Lisa Pace, un viaggio musicale nell’anima

Nel vasto panorama della musica contemporanea, emergono raramente talenti che riescono a catturare l’essenza dell’anima umana attraverso melodie e parole. Tuttavia, nel tranquillo città di Novellara, sorge un’artista il cui nuovo album, “Punto e Virgola”, è destinato a incantare e a penetrare nel cuore di chiunque abbia la fortuna di ascoltarlo.

Lisa Pace, con la sua voce delicata ma potente, ha creato un capolavoro che oscilla tra l’intimo e l’universale, portando gli ascoltatori in un viaggio emozionale attraverso le profondità dell’amore e della speranza.

Fin dal primo accordo di apertura, ci si immerge in un’atmosfera avvolgente, come se le note stesse fossero tessute con fili di pura magia. Ogni brano di “Punto e Virgola” è un tassello prezioso di un mosaico sonoro, un insieme di emozioni che si intrecciano e si fondono per creare un’esperienza unica e coinvolgente.

Uno dei momenti più toccanti dell’album è senza dubbio “In equilibrio”, una canzone che parla di rinascita e di rinnovamento, con una melodia commovente che si fonde perfettamente con le parole toccanti e profonde.

Nell’album “Punto e virgola”, Lisa dimostra il suo talento eccezionale con il supporto dei musicisti del gruppo, Mattia Scala, Silvia Bongiovanni, Riccardo Rossi, e Davide Scifo, contribuiscono a plasmare ogni brano con maestria e sensibilità trasportando l’ascoltatore in un viaggio emozionale che lascia un’impronta indelebile nel cuore e nell’anima.

Uno dei momenti più toccanti dell’album è senza dubbio “Insieme”, una canzone che parla di rinascita e di rinnovamento, con una melodia commovente che si fonde perfettamente con le parole toccanti e profonde.

Ma “Punto e Virgola” non è solo un album di musica: è un’esperienza sensoriale completa. Ogni nota, ogni parola, ogni silenzio è stato curato con cura e precisione per creare un’opera d’arte che va oltre il semplice ascolto. È un invito a lasciarsi trasportare dalle emozioni, a immergersi completamente nella bellezza e nell’intensità della musica di Lisa Pace.

