Chi siamo
Il Frantoio Mont'Alto (prima Frantoio Fumanti Loredana) nasce, in mezzo al verde di uno dei cinque Colli di Gubbio, nel 1992.
Cominciare a produrre “in proprio” l'olio per la tavola: questa l'idea di fondo.
Gli inizi appaiono difficoltosi, soprattutto in considerazione del fatto che, coltivazione e cura delle olive a parte, in famiglia ben poco si conosce di tutti i piccoli e grandi meccanismi che si celano dietro ad imprese del genere.
Come la maggior parte delle volte accade, ciò che serve di sapere si impara sul campo…
Novembre. Finalmente in casa si festeggiano le prime gocce d'olio fuoriuscite dall'impianto 'familiare'!
Cominciata l'avventura, cominciano le prime sfide.
Ben presto in città si diffonde la notizia dell'esistenza di un nuovo frantoio oleario... arrivano i primi clienti.
Certo, la nostra struttura (vista l’iniziale intenzione di riservarla all’esclusivo uso domestico) non è delle più grandi e più attrezzate per garantire al nuovo cliente ogni genere di comfort, ma l’operato della famiglia (in ambito olivicoltura) già da tempo è noto ed apprezzato, e rappresenta, nel caso specifico, un’ottima credenziale.
Non ci resta che cavalcare l’onda!
Anno per anno, modifica dopo modifica, le migliorie apportate al sistema di conduzione familiare sono diverse.
Prima un allargamento dei locali, poi il passaggio da un sistema di spremitura costituito da una singola pressa idraulica, ad uno che ne conta due e che consente di alleggerire la mole di lavoro e i tempi di attesa.
Quindi: la sostituzione del frangitore meccanico per la frantumazione delle olive, con le macine in granito.
Non è tutto.
L’accrescersi continuo delle tecnologie anche nell’ambito industrial-agricolo e la persistente richiesta di efficienza e di celerità da parte dei clienti-acquirenti, ha di fatto portato, anche nel nostro caso, ad uno cambiamento radicale di quello che fino a quel momento era stato il nostro modo di lavorare un frutto di qualità come è da ritenersi l’oliva.
Siamo nel 2006.
Il vecchio impianto arresta gli ingranaggi per lasciare la scena al nuovo: si passa dalla spremitura a pressione a quella a ciclo continuo.
Un’unica catena di macchinari di acciaio inossidabile sostituisce il delicato e laborioso meccanismo della lavorazione ‘a macine’. La qualità del prodotto rimane inalterata, il cliente è soddisfatto.
Pur non godendo più del retrogusto tradizionale (e un po’ contadino nelle sembianze) della lavorazione precedente, il notevole risparmio di tempo in termini di attesa ha la meglio sul ‘dispiacere’ di vedere tutto meccanizzato.
Ora non resta che chiedersi: quale sarà il prossimo passo?
Consapevoli del fatto che, proprio come quanti sostengono in riferimento al settore olivicolo, quest’ultimo non è che agli inizi in termini di tecnologizzazione e che, in una realtà tanto frammentata, un piccolo frantoio come quello di famiglia, non è che un granello di sabbia nel deserto.
Occorre star sempre all’erta e capire per tempo dove tirerà il vento! |
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