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Attivato anche un numero di telefono per informazioni
Chikungunya: caccia alla zanzara tigre
Nelle zone colpite dall'epidemia del virus veicolato dalla puntura dell'insetto diinfestazioni e altri provvedimenti
STRUMENTI
Una zanzara tigre (Ansa)
RIMINI -
Stavolta non è il solito film kolossal americano sulle invasioni degli insetti, ma la sensazione è un po’ la stessa. In Emilia Romagna è stato lanciato l’allarme per un'epidemia dal nome stranissimo: Chikungunya. L'infezione è provocata dalla puntura di un insetto. Una task force contro la trasmissione del virus Chikungunya è già attiva e tutte le abitazioni del Riminese situate nei pressi di un tombino, verranno sottoposte a trattamenti di disinfestazione con l’obiettivo di tenere lontana la zanzara tigre, sul banco degli imputati per i casi di febbre ed eruzioni cutanee registrati negli ultimi giorni nell’area romagnola.
L'EPIDEMIA - Nella regione, dopo i primi episodi rilevati nel Ravennate, sono stati 197 i casi di sospetto contagio da Chikungunya (che in swahili significa «andare curvo», proprio per gli intesi dolori che può provocare), di cui 36 già confermati da esami di laboratorio e due risultati negativi. Sulla vicenda è al lavoro l’Istituto zooprofilattico di Reggio Emilia. Il virus, che prima d'ora in Italia non aveva mai avuto una diffusione così vasta, viene trasmesso generalmente dalla zanzara Aedes aegipty, assente in Italia. Ma nel nostro Paese il ruolo di untore sembra essere stato ereditato, appunto, dalla zanzara tigre (Aedes albopictus) e da altre zanzare della stessa famiglia. Il Chikungunya è endemico in diverse aree tropicali ed è presente attualmente in forma epidemica nell’Oceano indiano. Per la prima volta fu isolato nel 1953.
GLI INTERVENTI- Diverse zone della Romagna sono colpite e da prima stima effettuata dai tecnici incaricati da Hera, che si occupa della gestione dei servizi legati al ciclo dell'acqua (potabilizzazione, depurazione, fognatura), saranno necessari interventi in circa 140 mila abitazioni dove saranno effettuate la disinfestazione delle caditoie e il trattamento larvicida. Fin dal Il 1 luglio 2007 era partito il «Progetto sperimentale per una strategia integrata di lotta contro la zanzara tigre» che aveva coinvolto i Dipartimenti di sanità pubblica delle Aziende Usl di Rimini, Cesena, Forlì e Ravenna, il Centro agricoltura ambiente «Giorgio Nicoli», il Servizio sanità pubblica dell’Assessorato regionale politiche per la salute. Ad oggi, il piano d’azione predisposto dalla Regione, AUsl, Hera e Provincia prevede la disinfestazione nelle aree pubbliche con circa 400 interventi giornalieri, mentre per le abitazioni private la media è di circa 90 al giorno, il tutto per ristabilire la normalità in 10-15 giorni. Invece il blocco della raccolta del sangue era già stato applicato sul territorio romagnolo, nei comuni di Cervia e Ravenna, grazie a quanto ha stabilito la Regione Emilia Romagna il 31 agosto scorso. Lo stop proseguirà fino a nuovo ordine. Nei giorni scorsi sono state effettuate ulteriori disinfestazioni nelle aree pubbliche di Bellaria e Santarcangelo, zone al confine con il Cesenate dove è stato riscontrato un caso di infezione da virus Chikungunya (oltre a quelli ravennati), mentre oggi, nel corso di un altro incontro, la task force predisporrà il piano straordinario di disinfestazione.
TELEFONO PER INFORMAZIONI - A Rimini la battaglia contro la zanzara tigre viene già effettuata sia negli edifici pubblici che in quelli privati che, dalle mappe, risultano avere una caditoia. L’Ausl di Rimini, ha predisposto un piano di efficienza, allertando i Pronto soccorso degli ospedali e i medici di famiglia. Inoltre, ha attivato un numero telefonico 0541-707290 dalle 9 alle 12 al quale si possono rivolgere i cittadini per avere tutte le informazioni.
Ambra Craighero
06 settembre 2007

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