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Rai: Gubitosi nuovo Dg, si' Cda con astensione Verro

I cinque pilastri per l'azienda indicati dal nuovo presidente. Gubitosi votato Dg all'unanimita'

17 luglio, 19:38
Il presidente Tarantola a viale Mazzini
Il presidente Tarantola a viale Mazzini
Rai: Gubitosi nuovo Dg, si' Cda con astensione Verro

 Luigi Gubitosi è il nuovo direttore generale della Rai. Secondo quanto si apprende, la sua nomina è stata approvata dal consiglio di amministrazione con otto voti favorevoli e l'astensione di Antonio Verro, dopo l'indicazione di questa mattina all'unanimità e il via libera dell'assemblea degli azionisti nel pomeriggio.

"Nell'immediato il nostro compito è di individuare con chiarezza e tempestività le azioni da intraprendere, di risolvere in modo strutturale e duraturo i problemi economico/finanziari dell'azienda mettendo ordine nei conti, dal lato dei costi e dei ricavi perché senza risorse la Rai non ha futuro". Lo ha detto Anna Maria Tarantola in cda. Distinzione di ruoli, equilibrio duraturo dei conti, gestione basata su autonomia e merito, linea editoriale rispettosa del pluralismo, squadra coesa e determinata. Sono i pilastri indicati in cda Rai da Anna Maria Tarantola per realizzare la ''visione'' di un'azienda ''orientata all'eccellenza in informazione e intrattenimento''. 

Ieri la prima giornata da nuovo presidente di Anna Maria Tarantola nell'ufficio al settimo piano di Viale Mazzini. Lasciata la scrivania di Banca d'Italia promette di non perdere tempo in convenevoli ma di passare subito ad affrontare, con i consueti garbo e concretezza, i problemi aperti della tv pubblica: da tutti i punti di vista, sia quello editoriale che quello industriale. Quindi a parte gli incontri istituzionali della prima giornata - a partire dal direttore generale uscente Lorenza Lei - che passerà nel chiuso della sua stanza annullando gli impegni presi precedentemente, si entra subito nel vivo già da martedì. Per la mattinata del 17 luglio è convocato il primo consiglio d'amministrazione a cui Tarantola parteciperà, dopo aver disertato per motivi di opportunità quello che ha visto il nuovo cda riunirsi per la sua nomina. All'ordine del giorno del consiglio di martedì, che è facile supporre sarà introdotto dalle considerazioni del neopresidente, il dibattito e il voto sul nuovo direttore generale Luigi Gubitosi, il cui nome era stato fatto dal presidente del consiglio Mario Monti l'8 giugno. Nella stessa giornata di martedì ci sarà anche il procedimento formale della nomina del dg con il passaggio nell'assemblea dei soci.

A quel punto, con il nuovo vertice della tv pubblica al completo, già mercoledì è convocato un nuovo cda, con all'ordine del giorno la discussione sul conferimento delle deleghe al presidente. Tema molto caldo, che ha già sollevato aspre polemiche, ma che potrebbe alla fine essere risolto - a quanto si apprende - rimanendo nell'ambito dello statuto Rai, evitando quindi modifiche allo statuto stesso. Completato il ciclo formale da giovedì Tarantola e Gubitosi saranno al lavoro, con pieni poteri, e l'intenzione non è certo quella di passare un'estate di ferie. Presidente e dg saranno da subito al lavoro fianco a fianco - sempre a quanto si apprende - per mettere mano non soltanto ai conti ma anche all'aspetto editoriale. Lavoreranno quindi sia ad un piano industriale che ad un piano editoriale. Non a caso nel giorno del suo insediamento Tarantola ha spiegato molto bene: "Nell'affrontare questo impegnativo e delicato incarico ho ben presente la speciale natura dell'azienda Rai che le viene dall'essere anche servizio pubblico, condizione questa che richiede una particolare cura alla qualità del prodotto, alle competenze, alla cultura. Intendo esercitare tale mandato con equilibrio, indipendenza e trasparenza". Quasi a dire, a tutti coloro che per più di un mese hanno identificato il suo mandato con il risanamento dei conti, che lei non dimentica l'aspetto del prodotto. E non c'é dubbio che anche su questo fronte c'é molto da fare e probabilmente il capitolo nomine, che oltremodo interessa ai palazzi della politica, quando affrontato sarà una diretta conseguenza di queste considerazioni. Nell'immediato comunque a preoccupare è soprattutto il calo degli introiti pubblicitari che, nonostante il buon andamento di giugno legato agli Europei di calcio, potrebbe portare a un passivo nel bilancio di fine anno, secondo le ultime proiezioni, intorno ai 60-100 milioni di euro con una raccolta complessiva per il 2012 sotto i 900 milioni. Per recuperare il gap servirà una manovra correttiva, ma non è escluso che il piano di risanamento del nuovo vertice risulti più incisivo e punti ad intervenire anche sull'indebitamento di 300 milioni della tv pubblica.

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