lester R. Brown, il Worldwatch Institute di Washington è stato il primo centro di ricerca indipendente a occuparsi dell’analisi dei trend ambientali globali. sviluppo di una società attenta all’ambiente.

Eating Planet 2012

NUTRIRSI OGGI: UNA SFIDA PER L’UOMO E PER IL PIANETA A cura di: Barilla Center for Food & Nutrition In coll. con: il Worldwatch Institute Editore: Edizioni Ambiente 352 pp - euro 26,00


ARCHITETTURE PER LO SPORT

SUPERSTADI VARSAVIA, KIEV E LOSANNA: TRE IMPIANTI PROGETTATI DA GMP ARCHITEKTEN Con i progetti per tre stadi realizzati nel 2009 in Sud Africa a Città del Capo, Durban, Port Elizabeth e la ricostruzione dello Stadio Olimpico di Berlino nel 2004, lo studio tedesco GMP si è specializzato anche nella progettazione di strutture sportive. Poi ha ricevuto l’incarico per gli stadi di Varsavia e Kiev che ospiteranno le partite del Campionato Europeo di calcio 2012, quello per un avveniristico centro sportivo a Losanna e l’Estadio Nacional di Brasilia, pronto per il 2014. La cifra vincente è da ricercare in una progettazione attenta alla funzionalità e alla destinazione d’uso delle strutture che, allo stesso tempo, tiene conto delle peculiarità del tessuto storico, urbanistico e ambientale delle diverse realtà per le quali sono state concepite.

Durante gli incontri UEFA la facciata in lamiera forata dello stadio di Varsavia si trasformerà in maxischermo grazie a 1.700 apparecchi LED installati dalla consociata locale di Osram (foto ©Marcus Bredt)


[ n. 41/2012] IOArch Costruzioni e Impianti

STADIO OLIMPICO DI KIEV Il progetto per la ricostruzione dello stadio Olimpico di Kiev ha previsto la conservazione di parti della struttura preesistente, apportando importanti modifiche per rendere il complesso efficiente e rispettoso dei moderni standard di sicurezza La struttura a zoccolo del 1948 derivante dalla posizione dello stadio su un pendio alla periferia ovest di Kiev è stata riedificata in una veste diversa durante la ricostruzione. La geometria della parte inferiore del basamento è stata completamente riprogettata e aggiornata in conformità con i requisiti di sicurezza. In particolare sotto il basamento centrale, sul lato ovest dello stadio, sono stati ricavati ampi locali per ospitare e fornire supporto a giocatori, rappresentanti della stampa e ospiti. La struttura della nuova arena dello stadio è stata progettata rispettando il corpo storico dell’edificio, conservando il terrapieno esistente, il livello inferiore degli spalti e l’importante livello superiore delle tribune in cemento armato precompresso costruito nel 1968. L’interno dello stadio, con posti a sedere per circa 68mila persone, presenta un’identità inconfondibile grazie alla struttura del tetto, composta da una membrana in materiale sintetico che incorpora prese d’aria e cupole di luce. Gli oblò dei lucernari, disposti in fi le concentriche, presentano un motivo stellato che crea una sorta di suggestivo [4]

pattern decorativo. Il telaio della struttura del nuovo tetto si distacca chiaramente dalla pre-esistente forma ovale, racchiusa ora in una nuova facciata in vetro che, opportunamente illuminata, di notte diventa un punto di riferimento nel paesaggio urbano della metropoli ucraina.

STADIO UEFA A KIEV Progetto: Volkwin Marg con Christian Hoffmann e Marek Nowak, Project leader Martin Bleckmann Cooperazione con Personal Creativa Architectural Bureau Y. Serjogin

Concetto strutturale e progetto copertura: Schlaich Bergermann und partner - Knut Göppert con Markus Balz e Thomas Moschner Ingegneria strutturale: Kempen Krause

Ingenieurgesellschaft

Attrezzatura tecnica: b.i.g. Bechtold Ingenieurgesellschaft mbH Progettazione illuminotecnica: Conceptlicht Committenza: Nazionale Sport Complex “Olympiysky” Posti a sedere: 68.000 Anno di costruzione: 2009-2011

Dall’alto, l’interno dello stadio sovrastato dalla copertura in materiale sintetico con i lucernari circolari con motivo a stella disposti secondo file concentriche. (foto ©Marcus Bredt). Dettaglio sezione longitudinale. Sotto, vista aerea. Inaugurato nell’ottobre del 2011, lo stadio aumenterà la propria funzionalità con l’aggiunta di una pista di atletica una volta conclusi gli Europei di calcio 2012. (foto ©Marcus Bredt)


IOArch Costruzioni e Impianti [ n. 41/2012]

STADIO NAZIONALE DI VARSAVIA Una costruzione sulle sponde della Vistola diventa punto di riferimento ben visibile nel paesaggio urbano della capitale grazie alla facciata, rivestita con i colori nazionali Lo stadio è situato nella zona est del centro della città, sulla riva della Vistola, ed è destinato a diventare il cuore di un nuovo parco dello sport. Costruita sul preesistente Dziesieciolecia Stadium, una vecchia costruzione non più impiegata per usi sportivi dal 1988, la struttura del nuovo stadio si divide in due parti. Il basamento è costituito da prefabbri-

STADIO UEFA A VARSAVIA Progetto: Volkwin Marg e Hubert Nienhoff con Markus Pfisterer

Responsabili del progetto: M. Pfisterer, M. Hakiel Concetto strutturale e progetto copertura:

Schlaich Bergermann und partner - Knut Göppert con Knut Stockhusen e Lorenz Haspel

Attrezzatura tecnica: HTW, Hetzel, Tor-Westen + Partner, Biuro Projektów DOMAR

Progettazione paesaggio: RAK, Arch. Krajobrazu General contractor: Konsorcjum Alpine Bau

Deutschland AG, Alpine Bau GmbH, Alpine Construction Polska Sp. z o.o., Hydrobudowa Polska S.A. i PBG S.A

Committenza: Narodowe Centrum Sportu Sp. z o.o. Posti a sedere: 55.000 Anno di costruzione: 2008-2011

cati in calcestruzzo e al di sopra di esso, la struttura del tetto a rete in filo d’acciaio ricoperta da una membrana di tessuto plastico è agganciata a supporti liberi in acciaio con tiranti inclinati, elementi che contribuiscono alla forma slanciata del complesso. Il tetto interno è costituito da una tensostruttura retrattile a vela in materiale plastico semitrasparente che si dispiega dall’ago centrale sospeso sul campo di gioco. Il materiale translucido della copertura lascia filtrare la luce e contribuisce alla leggerezza dell’intera struttura, garantendo allo stesso tempo resistenza al vento e agli agenti atmosferici. Un cubo video sospeso formato da quattro mega-schermi permette una visuale ottimale delle azioni sul campo da ogni angolazione dei 55.000 posti a sedere. Al livello superiore degli spalti si accede tramite dodici scale con rampa singola a forma d’arco. Sopra il titolo, vista aerea dello stadio. (foto ©Krystian Trela) Sopra, vista interna degli spalti e del campo da gioco, con i quattro maxischermi sospesi che permettono una visuale completa agli spettatori. (foto ©Marcus Bredt)

A fianco, sezione dello stadio.

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[ n. 41/2012] IOArch Costruzioni e Impianti

COMPLESSO SPORTIVO POLIFUNZIONALE A LOSANNA

Una struttura circolare con vista spettacolare sul lago di Ginevra, punto di partenza di un vasto programma di espansione urbana “Métamorphose-Prés-de-Vidy” era il nome del concorso pubblico per la realizzazione di un complesso sportivo e la riprogettazione urbana dell’area circostante, a ovest di Losanna, vinto da GMP Architekten in collaborazione con lo studio locale Jean Baptiste Ferrari et Associes SA. Punto di partenza di un più vasto piano di espansione urbana, il progetto intende riconnettere con un segno forte e omogeneo i quartieri vicini, una nuova area residenziale e le sponde del lago di Ginevra attraverso un’ampia area verde, parte integrante del progetto, al cui interno sorgerà il nuovo centro sportivo polifunzionale: un’unica costruzione circolare che combina al suo interno diverse destinazioni d’uso. Oltre all’ellisse di uno stadio di calcio regolamentare con 13mila posti a sedere, nel restante spazio a forma di mezzaluna è prevista una piscina agonistica e, al primo piano, un collegio scolastico con speciali impianti sportivi e gli uffici del centro di amministrazione sportiva comunale. I livelli sotterranei accoglieranno un parcheggio multipiano di interscambio al servizio della città di Losanna. La superficie del tetto è pensata per ospitare pannelli solari termici e fotovoltaici e la copertura della piscina prevede lucernari per favorire l’ingresso della luce naturale. Il paesaggio svolge un ruolo centrale: un lato dello stadio si apre verso sud, offrendo agli spettatori una vista spettacolare sul lago di Ginevra e sulle Alpi. Un ponte panoramico [6]

Spaccato angolare del nuovo impianto sportivo polifunzionale. È visibile al di sotto dello stadio e dell’area verde del campo da gioco l’ultimo livello del parcheggio pubblico multipiano di interscambio. Sopra il titolo, render del prospetto sud, aperto sul lago di Ginevra.

CENTRO SPORTIVO PRÉS-DE-VIDY, LOSANNA permetterà di assistere anche dall’esterno alle attività in campo e di accedere al vestibolo-atrio di fronte al complesso delle piscine, che funge da elemento di collegamento tra le diverse funzioni, gli spazi aperti per il tempo libero e il nuovo quartiere residenziale che sorgerà sull’area interessata, un lotto triangolare definito su due lati da grandi arterie di traffico. Visibile da lontano, questo disco monolitico che sembra galleggiare sulle sue platea e la cui forma decisa denota la funzione pubblica, è destinato a diventare un nuovo landmark di Losanna.

Progetto architettonico e urbanistico: Volkwin Marg e Hubert Nienhoff. Project Manager Florian Illenberger. In collaborazione con Jean-Baptiste Ferrari et Associés SA. Committenza: Comune di Losanna per tutte le strutture pubbliche; investitori privati per il residenziale e unità commerciali

Progettazione strutturale: Tensis Limited (concorso) Sicurezza antincendio: CR Conseils Sàrl Landscape Design: Hager Partner AG Pianificazione dei trasporti: Kontextplan AG Sostenibilità: Transsolar Energietechnik GmbH Numero di posti dello stadio: 13.000 (partite di calcio), 20.000 (altri eventi) Complesso piscina: vasca da 25 metri, vasca da 50 metri, piattaforma tuffi da 10 metri Parcheggio auto multipiano: 1.220 posti auto Timing: Progettazione esecutiva dal 2012; inizio dei lavori 2016, completamento 2019


IOArch Costruzioni e Impianti [ n. 41/2012]

GMP ARCHITEKTEN GMP ARCHITEKTEN SEMPLICITÀ PROGETTUALE IN EQUILIBRIO TRA UNIFORMITÀ E VARIETÀ PER UN TEAM CHE HA VINTO PIÙ DI 470 PREMI IN CONCORSI NAZIONALI E INTERNAZIONALI In alto, gli architetti Meinhard von Gerkan e Volkwin Marg, fondatori dello studio GMP. (foto ©Timmo Schreiber)

Fondato dagli architetti Meinhard von Gerkan e Volkwin Marg nel 1965 ad Amburgo, lo studio di progettazione GMP-von Gerkan, Marg und Partners è una realtà cresciuta nel tempo con l’ingresso di quattro partner - gli architetti Hubert Nienhoff, Nikolaus Goetze, Jürgen Hillmer e Stephan Schütz- la collaborazione con l’architetto cinese Wu Wei, con altri undici partner associati e con più di 500 dipendenti in Germania e all’estero. Grandi numeri per uno studio impegnato nella progettazione e realizzazione di ogni tipologia di edifici, da abitazioni di piccole dimensioni, ad alberghi, musei, teatri e sale concerti, uffici, centri commerciali e ospedali, strutture di ricerca, sportive e scolastiche, edifici industriali, stazioni e aeroporti. È proprio con il progetto per il terminal aereo Tegel di Berlino che lo studio è diventato noto a livello internazionale nel 1975, una progettazione innovativa poi applicata anche nella trasformazione delle sale partenze-arrivi degli aeroporti di Stoccarda e Amburgo. Sempre nella capitale tedesca, lo studio ha firmato i progetti di ricostruzione dello Stadio Olimpico e per la Stazione Centrale di Berlino, completata nel 2006. Lo studio ha vinto più di 470 premi in concorsi nazionali e internazionali Di fama internazionale i loro progetti per la nuova Fiera di Lipsia, per la Fiera di Rimini, il Padiglione Cristo per l’EXPO 2000, il Museo Nazionale Cinese a Pechino. Ma non solo edifici: lo studio GMP ha dimostrato competenze urbanistiche con le proposte visionarie della “Stuttgart 21” per la Deutsche Bahn, il nuovo quartiere HafenCity ad Amburgo, il piano urbanistico di Bucarest (Romania) e progetti urbani in Cina, compresa la pianificazione di Lingang New City per 800mila abitanti

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Aeroporto di Berlin-Tegel,1965-1975 (foto ©Landesbildstelle Berlin) Fiera di Rimini, 1997 (foto ©Klaus Frahm) Bird Watching Tower, Graswarder, Germania, 2005 (foto ©Heiner Leiska) Cape Town Stadium, 2009-2010 (foto ©Bruce Sutherland) National Museum of China, Pechino, 2010 (foto ©Christian Gahl) Tianjin West Railway Station, Cina, 2011 (foto ©Christian Gahl) National Stadium, Brasilia, in costruzione (render GMP)

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ARCHITETTURE PER LO SPORT

PILOTIS E PALLA OVALE

IN RIVA AL TEVERE Antonio Morlacchi

UN NUOVO IMPIANTO SPORTIVO DEDICATO AL RUGBY PER ROMA CAPITALE Dopo 11 edizioni disputate al Flaminio, quest’anno l’incontro italiano del Sei Nazioni di rugby si è svolto all’Olimpico. Un segno del crescente interesse verso la pratica di questo sport, in Italia cresciuto prima di altre regioni nel fango dei campi del Veneto e del Polesine. La durezza dello scontro, il passaggio all’indietro, l’incontro conviviale tra gli avversari dopo la gara (il “terzo tempo”), le diverse tifoserie sedute fianco a fianco conferiscono nobiltà al rugby, assai lontano dagli eccessi e dalle miserie dell’attuale calcio-spettacolo contribuendo a questa crescita di interesse.


[ n. 41/2012] IOArch Costruzioni e Impianti

Filippo M. Martines Atelier Apollodoro Studi e Ricerche

Filippo M. Martines (Roma, 1982) si laurea alla Sapienza nel 2009 con una tesi di laurea sperimentale messa a punto presso il Department of Mechanical Engineerig dell’Università di Rochester (NY), dove è stato assistente di ricerca. Il periodo americano permette a Martines di entrare in contatto con ricercatori e progettisti per sviluppare la sua tesi “Città verticale: progettazione di un grattacielo”, con la realizzazione di un prototipo di struttura pneumatica alimentata ad azoto per il sollevamento di edifici multipiano, che gli vale il primo premio al Concorso “Nardi” nel 2009. Dopo incarichi per conto della Sovrintendenza romana ai beni archeologici e collaborazioni con UnGroup Architetti, lo studio Daniel Libeskind - City Edge a Milano e ABDR a Roma, nel 2011 fonda con l’architetto Giacomo Martines lo studio AdEP - Apollodoro Studi e Ricerche.

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L’IMPATTO AMBIENTALE

Queste le premesse del ripristino funzionale di un’area di 20.000 mq, a Roma in Lungotevere Dante, per dare vita a un centro di aggregazione sportivo dedicato al rugby in sostituzione dei campi in terra e del fabbricato degradato oggi insistenti sull’area, Si tratta di terreni soggetti a esondazione del Tevere, posti 8 metri sopra il livello del fiume ma 4 metri sotto l’argine di Lungotevere Dante. Per questo il progetto Mezzaluna Fertile, sviluppato dall’atelier Apollodoro Studi e Ricerche, è caratterizzato in primo luogo da pilotis che sollevano il primo livello utile allo stesso livello dell’argine (+14,50) e da una passerella di collegamento tra il Lungotevere e l’edificio, pensata come una nuova promenade che come un pontile –impressione data anche dai pilotis che reggono l’edificio- corre interamente lungo un fianco dell’edificio fi no ad affacciarsi

MEZZALUNA FERTILE Concorso: Ripristino funzionale di un impianto sportivo di proprietà di Roma Capitale Progetto: Mezzaluna fertile Località: Roma, Lungotevere Dante Progettazione architettonica:

Apollodoro Studi e Ricerche, Arch. Filippo M. Martines

Consulente per la sostenibilità ambientale:

Arch. Giacomo Martines

Consulente per il risparmio energetico:

Arch. Giulia Carriere

Progettazione del paesaggio: Arch. Niccolò Cau - Studio Spin

Collaboratori: Arch. Cosimo F. Lavacca, Roberto

Mercoldi, Arch. Maddalena Moauro, Cinzia Schiraldi, Roberta Zaccara, Francesca Menchella, Fabiola Signorelli, Olinda Ferrieri Caputi

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L’IMPATTO AMBIENTALE La scelta della geotermia orizzontale, una soluzione ottimale anche in termini di costi data l’ampia superficie (circa 7.500 mq) destinata ai campi da gioco, si affianca ad altre soluzioni per minimizzare l’impatto ambientale: riutilizzo dei rifiuti da demolizione della struttura preesistente come materiale inerte nelle nuove strutture di spalti, sottofondi, platee fondali; campi da gioco in terreno compattato e aree lastricate drenanti per non alterare le falde acquifere; recupero e filtraggio delle acque piovane in due cisterne sotterranee separate per irrigazione e a servizio dei VV.FF; integrazione architettonica di pannelli fotovoltaici applicati in facciata sul volume di connessione verticale dei livelli. È prevista la coibentazione dell’involucro mediante coibentazione continua delle superfici esterne con sistema a cappotto e rivestimento in kerlite. Infine, il volume di accesso e distribuzione verticale in vetrocamera e brise-soleil funge da serra durante il periodo invernale, mentre in estate aperture controllate elettronicamente producono moti convettivi che contribuiscono al raffrescamento.