La sicurezza bene supremo

di Marco Ruini

Non c’è dubbio, la sicurezza è oggi un tema molto sentito. Si parla di insicurezza per strada, in casa, in piazza e si richiede sempre più controllo sociale e forza pubblica. Al contempo si vuole ridurre il controllo sull’evasione fiscale, sulla corruzione nei luoghi pubblici, negli appalti, e si chiede sicurezza nel non essere assillati dalle tasse, nella libertà di fare ciò che si vuole. Si parla anche di sicurezza sul lavoro, nel diritto a essere curati, istruiti, avere un giusto processo, ma con poca enfasi, le votazioni si vincono promettendo la sicurezza nei confronti degli stranieri, dei senza lavoro, senzatetto, senza documenti che occupano le strade e le piazze, degli ubriachi e dei molestatori. Le proteste e le campagne elettorali più efficaci sono contro la paura dell’altro, del diverso o di chi viene da fuori a toglierci alcuni privilegi e a occupare il nostro territorio. Le parole dell’odio più efficaci parlano di occupazione e di sostituzione etnica. È veramente da lì che viene il pericolo per la nostra libertà? Cosa chiediamo veramente quando ci appelliamo al bisogno di sicurezza? Ci sono strategie che possono ridurre il pericolo percepito e reale senza solo urlarlo nei comizi? La parola “sicurezza” è di quelle che più hanno cambiato significato nel corso del tempo e che si rapportano in modo preciso alla mutazione del clima sociale. Nel mondo greco romano la sicurezza aveva una connotazione eminentemente spirituale e morale, era correlata alla tranquillità dell’anima, all’idea di salvezza ed elevazione etica. Il fine della sicurezza era rendere l’uomo libero, equilibrato, autonomo. Con il cristianesimo, al termine sicurezza si aggiunsero la dimensione messianica e la vita futura dopo la morte. La sicurezza poteva compiersi solo con l’avvento del Regno dei cieli. Un’idea che ha permeato per secoli le società in occidente, dove avere in mano le chiavi della vita futura, governare gli altri tramite regole morali stringenti, ha reso la vita sulla terra molto fragile e la sicurezza è stata riposta solo nella speranza nella vita eterna. Con la modernità, secondo Hobbes, il posto di Dio come garante della sicurezza, lo prese lo stato. Un percorso graduale e mai completato. Di fatto, con le rivoluzioni Americana, Francese, Inglese e l’invenzione delle nazioni, ci fu il tentativo di delegare allo stato, alle nuove governance, l’equità e la sicurezza dei cittadini e dei loro averi. Le nuove costituzioni, le garanzie civili, la nuova considerazione dell’individuo e dei suoi diritti, almeno sulla carta avevano proprio l’intento di aumentare la sicurezza dei cittadini in ambito sanitario, educativo, giudiziario, garantendo libertà religiosa in un mondo che si stava secolarizzando. Garantire la sicurezza dell’individuo, della persona, divenuti il centro della comunità, voleva dire superare le differenze di pensiero, culturali e di ceto. La repubblica risultò la più efficace nel garantire che la delega fosse una vera rappresentanza lasciando quindi ai cittadini, alla maggioranza democraticamente eletta, la gestione della cosa pubblica. Non so se questo sia mai avvenuto da qualche parte e se appellarsi alla maggioranza sia l’essenza della democrazia. Di fatto, avendo affidato allo Stato la funzione di garante della pace e della sicurezza dei cittadini, poco alla volta la sicurezza dello stato e la sua forza sono diventate le condizioni, il presupposto, per le garanzie di giustizia e sicurezza di coloro sui quali la sua sovranità si esercita. La sicurezza dello stato viene quindi prima di quella dei cittadini e viene garantita dagli eserciti nazionali, dalle magistrature, dalla polizia, dal nuovo ordine democratico. È la lezione di Macchiavelli al principe e dei teorici della Ragion di Stato: “la sicurezza è una condizione indissociabile dalla potenza del principe o del regno (stato) che non hanno più il compito di rendere virtuosi e migliori i cittadini, sostenerne lo sforzo morale, ma di garantirne la sopravvivenza.”
A tal fine è giustificato colpire la dissidenza, togliere la libertà e anche la vita a chi si oppone.
“Si crea un corpus di leggi che non hanno principalmente il compito di difendere i diritti naturali fondamentali degli uomini o le loro libertà, l’uguaglianza, bensì quella di assoggettare i sudditi e impedire loro di nuocere alla sicurezza dello stato.
Lo stato ha sviluppato sistemi di sorveglianza e controllo di quelle realtà minoritarie percepite come nemici interni. Trasformare lo stato di sicurezza in sicurezza dello stato.”
(Mauro Bertani, Anemos n. 27, Paura e Sicurezza)

Quindi colpire le realtà più indipendenti, creare paura e attribuire colpe ai diversi, agli stranieri, alle altre realtà religiose per guidare l’aggressività e la frustrazione dei cittadini, coprire di privilegi i fiancheggiatori e colpire gli avversari sono insiti nella logica del mantenimento del potere e della forza dello stato.
Le costituzioni non permettono di calpestare i diritti individuali ed ecco quindi che vengono criticate, che si crea lo stato di eccezione permanente, l’emergenza continua, con leggi e misure speciali, precauzionali, anche incostituzionali, che rispondono alla ragion di stato.
Si creano i lager e le carceri o i centri di accoglienza. Si limita la libertà di stampa e si governa l’informazione con false notizie. Il nazionalismo crea conflitti con le altre nazioni e con l’opposizione interna, ostilità per le quali sono più adatte forme politiche autoritarie, capaci di prendere decisioni autonome senza il necessario parere del popolo ma in suo nome, con un’etica che è solo opportunistica, non ha morale, favorisce guerre locali sulle quali lucrare. Nel mondo contemporaneo a questo liberismo dove lo stato è comunque forte e controlla l’economia e i modelli di vita dei cittadini, si è sostituito il neoliberismo, il mercato come solo regolatore sociale, al quale si affida l’autoregolazione della società. La sicurezza e l’autonomia degli operatori del mercato garantiscono la durata dei governi, la sicurezza del consumo, della proprietà privata, dell’ingegno e della furbizia e lo stato deve togliere le regole vincolanti, i controlli. Chi ha le capacità ed è performante, ha qualcosa da offrire o da vendere, è garantito; le fasce deboli, i diversi, chi non ha avuto pari opportunità ed è in difficoltà, si deve arrangiare come può. Un po’ di assistenzialismo per ridurre i sensi di colpa è sufficiente. Per realizzare questo, i politici non debbono essere statisti, debbono semplicemente garantire la libertà al mercato e la sicurezza degli investimenti, soprattutto i propri, senza remore sulle collusioni con il mondo illegale. La libertà dell’individuo passa in secondo piano. In compenso gli si offre la sicurezza per le paure e i problemi che proprio i politici hanno contribuito a creare e che mai risolveranno perché sono strutturali, funzionali al sistema di controllo. In cambio di questa sicurezza illusoria, dimentichiamoci i loro conflitti d’interesse, sono cose marginali, da tollerare, la loro immunità è dovuta per il ruolo che hanno. Il mercato al posto dello stato. L’etica del guadagno che richiede la libertà per i grandi investitori e per i corruttori, in cambio della dipendenza dello stato dai loro interessi, stato che a sua volta deve proteggere i cittadini dalla microcriminalità in cambio dell’omologazione, dell’accettazione delle regole del gioco, dell’individualismo e dell’antipolitica che solleva un gran polverone, lasciando invariata la sostanza.

