venerdì 19 aprile 2024

LA GUERRA SANTA DEI COLONI

 "L'occupazione israeliana  della Cisgiordania va avanti da decenni, con insediamenti illegali e furti di terre. Ma negli ultimi mesi la violenza  contro i palestinesi  è fuori controllo".

Da Internazionale 5 /04

TANTA RICCHEZZA PRIVATA , PUO' DIVENTARE BENE COMUNE

 Crescono i “patrimoni senza eredi”


15.04.24 - Giovanni Caprio- Pressenza

C’è tanta ricchezza privata che può tornare alla comunità e diventare “bene comune”. Si tratta di quei patrimoni che appartengono a persone senza parenti o legittimi eredi e che potrebbero essere finalizzati ad opere e ad attività in favore di tutti. A metterlo nero su bianco è la terza edizione della ricerca promossa da Fondazione Cariplo sul tema dei “Patrimoni senza eredi”, contenuta nel quaderno pubblicato sul sito. Patrimoni stimati su una ricchezza detenuta dalle famiglie italiane che nel 2020 era pari a 8.491 miliardi, di cui il 20% di proprietà di famiglie lombarde.
Secondo la stima, effettuata dai ricercatori dell’Evaluation Lab della Fondazione Giordano dell’Amore, per conto di Fondazione Cariplo, in Italia, i patrimoni di persone senza eredi che complessivamente potrebbero passare di mano sarebbero pari, rispettivamente nel 2030 e nel 2040, a 20,8 miliardi di euro e 88,1 miliardi di euro; ammettendo che tutte queste persone decidessero di devolvere interamente il proprio patrimonio a istituzioni di beneficenza si tratterebbe di un ammontare davvero considerevole. Da questa stima rimane esclusa la componente di quelle famiglie con eredi che potrebbero decidere comunque di devolvere una quota per il bene delle comunità. I curatori del rapporto hanno realizzato una nuova simulazione che tiene conto del fatto che al momento di redigere testamento una parte della ricchezza disponibile (esclusa la quota legittima) venga devoluta al terzo settore (50% per singoli e famiglie senza eredi, 5% per le altre), i lasciti stimati potrebbero essere pari a 8,4 miliari di euro e 35,7 miliardi di euro, rispettivamente nel 2030 e nel 2040 (la differenza fra le due stime dipendono fortemente dalla propensione a fare testamento da parte delle persone).
La crescita dei “patrimoni senza eredi” è la diretta conseguenza dei cambiamenti demografici in atto che interessano il nostro Paese, con un significativo aumento della percentuale di anziani sul totale della popolazione e con l’incremento progressivo delle famiglie senza figli. Scriveva il Censis nel suo ultimo Rapporto: “È facile prevedere che gli anziani di domani saranno più soli: saranno sempre di più anziani senza figli. (…) Aumenteranno le famiglie unipersonali fino a 9,7 milioni (il 37,0%). Tra di esse, quelle costituite da anziani nel 2040 diventeranno quasi il 60% (5,6 milioni).”
“Patrimoni senza eredi” che potrebbero rappresentare una possibile fonte di ricchezza e nuovi fondi per l’attività delle organizzazioni del terzo settore.
La ricerca a quattordici e sette anni di distanza dai lavori precedenti (2009 e 2016) ha aggiornato le stime sul valore potenziale dei lasciti testamentari destinati al terzo settore, a organizzazioni benefiche o ad altri enti con il fine del bene comune. L’aggiornamento riguarda sia i dati di partenza (le indagini sui bilanci e sulla ricchezza delle famiglie della Banca d’Italia e i dati sulle aspettative di vita dell’Istat), sia la metodologia utilizzata per le stime. Il primo modello (2009) ipotizzava che – nel periodo oggetto di analisi – la ricchezza stimata dalla Banca d’Italia non variasse per le famiglie coinvolte nello studio (quelle con persona di riferimento ultrasessantacinquenne). Tuttavia, analizzando i microdati delle edizioni 2004-2014 dell’indagine sui bilanci delle famiglie della Banca d’Italia, si era osservato come tale ipotesi risultasse irrealistica. Infatti, le famiglie oggetto dello studio tendevano a consumare la propria ricchezza netta a un tasso annuo pari a circa l’1,5%. Per considerare questo fenomeno, il modello successivo ( 2016) teneva conto della variazione effettiva della ricchezza detenuta dalle famiglie oggetto dello studio (ad un tasso dello 0,75% annuo). Questa scelta è stata conservata nel modello attuale. Inoltre, il primo modello (2009) introduceva una ipotesi fortemente semplificatrice nella stima dell’ammontare dei lasciti: i singoli e le famiglie senza eredi lasciano tutta la propria ricchezza al terzo settore, le persone con eredi non lasciano nulla. Già dalla seconda stima (2016) si è introdotto uno scenario meno drastico e più realistico: le persone che non hanno eredi devolvono mediamente il 50% del patrimonio al terzo settore, mentre tutti gli altri donano il 5% della quota disponibile del proprio patrimonio. Questo scenario è stato conservato anche in questa edizione. Infine, rispetto alle edizioni precedenti, lo studio si arricchisce di un ulteriore elemento di concretezza, grazie ai risultati rilevati dall’indagine “Mille Voci per Comprendere” condotta annualmente dall’Evaluation Lab di Fondazione Social Venture Giordano Dell’Amore per Fondazione Cariplo, che ha analizzato il differenziale attualmente esistente fra il valore potenziale dei lasciti stimati secondo i differenti modelli e la effettiva capacità di attrazione di lasciti testamentari da parte del terzo settore lombardo.
La sesta edizione del rapporto annuale “Noi doniamo”, curato dall’Istituto Italiano della Donazione (IID) in collaborazione con CSVnet ha già evidenziato una accresciuta propensione degli italiani alla donazione: nel 2022 il numero di cittadini che affermano di aver effettuato almeno una volta una donazione di denaro in favore di un’associazione è salito al 12,8% della popolazione con età maggiore di 14 anni, con un più 0,8% (https://www.pressenza.com/it/2023/10/noi-doniamo-i-dati-del-6-rapporto-sul-dono-in-italia/).
Una propensione che potrebbe ulteriormente accentuarsi proprio in considerazione dell’aumento nei prossimi anni di tanti “patrimoni senza eredi”.

