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Una passione di lunga data
A longstanding passion

Al termine di una fase di rinnovamento, Acma “esce allo scoperto” e si racconta.
At the end of a phase of renewal, Acma reveals itself.

Primo: delocalizzare
First: delocalise

Piccole imprese crescono e avvicinano la produzione ai mercati di sbocco. Le tre mosse a sorpresa di Venfin.
The expansion of small businesses, their production moving closer to their markets. The three surprise moves made by Venfin.

Il piacere della novità
The pleasure of innovation

Atlanta Stretch entra nell’avvolgimento con film estensibile di carichi palettizzati con un originale sistema ad anello rotante.
Atlanta Stretch enters the stretch film palletising machines with an original rotating ring system.

La qualità, in un film
Quality, in a film

B-Pack Due si è affermata sul mercato italiano ed europeo nel campo della produzione di film in polipropilene cast.
B-Pack Due has won a name for itself on the Italian and European market in the field of cast polypropylene film production.

Un cuore, due capanne
One heart, two bodies

La nuova struttura della Factory Automation di Pepperl+Fuchs GmbH in Italia.
The new Factory Automation structure of Pepperl+Fuchs in Italy.

News








AVVOLGITRICI Atlanta Stretch si affaccia al mercato delle macchine per l’avvolgimento con film estensibile di carichi palettizzati presentando subito qualche cosa di diverso dal solito: un originale sistema ad anello rotante, che promette di essere particolarmente vantaggioso dal punto di vista dei costi e delle prestazioni. Ed è solo l’inizio… Stefano Lavorini

Nuova l’impresa - Atlanta Stretch, fondata nel 2004 a Poggio Berni (RN), 80 macchine all’attivo, primo bilancio depositato quest’anno - e del tutto nuova la sua prima proposta “alto di gamma”: un'avvolgitrice ad anello rotante, dotata di un sistema originale e brevettato di stiro e de-tensionamento del film, che permette di ottenere risultati piuttosto interessanti sul piano economico e dell’efficacia.
Già noto invece è l’imprenditore: quell’Angelo Forni che ha svolto un importante ruolo di apripista nella storia dell’avvolgimento Made in Italy, e che di recente ha sostenuto la nascita di Atlanta Packaging, costruttore di macchine fardellatrici con film termoretraibile e wrap around.
La commistione fra esperienza e voglia imprenditoriale ha dunque generato un’azienda, Atlanta Stetch, e un prodotto, Omega Preris, che si rinnovano nella tradizione, a testimonianza dell’infinita varietà dei possibili approcci al mercato.
Un esempio che, nei fatti, contrasta la tentazione di “leggere” i fenomeni del momento (globalizzazione, situazione congiunturale, in-efficienza del Sistema Paese) come ragioni di rinuncia a lavorare da protagonisti per il futuro.

Meno peso, maggior velocità
Atlanta Stretch realizza una gamma “in progress” di macchine e robot per l’avvolgimento con film estensibile, che aspira a coprire tutte le fasce della domanda e che comprende tavole rotanti e a braccio rotante oltre al sistema di avvolgimento pallet ad anello rotante Omega Preris - e questa è la novità -presentato lo scorso novembre in occasione di Simei 2005.
«Si tratta di una macchina particolarmente veloce - spiega Forni - che apre una “terza via” rispetto ai due principi costruttivi che attualmente dominano l’avvolgimento stretch: quello che mantiene ferma la bobina e fa muovere il pallet, e il suo opposto.
Con la nostra nuova Omega Preris, pallet, bobina e gruppo di pre-stiro invece, restano fermi.
A girare è solo l’anello, che provvede ad avvolgere il film attorno al pallet, con una serie di movimenti inediti e parecchi vantaggi indotti».
Vantaggi che si concretizzano anzitutto nel diverso trattamento del film: «Normalmente il film viene prestirato, per riuscire a controllare l'effetto stretch, e quindi applicato al pallet; ciò nonostante il materiale, durante le operazioni di fasciatura del pallet, tende a tornare nella condizione originaria, il che può essere controindicato per i carichi leggeri/instabili.
Noi abbiamo dunque pensato di prestirare il film fino a superare il punto di snervamento (il materiale da elastico diventa quindi plastico), per poi de-tensionarlo, prima di applicarlo agli anelli rotanti. In questo modo il film risulta più sottile, il che porta a un notevole risparmio di materiale e, al contempo, permette di calibrare meglio l’effetto di retrazione sul carico».
Passando poi a esaminare la macchina, vediamo che si presenta più semplice e veloce della norma.
«Sui tradizionali sistemi ad anello rotante - continua Forni - la bobina, il gruppo di prestiro e relative motorizzazioni ruotano sull’anello: una dotazione che può arrivare a pesare fino a 50 kg, affaticando e rallentando i movimenti.
In Omega Preris, al contrario, tutti questi elementi restano fermi, alleggerendola e rendendola più veloce.
Grazie all’ottimo bilanciamento e all’assenza di contatti elettrici, l’anello può arrivare a una velocità reale di 100 giri/min, ossia più del doppio rispetto alla media, pari a una produzione di 140 pallet/ora.
Non solo: questa macchina avvolgitrice utilizza bobine jumbo da 50 kg, al posto di quelle convenzionali da 14 kg, il che significa poter ridurre drasticamente i fermi macchina. Inoltre (buon ultimo) non è necessario sollevare il pallet per fasciarne la base, eliminando la necessità di costosi elevatori».