La sicurezza non è più un diritto o un valore, ma uno slogan politico. Sono pessimista? Nello scorso anno abbiamo accolto 75.000 ucraini. Chi se n’è accorto? Hanno avuto i permessi di soggiorno, inseriti nel lavoro, assistiti. Quindi si può fare!!!
Possiamo almeno pensare che l’accoglienza dei migranti, dare permessi di soggiorno perché si trovino un lavoro del quale l’Italia ha bisogno, facendo corsi di aggiornamento, insegnando la lingua, aiutando l’inserimento, possa ridurre il lavoro nero e la schiavitù nelle campagne e nell’edilizia, i morti sul lavoro, ridurre chi spaccia e ruba per vivere non avendo altro sostentamento.
O vogliamo continuare a credere che tutti questi che fuggono da miseria, carestia, guerre, compresi i minori e le donne, siano a priori delinquenti e meritino gli hotspot, i trattamenti disumani nei centri accoglienza, i rimpatri nei lager della Libia e in quelli che si vorrebbero creare in Africa col Piano Mattei per giustificare operazioni che non sarebbero né eticamente né costituzionalmente lecite?! Come possiamo non vedere l’aumento della carcerazione preventiva di minori con l’ultimo decreto Caivano (sono di questi giorni i dati dell’associazione Antigone) al posto di finanziare i servizi sociali? Anna Arendt ,“La banalità del male”, descrisse come i campi di concentramento in Polonia, in Germania, in Austria lavorassero a pieno regime nell’indifferenza della gente che vedeva arrivare treni di persone, li vedeva morire e pensava fosse giusto o rimaneva indifferente.
L’indifferenza, il cinismo ha creato milioni di collaboratori. Dire che tutti quelli che appartengono a una categoria di persone, a un popolo, a una religione, a un colore della pelle, non meritano diritti è collaborare alle atrocità che vengono commesse. Eppure oggi, gli slogan razzisti, gli odiatori, fanno vincere le elezioni.
Vorrei poter dire che non si mette in dubbio che ci siano la microcriminalità, lo spaccio, la violenza tra bande di diseredati, problemi di sicurezza nelle città, ma che andrebbero affrontati in modo diverso. Che non sono problemi emergenziali ma ormai strutturali da venti anni perché a qualcuno fa comodo non risolverli e che quando chi soffia su queste paure era al governo nulla ha fatto di concreto per risolverli, a meno che non si creda che lasciarli morire in mare e chiudere i porti sia la soluzione.
Vorrei poter dire che intervenire dal punto di vista sociale e rendere legale e sicuro il lavoro sarebbe più efficace e meno costoso di dare miliardi a stati autoritari che li utilizzeranno per altre armi e altre guerre che aumenteranno i flussi invece di diminuirli. Prima di premiare chi promette sicurezza sarà bene capire che sicurezza ci offre, chi sarà a guadagnarci, cosa ha fatto quando era al governo e avrebbe potuto intervenire.
Dovremo valutare il tenore delle proposte, se siano solo punitive, nuovi reati, violente, di netta esclusione, razziste. Non è sufficiente dire io non sono razzista, occorre esserlo veramente e combattere la violenza verbale e fisica con la non violenza e con parole che calmino gli animi e facciano almeno pensare, soppesare le conseguenze delle nostre azioni e della nostra indifferenza.
Alcuni anni fa era segno di saggezza, oggi di buonismo. Ebbene, corriamo il rischio che ci venga affibbiata questa etichetta, ma rimaniamo umani!