NOTA SUL DOCUMENTO PAPALE

Trovo assai interessante la riflessione del teologo Josè Tamayo sul Documento Pontificio. 

Tuttavia i problemi politici e le posizioni  delle chiese hanno molta paura di fare i nomi dei tiranni.

Totalmente semplicistico il discorso rispetto al femminismo, al discorso su chi produce le armi e gli stati guerrafondai.

Tante belle parole, ma temo che si tratti di un discorso molto a due facce. 

Gli omosessuali, i transessuali e in queer sono sempre emarginati.

Semplici riflessioni di Franco Barbero 

 

UNA RIFLESSIONE CRITICA E COSTRUTTIVA DI JUAN JOSE' TAMAYO SU DOCUMENTO PAPALE

 Rispetto di una dignità infinita, anche all’interno della Chiesa

Juan José Tamayo

Il documento Dignitas infinita, del Dicastero per la Dottrina della Fede, recentemente reso pubblico, è lo specchio più fedele delle due tendenze che convivono nella Chiesa cattolica e nello stesso papa: a) quella socio-politica e economica in continuità con il pensiero di Francesco, critico nei confronti del neoliberismo, che definisce ingiusto alla radice, e della cultura dello scarto, che converge con la teoria della necropolitica di Achille Mbembe; b) quella morale, che riproduce senza nessun progresso gli orientamenti tradizionali del magistero ecclesiastico su temi quali l’origine e la fine della vita, la sessualità, la teoria del genere, il cambiamento di sesso, ecc.

Il documento offre un’analisi rigorosa di alcune delle violazioni più gravi contro la dignità umana, tra le quali cita le seguenti: il dramma della povertà e l’emergere di nuove povertà; la tragedia delle guerre che costituisce una “sconfitta dell’umanità”; l’avvelenamento della casa comune; il maltrattamento dei migranti e la mancanza di rispetto dei loro diritti fondamentali; la tratta di esseri umani, che definisce un “crimine contro l’umanità”, il traffico di organi e tessuti umani, lo sfruttamento minorile, il lavoro schiavizzato, la prostituzione; l’abuso sessuale che “lascia profonde cicatrici nel cuore di chi lo subisce”; la violenza contro le donne, con particolare attenzione al femminicidio, e le grandi disuguaglianze tra uomini e donne; la maternità surrogata, che trasforma il bambino “in un mero oggetto” e viola la dignità della donna; la violenza digitale; lo scarto dei diversamente abili; i genocidi; la pena di morte, ecc.

Sotto l’aspetto morale tende a ripetere le condanne di sempre. Mi sembra estraneo ai cambiamenti verificatisi nella società e si scontra frontalmente con il movimento femminista e con non pochi parlamenti che hanno approvato leggi che ampliano i diritti umani e difendono la reale uguaglianza tra uomini e donne, in risposta alle legittime rivendicazioni di giustizia di genere del femminismo.

Dopo la pubblicazione di questo documento considero sempre più difficile, se non impossibile, la riconciliazione del Vaticano con la teoria e la pratica femminista, una questione in sospeso che, se non superata, continuerà a portare le donne ad abbandonare la Chiesa.  

Diamo un’occhiata ad alcuni esempi. Descrive la teoria del genere come “straordinariamente pericolosa” e una delle manifestazioni più gravi di “colonizzazione ideologica” perché cerca di negare la differenza sessuale. Ne nega la natura scientifica, quando è una teoria che ha un solido fondamento antropologico ed etico. Si muove nel paradigma della binarietà sessuale. Si oppone al cambiamento di sesso, sostenendo che “qualsiasi intervento di cambio di sesso, di norma, rischia di minacciare la dignità unica che la persona ha ricevuto fin dal momento del concepimento”.

Mi sono chiesto più volte e mi chiedo ancora adesso dopo aver letto questo documento, perché il papa è così profondamente in sintonia con i movimenti popolari, con i quali si è incontrato in più occasioni e ne condivide le tre rivendicazioni “Terra, casa e lavoro” e non ha incontrato nemmeno una volta il movimento femminista, ma lo critica spesso e in questo documento in modo 

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speciale con squalifiche che trovo irrispettose. Mi permetto di suggerire a Francesco e al Dicastero per la Dottrina della Fede di avvicinarsi alla teologia femminista, di leggere i suoi testi, che hanno un solido fondamento biblico, e di entrare in dialogo con le teologhe che lavorano in questa direzione. Non rimarranno delusi. Sarà un dialogo arricchente.