Rapporti chiari, crescita certa
In Atlanta Stetch, dunque - i fatti lo dimostrano - si investe con grande convinzione in Ricerca e Sviluppo.
Si tratta di una scelta meditata, fondata non su un generico amore per la novità, ma su una precisa strategia di posizionamento, che ha individuato come “argomento” forte l’innovazione tecnologica, e come target commerciale privilegiato gli integratori di sistemi.
«Inevitabilmente il progressivo appiattimento dell’offerta sugli stessi standard costruttivi e di prestazione porta i produttori a confrontarsi sul prezzo - commenta al riguardo Angelo Forni - innescando una spirale che erode i margini di profitto.
Per questo ritengo che sia necessario puntare, piuttosto, sul valore intrinseco delle macchine. Anche se, ovviamente, occorre calibrare con la massima attenzione il rapporto fra prestazione e costo, sia quando vendiamo il singolo sistema sia quando lo forniamo all’OEM che lo integra in una linea.
Non abbiamo “ambizioni da multinazionale”, che richiederebbero sforzi e strutture poco remunerative in un mercato come il nostro».
Il che, comunque, non esclude affatto l’intenzione di aprirsi all’export. «Accanto a innovazione, prezzo e servizio, l’internazionalizzazione è un punto fermo della nostra strategia di sviluppo.
E poiché vendere all’esterno significa assistere da vicino il cliente, intendiamo incentivare in modo intelligente la nostra presenza nelle aree che riteniamo più ricettive.
Così, è già nata a Barcellona la Hispana Atlanta Packaging, e presto verranno attivate altre realtà su altri mercati europei, a partire da quelli inglese e tedesco».
Ma attenzione: non si tratta di filiali in senso proprio bensì di imprese autonome, partecipate dalla “casamadre” per una quota minima, e direttamente promosse e gestite dai proprietari «pienamente convinti, coinvolti e motivati dalla condivisione del rischio imprenditoriale» sottolinea Forni.

Elogio della leggerezza
Macchina leggera, rete di vendita flessibile, con coinvolgimento diretto dei partner locali per un’azione commerciale e di assistenza incisiva. In parallelo, sul fronte produttivo, rimangono all’interno di un'agile struttura: progettazione, assemblaggio e assistenza tecnica ai clienti, mentre la fabbricazione dei pezzi è assegnata a terzisti di fiducia, secondo la migliore tradizione emiliana («qui si può contare su un indotto di subfornitori davvero straordinario», non manca di sottolineare l’imprenditore).
Quello che, invece, Forni non sembra prendere con “leggerezza” è la concorrenza internazionale, che, comunque, va analizzata con buon senso e sangue freddo, anche alla luce della forza propositiva messa in campo dalla propria azienda. «È tramontata l’era in cui per fare impresa bastava l’ingegno di un capo officina o di un disegnatore», premette.
«Oggi, in generale, per uscire dall’empasse è necessario un cambio di mentalità: gli italiani dovrebbero superare l’individualismo delle origini e unire le forze, magari con l’obiettivo di delocalizzare le produzioni da destinare ai mercati lontani».
E se per un europeo è controproducente trasportare una macchina che pesa più di 20 quintali in Cina o in Usa, lo stesso vale anche per i tanto temuti concorrenti.
«Indubbiamente, gli orientali possono rappresentare una seria minaccia per i produttori nostrani, soprattutto sulle tecnologie standard.
Diverso, a mio avviso, è il discorso che riguarda le macchine più complesse, come nel caso di sistemi da integrare in una linea.
In questo caso, anche i produttori cinesi devono affrontare tutti i problemi legati alla penetrazione in mercati specializzati.
Qui il cliente vuole la competenza di un fornitore facilmente raggiungibile, in grado di garantire soluzioni personalizzate sia meccaniche sia di software, oltre a un servizio immediato e accurato».