🤑 IL DEBITO DELLA PROSTITUTA 🤑

Non so chi sia il genio che l’ha scritto… ma è eccellente…
A marzo, in una piccola città, cade una pioggia torrenziale e per diversi giorni la città sembra deserta. La crisi affligge questo posto da molto tempo, tutti hanno debiti e vivono a credito. Fortunatamente, un milionario con tanti soldi arriva ed entra nell’unico piccolo hotel sul posto, chiede una stanza, mette una banconota da 100 euro sul tavolo della reception e va a vedere le stanze.
– Il gestore dell’hotel prende la banconota e scappa per pagare i suoi debiti con:
✔ Il macellaio.
Questo prende i 100 euro e scappa per pagare il suo debito con:
✔L’allevatore di maiali.
Quest’ultimo prende la banconota e corre a pagare ciò che deve:
✔ Il mulino-Fornitore di mangimi per maiali.
Il proprietario del mulino prende 100 euro al volo e corre a saldare il suo debito con:
✔ Maria, la prostituta che non paga da molto tempo, in tempi di crisi, offre persino servizi a credito …
La prostituta con la banconota in mano parte per:
✔ Il piccolo hotel, dove aveva portato i suoi clienti le ultime volte e non aveva ancora pagato e gli consegna 100 euro:
✔ Al proprietario dell’hotel.
In questo momento il milionario che ha appena dato un’occhiata alle stanze scende, dice di non essere convinto delle stanze, prende i suoi 100 euro e va via.

“Nessuno ha guadagnato un euro, ma ora l’intera città vive senza debiti e guarda al futuro con fiducia” !!!

MORALE:
SE I SOLDI CIRCOLANO, NELL’ECONOMIA LOCALE, LA CRISI È FINITA.
Consumiamo di più nei piccoli negozi e mercati di quartiere
– Consuma ciò che producono i tuoi amici e il tuo paese!!!
– Se il tuo amico ha una micro impresa, compra i suoi prodotti!
– Se il tuo amico vende vestiti, comprali!
– Se il tuo amico vende scarpe, comprale!
– Se la tua amica vende dolciumi, compra!
– Se il tuo amico è un contabile, vai a chiedere consiglio!
– Se il mio amico possedesse un ristorante … Cosa ne pensi? Vorrei mangiare lì!
– Se un mio amico avesse un negozio, in quello comprerei!
Alla fine della giornata, la maggior parte dei soldi viene raccolta da grandi società e cosa credi? Vanno via dal paese! Ma quando acquisti da un imprenditore, una piccola impresa di medie dimensioni o dai tuoi amici, li aiuti, tutti noi vinciamo e contribuiamo alla nostra economia.
Sosteniamo l’imprenditorialità …

Simone Zarantonello, dal campo da basket alla corsa per la carica di sindaco di Novellara