Il documento amplia le sue critiche all’eutanasia e al suicidio assistito. 

Condanna radicalmente l’aborto, sostenendo che “la dignità di ogni essere umano ha un carattere intrinseco e vale dal momento del suo concepimento”. Ma non si ferma qui, va oltre, fino a considerare che l’accettazione dell’aborto, oggi così diffusa, “è segno eloquente di una pericolosissima crisi del senso morale, che diventa sempre più incapace di distinguere tra il bene e il male”. L’accusa si rivolge, indirettamente, contro i numerosi parlamenti che considerano legale l’aborto e anche contro collettivi cattolici che lo difendono. Critica perfino l’uso dell’espressione “interruzione della gravidanza”. Conclude questa sezione descrivendo l’aborto come “uccisione deliberata e diretta, comunque venga attuata, di un essere umano nella fase iniziale della sua esistenza, compresa tra il concepimento e la nascita”.   

A mio avviso, il documento è idealistico e privo di autocritica nel presentare la Chiesa come garante della dignità umana, senza tenere conto delle sue stesse trasgressioni non solo nel passato ma anche oggi. Ciò ha portato alcuni critici a ricordare il vecchio detto “Vendo consigli, ma non ne ho per me”. Da qui la mia richiesta di rispetto della “infinita dignitas” anche nella Chiesa cattolica affinché teoria e pratica vadano all’unisono e il suo messaggio sia credibile.

Uno dei casi di mancanza di rispetto per la dignità umana nella Chiesa cattolica è la discriminazione subita dalle donne all’interno della sua struttura gerarchica, patriarcale e clericale. Sono escluse dall’accesso ai ministeri ordinati, dall’assunzione di responsabilità negli organi di potere, dall’accesso diretto alla sfera del sacro, dall’essere considerate essere soggetti religiosi e morali autonomi e, in via generale, dalla partecipazione alla elaborazione della dottrina teologica e morale.

Tali esclusioni, chiaramente discriminatorie, hanno anche la giustificazione e la legittimazione di non poche leggi e codici giuridici di compimento obbligatorio.

Il recupero della piena dignità delle donne nella Chiesa cattolica e la non discriminazione dei gruppi LGTBIQ+ richiedono una revisione approfondita di non pochi testi dottrinali e giuridici, in particolare del Codice di Diritto Canonico e del Catechismo della Chiesa Cattolica, entrambi promulgati durante il pontificato di papa Giovanni Paolo II rispettivamente nel 1983 e nel 1992.   

Nel caso degli abusi sessuali, trovo molto onesto il documento del Dicastero per la Dottrina della Fede quando riconosce che “tale fenomeno è diffuso nella società, tocca anche la Chiesa e rappresenta un serio ostacolo alla sua missione. Da qui l’impegno che essa non cessa di esercitare per porre fine ad ogni tipo di abuso, iniziando dal suo interno”. Il riconoscimento di tali abusi e l’impegno a porvi fine in un documento di tale rilevanza dottrinale mi sembrano un passo importante dopo tanti decenni di insabbiamento e complicità.

Quello che non ho visto è che quest’inflessibile impegno lo abbia la gerarchia di alcune chiese nazionali, tra cui quella spagnola, una di quelle che ha resistito di più a indagare sui casi di pedofilia

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al suo interno e a riconoscere le testimonianze delle vittime fino al punto di non includere nel suo documento Per far luce diverse centinaia di aggressioni sessuali raccolte nei diversi rapporti delle stesse istituzioni religiose e di non riconoscere come provate molte altre.  

A dire il vero, avrei preferito che il documento fosse più esplicito sull’argomento, data l’ampiezza e l’estrema gravità delle innumerevoli violenze sessuali contro bambini, bambine, adolescenti, giovani e donne nelle istituzioni cattoliche, come hanno confermato numerose inchieste indipendenti, le denunce delle vittime e le sentenze di condanna dei tribunali di giustizia. No, non sono casi isolati, come talvolta si vogliono presentare, ma un fenomeno strutturale legittimato istituzionalmente con il silenzio e la complicità della gerarchia ecclesiastica e dello stesso Vaticano per decenni. Siamo di fronte a un fenomeno che tocca l’intero corpo ecclesiastico: cardinali, arcivescovi, vescovi, preti, formatori, professori e padri spirituali di seminari, di noviziati e di scuole religiose.          

Non voglio concludere questa riflessione senza fare riferimento a due idee che considero di particolare importanza e che il documento mette in luce: la denuncia dei luoghi in cui tante persone sono imprigionate, torturate e addirittura private del bene della vita semplicemente a causa del loro orientamento sessuale; e l’appello alla comunità internazionale affinché si impegni a“proibire universalmente [il sottolineato è mio] la pratica della maternità surrogata”. 

Ho appena letto in Religión Digital che il papa conferma questo divieto, secondo la testimonianza di Bernardo García Larraín, coordinatore della Dichiarazione di Casablanca per l'abolizione della maternità surrogata, durante l’incontro del Congresso Internazionale con il papa: “Il Santo Padre non si è mai stancato di ripeterci in due o tre occasioni che la maternità surrogata non è altro che un business”.   

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Articolo pubblicato il 17.04.2024 nel Blog dell’Autore in Religión Digital ( www.religiondigital.com )

Traduzione a cura di Lorenzo TOMMASELLI

4 – ESSERE SEMPLICI È POSSIBILE?