End of line
The pleasure of innovation


WRAPAROUNDS Atlanta Stretch has entered the market for stretch film palletising machines by immediately presenting something out of the ordinary: an original rotating ring system that promises to be extremely advantageous in terms of both cost and performance. And that’s just the beginning… Stefano Lavorini

A new company - Atlanta Stretch, set up in 2004 in Poggio Berni (RN), 80 machines already sold, first annual accounts this year - and a brand new “top of the range” first proposal: a rotating ring wraparound with an original patented film stretching/tension lowering system for great results in cost and efficacy.
The businessman behind the company is, however, an old acquaintance: Angelo Forni, the trailblazer in the wraparound sector in Italy, who’s recently seen the birth of Atlanta Packaging, a manufacturer of bundling machines using heatshrink and wraparound film.
His mix of experience and business acumen has thus generated a firm, Atlanta Stretch, and a product, Omega Preris, that update tradition, proving the infinite variety of market approaches.
An example that counters the temptation to “read” current trends (globalisation, the current economic situation, the in-efficiency of the Italian economy) as reasons to give trying to be future market leaders.

Less weight, greater speed
Atlanta Stretch produces an “in progress” range of stretch film winding machines and robots, which it hopes will cover the entire demand and includes turntables and rotary arm machines as well as - and this is where the novelty lies - the Omega Preris rotary ring wraparound system presented last November during Simei 2005. “This is an especially fast machine,” explains Forni, “that opens up a “third way” compared to the two main construction principles that currently dominate stretch wraparound: the system whereby the roll is kept still and the pallet moves and the opposite system. In our new Omega Preris, the pallet, roll and pre-stretching unit all remain immobile. It’s only the ring that actually turns, wrapping the film around the pallet, with a series of unprecedented movements and plenty of resulting benefits.” Benefits that are seen, first and foremost, in the different way the film is treated: “the film is normally prestretched in order to control the stretch effect and applied to the pallet; however, the material tends to return to its original state during wrapping of the pallet, which is not ideal for lightweight/unstable loads. We’ve therefore decided to prestretch the film to its ultimate load (the material thus becomes plastic instead of elastic) and then lowers the tension before applying it on the rotary rings. This way, the film is thinner, making for great savings in material and, at the same time, lets one calibrate the shrink effect on the load better.”
If we then look at the machine, we find that it is extremely simpler and faster than normal. “Conventional rotary ring systems,” continues Forni, “have a roll, pre-stretching unit and relevant motors that turn on the ring, with the result that this can weigh anything up to 50 kg, thus tiring and slowing down the movement. All these elements in the Omega Preris, on the other hand, are immobile, thus lightening and speeding up the ring. Thanks to excellent balancing and the total absence of electrical contacts, the ring can reach actual speeds of 100 rpm, i.e. twice the average, equal to output of 140 pallets/hour. And that’s not all: this wraparound machine uses Jumbo rolls weighing 50 kg instead of conventional 14 kg rolls, meaning far fewer machine stops. What’s more, there’s no need to lift the pallet in order to wrap the base, thus eliminating the need for expensive elevators”.

