E' possibile parlare di artista in modo impersonale, separando I fatti dalle opinioni? No, è assurdo.
Come si fa a forzare la tecnica verista per parlare di talento? Non si fa.
Artista e talento, eccolo un binomio scomodo.
La prima domanda che potrebbe sorgere è: " Ma tu chi sei per sostenere ciò che sostieni? Il tuttologo? ".
Eh, già, perchè la falsa modestia costringe gli artisti ad autoplocamarsi artigiani e ad imboscarne il talento, sport nazionale e soprattutto, regionale.
Il talento di Bibi, però, se ne infischia di queste trappole perchè nello slang nostrano "cava l'occhio ad un cieco" tanto è evidente. Bibi, al secolo Sabina Murru, di arte altrui ne ha respirata talmente tanta che ci è rimasta incastrata. Libri, carta, colori, pensieri, autori, artisti in eredità e poi intelligenza, voglia di conoscere, di inquadrare la realtà sotto tutti i punti di vista, ne hanno giocoforza costruito la natura e... il talento. Bibi corre in moto, scherza con gli amici e ti sembra così semplice da non darci peso. Poi la rileggi, attraverso le opere e i suoi occhi diventano i tuoi. Non si era mai vista quella maschera della Sartiglia prima d'ora, non con quella luce, non con quel pathos. No, la ruggine non l'avevi notata e neppure le orme di uno Yeti di casa nostra impresse sulla neve. Ma dov'erano il balcone, il vecchio? Eppure eri lì anche tu. Se dovessi fare un viaggio vorrei vedere il mondo con gli occhi di Sabina.
Lisa Corimbi