IOArch Costruzioni e Impianti [ n. 41/2012]

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IL PIANO DEL PAESAGGIO

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Sistema delle funzioni a. b. c. d. e.

Lungotevere Dante accesso pedonale passerella club house accesso dalla rampa carrabile parcheggio auto, motocicli e cicli

sul fiume, off rendo piacevoli e singolari spunti prospettici sui campi, sul fiume stesso e sulla città. Nelle ore notturne questo spazio si trasforma, grazie al progetto illuminotecnico, in ingresso di rappresentanza della Club House posta al secondo livello. Se il nome del progetto è un chiaro riferimento alla conformazione dell’area, l’edificio si sviluppa linearmente in posizione ortogonale al fiume e alla viabilità principale. La disposizione dei corpi e la scelta dei materiali di rivestimento e delle cromie del fabbricato sono pensati per favorirne l’inserimento paesaggistico e accentuare il gioco dei volumi. Sul primo livello, costituito da quattro semplici volumi (che ospitano gli spogliatoi, una sala di primo intervento, gli uffici, la sala del custode e locali tecnici) rivestiti in Kerlite, poggianti direttamente sui pilotis e mascherati in parte dalla vegetazione, “galleggia”, sospeso su un taglio vetrato, il secondo piano costituito da un volume compatto con facciata ventilata in doghe di legno, arretrato sul prospetto nord e aggettante sul prospetto sud rispetto al fi lo del fabbricato. Gli stessi pilotis e la passerella sospesa contribuiscono ad accentuare l’impressione di leggerezza dell’impianto, protetto alla vista anche dalla vegetazione ripariale. Solo il corpo della hall, su tre livelli e contenente gli elementi di distribuzione verticale, scende fi no a quota terreno. Oltre a una sala polifunzionale e una palestra, il secondo livello, a quota +18,00, comprende due ampie terrazze. Prevalentemente a terrazzo anche la copertura (+22,50), utilizzata nel periodo estivo come ampliamento della club house sul Tevere. Il nuovo impianto sportivo presenta 5 campi di gioco: un campo da rugby con

f. g. h. i. l. m.

zona di carico e scarico/sosta pullman accesso alla zona dei campi sportivi campo da calcetto campo polivalente campo da rugby magazzino attrezzi

spalti (formati da gradonate addossate alla scarpata del Lungotevere come parte della sistemazione paesaggistica del sito), tre campi di calcetto e un campo polifunzionale con spalti. Un parcheggio piantumato accessibile da una rampa rimodellata (pendenza 8%) completa le dotazioni. Realizzati in erba i nuovi campi poggeranno non già su platea in cemento armato ma su una fondazione in terra armata (poichè l’area è soggetta a esondazioni) sotto la quale, a circa 60 cm di profondità, corre un sistema di captazione geotermico di superficie in grado di climatizzare l’intero edificio sia in estate sia in inverno e di provvedere al fabbisogno di ACS. Una pre-certificazione energetica svolta in fase preliminare colloca l’edificio in classe A con una previsione di fabbisogno complessivo di 21,9 kWh/mq/anno

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Mezzaluna fertile prevede, attorno all’edificio e ai campi sportivi, la sistemazione di un parco sportivo naturalistico. Il piano del paesaggio, progettato anche per frapporre filtri visivi al complesso, sia dalla viabilità principale che dall’opposta sponda del fiume, prevede la messa a dimora di alberi ad alto fusto, siepi, l’infittimento della vegetazione ripariale esistente e un percorso sportivo nel verde culminante in un’esedra vegetale posta all’estremità sud del lotto.

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Sistema del verde 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. 11.

viale alberato declivio naturale a bosco con cuscini misti spalti per il campo da rugby in gabbioni di ciottoli filari ad alto fusto Tilia cordata Greenspire e prato armato carrabile - accessibilità diversamente abili pavimentazione in ghiaia stabilizzata accessibilità diversamente abili specchio d’acqua prato dei campi sportivi su terra stabilizzata siepe potata h 3 m e profondità 1 m bordura di confine h 1,5-1,8 m; Nerium Oleander bosco misto alto fusto prato armato carrabile

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IL PIANO IDROGEOLOGICO Pilotis o palafitte? In Mezzaluna Fertile si tratta di entrambe le cose, per fruire consapevolmente di spazi naturali evitando le conseguenze spesso drammatiche frutto di cattiva edilizia, pessima pianificazione urbanistica e cambiamenti climatici. Lo studio geomorfologico preliminare ha messo in luce le caratteristiche dell’area su cui si è poi basato il progetto architettonico, nel quale sono state studiate altre soluzioni meno evidenti ma altrettanto importanti, come un sistema reversibile di recinzione dei campi di gioco per evitare che, in caso di piena, le reti stesse ostacolino il regolare flusso delle acque e dei detriti.

Anche la pavimentazione drenante del fondo dei campi da gioco, preservando la permeabilità del terreno, assume un ruolo importante in caso di esondazioni, contribuendo a ridurre la velocità delle acque e favorendo il loro naturale assorbimento.

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[ n. 41/2012] IOArch Costruzioni e Impianti

SOFTWARE

IL MOTORE DEL CAMBIAMENTO Milano, 7 maggio, nuovi uffici di Autodesk in Tortona 37. Chi pensa alla solita presentazione delle release annuali, si sbaglia. Certo, le release ci sono, con una razionalizzazione dei bundle di offerta basata sulle esigenze degli studi di progettazione (vedi schema a fianco) e, finalmente, con modalità one-click per passare da un’applicazione all’altra. Ma la vera notizia è che negli ultimi 2 anni Autodesk è passata da 12 a 60 milioni di utenti. Perché sta cambiando la logica desktop/server incentrata sull’ufficio. Esempi? Con WS, oggi Autocad è online, accessibile da qualsiasi piattaforma e da qualsiasi sistema operativo: 7 milioni di utenti, ogni 2 secondi un file viene scambiato in rete. Sketchbook Pro, il software di Autodesk ottimo per disegnare schizzi su iPad, è diventato un fenomeno virale: 150.000 download alla settimana.

Rendering dell’Emergency Building a Barcellona. Per la progettazione sono stati utilizzati i software Revit di Autodesk (Architecture, MEP e Structure). Image courtesy di ACXT-IDOM-ADD+.

Ogni mese 21milioni di persone ritoccano foto e video direttamente online con Pixlr-o-Matic. Il mobile, quindi, per lavorare anche lontano dall’ufficio con gli stessi strumenti dell’ufficio. E naturalmente il cloud, frutto del web e della banda larga. Che permette di utilizzare gli stessi strumenti che una volta erano disponibili solo in ufficio, con la possibilità di modificare il progetto in cantiere condividendo con tutti - team di progetto, fornitori, impresa, committente - la soluzione dell’ultimo minuto. Ma il cloud non è solo strumento di condivisione (per quello basterebbe Dropbox). È sofware as a service, ovvero la possibilità di lavorare pagando la licenza per il tempo in cui si usa. E, soprattutto, è potenza di calcolo illimitata: una server farm a propria disposizione. Da oggi il cloud di Autodesk si chiama Autodesk 360, il portale che raggruppa in maniera ordinata tutte le funzioni disponibili su subscription: memoria, visualizzazione (per condividere i progetti anche con chi non dispone dei software per aprirli), collaborazione, analisi energetica, analisi strutturale, ottimizzazione. E rendering: invece di rivolgersi a specialisti o di lanciarlo sulle macchine in studio la sera per scoprire il mattino dopo che il processo non è terminato, il render arriva da Autodesk in rete, finito (al momento sono già 2 milioni le ore di CPU utilizzate per processi di renderizzazione). Già disponibile su cloud anche Autodesk PLM 360 per l’analisi dell’intero ciclo di vita dell’edificio: un fattore competitivo che a giudizio di molti potrà essere decisivo per gli studi di architettura in questo periodo di stasi di nuovi progetti. Il mondo cambia e, più che adeguarsi, Autodesk sembra precorrere il cambiamento (vedere per questo Autodesk Labs: http://labs.autodesk.com/, il luogo dove le nuove idee prendono forma). Cresce la domanda di progettazione integrata e cresce del pari la contaminazione tra specifici aspetti del progetto:

il mondo dell’architettura inizia ad adottare logiche di assemblaggio che in precedenza appartenevano solo al mondo manifatturiero, il quale a sua volta è sempre più attento alla forma degli oggetti. Il mondo dei videogiochi trae crescente ispirazione dalla progettazione architettonica, che a sua volta richiede visualizzazioni iperrealistiche, per convincere ma anche per valutare al meglio gli effetti di un progetto sulle persone che lo dovranno abitare e usare. La comunicazione, la possibilità di rappresentare virtualmente al meglio i propri prodotti sta sostituendo i metodi di vendita tradizionali in molti mercati. Autodesk, che in questi anni ha basato tutto il proprio lavoro di ricerca sullo sviluppo dei software parametrici e che in portafoglio ha anche 3ds Max e Maya, offre gli strumenti giusti per questo cambiamento. E chiude l’anno fiscale con 2,2 miliardi di dollari di fatturato, utili in crescita del 14% e una liquidità di 1,6 miliardi. A.M.

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PERCENTUALE DI STUDI CHE ADOTTANO TECNOLOGIE BIM: Italia

48%

Regno Unito

82%

Francia

71%

Germania

36%

Spagna

36%

Fonte: Sondaggio 20|20 di Epson su un campione di 500 studi di architettura europei

Gli architetti in Italia considerano la tecnologia del loro studio:

all’avanguardia 7% sufficiente 39% obsoleta/ inesistente 20%

GESTIRE LA COMPLESSITÀ MODEFRONTIER, IL SOFTWARE ITALIANO CHE AIUTA A PRENDERE LE DECISIONI Qual è la scelta progettuale ottimale per isolare al meglio un involucro edilizio? Quale la dimensione e il posizionamento ottimale delle schermature per ottenere il massimo apporto solare in inverno minimizzando quello estivo? E come calcolare il corretto compromesso tra apporto energetico e livello di illuminazione naturale? Come ridurre l’impatto ambientale di un edificio evitando di ricorrere a soluzioni che, ad esempio nella produzione dei materiali necessari, generano un maggiore contributo indiretto alle emissioni-serra? Ma più spesso ancora, quali sono le scelte progettuali capaci di ottimizzare il rendimento di un edificio e il costo di costruzione? Il software modeFRONTIER, valutando tutti i dati quantitativi della domanda, individua il compromesso ottimale aiutando così progettisti e costruttori ad assumere le decisioni migliori. Premessa indispensabile il ricorso alla progettazione parametrica: il software non può fornire valutazioni razionali di semplici disegni. Un grande aiuto all’ottimizzazione è anche il ricorso a processi di progettazione integrata sempre più estesi, capaci di comprendere

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in dati numerici la maggior parte degli aspetti - posizione, orientamento, spessori, valori di isolamento, superfici, scelte impiantistiche - della progettazione di un edificio. modeFRONTIER, un software tutto italiano di Esteco, società fondata nel 1999 come spin-off dell’Università di Trieste dagli ingegneri Carlo Poloni (presidente), Luka Onesti (CTO) e Enrico Nobile (scientific advisor) da qualche anno partecipata da EnginSoft di Stefano Odorizzi, è già stato utilizzato da diversi progetti di ricerca e progettazioni concrete in campo architettonico e di ingegneria civile. Ad esempio il team di progettazione del nuovo tunnel ferroviario di base del Brennero sta utilizzando modeFRONTIER per individuare, attraverso un processo non lineare, le incognite relative al comportamento dell’ammasso roccioso a grandi profondità, assumendo i dati ottenuti a base della scelta delle tecniche di scavo e di sicurezza ottimali. www.esteco.com A.M.

Gli architetti e il Mac

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Con la rivoluzione mobile molti utenti si trovano a usare quotidianamente, apprezzandone la semplicità e la stabilità, strumenti e sistemi operativi di Apple, a cominciare dall’iPhone. Due anni fa poi è successo un fatto di rilievo: Autodesk ha rilasciato una versione di AutoCAD nativa per Mac. Un gradito ritorno (AutoCAD era nato proprio su Mac) che, insieme al porting di altri software Autodesk verso Mac OS, ha portato molti progettisti a riconsiderare l’uso dei computer di Cupertino come risorsa professionale abbandonando la piattaforma Windows. Del resto sono molti i software nati su Mac OS e utilizzati dai professionisti della progettazione architettonica, primo fra tutti ArchiCAD di Graphisoft (distribuito in Italia da Cigraph), giunto alla release 15, che consente di progettare in 2D e in 3D in ambiente totalmente parametrico e ricco di plug-in per far fronte a esigenze specifiche. Anche Vectorworks (di Nemetschek, l’ultima versione è la 2012) operava già con una logica BIM fin dal suo esordio, nel lontano 1985, quando si chiamava MiniCad, per riconoscere gli oggetti avanzati inseriti in progetto e consentirne l’adattamento intelligente secondo le loro caratteristiche e la modalità di visualizzazione. Oggi Vectorworks offre agli utenti un processo di renderizzazione basato sul famoso Cinema 4D di Maxon. Ovviamente su Mac è poi possibile utilizzare tutti i software open source, primo fra tutti Google SketchUp, che oggi è il software usato da tutti, ma proprio tutti gli architetti per disegnare e progettare qualsiasi cosa, dalla tazza al grattacielo.


Milano Architettura Design Edilizia

Il futuro è adesso

8 aree specializzate, 1950 espositori, 96.580 mq di esposizione netta, 253.533 visitatori professionali, 70 associazioni di categoria, 240 convegni. Strutture, involucro edilizio, serramenti, architettura d’interni, spazi verdi, software e cantiere. A MADE expo soluzioni innovative e sostenibili realizzano oggi il futuro dell’architettura.

Fiera Milano, Rho 17_20 ottobre 2012 MADE expo è un’iniziativa di:

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[ n. 41/2012] IOArch Costruzioni e Impianti

MUSEO CASA NATALE ENZO FERRARI

ARCHITETTURA

AERODINAMICA Antonio Morlacchi

“Se lo puoi sognare lo puoi fare”. A Modena, progetto architettonico, scienza e tecnica delle costruzioni danno forma a una delle frasi più celebri del Drake. Sul sito della casa dove nacque in una nevosa giornata di febbraio del 1898.

Sopra, la nuova galleria che abbraccia l’edificio originale con la casa natale di Enzo Ferrari e l’officina di suo padre. In alto, l’interno dell’esposizione e, a destra, due immagini della facciata vetrata (foto ©Andrea Morgante e Studio Cento29). A destra, la sezione del fronte Sud.

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Aule scolastiche, spazi di vendita, stazioni della metropolitana (quella di Napoli realizzata in collaborazione con Anish Kapoor): tutto sembra galleggiare dentro gli involucri senza angoli progettati da Jan Kaplický. Come in questa galleria galleggiano, su pedane in vetroresina, le auto sportive che hanno fatto la storia delle competizioni e di larga parte del tessuto artigianale-industriale, tecnico e creativo di quest’angolo di pianura padana chiamato motor valley, con epicentro Modena. Responsabile di questa sensazione di avvolgente straniamento, per averne condiviso l’essenza fin dal concept e, dopo la prematura scomparsa di Kaplický, per avere concluso i lavori è Andrea Morgante, oggi titolare di Shiro Studio ma per molti anni al fianco dell’architetto Praghese come direttore associato di Future Systems. Inaugurato lo scorso marzo, il nuovo polo museale voluto dalla Fondazione Casa di Enzo Ferrari – Museo mette in comunica-

zione tre secoli di civiltà: dalla casa e officina di carpenteria metallica del padre, venduta da Enzo Ferrari negli Anni Venti per comprare una vettura da corsa, alla nuova galleria che l’abbraccia e che, pur destinata a ospitare capolavori dell’epoca del motore a combustione interna, già dalle forme lascia immaginare che, finiti i tempi del petrolio a buon mercato, non rinunceremo all’immensa libertà che è il vero portato dell’automobile come mezzo di locomozione individuale. Due i tratti estetici distintivi del nuovo edificio: la grande copertura (3.300 mq) in doghe di alluminio “Giallo Modena” con dieci fen-


diture per le prese d’aria che ricorda un cofano motore e la parete vetrata a doppia curvatura in pianta e inclinata di 12,5° rispetto al terreno che dialoga, inquadrandola, con la casa natale. Con un’altezza massima di 12 metri, pensata per non sovrastare l’edificio storico, la galleria, interamente aperta alla vista dall’ingresso, si sviluppa in lieve pendenza fino a quota -4, sviluppando una slp complessiva di circa 5.000 mq. Raggiunto (per naturale inclinazione o per mezzo di un’ampia scala) il cuore dell’esposizione e tornando in direzione dell’ingresso si incontra una conference room, una sala proiezioni e il centro di documentazione intitolato

ad Andrea Scaglietti, insieme a Pinin Farina il carrozziere più vicino a Enzo Ferrari. Al livello 0, accanto all’ingresso, la biglietteria, il bookshop, una caffetteria e sull’altro lato i servizi. Il bianco accoglie visitatori e vetture esposte (fino a 21 vetture contemporaneamente): bianca la controsoffittatura curva in teli Barrisol, bianca la pavimentazione in resina cementizia, bianche le pedane espositive in fibra di vetro, poggiate su brevi pilastri centrali in ferro invisibili alla vista. Sono gialli (“Modena”, naturalmente) solo i pilastri che mantengono in tensione i cavi in acciaio che sorreggono la parete vetrata.