 

 

A seguire con un semplice 'clic' potete sfogliare

il quarto segmento del libro:

https://www.sfogliami.it/fl/291095/hyypkuynpsy6ere7jcpv5zzyyz2b7bs1

 

(continua martedì 23 aprile '24)



Alcuni primi passi


In alcuni miei libri ho trattato di alcune "verità scadute", di formulazioni superate, di concezioni da archiviare. Non farò qui se non accenni, rimandando al capitolo antologico.

- Oggi parlare di un Dio interventista, miracolista, che dall'alto dei cieli dirige e fa accadere le cose, che premia e punisce, che basta invocare perché corra in nostro aiuto, costituisce un tragico errore, in uno scandaloso ostacolo nel cammino verso una fede adulta. Questo "teismo" magico, che abbiamo adottato con una trasposizione letteralistica da alcuni testi biblici, oggi non rispetta e non esprime quella presenza amorosa del mistero ineffabile di quella realtà che chiamiamo Dio per dire la fonte dell'amore, dell'essere, la compagnia nascosta ma vicina che ci sostiene nel nostro divenire creature libere e liberatrici.

- Non è più possibile per molti cristiani recitare il credo niceno-costantinopolitano con quelle formulazioni ellenistiche che oggi generano solo una confusione tra Dio e Gesù. Le formulazioni che divinizzano Gesù e la dottrina delle tre persone uguali e distinte come possono oggi reggere alla luce di una lettura storico-critica delle fonti bibliche e delle vicende di Nicea e Calcedonia?

- Ci sono poi leggende come la nascita verginale e le definizioni dogmatiche della mariologia che hanno cancellato la realtà storica di Maria, donna e credente ebrea, sposa e madre di una numerosa famiglia e oggi risultano addirittura ridicole ed hanno fondato un culto mariolatrico superstizioso e un antifemminismo che rilancia un modello di donna sottomessa, aerea, asessuata.

- E come possiamo ancora sopportare quella formula che nella nostra cultura suona blasfema, secondo la quale Gesù è morto per i nostri peccati per espiare le nostre colpe? È il ritratto di un Dio sadico, contrattuale, ragioniere e contabile che vuole un equo compenso. Eppure quasi in ogni eucaristia si ripete questa "bestemmia" in assoluta buona fede.

- E chi può ancora credere che "nasciamo nel peccato originale" e che il battesimo lo cancella? E chi non inorridisce di fronte alle parole del ministro che compie l'esorcismo, cioè l'invocazione per cacciare il diavolo?

- Ho compiuto questi semplici accenni, ma pensate alla teologia e alla pratica delle indulgenze e del suffragio in cui, anziché riporre totale fiducia in quel Dio di amore e di perdono che tutti accoglie, la casta sacerdotale si pone come detentrice di pratiche liturgiche che di fatto gestiscono ciò che appartiene a Dio solo.

 

Da: Franco Barbero, Confessione di fede di un eretico, Edizioni Mille, 2017; parte seconda, paragrafo 4 " E se ritornassimo all'essenziale? ", pp. 127/128.



giovedì 18 aprile 2024

I DIRITTI DELLE DONNE RISCHIANO SEMPRE DI ESSERE CALPESTATI

 Movimenti pro life nei consultori. Giù le mani dalla 194

16.04.24 - Pressenza
Mentre l’Europa definisce l’aborto diritto fondamentale dell’Unione e in Francia questo diritto viene inserito nella Costituzione, in Italia il partito di maggioranza usa un voto di fiducia sul PNRR per far entrare il movimento cosiddetto pro-vita nei consultori.

Si conferma che sul tema dei diritti delle donne questo governo, se interviene, lo fa senza investimenti e chiamando in causa i pro-vita per ribadire e rafforzare l’attacco alla legge 194, che già vede una sostanziale mancata applicazione della legge dello Stato sul diritto di scelta alla maternità consapevole. Sapevamo già che avere una legge non significa avere acquisito quel diritto, ma questa proposta è inascoltabile, irricevibile e fuori dalla storia” dichiara Antonella Veltri, presidente D.i.Re – Donne in Rete contro la violenza.“Ci chiediamo quale sia l’idea di maternità di questo governo e di chi pensa di poter decidere sui corpi delle donne. I numeri dicono chiaramente che non è certo il ricorso all’aborto la causa della denatalità in Italia” – continua la presidente. “Sarebbe invece importante implementare i servizi a supporto dell’infanzia e rendere effettivamente applicata la legge 194. Le donne in Italia si batteranno per raggiungere l’obiettivo raggiunto in Francia. Basta proclami e propaganda sulle nostre vite” conclude Veltri.

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D.i.Re. – Donne in rete contro la violenza è la Rete nazionale antiviolenza e si compone di 87 organizzazioni dislocate sul territorio nazionale, che gestiscono Centri antiviolenza e Case rifugio, affiancando oltre 20.000 donne ogni anno. D.i.Re e le organizzazioni socie sono attive politicamente per determinare il cambiamento culturale necessario per l’eliminazione della violenza maschile alle donne.