Clear dealings, certain growth
At Atlanta Stretch, therefore - and the facts prove it - they invest heavily in R&D, convinced of the wisdom of this. A well thought-out choice, based not on a general liking for innovation, but a precise positioning strategy that sees technological innovation as a valid “argument” and system integrators as a privileged commercial target.
“It’s inevitable that the construction and performance standards of the offer will settle down, meaning that manufacturers must fight it out on price,” comments Angelo Forni, “thus creating a downwards spiral that eats into the profit margins. I therefore believe that we need to focus on the intrinsic value of the machines instead.
Even if, obviously, we need to calibrate very carefully the cost/performance ratio, both when we sell a single system and when we supply items to an OEM who then integrates them in its line. We don’t have the “ambitions of a multinational”, which call for efforts and structures that offer little return on a market such as ours”.
However, this doesn’t mean they have no intention of exporting. “Alongside innovation, price and service, internationalisation is an essential part of our development strategy.
And since selling abroad means being close to the customer, we intend to increase (intelligently) our presence in those areas we feel to be most receptive. Hence we’ve already set up Hispana Atlanta Packaging in Barcelona and other companies will shortly follow suit on other European markets, starting with the UK and Germany.”
Careful though: these aren’t classic “branches”, but autonomous companies with the “parent company” having a min share in them, leaving the management and promotion up to the owners, who are “fully convinced, involved and motivated by sharing the risks of the business,” stresses Forni.

An eulogy of lightness
A lightweight machine, a flexible sales network, with direct involvement of the local partners for commercial operation and incisive service, while the production is part of an agile design, assembly and customer service system with the parts being outsourced la to trusted contractors in the best Emilia Romagna tradition (“there’s a fantastic wealth of subcontractors here,” points out Forni).
The aspect that Forni doesn’t seem to treat “lightly”, however, is the international competition that, in any case, should be carefully analysed with common sense and in cold blood, even in the light of his company’s great capacity to come up with new proposals.
“The time has passed when a clever foreman or designer could rely on his skills to succeed in business,” says Forni.
“Today, in order to break out of the stalemate, we need to change our mentality: Italians need to look beyond the individualism of their origins and unite their forces, perhaps with the goal of shifting their production to distant markets.”
If it doesn’t make economic sense for a European to ship a machine weighing more than 20 hundredweight to China or the USA, the same is true for our much feared competitors.
“There’s no doubt that Asian firms may pose a serious threat for our manufacturers, especially when standard technology is concerned. However, I see complex machinery as a case apart, likewise systems to be added to production lines. In this case even the Chinese manufacturers have to face all the problems involved in penetrating specialist markets.
Potential customers require the competence of a supplier who’s easily reached, can guarantee personalised solutions (mechanical and software), as well as immediate, precise service.”




Omega-Preris: le caratteristiche
L’avvolgitore ad anello presentato all’ultimo Simei da Altanta Stretch si distingue per molte caratteristiche originali, che lo rendono competitivo sul duplice piano dei costi e dell’efficacia operativa. Ecco, in sintesi, le principali.
• Tecnologia brevettata di prestiro motorizzato, capace di raddoppiare il valore di allungamento del polietilene, migliorando la finitura del pallet e assicurando un sensibile risparmio di materiale.
• Impiego di bobine Jumbo (50 kg), con un’autonomia 3 volte superiore allo standard.
• Sistema pinza taglio saldatura del film estensibile autoregolante, per qualsiasi dimensione del pallet (min. 600 x 800 mm; max 1200 x 1200 mm).
• Assenza di contatti elettrici sull’anello e di altri costosi sistemi di generazione dell’elettricità: Omega-Preris ha il prestiro e la bobina fermi (e non in rotazione).
• Velocità di produzione fino a 140 pallet/h grazie all’estrema leggerezza e al bilanciamento dell’anello. Possibilità di installazione su un convogliatore di soli 2500 mm di lunghezza.



Omega-Preris: the characteristics
The ring wraparound system presented during the last Simei by Altanta Stretch stands out for its many original features that make it highly competitive in terms of both cost and operational effectiveness. Here’s a quick look at the main features.
• Patented motorised pre-stretching technology, capable of doubling the stretch of the polyethylene, thus improving the finish of the pallet and assuring considerable savings in material.
• Use of Jumbo rolls (50 kg) with 3 times the standard autonomy.
• Self-adjusting stretch film grip/cut/seam system for all pallet sizes (min 600 x 800 mm; max 1200 x 1200 mm).
• No electrical contacts on the ring or other expensive electricity generation systems: Omega-Preris has fixed pre-stretching and wraparound systems (i.e. not rotating).
• Output speeds of up to 140 pallets/h thanks to the extreme lightness and balance of the ring. Can be installed on a conveyor measuring just 2500 mm long.