Andrea Morgante, Shiro Studio Dopo la laurea in architettura Andrea Morgante (Milano, 1972) si trasferisce a Londra, dove collabora con RMJM. Nel 2001 entra nello studio di Future Systems, di cui diventa Direttore Associato nel 2006. Dal 2008 al 2009 collabora con Ross Lovegrove e nel 2009 fonda a Londra Shiro Studio, atelier di progettazione multidisciplinare. Shiro in giapponese significa bianco indicando con questo anche uno stato di serenità e purezza come quello che si ritrova in quella infinitesimale frazione di tempo prima che un concetto si riveli graficamente sulla carta bianca. Nel campo del design lo studio collabora con aziende come D_Shape, DND, Alessi, Agape, MGX e Poltrona Frau. Parallelamente all’attività progettuale Andrea Morgante ricopre con frequenza incarichi di docenza universitaria. www.shiro-studio.com

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[ n. 41/2012] IOArch Costruzioni e Impianti

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6 6 5 Piante del livello 0 e, sotto, del livello -4 della nuova galleria.

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bar biglietteria cucina bookshop servizi igienici esposizione spazio eventi locale didattico locale audio visivi locale di servizio spazio tecnico deposito locale tecnico

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Ricostruita fedelmente come il resto dell’edificio dei primi dell’Ottocento, è la scritta “Officina meccanica Alfredo Ferrari” ad accogliere i visitatori all’ingresso del sito. Recuperata la copertura e consolidata strutturalmente e in funzione antisismica con nuovi architravi e l’inserimento di due eleganti pilastri a forcella, l’officina è ora percorsa per tutta la lunghezza (40 metri) da un’installazione permanente concepita da Morgante come un libro aperto suddiviso da capitoli e pagine bianche verticali che con le loro curvature sporgenti e rientranti muovono il percorso tra video (retroproiettati su

Galleria espositiva all’interno dell’ex Officina meccanica Alfredo Ferrari. È percorsa per tutta la lunghezza da un’installazione concepita da Morgante come un libro suddiviso da pagine bianche verticali.

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IOArch Costruzioni e Impianti [ n. 41/2012]

MUSEO CASA NATALE ENZO FERRARI Luogo: via Paolo Ferrari 85, Modena Committente: Fondazione Casa Natale Enzo Ferrari Completamento: marzo 2012 Superficie area di progetto: 10,600 mq Superficie interna: 5,200 mq

(4,200 mq Galleria, 1,000 mq casa natale)

Importo lavori: € 14.200.000 Concept design: Jan Kaplický (Future Systems), 2004 Capo progetto e direzione artistica: Andrea Morgante (Shiro Studio)

Team di progetto: Andrea Morgante, Søren Aagaard, Oriana Cremella, Cristina Greco, Clancy Meyers, Liz Middleton, Itai Palti, Maria Persichella, Filippo Previtali, Daria Trovato Progetto allestimenti interni: Jan Kaplický (Future Systems), Andrea Morgante (Shiro Studio) Project Management e Direzione Lavori: Politecnica - Modena

Team di progettazione Politecnica:

Francesca Federzoni, Fabio Camorani, Marcello Gusso, Francesco Frassineti, Paolo Muratori, Stefano Simonini, Fatima Alagna e Renzo Pavignani

Main Contractor:

Associazione Temporanea di Imprese fra: Cooperativa di Costruzioni (capogruppo), CMB, Coopsette, Scianti, CG2, Ing. Ferrari Impianti, ITE Group

Direttore tecnico:

Giuseppe Coppi (CdC - Modena)

teli Barrisol traslucidi), teche di memorabilia e documenti che ricostruiscono la vita di Enzo Ferrari. All’estremità del percorso si trova il nucleo in origine abitativo: al piano terra l’allestimento prosegue in due stanze più piccole, mentre il resto dei locali al piano primo è utilizzato dagli uffici della Fondazione Casa Natale Enzo Ferrari. Automobili e costruzioni: responsabili insieme di più del 60% dei consumi di energia fossile del pianeta, insieme protagonisti del cambiamento. Mentre sono prossime al debutto vetture in grado di consumare un litro di carburante per 100 km, la galleria e

Pianta della casa natale 1. ingresso 2. area espositiva 3. sala espositiva 4. sala espositiva 5. meeeting room 6. ufficio

Dettaglio dei lucernari di copertura. I dieci lucernari, oltre a restituire alla copertura in modo simbolico le prese d’aria tipiche di un cofano di vettura da corsa, assolvono ai compiti più importanti di far filtrare la luce naturale all’interno e di raffrescare la galleria mediante termo-sensori che ne regolano l’apertura per smaltire l’aria calda in accesso, innescando una ventilazione naturale passiva “free cooling”. Il disegno ne mette in luce la complessità costruttiva. (foto ©Studio Cento29)

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il museo di Casa Natale Enzo Ferrari adottano molte delle tecnologie più avanzate in campo impiantistico. Geotermia (25 sonde a 100 metri di profondità) e pannelli fotovoltaici installati sulle schermature della facciata; distribuzione del calore in tutti gli ambienti mediante pavimenti radianti; sistema domotico che regola le aperture in copertura per provvedere al ricambio d’aria e favorire il raff rescamento estivo

INGEGNERIA NAVALE Costruire una struttura monoscocca come quella della nuova galleria non è semplice e comporta un approccio a metà tra ingegneria civile e ingegneria meccanica, adottando soluzioni più simili alle tecniche nautiche che a quelle edilizie. La facciata ad esempio, che nasce progettualmente dall’intersezione di due coni, è retta da cavi nautici in acciaio pretensionati (diametro 30 mm, portata 40 ton ciascuno). Anche la copertura, a doppia curvatura, ha tratto ispirazione dalla tecnologia navale. Dopo una prima consulenza, affidata da Kaplický ad Arup in fase di concorso, l’incarico per la progettazione strutturale del nuovo museo (oltre che per la sicurezza e la direzione lavori) è stato affidato a Politecnica, importante società di ingegneria specializzata nella gestione di processi complessi con 200 addetti nelle 4 sedi di Modena, Bologna, Firenze e Catania,. Politecnica si è occupata anche delle soluzioni energetiche e impiantistiche (geotermia a sonde verticali, climatizzazione radiante, ventilazione controllata). http://politecnica.it

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IL CANTIERE La Cooperativa di Costruzioni di Modena (CDC), capogruppo della A.T. di imprese appaltanti, ha coordinato l’intera commessa e i complessi aspetti costruttivi e gestionali sotto la guida delll’ingegnere Giuseppe Coppi, direttore tecnico del cantiere. I lavori principali hanno riguardato: Sottofondazioni e fondazioni Circa 200 pali trivellati di sottofondazione a sostegno della “vasca bianca” impermeabile di fondazione in calcestruzzo armato, con platea in pendenza e setti verticali ad andamento irregolare. Sistema strutturale iperstatico L’intera struttura portante in elevazione è stata rimodellata e ricalcolata per ottimizzarne le prestazioni statiche, in particolare per il sostegno del portale e della tensostruttura di facciata (460 mq) e della copertura. Facciata in vetro Il portale è stato realizzato con tubolare curvo in acciaio (diametro 1.000 mm) ad andamento sinusoidale per i 60 m. di lunghezza composto da conci saldati in opera e pilastri a Y inclinati. Le lastre in vetrocamera sono sostenute da mensole in acciaio inox ottenute per microfusione fissate a cavi inox inclinati e pretensionati a 20 ton. e sono distanziate con giunti siliconici spessi 4 cm. Copertura a doppia curvatura Costituita da una tripla orditura di arcate metalliche reticolari a spinta eliminata, montata impiegando contemporaneamente 2 autogru, la gru a torre e 2 cestelli per le operazioni in quota.

Isolamento termico e impermeabilizzazione L’installazione del pacchetto di coibentazione della copertura si è rivelata particolarmente impegnativa a causa delle elevate pendenze e della forma tridimensionale: i pannelli (spess. 16 cm) sono stati incollati a formare una superficie sfaccettata a giunti saturati, su cui sono state conficcate, con l’ausilio di 2 stazioni totali gps per garantirne la precisione, quasi 5.000 piastre in acciaio per fissare l’orditura di supporto delle doghe gialle di copertura. Manto di copertura I 3.300 mq di superficie in doghe d’alluminio estruso, calandrate lungo i 12 cm di larghezza e adattate alla curvatura in opera nel senso della lunghezza, sono state incastrate lungo i fianchi e di testa mediante guarnizioni a tenuta d’acqua. Il montaggio delle due orditure di sottostruttura, in particolare di quelle poste sopra i lucernari, è stata l’operazione più complessa, con l’impiego di speciali carrelli-biella progettati ad hoc per consentire movimenti a carrello e a cerniera nelle diverse direzioni, assecondando le dilatazioni termiche senza alterazioni alla statica e alla tenuta all’acqua. Pavimentazione cementizia interna Realizzata in porzioni continue molto ampie, con pochi giunti di dilatazione coincidenti con i cambi di pendenza, secondo il disegno della Direzione Artistica. La miscela super-additivata impiegata è stata rigorosamente controllata per l’intera filiera produttiva fino alla posa in opera, superando addirittura gli obiettivi prefissati. Con 170 milioni di produzione annua la Cooperativa di Costruzioni di Modena, in attività da 104 anni, si colloca tra le prime 30 imprese di costruzioni in Italia.



Lettura/Cultura Narrare l’urbanistica alle élite. Il Mondo (1949-1966) di fronte alla modernizzazione del Bel Paese autori: Attilio Belli, Gemma Belli editore: FrancoAngeli 328 pp - euro 38,00 Il volume ricostruisce il modo in cui «Il Mondo», settimanale di ispirazione liberaldemocratica svincolato dalle ideologie dominanti all’epoca, abbia prospettato una narrazione dell’urbanistica per le élite. Lo fa perlustrando a fondo gli 890 numeri del settimanale (che esce dal 1949 al 1966) cercando di decifrare l’iniziale contesa tra diverse visioni urbanistiche e documenta l’affermarsi dell’egemonia di Antonio Cederna, durata a lungo non solo nel giornalismo, ma anche nell’urbanistica.

Officina Iuav, 1925-1980 Saggi sulla scuola di architettura di Venezia a cura di: Guido Zucconi, Martina Carraro editore: Marsilio 270 pp - euro 28,00 Una raccolta di saggi che mette in luce alcuni momenti fondamentali della storia dell’Istituto Universitario di Architettura di Venezia, definito, a partire dal secondo dopoguerra, «scuola dissidente» ovvero luogo di opposizione culturale e politica ai modelli consolidati di accademia. La vicenda si distende lungo un arco temporale di quasi settant’anni, spingendosi oltre la presunta “età d’oro” - tra gli anni Cinquanta e Sessanta - su cui finora si è maggiormente concentrato l’interesse degli studiosi.

Lo studio

FARE CENTRO A MILANO IL NUOVO STUDIO DI SIMONE MICHELI IN VIA VENTURA A LAMBRATE È UNO SPAZIO CHE CELEBRA IL VALORE DELLA RICERCA E DELLA SPERIMENTAZIONE E DIVENTA SALOTTO URBANO TEMPORANEO DOVE INCONTRARSI E COMUNICARE Inaugurato in occasione dei Saloni 2012, lo studio milanese di Simone Micheli si inserisce in uno degli interventi di riqualificazione del nuovo distretto urbano di Milano Lambrate. Una zona che negli ultimi anni è diventata sempre più interessante grazie all’intervento di sviluppatori immobiliari intelligenti come Mariano Pichler, capaci di riqualificare rigenerando grandi spazi industriali dismessi che ora ospitano realtà come la Scuola Politecnica di Design, il Lambretto Art Project, la sede di Radio 101, le gallerie Massimo De Carlo e Francesca Minini e tanti interessanti studi e laboratori di giovani artisti. Un quartiere che cambia e che durante la settimana de i Saloni diventa il nuovo distretto del design milanese, con la presenza di marchi affermati come lo splendido spazio allestito da Ikea e di tanti giovani designer che da tutto il mondo arrivano a Milano in cerca del loro futuro. Il cuore di Lambrate è via Ventura, ed è qui che Micheli ha aperto quello che è il primo satellite della sede di Firenze, l’avanposto milanese che naturalmente ne riproduce la mano e lo stile inconfondibile. Uno spazio creativo e flessibile, dove promuovere incontri e discussioni, dove poter sviluppare progetti ma anche fermarsi a ragionare per confrontare le idee e perfezionare gli interventi.

Piccoli incontri con grandi architetti autore: Enrico Arosio editore: Skira

In alto, la grande colonna in EPS di Mioblu Special Wellness presenta un rivestimento in specchi di Making Glass ed è verniciata in giallo di Oikos - colore e materia per l’architettura. La striscia led RGB è di iGuzzini Illuminazione. Le pareti della sala riunioni sono di Doimo Office. Sullo sfondo, il grande mobile nero a tutt’altezza realizzato da Sandoni Arredamenti - S.L. Interni, come la parete Ba_Gigi di Myyour sul fondo. Calcetto di Valsecchi. Porta d’ingresso di Okey Porte, scultura in ceramica di Cirus Company, mobile contenitore di Gruppo Euromobil.

208 pp - euro 19,90

Viaggio a tappe per raccontare la vita, le sfide, le personalità di grandi architetti internazionali incontrati dal giornalista dell’Espresso Enrico Arosio: da Renzo Piano a Jacques Herzog, da Rem Koolhaas a Ettore Sottsass, ai progettisti giapponesi, olandesi, svizzeri. Maestri ammirati e discussi, venerati come guru o al centro di controversie politiche e culturali per cantieri frenetici e inaugurazioni nelle città protagoniste delle profonde trasformazioni urbane di inizio millennio: Berlino e New York, Milano e Barcellona, Amsterdam e Parigi, Roma e Pechino.

Progettare con la luce autore: Donatella Ravizza editore: Franco Angeli 256 pp - euro 30,00

Nuova edizione aggiornata del manuale diventato un punto di riferimento sul tema: un testo di facile consultazione, ricco di informazioni e indicazioni concrete sulle metodologie e sulle consuetudini del progetto illuminotecnico. Per studenti e operatori impegnati in questo settore ai vari livelli (architetti, designer).

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VIA VENTURA 6, MILANO Architettura degli interni e illuminotecnica: Simone Micheli Progettazione: 2011 - Realizzazione: 2012 Superficie: mq 200

Nella grande zona-soppalco, il parapetto con scrivania integrata è realizzato da Sandoni Arredamenti - S.L. Interni. Il pavimento in tatami è di Liuni e i pouf sferici rivestiti in skay bianco lucido sono disegnati da Simone Micheli, come il grande mobile contenitore a tutt’altezza con struttura in MDF laccato opaco (Axia Contract Division) e maniglie in acciaio cromo di Confalonieri. (foto ©Jürgen Eheim)

FROM THE FUTURE TO THE PAST Una monografia. Ma il volume scritto a quattro mani da Simone Micheli e Arturo Dell’Acqua Bellavitis non si limita a riassumere 20 anni di progetti, è un racconto, come racconti sono le installazioni, gli ambienti e le opere dell’architetto toscano. Architettura della comunicazione, che trasferisce ai fruitori esperienze abitative, e comunicazione dell’architettura, genere cui appartiene anche questo volume ma che nasce con la digitalizzazione dei processi di progettazione e che, secondo Micheli, è ciò che resterà realmente, tra secoli, dell’architettura dei nostri giorni. Che paradossalmente,

al cospetto dell’eternità egizia, greca e romana, Simone paragona all’architettura etrusca di cui niente è rimasto. Ma perché “dal futuro al passato”? Perché oggi, a voler essere ottimisti, le condizioni economiche e ambientali ci invitano a un “nuovo rinascimento”, dove tutto, a partire dal progetto, possa ridisegnarsi intorno all’uomo, ricercando e costruendo esperienze di benessere multisensoriale non più come mero design del lusso fine a se stesso ma ritrovandone la ragione nell’intima connessione con gli elementi primigeni della natura, con il luogo e la cultura.

Simone Micheli

FROM THE FUTURE TO THE PAST A cura di: Simone Micheli Testi: Arturo Dell’Acqua Bellavitis, Simone Micheli Editore: Edizioni L’Archivolto 672 pp - euro 89,00

(foto ©Maurizio Marcato)

[ n. 41/2012] IOArch Costruzioni e Impianti


IOArch Costruzioni e Impianti [ n. 41/2012]

NUOVA AMBASCIATA FRANCESE A PECHINO

COSTRUIRE CON LA LUCE Progettato dallo studio SAREA Alain Sarfati Architecture di Parigi, l’edificio è caratterizzato da elementi della cultura orientale uniti a soluzioni di elegante rigore europeo. Un insieme ricco di contrasti tra pieni e vuoti, forti impatti e leggerezze, interni ed esterni dove le soluzioni formali sono dettate dalla funzionalità, creando una struttura che assorbe luce d’inverno e diventa oasi naturale d’estate nel giardino interno, vera anima del complesso La nuova ambasciata di Francia a Pechino è un complesso di 20mila mq che comprende la Cancelleria, il Consolato, una zona-residence per il personale e gli appartamenti privati dell’ambasciatore. Inaugurata nell’autunno 2011, l’enclave diplomatica è stata costruita in otto anni, concepita come una struttura concentrica formata dalla cinta muraria, che delimita gli edifici e il giardino interno. Il progetto è una fusione di soluzioni razionali in termini di efficienza energetica e regole del Feng Shui, l’antica arte dell’abitare orientale. Le scelte funzionali ed estetiche sono il risultato di un approccio bioclimatico all’architettura che ha tenuto conto delle specificità del luogo e dell’azione degli elementi naturali: l’orientamento degli elementi è stato dunque il punto di partenza del complesso in un processo di progettazione olistico.

Sopra, ricoperta da pannelli di vetro dorato disposti a ventaglio che ne dissimulano l’imponenza, la facciata della torre a otto piani della Cancelleria si dischiude leggera sul giardino interno dell’ambasciata.

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[ n. 41/2012] IOArch Costruzioni e Impianti

Alain Sarfati Studio SAREA

Architetto e urbanista francese, Alain Sarfati (Meknès, 1937) guida dal 1976 lo studio SAREA di Parigi, un team di professionisti che si riconosce per un approccio site-specific alla costruzione e attento allo sviluppo sostenibile. Un’architettura in dialogo con la città, la natura, i tempi, la velocità, il paesaggio, dove le scelte estetiche seguono sempre la funzionalità e non rigidi dogmi. Nel corso degli anni lo studio ha vinto numerosi concorsi per grandi progetti come la Cité de la Musique a Parigi, l’Air and Space Museum in Bourget, lo stadio di Saint-Denis, il Padiglione francese alla Fiera Mondiale di Siviglia, i giardini di Parigi Bercy, il Teatro Nazionale di Tolosa, un grande progetto urbanistico per Orléans.