IN AUMENTO I CONSUMATORI DI ALCOL: SOPRATTUTTO MINORENNI

650 mila minorenni consumatori di alcol in Italia


17.04.24 - Giovanni Caprio- Pressenza

Non c’è stata nel 2022 l’attesa riduzione dei consumatori di alcol a rischio (accennata nel 2021) e la platea degli esposti a consumi a maggior rischio per la salute è arrivata a 8 milioni (erano 7,7 milioni nel 2021). Il 21,1% dei consumatori e il 9,1% delle consumatrici hanno consumato quantità di alcol a maggior rischio per la salute. 
Ma la fascia della popolazione in cui è stata registrata la più elevata frequenza di consumatori a rischio risulta essere quella dei 650.000 minori 11-17enni di entrambi i sessi (il 38,6% dei maschi e il 36,8% delle femmine), seguita dai 2 milioni cinquecentocinquantamila anziani maschi ultra 65enni (il 32,4% dei 65-74enni e il 30,2% degli ultra 75enni). Di estrema preoccupazione il 9,1% dei maschi e il 6,9 % degli 11-15enni. Sono alcuni dei dati dell’Osservatorio Nazionale Alcol dell’Istituto Superiore di Sanità,  che ha rielaborato attraverso il SISMA (Sistema di Monitoraggio Alcol), anche per il Programma Statistico Nazionale, i dati della Multiscopo ISTAT.
Sono stati circa 104.000 i minori che si sono ubriacati, identificando la vasta platea che non dovrebbe ricevere in vendita o somministrazione bevande alcoliche dagli adulti competenti sia negli esercizi pubblici che in famiglia. I valori massimi per i binge drinkers (“abbuffata di alcolici” o “bere fino a ubriacarsi”) si registrano tra i 18-24enni, con 624.000 giovani. Dai dati del Ministero della Salute in corso di pubblicazione nella Relazione del Ministro della salute al Parlamento, nel 2022, si sono registrati 39.590 accessi ai Pronto soccorso (PS); come già per il 2021, Il 10,4% di tutti i ricorsi ai Ps è richiesto da minorenni. Solo 4.110 degli 104.000 binge drinkers minorenni, intossicati dall’alcol, si sono rivolti a opportune competenze mediche (intercettato quindi solo il 4% dei minorenni attesi) pur se dimessi a domicilio senza ulteriori consulenze specifiche. I consumatori a rischio tra gli 11 e i 24 anni raggiungono la cifra di 1 milione e trecentodiecimila, il 18,9% dei maschi e il 13,3% delle femmine.
Si tratta di consumatori che “rappresentano – sottolineano i ricercatori – la platea dei candidati ad un deficit cognitivo prematuro di memoria e di orientamento, in funzione dell’interferenza dell’alcol sulla maturazione della corteccia prefrontale e della tossicità diretta su cellule specializzate come quelle dell’ippocampo. L’alcol determina un danno prevalentemente irreversibile, essendo nota la scarsa plasticità neuronale in età adulta, evitabile e da evitare attraverso inderogabili strategie che la Risoluzione del Parlamento europeo di lotta al cancro ha identificato come strategia “alcol zero”, pari alla frequenza dei consumatori che dovrebbe essere registrata al di sotto dell’età minima legale in Italia e ovunque.”
Nel 2022 anche circa due milioni e 500 mila donne hanno consumato alcolici secondo modalità a rischio per la loro salute e il 15,5% sono minorenni. Si tratta di 300.000 ragazze, che consumano secondo modalità a maggior rischio. Un milione di donne beve per ubriacarsi in Italia, “una quota rilevante – evidenzia l’Ossercatorio – per le implicazioni di salute al femminile, sollecitando una prevenzione di genere da attuare soprattutto in virtù della maggiore vulnerabilità femminile all’alcol a condizioni influenzate anche da basse quantità di alcol consumate incrementanti il rischio del cancro della mammella e della stessa salute riproduttiva che teme l’alcol.” l’alcol. L’OMS e la IARC stimano 3200 nuovi casi di cancro tra le italiane, il 45% causato da consumi moderati, inferiori ai 20 grammi di alcol al giorno (meno di due bicchieri). Tra le donne il comportamento a rischio di più recente diffusione è il consumo di alcol fuori pasto (23,2%), in costante aumento nell’ultimo decennio per la moda delle happy hours come simbolo di emancipazione femminile. Da anni gli indicatori di rischio non mostrano accenni alla riduzione delle consumatrici a rischio (9,1% in media con punta massima del 36,8% tra le 16-17enni), né delle binge drinker (3,7% con punta massima del 10,8% tra le 18-24enni) o delle eccedentarie su base quotidiana (6,1% con punta massima del 36,8% tra le 16-17enni).
E tra i consumatori a rischio ci sono ovviamente anche le persone anziane: nel 2022 sono stati quasi due milioni e 550 mila i consumatori a rischio di età superiore ai 65 anni (il 31,3% dei maschi e l’8,0% delle femmine); 1 milione 350.000 sono 65-74enni, 920.000 75-84enni, 280.000 sono gli ultra85enni. Le numerosità registrate per gli anziani risultano preoccupanti quanto quelle di donne e minori in un’ottica di salute pubblica e nell’evidenza che l’età anziana è connotata da un elevato numero di patologie e di farmaci assunti che sconsigliano l’uso di alcol. Un comportamento che dovrebbe caratterizzare le classi di età più giovanili, il binge-drinking, coinvolge in media il 4,3 % degli anziani maschi e l’1 % delle femmine con picchi di 5,9 % e 2,2% per i 65-74enni e frequenze che non si annullano, come auspicabile, tra gli ultra85enni.