Dopo mesi di consultazioni, il Partito Democratico di Novellara il 24 gennaio all’assemblea degli iscritti e dei simpatizzanti ha presentato la tua candidatura a Sindaco. Puoi raccontarci brevemente il tuo percorso politico?
Il mio avvicinamento alla politica attiva risale al 2007, nascita del Partito Democratico.
Mi colpirono alcune parole, tra le altre, contenute nel Manifesto dei Valori, ovvero “Il Partito Democratico si definisce come un partito aperto, uno spazio concreto di dialogo costruttivo e propositivo, un laboratorio di idee e di progetti, in cui le diverse storie politiche, culturali ed umane che sono venute a formarlo diventano fattore di arricchimento e fecondazione reciproca”.
Incuriosito ho iniziato a frequentare le assemblee, le riunioni, i momenti di volontariato, in particolare la Festa del Pesce, luoghi in cui ho conosciuto donne e uomini meravigliosi, finché nel 2014 ho ricevuto l’invito di Elena a candidarmi al Consiglio Comunale, venendo eletto e nominato Capogruppo, per poi assumere l’incarico di Assessore nel 2018, incarico che ricopro tuttora.
Cosa ti ha spinto a candidarti a Sindaco?
Dalle consultazioni che il Partito Democratico ha intrapreso dallo scorso giugno è emerso il tema della continuità: in questi anni mi sono reso conto che le varie amministrazioni che si sono succedute, compresa la nostra, hanno costruito nel tempo strutture e infrastrutture, sia fisiche che socio-culturali, che hanno affiancato i cittadini nella costruzione di una comunità salda e solidale, laddove spesso diamo per scontato la complessità della convivenza. Lo abbiamo fatto insieme, con impegni e valori che stanno dentro un centrosinistra moderno, con particolare attenzione alla coesione sociale e al non lasciare indietro nessuno.
Sulla scia di questo percorso ho deciso di mettermi a disposizione, prendendomi il carico di affrontare le elezioni in questo difficile momento politico, economico e sociale, non solo in Italia, perché oggi più che mai, per rispetto dovuto a chi ci ha reso una solida realtà e per dovere nei confronti dei concittadini, dobbiamo prenderci la responsabilità di alimentare con nuova linfa gli assetti sociali e culturali della nostra comunità che inevitabilmente sono cambiati in un mondo che evolve velocemente, mantenendo quella cifra qualitativa che ha sempre contraddistinto la nostra città.
Simone, sei cresciuto nelle giovanili della Pallacanestro Novellara. Che cosa porti con te di questo percorso sportivo?
Il basket è stato fondamentale per la mia crescita, il gioco di squadra ha animato e guidato la mia formazione e la mia educazione insegnandomi i valori del sacrificio, dell’umiltà e del bene comune: la misura nel gioire per una vittoria, l’accettazione della sconfitta, il rispetto delle regole e dell’avversario. Ho vissuto in maniera così intensa quel periodo che il gruppo fondamentale delle mie attuali amicizie coincide quasi totalmente con la squadra di allora.
Come pensi di affrontare la campagna elettorale?
Certamente continuerà l’intenso percorso partecipato di ascolto e condivisione con tutti coloro che avranno voglia di prestare il loro contributo, di tutti coloro che si riconoscono nei valori della Costituzione, valori che abbiamo il dovere di trasferire alle nuove generazioni, di renderli efficaci nel nostro agire quotidiano, di declinarli nella società, come cittadini e come amministratori, per proporre, e cercare poi di realizzare, un programma di lavoro attento alle esigenze ed ai bisogni dei novellaresi e del territorio di Novellara. Imposterò la campagna elettorale all’insegna della presenza e dell’ascolto, allo stesso modo in cui ho sempre cercato di lavorare in ambito comunale e allo stesso modo in cui vorrei declinare il mio agire da Sindaco se dovessi essere eletto.
Chi pensi possa essere più interessato alla tua proposta?
Mi rivolgo in particolare alla mia generazione ed alle giovani donne ed ai giovani uomini, perché è arrivato il tempo di iniziare a progettare insieme il futuro attraverso lo sguardo di chi quel futuro lo andrà ad abitare: serve una continua valorizzazione dei servizi alla persona adeguandoli alle nuove esigenze, accompagnando il percorso educativo e di formazione alla cittadinanza attiva delle nuove generazioni per aiutarli a perseguire i loro legittimi sogni, assicurandoci che a Novellara l’ascensore sociale non smetta mai di funzionare nonostante tutte le difficoltà che in questi anni abbiamo affrontato.
Quale tema in particolare ritieni fondamentale in questo momento storico?
Affrontare la transizione verde anche a livello comunale: una svolta green, giusta e inclusiva che sappia conciliare sviluppo e tutela dell’ambiente, per le nostre figlie e i nostri figli. Non è solo una questione di valore, ma lo dobbiamo anche alla nostra salute e al nostro benessere. Non possiamo crescere senza preservare.
Novellara è un territorio a forte vocazione agricola e tu, in materia, hai una lunga esperienza professionale. Oggi l’agricoltura è al centro di un dibattito internazionale. Come vedi il futuro di questo comparto?
L’agricoltura del domani avrà un ruolo centrale non solo come settore primario di produzione di cibo, ma soprattutto nella gestione del territorio, come custode degli ecosistemi e della biodiversità. Il cambio di paradigma però deve essere accompagnato dalla consapevolezza che è necessario continuare ad investire nel settore e tutelare gli agricoltori affinché possano esercitare con la giusta soddisfazione economica questo ruolo.
Ritengo che il compito delle amministrazioni locali sia di mantenere il giusto equilibrio tra le zone urbanizzate e le aree agricole agendo sulla preservazione del suolo coltivabile e stimolando la presenza della filiera agroalimentare sul territorio, considerata la grande importanza che il distretto della meccanica agricola ha nella nostra Provincia e particolarmente a Novellara.
Con che criteri verrà costruita la lista dei candidati al Consiglio Comunale?
Ho l’ambizione di formare una squadra che rappresenti la qualità delle idee, che sappia cogliere i valori del passato, che sia ben radicata nel presente ma soprattutto affamata di futuro, che abbia a cuore Novellara e i propri concittadini, tutti quanti, in un modello di città accogliente, in particolare per coloro che hanno più difficoltà nell’ottenere il diritto fondamentale di ogni essere umano, il diritto alla felicità, perché non può esserci benessere vero se questo non è diffuso. Confido di riuscirci e sono certo che a Novellara ci siano tante energie che possano confluire in questo progetto, dentro e fuori dal Partito Democratico, e che sarò ben lieto di coinvolgere.