L’ambasciata funge da “sentinella” al nuovo quartiere diplomatico, situato fuori dal centro di Pechino e in prossimità della terza circonvallazione, in direzione dell’aeroporto. L’enclave francese è circondata da una cinta muraria, elemento simbolico che rimanda alla Città Proibita situata nel cuore della capitale cinese. Come il Palazzo Imperiale, anche il complesso dell’ambasciata ha una struttura concentrica in cui ogni spazio chiuso è controbilanciato da uno spazio aperto. Le caratteristiche della tradizione orientale si riallacciano a elementi della cultura occidentale, come la disposizione degli edifici intorno a un giardino centrale, omaggio alla cultura cartesiana di rigore ed eleganza. veli di vetro serigrafato Tre lati del complesso sono occupati dalla Cancelleria, dal Consolato e dalle residenze diplomatiche mentre un quarto fianco accoglie serre, giardini d’inverno e spazi espositivi. L’area delle residenze è situata sopra la reception, mentre la Cancelleria e il Consolato si trovano nella torre di servizio all’angolo sud-ovest di Liangmaqiao Avenue. Le caratteristiche rigorose dell’esterno, come il basamento in cemento con aperture a sguincio e il piazzale in granito, contrastano con il fronte ondulato interno che si affaccia sul giardino e soprattutto con la leggerezza della facciata della torre a otto piani ricoperta da veli di vetro serigrafato dorato, disposti a ventaglio su una struttura metallica sottostante. I pannelli, oltre ad essere un elemento di grande impatto visivo, servono a schermare la luce e mascherare il numero di piani della torre, alterando così la percezione delle sue vere dimensioni in confronto ai palazzi circostanti. Ogni ambiente dell’edificio si apre sul giardino interno situato nel cuore del complesso e diviso in due livelli. Dal piazzale esterno si accede a due distinti ingressi: uno ufficiale, che porta alle sale ricevimento, un altro meno formale alla base della torre di servizio. ventilazione e illuminazione Affacciati a sud, gli ambienti delle residenze sfruttano a pieno la luce e il calore soprattutto nei mesi invernali, mentre un

Sotto, sezione trasversale e longitudinale del complesso; in evidenza la facciata in vetro dorato della torre di servizio.

Assonometria del complesso, vista da Ovest-Sud.

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sistema di tende ripara dal sole estivo e il patio sul giardino interno assicura una buona ventilazione che aiuta a regolare la temperatura in modo naturale. La ventilazione estiva della torre è data da moti convettivi creati da aperture inferiori e superiori che in inverno vengono chiuse, migliorando l’isolamento. La facciata in vetro serigrafato muta con lo scorrere del tempo e con il movimento del sole: lucente all’alba, riflette i toni del cielo durante l’arco della giornata.


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TROMBE WALL È una parete di accumolo esposta al sole, separata dall’ambiente esterno da un vetro e una camera d’aria, che assorbe l’energia solare e di notte la rilascia selettivamente verso l’interno. Varianti moderne prevedono vetrate isolanti per Le facciate sui lati sud e ovest dell’edificio presentano un rivestimento in brise-soleil di lamine in alluminio laccate montate su una griglia che lascia solo intravedere la divisione tra i diversi piani, schermando la luce e il calore esterno. La torre dunque condensa nell’estetica le caratteristiche di chiusura e apertura, pesantezza e leggerezza che convivono nel complesso ed è l’elemento in cui il principio primo dettato dall’orientamento è reso in maniera più manifesta. La solida facciata esterna che

si erge sopra il bordo della città funge da schermo protettivo alla parete completamente vetrata affacciata sul giardino interno. legno pietra e gomma L’approccio olistico alla progettazione ha integrato in maniera equilibrata i diversi spazi con le loro specifiche funzioni prendendo in considerazione diversi aspetti: dalle interconnessioni fra ambienti esterni e interni alle differenti condizioni cliconservare il calore solare immagazzinato e aperture poste alla base e in sommità per favorire il moto convettivo all’interno. Le aperture vengono chiuse durante i mesi invernali.

In alto, il giardino interno dell’ambasciata, circondata da una cinta muraria con funzione simbolica, un elemento che rimanda alla Città Proibita. Sullo sfondo, alti edifici del nuovo quartiere diplomatico alla periferia di Pechino.

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Contrasti di vuoti e pieni, luci e ombre caratterizzano gli elementi dell’ambasciata (Foto ©Noelle-Hoeppe). Qui sotto, disegno di dettaglio del basamento della facciata ovest con le aperture a sguincio.

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matiche e di luce alle molteplici inf luenze culturali ed estetiche. Gli spazi interni dell’ambasciata sono caratterizzati da linee pulite, elementi minimali e dall’uso di materiali locali come legno, pietra e gomma. Anche in questi ambienti, come nel disegno complessivo esterno, dominano i contrasti: i diversi materiali utilizzati, dal rovere moro al faggio chiaro, granito nero e marmo, contribuiscono a creare un’atmosfera più o meno luminosa a seconda della quantità di luce lasciata filtrare all’interno dalle imposte e dalle schermature solari. I soffitti delle sale riunioni sono dotati di pozzi di luce e l’intero sistema di finestre e tende regolabili è stato studiato per garantire un isolamento di alta qualità. Strutture divisorie costituite da schermi a doghe in legno contribuiscono alla sensazione aperta e luminosa degli spazi interni. Tutti gli ambienti si aprono sul giardino interno, da cui ricevono luce e apporto termico naturale. Per la zona delle serre esposte a Sud è stata adottata una Trombe Wall, una parete ventilata di argilla nera separata dall’ambiente esterno da una camera d’aria che assorbe il calore apportato dall’irraggiamento diretto giornaliero e lo rilascia verso l’interno durante la notte.


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Feng Shui La cultura orientale si basa sui principi del Feng Shui, l’antica arte geomantica cinese che regola l’architettura e la corretta disposizione degli spazi e degli elementi per garantire la qualità delle abitazioni. Un’arte “del vento e dell’acqua” il cui scopo è ricreare un ambiente armonioso, che risponda alle esigenze dei cinque sensi e dove le energie scorrono liberamente. Secondo le regole del Feng Shui, l’orientamento è fondamentale. Il progetto dell’ambasciata francese tiene conto di questi insegnamenti.

All’ombra del ginko-biloba La zona verde interna e il complesso delle serre creano un mondo isolato che muta in base alla luce e allo scorrere del tempo. In quest’area continua il gioco dei contrasti: la natura vive al chiuso, mentre il mondo minerale domina il cortile interno. Alberi ad alto fusto, tra cui un tradizionale ginko-biloba, sono stati piantati per modulare l’ombra e la temperatura e contribuire all’atmosfera e al benessere di questa “oasi” interna al complesso

Linee pulite, elementi minimali e contrasti di materiali per gli interni, le cui tonalità variano a seconda delle luce filtrata (Foto ©Noelle-Hoeppe). A sinistra, i brise-soleil che rivestono il fronte sud-ovest dell’edificio (e loro disegno di dettaglio, sotto).

Silvia Zotti

AMBASCIATA FRANCESE A PECHINO Progetto: Christian Laquerrière, Ovidiu Milea,

Cristiana Milea dello studio Sarea Alain Sarfati Architecture

Architettura del paesaggio: Florence Mercier Committente: Ministero degli Affari Esteri della Repubblica Francese

General contractor: BCEG

(Beijing Construction and Engineering Group)

Consulenza facciate: Bernard VIRY, Nicolas Godelet

Area complessiva: 19.500 mq Superficie Cancelleria: 9.713 mq Superficie Consolato: 6.614 mq Superficie Residence: 3.173 mq

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TETTI / COPERTURE

BELLI, ATTIVI, INT 1 3 2 5 6

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stuoia precoltivata di sedum substrato estensivo E Geogriglia GG elemento di drenaggio Climadrain 55 stuoia protettiva di accumulo idrico PECT 300 impermealizzazione antiradice tenuta idonea

NON SOLO PIANI La soluzione Tetto spiovente di Climagrün per pendenze da 20° a 35° grazie alla Geogriglia GG garantisce stabilità e protezione della struttura dall’erosione. È una variante per tetti verdi dalla forma particolare, ad esempio a cupola; ha peso ridotto, vegetazione resistente e duratura che non necessita di particolari cure di manutenzione. www.climagruen.it

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Risponde a un bisogno così universale che spesso i bambini disegnano una casa a cominciare dal tetto. Che oggi deve assolvere anche altre funzioni: isolare, offrire benessere, fornire energia. Rispettando il paesaggio. Sperando che continui ad essere frequentato dai gatti L’energia più sostenibile è quella che non si consuma e, in quanto parte dell’involucro, la copertura svolge in questo senso un ruolo fondamentale nel miglioramento delle prestazioni di un edificio. Non solo in termini di isolamento, un campo in cui si sono fatti grandi progressi in termini di materiali e tecnologie, ma anche nella scelta di soluzioni costruttive in grado di ottimizzare le caratteristiche ambientali, favorendo la ventilazione naturale o con soluzioni di verde pensile, per migliorare insieme il comfort individuale e il benessere dell’intorno. Perchè ogni costruzione si impone fisicamente e per lungo tempo nel territorio, che è un bene collettivo: il suo inserimento armonico contribuisce alla costruzione del paesaggio e lo valorizza, con vantaggi per i cittadini e per l’ambiente. Un ambiente finito, sia nelle risorse sia nella capacità di assorbire rifiuti. Su questa recente consapevolezza si fondano le soluzioni che concepiscono il tetto come luogo di produzione di energie rinnovabili. Interessante comprendere

come queste soluzioni possano integrarsi architettonicamente con gli edifici e armoniosamente con il paesaggio. Un punto centrale, al pari di quello che riguarda la riqualificazione del patrimonio edilizio nazionale. Composto sì di scadenti costruzioni urbane e industriali ma anche di borghi incantevoli e città uniche al mondo. Proviamo a vedere come le aziende del settore delle coperture rispondono a queste diverse esigenze. Quasi un giardino Iniziamo a parlare del tetto verde, una soluzione green di nome e di fatto, che riscontra crescente successo. Queste coperture, oltre ad essere molto belle, sono in grado di abbassare le temperature interne degli edifici in estate, coibentano


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VERDE, VELOCE E FACILE

TEGRATI nel periodo invernale, rappresentano una soluzione vantaggiosa perché rendono disponibili spazi altrimenti inutilizzati. Vantaggi importanti, soprattutto nelle aree urbane, ci spiega Daria Barbieri di Derbigum, azienda specializzata in membrane e rivestimenti impermeabili per coperture: “L’adozione su larga scala dei cool roof può contribuire a risolvere il problema dell’isola di calore delle aree altamente urbanizzate, dove si registrano 4/5° in più rispetto alle campagne circostanti. Con vantaggi indiretti anche sul conseguente fenomeno dello smog fotochimico (ozono, ecc.) e di eventi meteorologici violenti, con i costi sociali e sanitari correlati, nonché vantaggi derivanti da minori consumi energetici e ridotte emissioni clima-alteranti (gas serra). Effetti benefici dunque

non solo per il singolo utente in quanto “il tetto verde è un sistema in grado di salvaguardare l’ambiente in senso più lato: non solo è un ulteriore spazio a disposizione della natura e della biodiversità, ma consente anche di regolare il def lusso dell’acqua piovana verso la rete fognaria in caso di forti precipitazioni grazie alle vasche di accumulo.” Controindicazioni? Nessuna se si procede alla corretta installazione delle membrane in copertura. Conferma Daria Barbieri: “È fondamentale provvedere alla corretta impermeabilizzazione della copertura prima dell’installazione e adottare corrette strategie e soluzioni tecniche per l’installazione dell’impianto stesso onde evitare problemi che possano inficiare la bontà dell’investimento con costose rimozioni e riparazioni.

Sopra, le coperture in cotto sono un fondamentale elemento della tradizione e dell’ambiente costruito italiano. Accanto, un innovativo giardino pensile realizzato su tetto spiovente da 5° a 20° di Climagrün (edificio EA7 - Arch. Christoph Mayr Fingerle - all’interno del quartiere residenziale Casanova di Bolzano). Qui di fianco, la Soluzione Speciale Climagrün per tetti spioventi fino a 70° di pendenza è ideale per coperture con geometrie particolari, quali le cupole. A sinistra, un’altra immagine del verde estensivo in copertura del Casanova di Bolzano.

Derbisedum è il sistema modulare a formelle preconfezionate per la realizzazione e la finitura di tetti verdi estensivi su superfici piane e inclinate fino a una pendenza del 15%. Con posa a secco, è applicato direttamente sul manto impermeabile di tetti caldi o sui pannelli isolanti di tetti rovesci. Non richiede impianti di irrigazione, regola il deflusso delle acque piovane, combatte l’effetto “isola di calore” e assorbe le polveri presenti nell’aria. Derbisedum è disponibile in due diverse versioni: pretaleato, con piante in fase di radicazione, e prevegetato, con piante già pienamente sviluppate e di pronto effetto.

www.derbigum.it

IL LAMINATO ECO-COMPATIBILE Le coperture Rheinzink sono realizzate con una lega di zinco-rame-titanio riconosciuta come prodotto certificato Eco riciclabile al 100%. Infatti, a differenza di prodotti trattati con verniciature, l’esclusivo processo di decapaggio mantiene integre le proprietà del laminato, che sviluppa nel tempo la naturale patina protettiva di carbonato di zinco dall’elevata resistenza alla corrosione degli agenti atmosferici. Il laminato, che non necessità di manutenzione, può avere diverse finiture superficiali ed essere combinato con altri materiali edilizi (calcestruzzo, laterizi, legno e vetro). Le lastre di laminato vengono aggraffate su supporto continuo ventilato con una posa corretta anche in presenza di geometrie curve, raccordi e corpi emergenti.

www.rheinzink.it

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Le nostre vengono incollate a freddo con uno speciale adesivo bituminoso senza Composti Organici Volatili (COV), che crea un ulteriore strato impermeabile e intermedio tra il supporto e la membrana stessa. A differenza dell’applicazione a fiamma non altera le caratteristiche della membrana e compensa le irregolarità del supporto, permettendo anche piccoli movimenti di assestamento dell’edificio o della stessa membrana impermeabile”. Confrontando poi le diverse tipologie di rivestimento della copertura, possiamo rilevare una variazione sensibile della temperatura di superficie. I tetti nudi trattati con impermeabilizzazioni bituminose nero/bianco raggiungono ad esempio temperature superiori anche a 80°. Tetti con rivestimento in ghiaia (16/32 mm) e con una struttura di 5-6 cm

PLUG AND PLAY KoraSun è il sistema di pannelli fotovoltaici integrati alle tegole piatte a incastro Actua di Koramic, la linea di tegole in cotto di Wienerberger. Con una posa semplice e veloce e tecnologia “plug and play”, le piastrelle in terracotta sono un sostegno senza soluzione di continuità e senza zone d’ombra per i pannelli fotovoltaici con quadro in poliuretano. In questo modo l’impianto fotovoltaico diventa una presenza meno invasiva sulla superficie del tetto permettendone un vasto impiego, soprattutto in casi di riqualificazioni architettoniche e di edifici in zone con particolari vincoli paesaggistici.

www.wienerberger.it

SOLUZIONI CHIAVI IN MANO Solarkey è la soluzione completa per la realizzazione di un impianto fotovoltaico, dall’analisi del fabbricato alla progettazione dell’impianto, dalla preparazione della documentazione necessaria per il Conto Energia all’installazione chiavi in mano. Inoltre, Solarkey progetta e realizza investimenti di campi fotovoltaici e, con fondi di investimento partner, ricerca superfici da affittare per la realizzazione d impianti fotovoltaici. Un’offerta rivolta a proprietari di tetti e coperture industriali, agricole, commerciali e ai professionisti in grado di segnalare e sviluppare con Solarkey progetti per la realizzazione di grandi impianti fotovoltaici su coperture. Ai proprietari di tetti di ampia metratura è offerto un canone di affitto ventennale, l’eventuale rimozione gratuita dell’amianto e il rifacimento gratuito del tetto, che viene coibentato e impermeabilizzato. www.solarkey.it

LA MEMBRANA CON DOPPIA FUNZIONE Studiata per tetti piani e terrazze, Evalon Solar è la membrana sintetica impermeabilizzante in Etil-Vinil-Acetato che integra moduli fotovoltaici flessibili. Una soluzione di minimo impatto visivo che permette una perfetta integrazione architettonica, ideale anche per coperture a volta, in quanto la membrana flessibile non contiene vetro, e strutture leggere, grazie al peso estremamente ridotto che non grava sul carico del tetto. Con una posa rapida, la membrana associa l’impermeabilizzazione dell’involucro esterno di copertura alla produzione diretta di energia solare, grazie ai moduli di silicio in film sottili a tripla giunzione che, a parità di potenza, possono arrivare a una produzione elettrica annuale del 20% superiore al silicio cristallino. Cavi e raccordi elettrici sono situati nella parte interna della pellicola.

www.riwega.com

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arrivano a temperature variabili da 50° a 65°. Il tetto verde invece presenta temperature intorno ai 30°-35° con la possibilità, che varia secondo il tipo di struttura, di ridurre la dispersione idrica dal 50 al 90%, decongestionando impianti di depurazione e di scarico. Questi risultati configurano il tetto verde come una soluzione interessante anche per quanto riguarda l’integrazione con impianti per lo sfruttamento dell’energia solare, come ci spiega Anita Tschigg, di Optigrün: “Gli impianti fotovoltaici in combinazione a tetti verdi creano importanti sinergie. Il grado di efficienza dei moduli infatti diminuisce a partire da una temperatura di 25°, perdendo circa lo 0,5% per ogni grado di surriscaldamento. Ecco perché il tetto verde, che mantiene una temperatura superficiale ridotta rispetto alle altre coperture,

I dispositivi elettrici della membrana Evalon Solar sono separati dall’involucro impermeabilizzante.