ALCUNE NOTIZIE

 Gerusalemme Est: 20 nuove insediamenti avallati dai ministri...

Il Fatto quotidiano 18/4

Russia -Ucraina "Foreign Affairs": intesa a marzo 2022 su Kiev neutrale ed europea

La guerra poteva finire in un mese. Pace sabotata da BoJo, Usa e Ue...

Il Fatto quotidiano 18/04

 

Come manipolano Ucraina e Gaza: l'ossimoro per giustificare i massacri


Ogni guerra ha le proprie retoriche per manipolare l'opinione pubblica, ma soltanto alcune segnano la storia di un conflitto. Dopo l'invasione russa dell'Ucraina, la macchina della propaganda diceva: "Se l'Italia vuole la pace, deve investire nella guerra. Più armi l'Italia darà, prima la pace arriverà". La manipolazione fu studiata a tavolino. Da una parte, Draghi aveva il problema di accontentare gli italiani che vogliono la pace; dall'altra doveva compiacere gli americani che vogliono la guerra. Dichiarando di ricercare la pace, Draghi gratificava gli italiani; impegnandosi a inviare armi, accontentava Biden. Da qui lo slogan: "Armi per la pace". Chiamo questa tecnica di manipolazione dell'opinione pubblica "manipolazione per accostamento ossimorico". Un ossimoro è l'accostamento di due parole dal significato inconciliabile: pace e guerra; intransigenza e diplomazia. Durante una diretta a carta Bianca, Maurizio Lupi continuava a dirmi che la diplomazia consisteva nel chiedere la resa incondizionata della Russia con il ritiro da tutti i territori senza concessioni. La diplomazia unilaterale è un esempio di manipolazione per ossimori giacché la diplomazia è sempre bilaterale o multilaterale. La manipolazione per accostamento ossimorico si ottiene esaltando il termine più amato contro quello più odiato per ottenere non la giustificazione, bensì la nobilitazione dei mezzi attraverso il fine. Nel processo di giustificazione dei mezzi rispetto al fine, il mezzo - la guerra o l'attentato terroristico – rimane esecrabile. Nel processo di nobilitazione dei mezzi rispetto al fine, invece, il mezzo diventa nobile. A differenza di Draghi, Biden non ha il problema di manipolare l'opinione pubblica giacché la guerra, nella cultura dominante americana, è una parola piena di significati positivi. Biden non deve strumentalizzare la parola "pace" per far accettare agli americani l'uso degli ucraini come carne da macello per l'avanzamento della Nato verso la Russia. Il rapporto psicologico di un popolo con la guerra è, in larga misura, condizionato dall'esperienza storica di quel popolo con la guerra. Quando la guerra devasta un Paese, com'è accaduto all'Italia nella Seconda guerra mondiale, i superstiti sviluppano una concezione negativa della guerra che si riassume nel detto: "La guerra non conviene". Quando, invece, la guerra trasforma un Paese in una superpotenza ricchissima, i superstiti tendono a concepirla positivamente perché è stata conveniente. Alla fine, il governo Draghi ha avuto l'impudenza di presentarsi come un promotore di pace e non come un satellite della Casa Bianca che violava l'articolo 11 della Costituzione per compiacere Biden.

La manipolazione per accostamento ossimorico si trova anche nel bombardamento di Gaza. In questo caso, i termini dell'ossimoro non sono "pace e guerra" bensì "pace e massacro" giacché a Gaza non c'è nessuna guerra, ma uno sterminio. Per giustificare il massacro dei palestinesi, la macchina della propaganda dice che lo sterminio è necessario per eliminare Hamas e fondare uno Stato palestinese che porterà la pace. Ma questo è falso giacché il massacro dei palestinesi allontana la pace in Palestina così come l'invio delle armi l'ha allontanata in Ucraina. Israele non vuole eliminare Hamas per fondare uno Stato palestinese, ma per impedire che nasca. Netanyahu ha detto che i palestinesi avranno uno Stato soltanto quando impareranno ad amare Israele e l'Occidente ovvero quando avranno imparato ad amare i loro sterminatori.

Alessandro Orsini – Il Fatto Quotidiano – 3 aprile 2024    





Felicità

Ricordati sempre, nel gioco della felicità, non prendere tutto per te, ma scendi un gradino e aiuta i deboli… In questa lotta della vita troverai molto amore e sarai amato.

 

Nicola Sacco (al figlio Dante)

DA SONNAMBULI NON VEDIAMO I MIGRANTI, GLI IMPOVERITI, I BAMBINI, GLI ANZIANI..

 

Ieri ho assistito a un brutale allontanamento di una donna nera che sostava fuori un supermercato a chiedere l'elemosina. Non C'è posto per loro nella nostra satolla società.

In un'area di sosta autostradale, la polizia salva da fame e assideramento un ex manager barricato in auto perché rimasto senza lavoro. A Treviso gli agenti intervengono per aiutare una senza tetto che aveva bussato ad un convento.

Gli operatori di «Emergenza inverno» dicono che ormai è cambiata la figura del senza fissa dimora: oggi l'identikit

che chiede un rifugio al caldo e un pasto sicuro appartiene a giovani disoccupati, ad anziani ai quali non basta la pensione minima, a stranieri irregolari...