Simone Zarantonello
Instagram: @zarantonellosimone
Facebook: Simone Zarantonello
Sito web: http://www.zarasindaco.it
Mail: info@zarasindaco.it

Due nuovi spazi a disposizione della comunità novellarese

Novellara offre nuovi spazi alla cittadinanza per usi pubblici e privati. Il già noto Ex Macello in via Mascagni n. 13, inaugurato a maggio 2023 e destinato a mostre temporanee e attività culturali, andrà anche ad accogliere, in collaborazione con Azienda Servizi Bassa Reggiana, il Centro per le Famiglie, un punto di riferimento importante per tutta la Bassa reggiana.
A questo luogo si aggiunge il nuovo Laboratorio Armonia in via N. Iotti 24/A, nel Quartiere Armonia. Si tratta di un ampio spazio ideato e realizzato da Andria Cooperativa di Abitanti, dalla Cooperativa Sociale Accento e dall’Amministrazione Comunale, che fungerà da centro sociale e polifunzionale e che ospiterà servizi educativi dedicati principalmente ai giovani e alle associazioni del territorio. L’intervento è finanziato dal progetto regionale di programma Housing Sociale 2019 e nasce proprio come spazio “Co-Housing”, cioè un modello abitativo che prevede la condivisione di spazi e la nascita di servizi comuni. La sala polifunzionale sarà a disposizione del quartiere e della comunità novellarese, per usi privati e pubblici, con l’obiettivo di mettere in rete varie opportunità in ottica collaborativa. Ambisce a diventare punto di riferimento per la comunità per quanto riguarda attività sociali, di aggregazione giovanile e culturali.
Il Laboratorio Armonia verrà inaugurato sabato 10 febbraio in una giornata di grande festa per tutta la comunità. Al mattino, dalle ore 10.30, oltre alla benedizione, al taglio del nastro e ai saluti istituzionali dell’Amministrazione Comunale, la Ludoteca Giochilandia animerà lo spazio con attività per i più piccoli e seguirà un rinfresco a cura di Proloco. Nel pomeriggio invece, l’attenzione si sposterà verso il Parco Augusto, sempre nel quartiere Armonia, dove lo skatepark verrà dedicato, in quest’importante giornata, ad Alessandro Santachiara, giovane novellarese scomparso nel 2022. Durante tutta la giornata saranno presenti banchetti delle associazioni novellaresi.
Appuntamento quindi a sabato 10 febbraio per celebrare la nuova apertura di questo spazio e consegnare alla cittadinanza un nuovo spazio di condivisione, crescita e collaborazione.

di Elena Carletti Sindaco di Novellara

Unisciti a noi per un pranzo speciale e significativo!

Il 21 gennaio, alle ore 12:30, il Circolo Ricreativo Novellarese sarà il palcoscenico di un evento unico: un pranzo pensato per sostenere “il Portico”, il nostro amato giornale.

Sarà un momento di condivisione e sostegno per un progetto che rappresenta la voce della nostra comunità. Oltre a gustare un delizioso pasto, avrai l’opportunità di contribuire a una causa importante.