È fondamentale scegliere il giusto tipo di copertura e di rivestimento del tetto che tenga conto delle caratteristiche climatiche e ambientali, come temperatura e indice di piovosità, oltre che della resa estetica, soprattutto in caso di vincoli paesaggistici Monier fornisce materiali e soluzioni tecnologiche per tetti e coperture, quali tegole, coppi e accessori in minerali - con marchio Wierer - e in laterizio - con marchio Braas- per venire incontro a differenti richieste ed esigenze, come ci conferma l’architetto Aldo Barbaglia: “è molto importante la scelta del profilo della tegola (altezza dell’onda): più è “alta” più consente un maggior apporto di ventilazione sotto il manto di copertura; la lama d’aria che, partendo dalla linea di gronda, raggiunge il colmo e grazie al sottocolmo ventilato fuoriesce dal tetto per un effetto camino (l’aria calda tende ad andare verso l’alto) è in grado durante il periodo estivo di apportare un beneficio termico di 2°C contribuendo in modo attivo al risparmio energetico e al benessere all’interno delle abitazioni. La ventilazione sottotegola aiuta inoltre ad asciugare l’eventuale acqua di condensa e mantiene i materiali asciutti allungandone la vita”. Per provvedere a un efficace isolamento termico del tetto vengono proposti anche specifici “pacchetti di copertura” adatti sia per nuove costruzioni che per interventi di ristrutturazione. Soluzioni progettuali per coperture con struttura in legno o in latero-cemento complete di strato di impermeabilizzazione, strato di isolamento, manto di copertura, studiate per rispondere a specifiche esigenze, dalla pendenza di falda all’inclinazione di copertura alla fascia climatica. Tra i diversi pacchetti di copertura segnaliamo la soluzione Unifix, ideale in presenza di falde a geometria complessa, che garantisce elevato comfort abitativo estivo oltre all’isolamento nel periodo invernale. Spiega Barbaglia: “Sono in una


migliora anche l’efficienza dell’impianto.” Risultati interessanti si possono avere anche combinando le superfici verdi con strutture in laminato. Ne parliamo con Laura Benedetti, responsabile marketing di Rheinzink: “Nonostante il campo di utilizzo della copertura in zinco titanio derivi da esigenze funzionali, architettoniche e ambientali diverse dai tetti verdi, i due sistemi si possono integrare per ottenere realizzazioni molto interessanti e innovative. È il caso ad esempio della Cantina Ammiraglia Frescobaldi, degli architetti Sartogo e Grenon, dove i due sistemi si integrano a formare una soluzione duratura ed ecologicamente sostenibile: il tetto verde viene integrato con controsoffitto, sporti e lattonerie in Rheinzink prepatinato pro decapaggio chiaro”. Solitamente impiegato nelle coperture ventilate

con apposite stratificazioni, il laminato in zinco-titanio è un materiale che presenta ridotti consumi energetici in fase di produzione e che non richiede alcuna manutenzione, garantendo una lunga durata nel tempo. Il particolare sistema di decapaggio messo a punto non altera le qualità del materiale metallico, che resta dunque totalmente riciclabile. “Le versioni prepatinate derivano da un sistema di decapaggio DBP brevettato che permette la formazione della patina in modo naturale senza alterare la superficie del laminato. Motivo per il quale, anche nella versione prepatinata, Rheinzink ha acquisito il certificato ECO, quale prodotto ecosostenibile”.

DALLA PIETRA AL FOTOVOLTAICO Ideata da Electro Solar Srl con l’Istituto di Ricerche Ambiente Italia, la LosaTM Fotovoltaica è nata per favorire l’integrazione architettonica nelle tipiche coperture in “lose” del torinese. Il telaio esagonale dei moduli ne consente il montaggio in affiancamento per riprodurre l’effetto di posa delle lastre in pietra. Il modulo in silicio multicristallino è composto da 25 celle collegate tra loro e incapsulate tra due fogli di EVA (etilvinilacetato), a loro volta laminati tra un vetro temperato anteriore e un foglio posteriore in Tedlar trasparente multistrato.

Integrazione Architettonica Uno dei punti chiave in materia di im-

www.elecrosolar.it

COPPI E TEGOLE WIERER E BRAAS

NEL SEGNO DELLA TRADIZIONE ITALIANA Wierer, Coppo di Grecia Auranox ad onda molto accentuata e ravvicinata in cemento+biossido di titanio.

Braas, Coppo Domus Tettuccio Rustico Gotico in cotto.

Braas, Coppo Domus Rustico Gotico Tettuccio Melange in cotto.

Sopra, Braas, Coppo Domus in cotto.

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regione del Centro, Sud Italia o Isole in cui le temperature estive sono elevate ed il periodo caldo è particolarmente lungo? Il pacchetto Unifix prevede l’uso di una membrana impermeabilizzante riflettente che, grazie alla riflessione del calore, apporta un beneficio termico fino a 3°C nella mansarda dell’abitazione”. Una larga parte del patrimonio edilizio italiano, e in particolar modo i condomini, necessita di interventi di riqualificazione. Per una ristrutturazione delle coperture efficiente e attenta ai costi, che garantisca anche una resa estetica ottimale “è sempre bene scegliere di utilizzare tegole in grado di offrire elevate garanzie di durabilità nel tempo, come le tegole Wierer, garantite 30 anni; evitare di realizzare coperture con l’uso di malta (in gronda come sul colmo) perchè impedisce la ventilazione e i materiali rischiano di degradarsi precocemente, con i

conseguenti costi di rifacimento. Le soluzioni Wierer e Braas consentono di realizzare un tetto a regola d’arte con un sistema a secco che non teme sbalzi termici e i conseguenti assestamenti dei materiali; prevedere in fase di ristrutturazione la messa in sicurezza della copertura con un sistema anticaduta che, come prescritto dal T.U. 81/08, grazie all’installazione di linee e punti di ancoraggio, consente agli operatori che lavorano in quota di eseguire manutenzioni ordinarie e straordinarie senza dover necessariamente adottare sistemi di protezione collettiva (parapetti o ponteggi) particolarmente onerosi nel caso di abitazioni a più piani; usufruire della garanzia di sistema di 15 anni, gratuita, per il pacchetto tetto che tutela l’investimento fatto dai proprietari degli alloggi” conclude Barbaglia.

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legenda schema 1. Vitasafe® dispositivo anticaduta

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2. Airband Plus 380 sottocolmo ventilato

5. struttura portante con tavolato in legno

3. Unifix isolante 4. Vapotech schermo controllo vapore

6. Metalvent 500 linea di gronda 7. Divoroll Clima + S membrana traspirante riflettente al calore

SOLUZIONE UNIFIX SU TAVOLATO IN LEGNO Pannello in polistirene espanso estruso con controlistello in legno integrato. Il sistema è indicato sia per interventi di recupero sia per nuove realizzazioni. Oltre all’isolamento invernale garantisce anche un ottimo comfort abitativo estivo. È la soluzione ideale in presenza di falde a geometria complessa.

www.wierer.it [ 29 ]


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ADDIO TEGOLE, SPAZIO AL DESIGN Complete 200 è il nuovo sistema fotovoltaico di Conergy dall’elegante finitura nera. Alternativa perfetta alle consuete tegole, è stato pensato per essere totalmente integrato su tetti residenziali ed è la soluzione ideale per le installazioni su coperture dove l’aspetto estetico è fondamentale. La struttura del Complete 200 ricalca la forma delle tegole tradizionali e - grazie alle guarnizioni e ai profili che fungono da grondaia per l’acqua piovana - assicura un’ottima resa dell’installazione, oltre alla perfetta resistenza a pioggia, vento, neve e grandine. Conergy Complete 200 gode inoltre delle caratteristiche necessarie a ottenere ulteriori sovvenzioni per i sistemi integrati montati su coperture residenziali stabiliti dal IV Conto Energia. La scelta di un sistema Conergy Complete porterà non solo un alto rendimento dall’impianto, ma anche all’ottenimento di maggiori incentivi.

PowerPlus edizione Noir, il nuovo modulo fotovoltaico di Conergy, non solo ha un aspetto elegante, ma racchiude anche tanta potenza e prestazioni garantite. Con celle e lamina posteriore nera, rappresenta l’alternativa di design ai classici moduli blu. Disponibili in quattro diverse classi di potenza, da 240 a 255 Watt, i moduli Conergy PowerPlus Noir possono essere abbinati anche ad una speciale versione nera del sistema di montaggio Conergy SunTop, per conferire al tetto un “total look noir”.

www.conergy.it

pianti fotovoltaici è la loro integrazione architettonica. In questa direzione si stanno muovendo diverse aziende, con nuove soluzioni capaci di minimizzare l’impatto visivo dei pannelli. Un esempio? Il sistema integrato KoraSun di Wie-

nerberger, che combina lo sfruttamento di energia rinnovabile tramite pannelli fotovoltaici con i vantaggi della schermatura dalle radiazioni solari della tegola in cotto, come ci spiega Dario Mantovanelli, responsabile marketing Wienerberger Italia: “Il sistema KoraSun si integra perfettamente con le tegole in cotto Actua, e permette al fotovoltaico di sposare le scelte estetiche del progetto architettonico. Il nostro pannello-tegola solare offre inoltre vantaggi considerevoli per quanto riguarda i costi di cantiere, in quanto durante la posa, le tegole speciali che supporteranno il sistema KoraSun vengono accoppiate al resto della copertura senza alcuna lavorazione particolare”. Il Tetto Solare Attivo Dal supporto al tetto intero: una risposta specifica per l’integrazione architettonica è rappresentata dal SolarRoof di cui ci parla Marco Mastroianni, direttore tecnico di Wagner&Solar. “Si tratta di un tetto solare attivo, dove il collettore solare rappresenta non solo l’elemento attivo di produzione di energia rinnovabile ma anche la copertura dell’edificio”. Con SolarRoof è possibile produrre acqua calda sanitaria e integrare il riscaldamento degli ambienti, un soluzione quindi già in linea con le future normative in termini di efficienza energetica. Il tetto solare attivo presenta numerosi vantaggi dal punto di vista della realizzazione in cantiere in quanto, prosegue Mastroianni “non è più necessario

LA MASSERIA DALL’ANIMO GREEN IL COLLETTORE COME TETTO COMPLETO Il sistema a collettore Solar-Roof è stato appositamente studiato per applicazioni su grandi superfici e viene integrato ad incasso nel tetto con modalità specifiche a seconda del progetto. Permette un montaggio veloce anche per campi collettori di grandi dimensioni e protegge la copertura grazie a due livelli isolanti. Solar-Roof è impiegato come tetto completo su edifici a più piani con tetto a falda, su costruzioni industriali e per il risanamento di tetti piani a falda singola o doppia con inclinazione minima. La versione SolarRoof Sandwich è indicata per progetti con sottostruttura del tetto già preesistente o per nuove costruzioni in cui la capriata deve essere montata separatamente dal collettore. Una soluzione che permette uno sfruttamento ideale della superficie e una precisa integrazione del tetto anche per pendenze di 15°.

www.wagner-solar.com

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L’intervento di restauro della masseria Terre di Traiano in Puglia ha previsto l’installazione in copertura di un impianto fotovoltaico per un totale di circa 30 KW di energia elettrica prodotta. Date le caratteristiche architettoniche e paesaggistiche del luogo, era di importanza fondamentale ottenere la massima efficienza energetica con il minimo impatto visivo. l’intervento di restauro firmato dall’architetto Nicola Spagnoletti ha interessato due corpi di fabbrica posti a nord della struttura (datata 1900) con cambio di destinazione da agricola a turistica. Gli antichi depositi del grano presentavano una copertura costituita da capriate, terzere, travetti e tavolato in castagno, un legno adottato anche in fase di restauro per alterare il meno possibile la resistenza statico-dinamica della copertura. Sul tavolato di legno disposto secondo lo schema geometrico originario è stato posato il pannello termoisolante prefinito Isotec XL di Brianza Plastica. Realizzato in schiuma poliuretanica espansa rigida, il pannello Isotec XL è in grado di ottenere un’elevata resistenza termica e, grazie alla

sezione ventilante maggiorata rispetto al sottotegola tradizionale, ha permesso di migliorare l’efficienza del modulo fotovoltaico Elettrotegola. Ideale per interventi di recupero e per rispondere a determinate esigenze di rispetto storico-paesaggistico, il pannello è frutto di una progettazione dimensionale specifica per l’integrazione con le varie tipologie di tegola europea, dalla marsigliese alla portoghese, dal coppo alla tegola romana. A differenza degli impianti


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costruire un tetto e poi installarvi sopra collettori solari retrofit. Il risparmio è notevole, soprattutto nel caso di ristrutturazioni che coinvolgono la copertura”. Coperture flessibili e attive Tra i sistemi di copertura più innovativi segnaliamo due nuove membrane impermea-

l’Italia delle rinnovabili cresce L’Italia conta ad oggi

400.000 impianti

alimentati da fonti pulite diffusi nel 95% dei nostri comuni. Il comune più virtuoso per il fotovoltaico sul tetto è Meleti in provincia di Lodi con 4,4 kW installati per abitante. Il contributo delle rinnovabili in termini di produzione nel 2011 copre il 26% dei consumi elettrici e il 14% di quelli complessivi italiani. Gli oltre 330mila impianti fotovoltaici distribuiti sull territorio coprono il fabbisogno di energia di oltre 6,8 milioni di famiglie. Fonte: Rapporto Comuni rinnovabili 2012 di Legambiente

bilizzanti integrate ai pannelli fotovoltaici. La prima, per tetti piani, è Evalon Solar di Riwega. Ne parliamo con Claudio Pichler, direttore tecnico della divisione Planus: “una membrana sintetica di qualità con moduli fotovoltaici flessibili e leggeri; impermeabilizza il tetto e garantisce una protezione sicura dell’edificio dalla pioggia e una trasformazione diretta dell’energia solare in corrente elettrica. Con un solo prodotto, il tetto è allo stesso tempo protetto e attivo. Un’ottima soluzione per sfruttarne l’esposizione ai raggi solari e alla luce per produrre energia in modo efficiente ed ecologico”. Anche Derbisolar, il sistema ideato da Derbigum, unisce la membrana impermeabilizzante ai moduli fotovoltaici di tipo amorfo prodotti da Unisolar. La membrana consente non solo di produrre energia pulita, ma di ridurre i costi per il condizionamento in quanto il colore bianco della membrana stessa permette di abbassare la temperatura dell’edificio rispetto ad un normale rivestimento nero della superficie del tetto. Consentono inoltre l’ottimizzazione della resa dei pannelli fotovoltaici perché ne mantengono i parametri ai livelli ideali, dal momento che la temperatura della sua superficie è molto inferiore rispetto a un tetto standard - fino a 40° C in meno nelle stagioni più calde - e alla riflettività che aumenta la luce diretta e diff usa. Rappresentano pertanto una soluzione ottimale per il raff rescamento passivo e per l’efficientamento energetico degli edifici”

FOTOVOLTAICO + TERMICO AL POSTO DELLA TEGOLA NEwROOF Hybrid è il sistema ibrido per la produzione di energia termica ed elettrica attraverso un unico elemento-tegola studiato per integrarsi alla copertura senza modificarne l’orditura originale e minimizzando l’impatto visivo. La tegola solare è costituita da un laminato fotovoltaico con vetro e backsheet black o brown con celle monocristalline da 5 “, dissipatore in alluminio con superficie selettiva saldato al laser su tubazione in rame, collettore ad attacchi rapidi per circuito idraulico e connettori MCT4 per fotovoltaico. Montato con la stessa tecnica di installazione delle tegole che sostituisce, il sistema ibrido è disponibile anche nella versione esclusivamente termica Ttype o fotovoltaica Vtype.

www.newroof-hybrid.com

GRUPPO-LAPE

SOLIDA DI TERMOLAN Per coperture a falda in legno. La soluzione a doppio strato isolante con doppio ordine di travetti incrociati permette di ridurre notevolmente I ponti termici, limitando le superfici dispersive alle sole intersezioni tra i travetti e consente un eccellente isolamento termico ed un elevato isolamento acustico, con un costo di realizzazione contenuto. Le coperture in legno, per garantire un isolamento acustico appropriato nel rispetto delle attuali norme tecniche e legislative, devono essere formate sempre da un doppio tavolato. La parte esterna di copertura dovrà essere possibilmente di elevata

fotovoltaici tradizionali, Elettrotegola non viene sovrapposto alle tegole ma le sostituisce del tutto, assicurando la stessa resistenza agli agenti atmosferici. Nell’intervento alla masseria pugliese, l’impianto fotovoltaico è stato integrato con le tegole marsigliesi recuperate dalla copertura originale attraverso un sistema di scossaline di alluminio preverniciato bianco metalizzato, per mascherare i moduli nella copertura. Un’integrazione architettonica che ha permesso al committente di ottenere le

massa superficiale; per tale motivo sono consigliati nella maggior parte dei casi i manti di copertura in coppi, tegole in cotto o cemento, mentre vengono sconsigliate soluzioni leggere quali semplici guaine di bitume o lamiere in rame o alluminio. L’intercapedine di ventilazione tra gli elementi di copertura e lo strato coibente sottostante deve avere spessore costante ed indicativamente dovrà essere di 5-6 cm; si devono evitare listellature orizzontali o altro che possa frenare lo scorrimento del flusso d’aria. L’utilizzo della ventilazione nelle coperture comporta considerevoli vantaggi in termini di efficienza energetica degli ambienti abitativi sia per quanto riguarda la stagione estiva che quella invernale.

www.termolan.it

Nelle foto, il pannello termoisolante Isotec XL applicato sulla copertura in legno della masseria migliora l’efficienza dei moduli Elettrotegola poi integrati nel tetto.

migliori tariffe incentivanti previste dal Terzo Conto Energia per la produzione di energia elettrica tramite impianto fotovoltaico.

www.brianzaplastica.com [ 31 ]


[ n. 41/2012] IOArch Costruzioni e Impianti

FOTOVOLTAICO, POMPE DI CALORE E SOLARE TERMICO

LA VERA CASA PASSIVA CON L’ABBINAMENTO DI QUESTE TECNOLOGIE A RIDOTTO IMPATTO AMBIENTALE RIUSCIAMO A OTTENERE L’INDIPENDENZA DALLA RETE GAS, PRODURRE, CONSUMARE E VENDERE AL GESTORE ENERGIA ELETTRICA PULITA E RICEVERE GLI INCENTIVI DEL GSE PER LA PRODUZIONE DERIVANTE DA PANNELLI SOLARI FOTOVOLTAICI

di Giuseppe Abello* Immaginiamo un immobile di circa 150 mq certificato dal punto di vista energetico in classe A e ipotizziamo un fabbisogno energetico di 30 kWh/mq anno. Basta una semplice moltiplicazione per sapere che il fabbisogno energetico annuo per riscaldamento sarà di 4500 kWh/anno. Se aggiungiamo i consumi elettrici previsti (4000 kWh/annui) e quelli per il raffrescamento estivo (1000 kWh/anno), arriviamo ad un totale di 9500 kWh/anno. Un’abitazione con esigenze così contenute dal punto di vista energetico dovrebbe essere integrata con un impianto che la renda autonoma dalla fornitura di gas metano. La mia proposta è: installiamo una pompa di calore alimentata da moduli fotovoltaici. COME FUNZIONA UNA POMPA DI CALORE.