Non si tratta di essere buoni, ma coscienti e responsabili, questo si. Ho scoperto che al grande linguista Luca Serianni, sensibile non soltanto all'evoluzione della lingua italiana ma anche alle condizioni degli ultimi nella società, piaceva sostituire la parola dovere con responsabilità. Si, noi popolo cosiddetto cristiano dobbiamo sentirci responsabili gli uni degli altri.

 

(Pasquale Iannamorelli, Qualevita)




mercoledì 17 aprile 2024

ROMA : CARICA DELLA POLIZIA

A PASSO DI CARICA

A Roma  la polizia ferma a manganellate gli studenti  dell'Università Sapienza che chiedono la sospensione della cooperazione  militare  e scientifica con Israele. Arrestati due ragazzi. Ma per Meloni e la ministra Bernini "vergognoso" è chi sta con Gaza.

Il Manifesto 17aprile  

OSSERVAZIONI CHE POSSONO ESSERE UTILI: MANCA TOTALMENTE LA SINOSSI

Nella riflessione di Mancuso, sempre interessante e stimolante, non sono riuscito a trovare nulla di nuovo, ma è certo che per molti cristiani/e questi "vai e vieni" dei testi evangelici sono poco percepiti e ancor meno interpretati.

Il pregio di queste pagine sta negli interrogativi aperti e, a mio avviso, la difficoltà di cogliere la "naturalezza" di queste memorie così diverse è, a parer mio, ciò che mi piace e parla di più alla mia fede. Questa è una sensibilità molto diversa da quella di Mancuso.

Un profeta come Gesù non poteva, con i suoi discepoli, stare in un solo "contenitore", una sola visione e versione. Queste differenze e contraddizioni sono il segno con cui gli Evangelisti hanno rispettato lo straripamento profetico di Gesù.

Una narrazione tutta ben connessa non mi invoglierebbe a cercare il Gesù storico. Perché fatti, narrazioni, e narranti sono realtà che si mescolano.

Consiglierei, anziché riferirsi e cercare le singole differenze e contrastanti narrazioni, di usare la SINOSSI greca e italiana che a me fu regalata nel 1972 quando ero in Olanda ed ero prete da qualche anno, molto immerso negli studi esegetici e in particolare cristologici.

Grazie per questa bella riflessione di Mancuso. Ma posso invitarvi a usare il metodo che valorizzi la SINOSSI che traduce le differenze e i contrasti e accende il fuoco della ricerca e della consapevolezza del limite delle nostre conoscenze?

La SINOSSI dei quattro Vangeli (io conobbi La SINOSSI di Angelo Poppi del '72), oggi, certamente ne esisteranno di migliori, ma questa opera mi accompagnò caldamente nella lettura in questi 60 anni scatenando in me una serie di interrogativi e insieme di sorprese.

Consiglio l'uso della Sinossi accanto ai preziosi commentari.

Grazie e buon cammino con la SINOSSI o meno. In ogni caso conta la fede, i nostri metodi debbono essere al suo servizio.


Franco Barbero, 17 aprile 2024


MIMMO LUCANO FINALMENTE LIBERO

Mimmo Lucano: “Abbiamo dimostrato che l’accoglienza non è il problema ma la soluzione

15.04.24 - Pressenza
Nei giorni scorsi Mimmo Lucano ha commentato con gioia e sollievo la buona notizia delle motivazioni fornite dalla Corte d’Appello di Reggio Calabria, che con la sua sentenza ha ribaltato la vergognosa condanna a 13 anni decisa dal Tribunale di Locri.
“Ho accolto la sentenza di assoluzione della Corte d’Appello con orgoglio e soddisfazione. E’ l’uscita da un tunnel che ho vissuto come una mortificazione della mia anima. La mia sofferenza non era legata agli anni di galera, ma al tentativo di infangare il senso di una vita, il mio impegno sociale. Abbiamo dimostrato che l’accoglienza non è il problema ma la soluzione: questo messaggio inedito ha sconvolto il paradigma delle destre e la retorica dei porti chiusi. Il mio incubo era che l’azione giudiziaria avesse generato un dubbio, ma ieri ho vissuto la liberazione della mia anima. Non volevo sconti, volevo un’assoluzione morale piena. Ho subito un’ingiustizia.
Strada facendo il dolore si è trasformato in speranza. Una speranza che voglio condividere con i miei familiari, con gli avvocati Antonio Mazzone, Andrea Daqua, Giuliano Pisapia e il mio amico giornalista Enrico Fierro. Con chi ha subito e subisce persecuzioni per colpa di una giustizia a volte ingiusta. Mi viene da pensare a Ilaria Salis e a Julian Assange. Con tutti i compagni e le compagne che ancora credono che un altro mondo è possibile. Hasta Siempre”.

OGGI A ROMA

 Le donne si mobilitano contro la guerra

15.04.24 - Pressenza

Mercoledì 17 aprile 2024, ore 17.30
Casa Internazionale delle Donne, via della Lungara 19, Roma
Lo spaventoso eccidio della Palestina, la guerra senza sbocco tra Russia e Ucraina, l’escalation che rischia di trascinare il Medio Oriente in una guerra regionale, con il coinvolgimento di altri Paesi, ci impongono una mobilitazione straordinaria per chiedere che la pace sia messa al centro dell’azione politica e diplomatica.
Le donne dell’assemblea della Magnolia, presso la Casa Internazionale delle Donne, chiamano dunque tutte e tutti a un’assunzione di responsabilità e a un protagonismo della società civile per chiedere che la logica della competizione e del dominio sia abbandonata, favorendo quella della cura e del dialogo.
In questa tragica spirale che sta avvolgendo il pianeta, il corpo e la sessualità delle donne sono tornati ad essere un campo di battaglia nei conflitti. Lo abbiamo visto in Palestina e in Israele e in tutti gli scenari di guerra, che cancellano le nostre conquiste materiali e simboliche, uccidendo la nostra libertà.
Per combattere la guerra, dunque, occorre ripartire dalle donne.
Riprendiamo la parola. All’appuntamento di mercoledì 17 sono invitate tutte le associazioni, i movimenti, le singole che non vogliono lasciare il destino del mondo nelle mani di chi dice che la pace si prepara con la guerra.