Ti aspettiamo numerosi per un’esperienza culinaria e sociale indimenticabile. Sii parte del cambiamento, un boccone alla volta!

Ricorda: il 21 gennaio, alle 12:30, al Circolo Ricreativo Novellarese. Non mancare!

Attenzione alle truffe

Il mondo di internet offre innumerevoli opportunità agli utenti e rende il mondo intero accessibile e “a portata di clic”. Allo stesso tempo però, sempre più ricorrenti sono gli episodi di truffe online che si presentano sotto varie forme.

Il phishing, ad esempio, è un fenomeno molto comune di truffe online che vengono veicolate da email o messaggi SMS che sembrano provenire da fonti affidabili presentando loghi di aziende note, banche o addirittura di enti pubblici. Le frodi tramite mail richiedono l’inserimento di dati sensibili come password, username, conti bancari o addirittura numeri di carte di credito. Queste sono mail inattese, contengono virus e possono presentare degli allegati che non bisogna aprire e/o scaricare.

Un altro ambito dove purtroppo esiste il rischio di truffa, è quello delle offerte di prodotti che si rivelano poi fraudolente. Possono riguardare prodotti di marca per lo più fortemente scontati, annunci profittevoli anche tramite i social network, ma la merce non viene consegnata o il consumatore riceve prodotti completamente diversi da quelli ordinati o contraffatti. Anche il trading online a volte può rivelarsi pericoloso. Appaiono offerte di investimento online di aziende che spesso non dispongono dei permessi necessari e dove il consumatore rischia di perdere i suoi risparmi con pochi clic. Esistono infine abbonamenti trappola di servizi di streaming o download apparentemente gratuiti ma fraudolenti.

Tuttavia, si possono individuare alcuni elementi sospetti. Alle volte il mittente delle email di phishing è sconosciuto e i link che rimandano a pagine graficamente molto simili o uguali a quelli dell’azienda o del servizio spesso contengono errori grammaticali, ortografici o sintattici che possono far mettere in dubbio l’attendibilità del sito. Inoltre, in caso di abbonamenti o servizi di streaming, le informazioni sui costi sono in caratteri molto piccoli o quasi illeggibili oppure addirittura sono mancanti. Per combattere queste truffe è consigliato sempre utilizzare password alfanumeriche complesse, cambiarle spesso e non rivelarle a nessuno così come i propri dati sensibili. I pagamenti online devono essere metodi sicuri ed è bene evitare quelli anticipati, quando possibile, e non cliccare sui link di cui non si è certi della provenienza. Buona abitudine è tenere aggiornato l’antivirus sul proprio computer e monitorare frequentemente le uscite e il saldo delle carte di credito.

Per qualunque problema o per chiarire qualsiasi dubbio si può chiamare il numero 800841214 per parlare con un agente in grado di supportare l’utente ad individuare un’eventuale truffa.

TRUFFE AGLI ANZIANI
Purtroppo è importante parlare anche delle sempre più frequenti truffe alle persone anziane, il cui copione è sempre lo stesso: i ladri bussano alla porta travestiti da falsi dipendenti di società di servizi, tecnici caldaie, postini, corrieri, poliziotti o con le scuse più disparate ed entrano in casa per rubare somme di denaro od oggetti di valore. E’ bene tenere sempre a mente che aziende di servizi come gas, acqua e telefono, non arrivano mai senza prima annunciarlo telefonicamente, specificando all’utente l’ora, il giorno della visita, le ragioni dell’intervento ed hanno sempre un tesserino di riconoscimento con foto e nome.

Per difendersi da questo tipo di truffe è bene non aprire la porta agli sconosciuti e non mandare i nipoti ad aprire la porta. Lo stesso discorso vale per le consegne di lettere o pacchi. Si può chiedere infatti che vengano lasciati nella cassetta o sullo zerbino. Infine, è buona norma non dare mai soldi agli sconosciuti che si presentano come funzionari pubblici o amici di parenti.

Spero che queste informazioni siano utili per proteggerti dalle truffe online e off-line. Ricorda di rimanere vigile, attento e di non fidarti di richieste sospette o di persone che cercano di ottenere i tuoi dati personali o il tuo denaro.

Elena Carletti Sindaca di Novellara