La pompa di calore è una macchina in grado di trasferire calore da un ambiente a temperatura più bassa (sorgente fredda) ad una a temperatura più alta (pozzo caldo) attraverso un fluido che percorre un circuito chiuso costituito da: • compressore: il fluido proveniente dall’evaporatore a bassa pressione viene compresso aumentando così la sua temperatura; • condensatore: il fluido passa dallo stato gassoso a quello liquido cedendo calore; • valvola di espansione: il fluido si espande trasformandosi parzialmente in vapore e raffreddandosi; • evaporatore: il fluido assorbe calore nuovamente ed evapora completamente. La sorgente fredda può essere l’aria esterna, l’acqua di falda, di fiume o di lago o il terreno nel quale vengono inserite le tubazioni per l’evaporazione; il pozzo caldo è costituito dall’aria o l’acqua da riscaldare che poi andranno ad alimentare ventilconvettori, serpentine nel pavimento o canalizzazioni. Tale sistema costituisce una vera alternativa ai sistemi tradizionali a combustione per l’enorme risparmio di energia e l’eliminazione delle emissioni nocive in loco.u Come si può notare i vantaggi, sia in termini di risparmio energetico, e quindi economico, sia in termini di benefici ambientali, sono notevoli e senza dover rinunciare in alcun modo al benessere e al comfort della propria abitazione. Per soddisfare i consumi elettrici di una [ 32 ]

pompa di calore propongo l’installazione sulla copertura dell’edificio di un impianto fotovoltaico composto da 27 moduli, ciascuno avente una superficie di 1,63 mq per un totale di 44 mq e una potenza di circa 9,4 kW. È possibile ottenere una potenza così elevata in così poco spazio utilizzando la tecnologia specifica di pannelli solari tra i più potenti disponibili sul mercato, grazie alle esclusive e brevettate celle fotovoltaiche ad alta efficienza che consentono di ottenere un impianto più potente rispetto alle tecnologie convenzionali, riducendo i costi di installazione e sfruttando interamente anche i tetti più piccoli.

Pompa di calore +

moduli fotovoltaici

> guadagno È POSSIBILE FARE DI MEGLIO?

Sì, sfruttando ulteriormente l’energia solare, risorsa disponibile in quantità illimitata, che non produce gas di scarico e non necessita di vie di trasporto. Potremmo quindi inserire un impianto solare termico. Il principio di funzionamento è semplicissimo: l’acqua o un altro fluido vengono sottoposti all’irraggiamento solare e convogliati in un sistema di accumulo ben isolato, in cui avviene la cessione del

calore all’acqua, poi utilizzata direttamente come acqua calda per la doccia, il bagno o la cucina (impianti solare termici per acqua calda sanitaria); oppure come fonte di energia per un impianto di riscaldamento in bassa temperatura come ad esempio a pavimento o a parete (impianti solari termici per riscaldamento). Nell’arco di un anno, mediante un impianto solare moderno si può ottenere fino all’80% dell’intero fabbisogno di energia per

L’integrazione dell’impianto con pannelli solari per il riscaldamento dell’ACS porta ad un risparmio medio del

20%-25% l’acqua calda. L’integrazione dell’impianto con pannelli solari per il riscaldamento dell’ACS (Acqua Calda Sanitaria), porta a un risparmio medio del 20-25% sui costi del gas metano. Nel caso di installazioni in grado di garantire oltre all’ACS anche il riscaldamento, se immaginiamo di essere nel Nord Italia, si ottengono risparmi nell’ordine del 30-40%, senza considerare il fatto che si andrebbe a risparmiare altra energia elettrica in quanto la pompa di calore dovrà riscaldare il solo ambiente e non l’acqua sanitaria. Con l’abbinamento di queste tecnologie a bassissimo impatto ambientale riusciamo quindi ad ottenere l’indipendenza dalla rete di gas metano, produrre, consumare e vendere al gestore di rete energia elettrica pulita e in aggiunta ricevere gli incentivi del GSE per la produzione derivante da pannelli solari

* fondatore e amministratore unico di EGA Sistemi - www.egasistemi.it

Gli elementi di un impianto solare termico • Collettore, esposto alla luce solare. È composto da uno strato vetrato superficiale, al di sotto del quale si trova l’assorbitore, che assorbe la radiazione solare incidente e la trasforma in calore, per poi trasferirlo al liquido di riscaldamento. Un liquido usato come vettore fluisce in appositi tubi di rame posti a contatto con lo stesso. • Serbatoio di accumulo (detto anche accumulatore, o bollitore) coibentato, nel quale è presente uno scambiatore di calore in cui circola il fluido termo-vettore. Le dimensioni del serbatoio di accumulo sono proporzionali al fabbisogno medio giornaliero di acqua calda sanitaria, pari a circa 50 - 80 litri a persona. • Eventuale sistema di riscaldamento ausiliario (termico o elettrico). In alternativa, se già esiste nella casa una caldaia istantanea a gas a controllo elettronico per la produzione dell’acqua calda sanitaria, si può collegare il sistema solare in serie all’impianto termico esistente, al quale fornirà acqua preriscaldata.


PROFILI

RAGUSA

CONTEMPORANEA Sonia Politi

LO STUDIO ARCHITREND ARCHITECTURE, FONDATO NEL 1989 DA GAETANO MANGANELLO E CARMELO TUMINO, REALIZZA PROGETTI DALLA FORTE IDENTITÀ CONTEMPORANEA CHE SI TRADUCONO IN EDIFICI LUMINOSI E TRASPARENTI, NUOVI PER LA REALTÀ LOCALE EPPURE CAPACI DI INSTAURARE UN DIALOGO INTERESSANTE E INATTESO CON IL PAESAGGIO SICILIANO. VILLE CHE RICHIAMANO PER FRESCHEZZA DELLE LINEE E RIGORE STILISTICO L’ARCHITETTURA AMERICANA DELL’ULTIMO DOPOGUERRA.


PROFILI

Sopra, da sinistra: Marco Garfì, Fernando Cutuli, Carmelo Tumino, Gaetano Manganello, Savina La Carrubba e Alessia Anguzza.

F

ondato nel 1989 da Carmelo Turrino e da Gaetano Manganelli, lo studio Architrend Architecture opera nel campo della progettazione architettonica e del restauro, della riqualificazione urbana, dell’interior design di spazi pubblici e privati, specializzandosi nella progettazione di strutture ricettive, edilizia agevolata, ville unifamiliari, spazi commerciali, edifici per il terziario. La sede dello studio è a Ragusa, in un edificio minimale caratterizzato da una grande cornice a sbalzo in cemento armato e ampie superfici in vetro, con un’area di lavoro di circa 500 mq che definisce chiaramente l’identità progettuale e stilistica dello studio. Un’identità costruita nel corso di venti anni di lavoro in una dimensione territoriale locale con interventi di natura diversa, dal recupero di edifici storici alla costruzione di nuove unità abitative in zone rurali e periferie urbane del ragusano e del territorio Ibleo. Contesti spesso segnati da un’edilizia anonima, speculativa, senza regole né pianificazione in cui le opere progettate dallo studio di Tumino e Manganello spiccano con segni forti e riconoscibili, un’architettura di carattere che crea un dialogo nuovo con l’ambiente circostante. Apertamente dichiarato è l’influsso dell’architettura moderna americana e del programma Case study houses attuato negli anni ’50 che coinvolse architetti del calibro di Pierre Koenig, Raphael Soriano, Graig Ellwood, Richard Neutra, Charles e Ray Eames ed Eero Saarinen. Nel contesto della ricostruzione post-bellica, il programma prevedeva la costruzione di ville unifamiliari con struttura generalmente in acciaio. Tra queste, la Stahl House di Koenig, prototipo di villa dall’aspetto minimale e luminoso affacciata sull’oceano. Un’architettura bella da vivere e da vedere che lo studio Architrend Architecture considera un modello di riferimento attuale per edifici in grado di donare un’impronta contemporanea e dialogare con l’ambiente della Sicilia più originale. La California non è lontana, dopotutto. Alla Ragusa di Tumino e Manganello “IoArch” dedica il primo dei suoi Profili, un servizio speciale su cinque progetti firmati Architrend Architecture.

Alcune opere realizzate dallo studio Architrend. Dall’alto: Uffici Team Architrend - Ragusa, 2008 (foto ©Umberto Agnello) Villa PM - Ragusa, 2010 (foto ©Moreno Maggi) Giardino Ibleo - Ragusa Ibla, 2007 (foto ©Umberto Agnello) Complesso residenziale - Ragusa, 2010 (foto ©Umberto Agnello) Villa GM - Marina di Ragusa, 2010 (foto ©Moreno Maggi) Villa T - Ragusa, 2007 (foto ©Umberto Agnello)

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IOArch Costruzioni e Impianti [ n. 41/2012]

Prospetto principale della villa con pensilina aggettante in acciaio. Sotto, pianta piano primo.

VILLA PM Un edificio essenziale nelle forme e nei colori. Che si distacca radicalmente dal contesto residenziale in cui è inserito Come un parallelepipedo dai volumi semplici articolati tra loro, la struttura “raccolta” è movimentata dal diverso trattamento delle superfici esterne. Grandi vetrate affacciate sul giardino e pareti scure in pietra lavica al piano terra contrastano con la leggerezza di superfici bianche al primo piano e il ritmo creato dalle pareti a sbalzo costituite da pannelli scorrevoli frangisole in profili d’alluminio verticali. L’accesso alla villa è un percorso in pietra lavica ricoperto da una pensilina in acciaio, un elemento a sbalzo che proietta verso l’esterno il prospetto principale. In contrasto, il solido aspetto del retro è interrotto al centro soltanto da un essenziale taglio a tutt’altezza sul muro. All’interno, l’ampio soggiorno presenta al centro un piccolo patio vetrato con cucina e relativi servizi separati da una parete scorrevole. Sempre al piano terra, una grande camera matrimoniale con parete vetrata si affaccia sul giardino.

A destra, ampie vetrate illuminate al piano terra contrastrano con la luce soffusa filtrata dai profili verticali in alluminio al piano superiore.

VILLA PM Progettisti: Architrend Architecture

Gaetano Manganello & Carmelo Tumino

Collaboratori: Fernando Cutuli, Marco Garfì Anno di realizzazione: 2008-2010 Materiali:

Cemento, vetro, listelli in alluminio, pietra lavica

Lotto: 1.151 mq Superficie coperta edifici: 308 mq Volume completo fuori terra: 851 mc

Un piccolo giardino in casa: l’ampio soggiorno presenta un patio vetrato illuminato dall’alto. (foto ©Morenno Maggi)

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PROFILI [ n. 41/2012] IOArch Costruzioni e Impianti

GIARDINO IBLEO Progettisti: Architrend Architecture Gaetano

Manganello & Carmelo Tumino, Arch. D. Bartolotta Ing. M. Tumino

Progetto: 2002-2004 Realizzazione: 2007 Materiali: pietra, vetro, acciaio Lotto: 1.890 mq Superficie coperta edifici: 122 mq Volume completo fuori terra: 427 mc

IL GIARDINO IBLEO Nel centro storico di Ragusa Ibla, sito Unesco dal 2003, un intervento tra passato e presente per l’ampliamento di un’area di verde pubblico L’intervento dello studio completa un progetto complessivo riguardante due zone adiacenti: una pineta e il sito di una centrale Enel dismessa negli anni Ottanta. La realizzazione contemporanea instaura un dialogo con le preesistenze, recuperando una spazialità perduta con la costruzione della centrale negli anni Cinquanta. Il nucleo del complesso è la grande corte ‘delle Sculture’, spazio all’aperto attorno al quale gravita un sistema architettonico lineare. Un impianto di percorsi a terra e in quota per-

mette l’uso totale dello spazio e la percezione del giardino da differenti punti di vista. A nord un muro rivestito in calcare tenero sostiene una lunga passerella in acciaio e vetro, inquadrando tre grandi aperture sugli scavi archeologici e sulla vallata del S. Leonardo. Gli elementi contemporanei sono concepiti in modo da valorizzare le preesistenze, come il portico della chiesa di San Vincenzo, dialogando in maniera equilibrata con i materiali tradizionali e instaurando nuovi rapporti con il tessuto urbano.

COMPLESSO RESIDENZIALE Inserito in un programma di edilizia sociale, il nuovo quartiere alla periferia di Ragusa si distingue per l’architettura volutamente scarna dalla chiara identità mediterranea Il complesso residenziale è situato in un’area periferica nei pressi del nuovo ospedale di Ragusa, una struttura ancora in fase di costruzione. Esempio purtroppo comune di contesto urbano anonimo, caratterizzato da costruzioni banali, che l’intervento dello studio Architrend riesce a riqualificare grazie alla linearità e alla semplice eleganza del suo progetto. L’insieme dei 46 alloggi si articola in diversi corpi di fabbrica con tipologie differenti: unifamiliare a pianta duplex con zona giorno e garage a piano terra e zona notte al piano primo; unifamiliare con piano interrato adibito a garage e cantina; bifamiliare. I corpi di fabbrica a forma di rettangolo allungato aggregano due alloggi abitativi, i cui prospetti principali sono inquadrati e uniti da una lunga cornice lineare, un [ 36 ]

segno distintivo di Architrend Architecture. Le facciate presentano una scansione costante di pannelli con intonaco scuro color antracite alternati a persiane scorrevoli in alluminio a doghe fisse. Muri in blocchi di cemento rifiniti con intonaco a spruzzo a grana grossa definiscono le recinzioni lineari dei singoli lotti e contribuiscono all’uniformità del complesso abitativo.

La passerella in acciaio e vetro sospesa fa parte di un sistema di percorsi che permettono una completa fruizione degli spazi. (foto ©Umberto Agnello)


IOArch Costruzioni e Impianti [ n. 41/2012]

VILLA GM Una struttura a elle. Un progetto liberamente ispirato alla Stahl House di Pierre Koenig La villa si trova a Marina di Ragusa, su un lotto affacciato sul Mediterraneo in direzione dell’isola di Malta, visibile nitidamente nelle giornate luminose. Il progetto è liberamente ispirato alla Stahl House di Pierre Koenig: con una conformazione planimetrica a elle, si sviluppa intorno alla piscina con un grande solarium dal pavimento in doghe di larice bianco. La vetrata continua sul perimetro della casa assicura la continuità degli interni del living e delle camere, ambienti che poggiano su un bordo continuo distaccato da terra che, assieme alla copertura, determina il carattere orizzontale dell’intera costruzione. La struttura è in acciaio con solaio piano in travi di legno lamellare a vista e una guaina a doppio strato di finitura in copertura. Due muri perimetrali, come lastre scorrevoli distaccate dal corpo dell’edificio, delimitano il lato dell’ingresso e quello del confine opposto alla piscina. Il rigore complessivo è sottolineato anche dalla scelta dei materiali utilizzati: acciaio e legno per la struttura, vetro per le chiusure perimetrali e cemento per le pavimentazioni sia interne che esterne. Negli ambienti interni gli arredi sono essenziali e dominano i toni neutri: bianche le

pareti, la cucina ad isola, le porte pensate come pannelli a tutt’altezza. Unica nota forte di colore, una scala rossa all’ingresso costituita da una sottile lamiera pressopiegata.

VILLA GM Progettisti: Architrend Architecture, Gaetano

Con vista panoramica sul mare, la villa ha una pianta “a elle” che si sviluppa intorno alla piscina e al grande solarium rivestito con doghe di larice bianco. (foto ©Moreno Maggi).

Sotto, sezione prospetto.

Manganello & Carmelo Tumino

Collaboratori: Patrizia Anfuso, Marco Garfi Anno di realizzazione: 2007-2010 Materiali: acciaio, vetro, legno Lotto: 1.250 mq Superficie coperta edifici: 180 mq Volume completo fuori terra: 540 mc

COMPLESSO RESIDENZIALE Progettisti: Architrend Architecture, Gaetano Manganello & Carmelo Tumino

Collaboratori: Patrizia Anfuso, Fernando Cutuli Anno di realizzazione: 2005-2010 Materiali: cemento, intonaco bianco liscio, intonaco a spruzzo grana grossa

Lotto: 28.079 mq Superficie coperta edifici: 8.243 mq Volume completo fuori terra: 23.305 mc

Pianta degli alloggi con la zona notte al piano primo. A destra, lunghe cornici lineari inquadrano i prospetti principali delle abitazioni. (foto ©Umberto Agnello)

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PROFILI [ n. 41/2012] IOArch Costruzioni e Impianti

Definita da linee essenziali e dinamiche, la villa poggia su un basamento continuo sollevato dal terreno (foto ©Umberto Agnello).