 

3 – ESSERE SEMPLICI È POSSIBILE?

 


A seguire con un semplice 'clic' potete sfogliare

il terzo segmento del libro:

https://www.sfogliami.it/fl/291094/pcryq72qzpe84fp6fesgdr69v8eeddz

 

(continua venerdì 19 aprile '24)

IDOLI INVISIBILI

 

Signore,

mantienici nella fede in Te,

nella radicale fiducia in Te,

anche quando nella vita

il sole sembra oscurarsi

e prevalgono le tenebre.

Fa' che, come Gesù,

amiamo questa terra

che è lo spazio in cui

Tu ci stai accanto

per cercare

sentieri di fraternità e di gioia.

Questo ho finalmente scoperto

essere l'essenziale dal quale

siamo tentati di uscire per

tornare a girare attorno agli idoli

che spesso si infiltrano invisibili

nella nostra vita quotidiana.

Franco Barbero




DA SONNAMBULI NON AVVERTIAMO

LA NOSTRA INDIFFERENZA

 

Nel nostro mondo sempre più piccolo ci sono ancora tante Auschwitz, Buchenwald, Dachau. Si chiamano Ucraina, Gaza, Yemen, Sud Sudan, Somalia, Congo, Afghanistan, ecc. Ma noi "sappiamo" - più dei tedeschi e polacchi di 80 anni fa. E passiamo oltre. Regna sovrana l'indifferenza. Non si vedono massicce proteste popolari di massa né tanto meno corpi di interposizione non-violenta come è accaduto in altre epoche, con risultati anche molto positivi.

Siamo davvero dei sonnambuli senza fuoco interiore etico-morale o semplicemente civico.

Quando guidiamo un'automobile elettrica, quando usiamo il telefonino, quando siamo fieri di indossare gioielli ,quando compriamo frutti esotici, cerchiamo di riflettere sul costo umano che c'è dietro la produzione di queste cose.

Girare la testa, "andare oltre" come il levita e il sacerdote della parabola, significa essere complici. Nessuno può dire: "Non lo sapevo". Agire è una scelta: se costruire o meno la pace nei Paesi in guerra o in ginocchio per la fame.

Agire significa dire "no" all'indifferenza. Se c'è una guerra da combattere, è la guerra contro l'indifferenza che sta divorando le nostre società.

 

DA SONNAMBULI NON RIUSCIAMO A VEDERE L'ALTRO COME PERSONA

L'individualismo esasperato regna sovrano. Ciò che conta per molti, alla prova dei fatti, è spesso ľaffermazione del proprio "io" sugli altri, contro ogni forma di alterità. E questo cinismo individuale o governativo porta inevitabilmente alla cultura dello scarto.

Si "rottama" ciò che non serve, prodotti e uomini: l'anziano ammalato, i disabili considerati un peso per la società, lavoratori che, dopo essere stati sfruttati per anni, non rendono più e per motivi anche futili vengono licenziati, i giovani che non trovano posto nel mondo dell'occupazione o li si vuole impiegare con salari indegni.

Ancora una volta il mio pensiero corre a quella scritta "l care" sulla porta della scuola di Barbiana. "I care", "Mi sta a cuore" significa prendersi cura dell'altro e dei suoi bisogni, del mondo e dell'ambiente. Non basta la buona volontà, bisogna mettersi in gioco con intelligenza, umanità, coraggio.

SVEGLIAMOCI DAL SONNO

Da un po' di tempo, pensando al degrado umano, sociale e ambientale, si parla unicamente di Caivano. Ma le periferie, in Italia come dappertutto, sono infinite.

Però non vedo parlare o scrivere di Scampia, il quartiere alla periferia nord di Napoli, risorto a vita nuova per opera di Felice Pignataro, sua moglie Mirella, Franco Vicario e uno sparuto gruppo di volontari che nel lontano 1981 hanno fondato il GRIDAS (Gruppo Risveglio dal Sonno).

Dopo oltre 40 anni, senza scomodare blitz della polizia, passerelle di ministri, Scampia è un pullulare positivo di iniziative che partono dal basso (il giardino dei 5 continenti, cineforum gratuiti, biblioteca, editoria, doposcuola, sale di riunione e dibattiti).

Tutto voluto e realizzato da persone riunite dall'intento di mettere le proprie capacità artistiche, culturali, al servizio della gente comune per stimolare un risveglio delle coscienze e una partecipazione attiva alla crescita della società.

Riuscire a curare le relazioni cogliendo bisogni e attese è certamente difficile.

Ma se alcuni riescono a farlo, come a Scampia, vuol dire che è possibile. E soprattutto che quella è la strada per uscire dal sonnambulismo.

(Pasquale Iannamorelli, Qualevita)