VILLA T Alla periferia di Ragusa sull’altopiano Ibleo, una sorprendente abitazione dalle linee essenziali emerge isolata e sicura nel paesaggio agricolo circostante. Premio Metra 2011 Un primo rapporto con il contesto nasce dalla realizzazione di tre cornici lineari che definiscono le vedute sul paesaggio. In un insieme rigoroso di piani perpendicolari e paralleli, un senso di leggerezza e movimento è dato dal basamento sollevato dal terreno e dalla copertura inclinata che si distacca dalle pareti vetrate perimetrali. Alternando chiuso e aperto, ai muri di pietra della facciata rivolta a nord fanno da contrappunto le grandi vetrate delle facciate est e sud aperte sul giardino. Il

corpo bianco della villa è stato progettato su tre livelli. Il principale al piano terra ospita il soggiorno a doppia altezza con grandi vetrate ad angolo e scala in acciaio e legno, da questa si sale al soppalco con camera e zona studio, mentre scendendo si arriva a un grande ambiente living affacciato su un patio incassato nel terreno. La pavimentazione degli ambienti interni è in listoni di rovere. Nella zona ovest esterna la superficie omogenea è ricoperta da gres porcellanato grigio-cemento

Pianta piano terra e sopra, prospetti Nord e Est.

VILLA T Progettisti: Architrend Architecture,

Gaetano Manganello & Carmelo Tumino

Collaboratori: Patrizia Anfuso, Fernando Cutuli Anno di realizzazione: 2005-2007 Materiali: acciaio, vetro, pietra - Lotto: 13.000 mq Superficie coperta: piano terra 130 mq piano interrato 180 mq L’ampio soggiorno a doppia altezza riceve luce dalle grandi vetrate poste sulle facciate rivolte a sud-est.

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Volume completo fuori terra: 390 mc Premi: XIX Premio Metra Sistema d’Autore 2011 e 1° premio sezione Opere d’Architettura del concorso “Quadranti d’Architettura 2009” Pedara, Sicilia

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FLESSIBILE 41/2012] IOArch Costruzioni e Impianti [ n. 40/2012

atossico

TRASFORMABILE

aloni

Alice Gramigna

RISPARMIO

essenziale RIUSO lowcost

Milano, Saloni 2012. C-r-i-s-i, un veleno che fa paura. Abbiamo esplorato la Fiera, il Satellite arrivato ai suoi primi 15 anni, le mille stanze dello show alternativo del design d’autore. Cercando il bello, l’originale, l’idea, l’innovazione, il colpo di genio, la sperimentazione, la provocazione, la scoperta. Tra fantasia e creatività, industria e artigianato. Sul taccuino abbiamo segnato qualche numero. In Brianza sono 4.500 le imprese nel settore legno-arredo, mobili che viaggiano verso Europa (68%), Asia (18%), America (9%); le cucine si esportano per 390 milioni di euro (Germania, Svizzera, Russia tre mercati al top); il 22% dei 101 distretti manifatturieri italiani coinvolgono l’arredo-casa; al Light+Building di Francoforte, fiera leader del settore illuminazione, i nostri espositori erano 226. Il “siero anticrisi” c’è. Si sente. Si vede. Il saper fare nostrano combatte e vince ancora. Vince Rodolfo Dordoni, premio Wallpaper 2012 per il miglior domestic design, con la cucina Set per Dada. Vince il gigante Scavolini con Diesel, la sua intelligente social kitchen. Vince Sandra Snaidero che ha sedotto persino Brad Pitt con il modello Ola20. Vince Flos, mezzo secolo di vita, presentando l’immaginifica Light Photon di Philippe Starck. Vincono molti giovani che dai prototipi del Satellite sono arrivati all’industrial design, scoperti da imprenditori-scout determinati e appassionati. Ecco, per esempio, Sara Passalacqua e Nicolò Bressan della facolta di architettura di Venezia, autori oggi di Essentia, il letto comodo ma essenziale per case e budget sempre più ridotti. Un’idea catturata subito da Flou, l’azienda regina dei letti-design. “Il Salone è un artefice della cultura del nostro Paese - commenta Carlo Guglielmi, presidente Cosmit - che consente di creare quel clima di effervescente vitalità che potrebbe aiutarci a uscire dalla...”. Crisi, appunto, la parola da cui siamo partiti e che, dopo aver vissuto la Milano del mobile, forse fa meno paura.

KARTELL INVISIBLE TABLE design Tokujin Yoshioka

ARMIDAEFFE DOLCEVITA design Giorgio Palermo

LIVING DIVANI ROD [ 39Lissoni ] design Piero


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aloni

ORIGAMI LUMINOSI IN-EI è la nuova collezione di lampade Artemide disegnata da Issey Miyake. Create grazie a uno speciale tessuto riciclato piegato, le forme simili a origami non necessitano di struttura interna e possono essere facilmente rimodellate. ARTEMIDE IN-EI ISSEY MIYAKE design Issey Miyake www.artemide.com

COMFORT AVVOLGENTE

SEGNI GRAFICI IN LEGNO

Disegnata da Jean-Marie Massaud, Ventura è la nuova collezione di sedute imbottite per un arredo contemporaneo e versatile, grazie alla struttura in legno massello o in tondino di metallo con rivestimento in tessuto, pelle o ecopelle.

Saya è la seduta dalla silhouette decisa con finitura in rovere naturale e teak declinata in calde tonalità accordabili tra loro. Per ambienti domestici e spazi contract, con base a 4 gambe in legno o nella versione impilabile in acciaio cromato.

POLIFORM VENTURA design Jean-Marie Massaud www.poliform.it

ARPER SAYA design Lievore Altherr Molina www.arper.com

IL DIVANO SARTORIALE Disegnato da Luca Nichetto per Cassina, La Mise è il nuovo divano dalle forme avvolgenti e femminili. Grazie a un’attenta ricerca sui tessuti, il rivestimento continuo ricorda un abito sartoriale con morbide pieghe e macrocuciture decorative a zig zag simili a imbastiture con colori a contrasto. CASSINA LA MISE design Luca Nichetto www.cassina.com

NEO-MINIMALISMO Un vero gioiello di semplicità il tavolo disegnato da Ferruccio Laviani. Con gamba unica a cono tangente e il piano (circolare o ovale) dalla superficie a specchio, Oui si distingue per il rigoroso equilibrio delle proporzioni fra volumi e piani sovrapposti. Disponibile in diverse misure e finiture, adatto sia per la zona pranzo che come tavolo da riunioni. KARTELL OUI design Ferruccio Laviani www.kartell.it

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CLASSICITÀ CONTEMPORANEA

DAL TONDINO ALL’ARREDO

Creata dalla giovane coppia di designer Giopato & Coombes, la sedia Button combina elementi differenti: alla rotondità della seduta e dello schienale rivestiti in pelle con lavorazione laterale effetto plissè associa la struttura lineare e rigorosa in legno di faggio verniciato.

Con un semplice processo di verniciatura industriale, le barre di rinforzo d’acciaio per strutture in cemento armato trovano una nuova identità decorativa nei tavoli della collezione Candy. Un arredo funzionale che sfrutta le potenzialità dei materiali da costruzione.

FRAG BUTTON design Giopato & Coombes www.frag.it

CAPPELLINI CANDY TABLES design Sylvain Willenz www.cappellini.it


IOArch Costruzioni e Impianti [ n. 41/2012]

CULLATI DA UNA FOGLIA Ispirazioni dal mondo vegetale per la poltroncina della linea Foliage disegnata da Patricia Urquiola per Kartell. Una morbida seduta avvolgente in schiuma poliuretanica retta da una struttura di ferro a ramo, con motivo a foglia ricamato a impuntura che percorre il rivestimento in tessuto trapuntato. KARTELL FOLIAGE design Patricia Urquiola www.kartell.it

LEGGEREZZA ARBOREA

STRONG AND HAPPY

Birdie è un sistema per illuminazione da terra, da soffitto e da parete che si completa ora con la versione piccola da tavolo con stelo lineare e touch-dimmer simile a un ramoscello e paralumi nei colori della linea: bianco, grigio, arancio e amaranto.

Progettata per esterni, la collezione Mia con linee rigorose arreda anche ambienti interni, sia privati che pubblici. Funzionale e resistente, la serie comprende sedute impilabili con o senza braccioli, poltrone, tavoli tondi o quadrati realizzati in alluminio e metallo corredati di cuscini.

FOSCARINI BIRDIE design Ludovica + Roberto Palomba www.foscarini.com

EMU MIA design Jean Nouvel www.emu.it

METTETEVI COMODI

SEDUTA A SORPRESA

SPAZIO ALLA FANTASIA

Una famiglia di sgabelli in due altezze diverse che si distingue per l’essenziale comodità, grazie alla seduta imbottita leggermente curvata e una struttura metallica sottile con appoggi orizzontali per i piedi. Rivestimento in tessuto o pelle sfoderabile in diversi colori.

Slope nasconde in sé una comoda scaletta: una volta inclinata, pratici gradini in metallo affiorano dal retro della poltrona, che in questo modo diventa anche seduta informale. Essenziale, dotata di piccole ruote, con rivestimento sfoderabile e lavabile.

My first office è uno spazio per lo studio e il gioco disegnato da Martì Guixé. Un’area in continua evoluzione che segue la fantasia e la crescita dei bambini, con uno scrittoio regolabile in altezza e tanto spazio per libri e giochi sulle mensole in multistrato di betulla.

LIVING DIVANI HINGE SGABELLO design Francesco Rota www.livingdivani.it

CAMPEGGI SLOPE design Lorenzo Damiani www.campeggisrl.it

ME TOO COLLECTION BY MAGIS MY FIRST OFFICE design Martí Guixé www.magismetoo.com

(Foto ©Ezio Prandini)

Poltrocina Raviolo di Magis

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DESIGN FOR ALL

Bello, funzionale, accessibile. Le aspirazioni della Bauhaus, pensate per una società rigidamente divisa in classi, si concretizzano nella società liquida di oggi, preconizzata da Bauman e certificata da uno status di precariato permanente. Cresce la domanda di cultura incorporata negli oggetti. La bellezza viene percepita sempre meno come elemento di status e sempre più come libertà di scelta individuale. Unico ostacolo, il prezzo. Il successo di Ikea, che l’anno scorso in Italia ha registrato 46 milioni di visitatori, insegna. Così, in una ricerca condotta per eBay (+42% le vendite nei primi mesi del 2012 vs 2011), Doxa certifica che più di un terzo degli italiani possiede già un oggetto di design in casa e che 15 milioni ne comprerebbero volentieri uno online. Se il Temporary Loft di eBay al Fuorisalone, dove tutti gli oggetti erano acquistabili online, è stato visitato da 35mila persone, il 20 aprile a Santhià abbiamo assistito all’apertura di Welchome, il primo Design Outlet italiano, un’operazione promossa da Mario Esposito, presidente di Retail In Progress: 13.000 mq disegnati dall’architetto Pier Paolo Maggiora ospitano negozi e shop-in-shop con 80 marchi del design a prezzi scontati dal 30 al 70%. E 900 mq destinati per tre mesi a Officina 42, uno spazio aperto a progettisti, creativi e artisti che possono vendere direttamente al pubblico le loro autoproduzioni. Successo crescente registrano anche gli outlet veri, quelli vicino alla fabbrica: le vendite straordinarie di Artemide, FontanaArte, Alias, Alessi sono ormai eventi molto attesi. Per finire con i temporary shop: subito dopo i Saloni, in via Foppa a Milano ha aperto i battenti, per una sola settimana ma con la promessa di ripresentarsi presto o n l i n e , Yum Design Store, sottotitolo tutti gli affari del doposalone: 700 i pezzi in vendita, tra mobili e complementi, con sconti dal 25 al 50%. A.M.

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VIRGOLE DI LUCE Taj è l’ultima nata nella famiglia Kartell Lights, un segno grafico tridimensionale semplice e unico che esce dallo stereotipo della lampada snodata. Bella da vedere sia accesa che spenta, con tecnologia LED e accensione a sensore dimerale, da quest’anno è realizzata anche in versione “mini” in scala ridotta ideale per il comodino con una nuova gamma di colori. KARTELL TAJ e MINI TAJ design Ferruccio Laviani www.kartell.it

FASCINO DISCRETO Intelligente come il computer di 2001: Odissea nello Spazio da cui prende il nome, un’ampia famiglia di sedie flessibili che offre comodità e libertà di movimento grazie alla scocca dinamica in legno multistrato o plastica colorata e rivestimento rimovibile, adattandosi a ogni tipo di ambiente. VITRA HAL Design Jasper Morrison www.vitra.com

ROD: E DIVENTA COME VUOI Declinata in panca, poltrona e divano a due o tre cuscini, la nuova linea Rod ha uno stile essenziale, con piedini in acciaio, schienale sottile e una scocca leggera che può avere rivestimento diverso da quello dei cuscini con trapuntatura e bottoni a vista, in un gioco di finiture da abbinare. LIVING DIVANI ROD design Piero Lissoni www.livingdivani.it

I TAPPETI DI CIBIC

IMPRONTE IN BLU

Raffinati e preziosi i nuovi tappeti di Aldo Cibic: Merry-Go-Round, Many Party Zoo, Flora, Jungle in lana, lino, seta sono frutto di un accurato lavoro manuale e di uno studio dei colori che ha consentito di ottenere delicate tonalità di beige, grigio, viola e verde.

Con una morbida trama a macchia che rimanda alla tecnica tie dye, la nuova collezione di tappeti disegnata da Paola Navone è realizzata con materiali naturali pregiati. Un connubio di abilità artigianale e grafiche originali declinate nei toni del blu, segno distintivo dell’eclettica designer.

MORET HAPPY CARPETS design Aldo Cibic www.moret.it

KASTHALL design Paola Navone www.kasthall.com


IOArch Costruzioni e Impianti [ n. 41/2012]

NEW POP Forme arrotondate, grandi dimensioni e un nome legato al mondo dei cartoon per Stewie, la lampada da terra con ampia forma concava che emana una luce soffusa. Anche spenta, Stewie è un elemento scenografico che spicca con originalità in ogni ambiente, dal soggiorno alla camera da letto a spazi collettivi. FOSCARINI STEWIE design Luca Nichetto www.foscarini.com

BAGLIORI TECNOLOGICI Una linea-gioiello per l’illuminazione firmata dall’architetto Giorgio Palermo che unisce tecnologia ed eleganza, con corpo in materiale HI-MACS© (70% di polvere di bauxite, 25% di resina acrilica, 5% di pigmenti naturali), luci LED ad alta efficienza ed elementi decorativi in vetro Swarovski. ARMIDAEFFE DOLCEVITA design Giorgio Palermo www.armidaeffe.it

VIDEO-AUDIO-ARREDO TUTTO IN UNO Secondo una ricerca di mercato, il 50% dei clienti Ikea intende cambiare il proprio soggiorno. Uppleva è la nuova soluzione che combina audio, video e arredo organizzando in modo intelligente cavi e accessori multimediali - schermoTV LED, lettore blu-ray, DVD e CD, impianto audio 2.1 con subwoofer wireless, ingressi USB, HDMI e telecomando unico. Un’unica soluzione che si integra con l’arredamento e le esigenze di funzionalità delle abitazioni contemporanee. In vendita da ottobre.

IKEA UPPLEVA www.ikea.com/it

IL TAVOLINO SI FA IN 3

ARCHITETTURE DA INDOSSARE

NUVOLE OPTICAL

Stack Table è il set di tre tavolini-contenitori impilabili disegnato da Nathan Yong. Con struttura in legno a cavalletto e ripiani colorati, linee semplici e altezze differenti, i tavolini si prestano ad essere combinati secondo la configurazione preferita, per un utilizzo pratico e divertente.

I coprispalle disegnati da Lidia Tomkow, architetto e ingegnere, sono elementi versatili che arricchiscono e definiscono un abito. Realizzati in materiali ricercati che cambiano a seconda delle stagioni.

Disegnata da Philippe Nigro, la lampada da parete Nuage è formata da cinque moduli a griglia tridimensionali con contorni irregolari disposti secondo angolazioni appositamente studiate per creare effetti luminosi sempre diversi. Per ricercati ambienti domestici e pubblici, può essere accostata formando composizioni di più elementi.

LIVING DIVANI STACK TABLE design Nathan Yong www.livingdivani.it

Atelier Lidia Tomkow - Palermo www.lidiatomkow.com

FOSCARINI NUAGE design Philippe Nigro www.foscarini.com

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S

aloni

SOFA, UN MORBIDO ABBRACCIO

EVOLUZIONI IN PLASTICA Juno è la prima sedia monoblocco di Arper realizzata in polipropilene da uno stampo unico che si distingue per la sua grande adattabilità. Disponibile in cinque colori (bianco, sabbia, antracite, arancione e giallo) per uso residenziale o contract, di peso ridotto e forma slanciata, con schienale aperto o chiuso, può essere personalizzata aggiungendo braccioli e imbottiture. ARPER JUNO design James Irvine www.arper.com

Presentato al Salone Satellite dalla giovane designer svizzera Antoinette Bader, Sofa è un divano la cui sagoma avvolgente è costituita da tre pannelli in schiuma rivestiti da tessuti di colore diverso collegati ad una semplice struttura di legno mediante un motivo trapuntato.

TRAME SCORREVOLI Stripe è il nuovo sistema di pannelli scorrevoli bifacciali con traversi in alluminio che delimita con un segno contemporaneo gli spazi interni domestici, professionali e aree pubbliche. Con binario di scorrimento adatto anche per grandi composizioni, i pannelli Stripe sono realizzati con materiali riciclabili e finiture Ecolorsystem, vernici ad acqua di ultima generazione non inquinanti. RIMADESIO STRIPE design Giuseppe Bavuso www.rimadesio.it

SOFA design Antoinette Bader www.antoinettebader.net

IL PAVIMENTO prêt-à-porter

Sotto Matè Shiny grigio/nero, Matè Silk Astrale e qui accanto Silk Marte. Nella foto in basso un pavimento Matè Silk Sahara.

ELEGANTE, PRATICO, DECLINATO IN 22 DIVERSE TONALITÀ, MATÈ DI VIRAG È IL NUOVO PAVIMENTO VINILICO CON TRAMA IN RILIEVO EFFETTO TESSUTO REALIZZATA IN FIBRA SINTETICA. UN MATERIALE VERSATILE E MOLTO RESISTENTE DI FACILE MANUTENZIONE CON ECCELLENTE RAPPORTO QUALITÀ-PREZZO.

www.virag.com

Il nuovo pavimento vinilico di VIRAG ha una trama in rilievo realizzata con fibre di materiale sintetico. Al tatto, la superficie di Matè, con orditura di rafia vinilica realizzata tramite macchine, è del tutto simile a quella di un tappeto in fibra vegetale. Il tessuto sintetico viene accoppiato a caldo su supporto composto da una mescolanza omogenea di resine viniliche, plastificanti, stabilizzanti, additivi inorganici e cariche minerali inerti - la rafia dello strato d’usura è composta al 97% da cloruro di polivinile, al 2% da poliestere e all’1% da fibra di vetro. Resistente agli agenti chimici e con una proprietà di assorbimento del rumore d’urto, la superficie del pavimento è calpestabile immediatamente dopo la posa e richiede una manutenzione periodica con normali detergenti per pavimenti vinilici e successiva ceratura. Matè si presta per la pavimentazione

interna di uffici, sale riunioni, negozi, alberghi, showroom, aree comuni di case di riposo, musei, fiere e in esterno su verande e terrazze coperte. Ricco di giochi chiaroscurali, il pavimento tessuto è disponibile nelle due collezioni SILK, con una gamma di 13 tinte naturali e colorate, e SHINY, 9 soluzioni decorative con una leggera patina luminescente.


FASCINO RETRÒ

NON LA SOLITA CUCINA

PICCOLI SPAZI GRANDI SOLUZIONI

Un’isola indipendente e polifunzionale disegnata da Ricardo Antonio, art director del nuovo marchio di design Hommm, in materiale HIMACS® con piano di cottura a induzione e rubinetto a scomparsa di Schock©.

Slim di Elmar è il sistema d’arredo cucina componibile adatto anche per spazi contenuti. grazie a moduli di soli 53 cm di profondità, ante sottili in diverse finiture e isola con piano di lavoro a ribalta.

Macchine da cottura professionale dalla struttura realizzata in acciaio ad alto spessore (2 mm) che combina rigore estetico e elevate prestazioni. Con maxiforno (fino a 8 teglie), misure e combinazioni personalizzabili.

HOMMM HOMMM PRÊT-A-PORTER KITCHENS design Ricardo Antonio www.hommm.it

ELMAR SLIM design Ludovica + Roberto Palomba www.elmarcucine.com

OFFICINE GULLO COLLEZIONE P70 www.officinegullo.com

UNA SCULTURA MULTIFUNZIONALE

COMPOSIZIONI LIBERE

Una cucina modulare di tre elementi rivestiti in Silestone® by Cosentino, materiale in quarzo resistente e con proprietà batteriostatiche.

Tre nuovi elementi da abbinare al sistema cucina HD23: il piano snack ovale con gambe in metallo a diapason, il bancone con tavole in legno naturale con effetto invecchiato, la cappa speciale con pannelli di rivestimento decorati a incisione.

COSENTINO SHAPING SILESTONE design Fratelli Campana www.silestone.com/it

ROSSANA ELEMENTI SERIE HD23 design Massimo Castagna www.rossana.it

PER UNA COTTURA VIRTUOSA

FIRMATA KARIM RASHID

SENZA LIMITI

Il risparmio energetico è garantito con i bruciatori Sabaf di ultima generazione per piani cottura a gas. La nuova serie III AE ad alta efficienza e la sua variante AEO in ottone permettono un rendimento maggiore rispetto ai dispositivi precedenti, dimezzando le emissioni nocive e riducendo i tempi di cottura.

Le nuove colonne di contenimento con frigorifero, forno, lavastoviglie, cantina e le madie a due ante in legno rovere naturale e laminato decorato da Karim Rashid completano la collezione di cucine ad installazione libera di Alpes.

Il piano cottura a induzione di Gaggenau consente di posizionare le pentole su ogni punto della superficie, riscaldandole automaticamente. Con ampio display intuitivo TFT touch control e piastra in vetroceramica, vincitore dell’ iF product design award 2011.

ALPES LIBERI IN CUCINA decoro Karim Rashid per Abet Laminati www.liberincucina.it

GAGGENAU PIANO DI COTTURA FULL INDUCTION CX480 www.gaggenau.it

SABAF BRUCIATORI SERIE III AE E AEO www.sabaf.it

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[ n. 41/2012] IOArch Costruzioni e Impianti

APPARECCHIARE LA CITTÀ

UNA COLLEZIONE DI DESIGN CHE RAGIONA ATTORNO AL TEMA DEL CIBO, OFFRENDO UN NUOVO PUNTO DI VISTA E CONDENSANDO FUNZIONE E SIMBOLO CON RIMANDI CONTINUI, SU SCALE DIVERSE, TRA ARCHITETTURA E DESIGN, DIMENSIONE URBANA E DOMESTICA

Il batticarne Ionico e in alto Castello à la carte, sistema componibile da aperitivo.

Opera aperta, il set da condimento componibile, personalizzabile e implementabile, che rimanda al Duomo di Milano.

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Apparecchiare la città è il nuovo progetto che lo studio di Davide Crippa, Ghigos Ideas, ha presentato ai Saloni 2012. Una “città di oggetti”, in questo caso Milano, che anche in funzione di EXPO 2015 e dell’importanza che in tale contesto avrà il tema dell’alimentazione, immagina una tavola sulla quale compaiono monumenti, edifici e immagini simboliche dei paesaggi urbani, naturali e della memoria. Il progetto, realizzato con la partecipazio-

Paesaggio1: figurazioni di montagna, il tagliere con ceppo integrato, accoglie coltelli da formaggio i cui manici bianchi simulano le cime innevate.

ne di un paesaggista, Alessandro Rocca e degli urbanisti dello studio Logh, presenta gli utensili del vivere quotidiano rivisitati in chiave simbolica e a volte ironica, micropresenze rapportate alla scala macro del reale. Cosa c’è di più invitante, ospitale e amichevole di una tavola ben apparecchiata? Un luogo accogliente, di condivisione di sapori, esperienze ed emozioni, frutto del lavoro e del sapere di tanti, quello che in fondo ogni città vorrebbe e dovrebbe esse-

re: pronta a ricevere con garbo, per favorire l’incontro e il dialogo. Ecco allora una toponomastica narrativa che invita a godere dei piaceri della tavola anche con gli occhi, l’intelletto e la fantasia. La serie si compone di diversi articoli: City cookies è la linea di stampi per biscotti (prodotta da Italo Ottinetti) che riprende il profi lo dei monumenti più famosi delle città europee, simboli golosi di memorie comuni e identità collettive.


IOArch Costruzioni e Impianti [ n. 41/2012]

Castello à la carte è il sistema componibile da aperitivo, un insieme di pannelli/piatti con diverse possibilità di incastro e di assemblaggio, ispirato ai castelli di carte con le portate che sembrano fluttuare, grazie alla trasparenza dei piani d’appoggio (Piazza Effepi). Pronti a disporsi come pedinesoldatini su una scacchiera consumabile, tra gioco e cibo gli Stuzzicanti, alberelli ramificati-stuzzicadenti di un acceso verde pop. Nella foresta per l’aperitivo, ecco allora emergere Déjà-vu, che reinventa il classico macinapepe la cui tradizionale forma si intuisce attraverso i prospetti sfaccettati di queste torri-grattacielo della tavola moderna (Spezie&co). Dalla foresta al Duomo di Milano con Opera aperta, set da condimento componibile, facilmente personalizzabile con più contenitori di dimensione e forma diversa. Un’opera in costruzione, come suggerisce il nome (Casalinghi S.T.O.). Non solo paesaggi urbani: la serie delle Figurazioni è composta da tre ipotesi di tagliere ispirati agli scenari naturali. Figurazioni di montagna è un tagliere-vassoio con un ceppo centrale che accoglie coltelli da formaggio. I singoli manici dei coltelli rappresentano le vette di ghiacciai d’alta quota, sintetizzati con accenni di bianco e forme sfaccettate. La pianura è il riferimento per i taglieri riga-gnocchi con texture in rilievo come quella dei campi arati. Il disegno del tagliere-bassorilievo allude alle lavorazioni della terra e assume un valore funzionale per personalizzare la pasta fatta a mano. Piccoli laghetti emergono sulla superficie di Figurazioni lacustri, il tagliere da soff ritto dotato di una serie di leggere conche che, riempite d’acqua, servono a inumidire la lama della mezzaluna e annullare il potere lacrimogeno delle cipolle. Un esempio efficace di funzionalità unita all’estetica.

Dalla città, alla natura, alle ambientazioni storico-mitologiche: Il tempio della distruzione a forma di piramide azteca è un “contenitore di contenitori” che al suo interno racchiude diversi utensili da cucina per rompere, tagliare, sminuzzare, tritare, snocciolare o macinare (MACO Creazioni). Immaginari da antica Grecia per una piccola lezione di storia dell’architettura fra i fornelli con Ionico, batticarne che più “classico” non si può in quanto riprende le forme della colonna ionica (Calder). In ultimo, si vola in estremo oriente con Dinastia, l’hot pot d’ispirazione cinese, un classico della tavola valorizzato in chiave contemporanea (Ruffoni)

La nuova collezione ambientata come un masterplan urbano: i macinapepe dai profili sfaccettati Déjà-vu e le caffettiere sbuffanti emergono come grattacieli contemporanei da una foresta di Stuzzicanti, verdi stuzzicadenti ramificati.

I PROGETTISTI

Studio Ghigos: Davide Crippa, Barbara Di Prete, Francesco Tosi.

Nato nel 1998 e diventato studio nel 2004, Ghigos è un gruppo di lavoro formato da Davide Crippa e Barbara Di Prete, entrambi architetti, dottori di ricerca e docenti presso il Politecnico di Milano e in NABA (Nuova Accademia di Belle Arti di Milano) e da Francesco Tosi, architetto ed esperto in comunicazione visiva e web-design.

City cookies, gli stampi per biscotti ispirati ai più noti monumenti delle capitali europee.

Dinastia, l’hot pot ispirato a preziosi vasi cinesi che interpreta un classico della tradizione in chiave contemporanea.

LOGh

Alessandro Rocca

Società di progettazione fondata nel 2010 dall’unione dell’esperienza dello studio LGL con la vocazione sperimentale di Ghigos Ideas.Uno studio di architettura e design che risponde sia ad esigenze comunicative che prettamente costruttive, offrendo vari servizi: dalla consulenza e progettazione al cantiere, dagli allestimenti a servizi di grafica coordinata alla comunicazione web.

Architetto, ricercatore e docente universitario di Progettazione Architettonica e Architettura del Paesaggio presso il Politecnico di Milano. Lavora sulle tendenze e le prospettive dell’architettura contemporanea, analizzando soprattutto i fenomeni di trasformazione dell’ambiente urbano e del paesaggio.

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[ n. 41/2012] IOArch Costruzioni e Impianti

Lettura/Cultura Abitare intorno a un vuoto. Le residenze a patio dalle origini al contemporaneo autori: Edoardo Narne, Angelo Bertolazzi editore: Marsilio 168 pp - euro 12,50 Un percorso nella storia dell’architettura della casa, per rintracciare alcune invarianti del buon vivere lungo i secoli. Archetipi molto noti, come le case di Pompei, o le soluzioni dei maestri del contemporaneo, quali Mies van der Rohe, Utzon, Erskine e Siza, si impongono come paradigmi per la permanenza della tipologia a patio nei contesti storici e geografici più distanti. Un’attuale riflessione profonda sulle specificità del vero comfort domestico connesso inscindibilmente con la giusta calibratura di pieni e vuoti, della buona relazione tra interno ed esterno degli edifici. Design 2029 Ipotesi per il prossimo futuro autore: Renato De Fusco editore: Franco Angeli 136 pp - euro 19,00 Scaramantica previsione dell’autore, professore di storia dell’architettura presso l’Università di Napoli, di vivere fino a 100 anni, immaginando quanto avverrà da ora fino al 2029. Le ipotesi sul futuro prossimo del design spaziano da ciò che si progetterà a quello che si venderà, dai prodotti usa-e-getta agli oggetti da collezionismo, tra digitale, kitsch, dematerializzazione.

LESS EGO MORE ECO CON UN LIBRO E UN CONVEGNO IN TRIENNALE, MASSIMO ROJ CI RACCONTA LA SUA FILOSOFIA PROGETTUALE. Estetica, pianificazione, sviluppo, tecnologia, economia: cinque ambiti differenti per raccontare lo stesso cammino verso la cultura e la pratica della sostenibilità. Cinque parole che sintetizzano la filosofia progettuale di Massimo Roj e del suo studio di architettura, Progetto CMR. Una logica che ci viene comunicata attraverso un interessante convegno in Triennale che è anche occasione per la presentazione del libro Less Ego More Eco, che documenta il concretizzarsi di questo pensiero nel lavoro, nella realtà dei molti edifici già costruiti in tutto il mondo. Quello che interessa a Roj è ragionare e condividere il senso di queste 5 parole: estetica, pianificazione, sviluppo, tecnologia, economia, alle quali aggiunge un aggettivo: sostenibile. Si immagina un’architettura efficiente e flessibile, dove l’ambito architettonico sia il punto di partenza per arrivare a parlare di estetica della sostenibilità. La strada? Il ritorno alla centralità dell’uomo, non delle opere realizzate dagli architetti: less ego. Tutto oggi ci porta verso stili di vita più rispettosi, più sobri e responsabili: more eco. SVILUPPO SOSTENIBILE

Le risorse del pianeta non sono infinite e tutti dobbiamo tenerne conto. Inoltre, la sostenibilità non si autoalimenta: al contrario, presuppone una sensibilità comune, un consenso collettivo a partire proprio dai grandi insediamenti urbani. Sviluppare società green diventa possibile solo se le istanze ecologiste e le dinamiche presenti nelle grandi metropoli globali entrano a far parte della routine nella governance urbana.

PER INFORMAZIONI WWW.PROGETTOCMR.COM Fabbricazione digitale dell’architettura autore: Luca Caneparo editore: Franco Angeli 272 pp - euro 28,00

Tema di fondo del testo è il divenire della cultura del progettare e del costruire. Esaminando il modo in cui diverse società hanno affrontato i problemi della loro epoca, i contributi dati dalle tecniche e i significati espressi dall’architettura, il volume cerca di dare collocazione e direzione alle innovazioni, particolarmente a quelle attuali, indagando le potenzialità tecniche e figurative del digitale nella progettazione. L’affermazione dell’architettura Una riflessione introduttiva autori: Damiano Cantone, Luca Taddio editore: Mimesis 170 pp - euro 16,00 La chiave di lettura che questo libro sviluppa per interpretare l’architettura contemporanea è data dalla parola affermazione, che rappresenta il punto di incontro tra la dimensione architettonica e quella filosofica. Ciò non deve essere inteso come se da un lato vi sia l’architetto e dall’altro il filosofo che riflette, quanto piuttosto come la presa di coscienza che nel piano immanente del fare e del produrre vi è in gioco un sapere, intrinseco al produrre stesso, che oltrepassa le competenze specifiche dell’architettura. È tale necessario sconfinamento che può diventare oggetto d’analisi critica sia da parte del filosofo sia dell’architetto.

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NET ZERO BUILDING

Il 31 maggio 2010 infine, la Commissione Industria dell’UE ha stabilito che, entro il 2020, tutte le costruzioni dovranno essere “net zero building”. Le imprese devono essere in grado di ripensare le modalità di creazione del valore: investire in sostenibilità è la chiave per uscire dalla crisi. Infatti, se nel breve periodo non esistono sostanziali differenze tra aziende “virtuose” e non, nel lungo periodo le imprese irrispettose del fattore green sono destinate ad uscire dal mercato. Questo perché la crisi economica fa salire il grado di responsabilità sociale delle imprese. S.P. PROGETTO CMR

Con 12 sedi nel mondo e oltre 160 tra architetti ed ingegneri, lo studio coniuga dimensione sperimentale e competenze multidisciplinari per migliorare l’ambiente naturale e costruito. Da diversi anni sperimenta soluzioni progettuali e tecnologiche per la realizzazione di edifici “green”. Condivide la ricerca e l’innovazione del US Green Building Council, e ha aderito alla Carta dei Principi della Sostenibilità, iniziativa di Confindustria e del Ministero dell’Ambiente. L’obiettivo è arrivare all’appuntamento di RIO+20 (Brasile, Rio de Janerio, 20-22 Giugno 2012) con altre grandi realtà italiane, preparati e compatti nel promuovere un nuovo modello di sviluppo economico sostenibile.

UNA PIATTAFORMA DI STUDIO SULLA CONDIZIONE URBANA CONTEMPORANEA

Da anni RRC Studio Architetti affianca all’attività professionale un dibattito teorico, fino a ieri interno allo studio e oggi allargato ad amici, colleghi (tra gli altri Alberto Campo Baeza, Vittorio Gregotti, Studio Mad, Suzanne Mulder) e alla comunità intellettuale attraverso STUDIO©_Architecture and Urbanism magazine, un periodico monografico fondato e diretto da Romolo Roberto Calabrese (Milano, 1966), ora al numero #002 “Original”. Dedicato al dibattito sul contesto urbano, il suo sviluppo, le sue politiche, STUDIO© ha già raccolto un interessante riscontro da parte della critica partecipando ad eventi internazionali, da Milano (allo Spazio FMG) a New York e Berlino. Presentato come “attività mentale di apprendimento e conoscenza” e come “ricerca che non risolve ma pone problemi”, attendiamo STUDIO© #003, in libreria ad ottobre. Nel frattempo lo leggiamo in formato digitale su http://issuu.com/rrcstudio

STUDIO© è il nuovo quadrimestrale monografico edito da RRC Studio Architetti.

Massimo Roj (Milano, 1960) fondatore e AD di Progetto CMR.

Presentato recentemente in Triennale, il volume “Less Ego More Eco, verso una sostenibilità condivisa” riassume la filosofia di Massimo Roj, basata sulla progettazione multidisciplinare integrata.


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Headquarter, Fabriano (AN) Project: Arch. Alessandro Bassetti

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