Falcade

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Falcade
comune
Falcade – Stemma
Falcade – Bandiera
Falcade – Veduta
Falcade – Veduta
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Veneto
Provincia Belluno
Amministrazione
SindacoMauro Salvaterra (lista civica Falcade 2032) dal 13-6-2022
Territorio
Coordinate46°21′30.38″N 11°52′20.57″E / 46.358439°N 11.872381°E46.358439; 11.872381 (Falcade)
Altitudine1 148 m s.l.m.
Superficie52,8 km²
Abitanti1 766[2] (31-1-2024)
Densità33,45 ab./km²
FrazioniCaviola, Costa, Falcade Alto, Ganz, le Fratte, Marmolada, Molino, Sappade, Somor, Tabiadon di Val, Valt, Villotta

Località: Caverson, Canes, Cayada, le Coste, Ronch, Valfreda, Zingari Bassi[1]

Comuni confinantiCanale d'Agordo, Moena (TN), Primiero San Martino di Castrozza (TN), Rocca Pietore, Soraga di Fassa (TN)
Altre informazioni
Cod. postale32020
Prefisso0437
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT025019
Cod. catastaleD470
TargaBL
Cl. sismicazona 3 (sismicità bassa)[3]
Cl. climaticazona F, 4 309 GG[4]
Nome abitantifalcadini
Patronosan Sebastiano
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Falcade
Falcade
Falcade – Mappa
Falcade – Mappa
Posizione del comune di Falcade nella provincia di Belluno
Sito istituzionale

Falcade (Falciade in ladino[5]) è un comune italiano di 1 766 abitanti[2] della provincia di Belluno in Veneto. È situato all'estremità occidentale della Valle del Biois e confina con la provincia di Trento.

Circondato da importanti vette Dolomitiche è una rinomata località turistica sia estiva che invernale.

Geografia fisica[modifica | modifica wikitesto]

Territorio[modifica | modifica wikitesto]

Falcade è il principale comune turistico della Valle del Biois situato a 1148 m s.l.m. in una conca soleggiata e circondata da estesi boschi di conifere. Dominata a sud dalle Pale di San Martino con il gruppo del Focobon (3054 m), simbolo della vallata, e il monte Mulaz (2906 m), a nord si trova il Gruppo della Marmolada con la catena del Costabella, il Sasso di Valfredda (3009 m) e le Cime d'Auta (2624 m) mentre ad est si possono ammirare il Monte Civetta (3220 m) e il Monte Pelmo (3168 m).

La conca è stata modellata dal torrente Biois il quale in antichità formava qui un grande lago e che prosciugandosi ha lasciato spazio alla Piana di Falcade. L'attuale centro di Falcade si sviluppa come agglomerato urbano diffuso nel fondovalle, separato dal contiguo centro di Caviola solo dal corso del torrente Gaon.

Rimangono invece più in quota, sui pendii soleggiati, le antiche frazioni come Falcade Alto, Sappade, Tabiadon di Val, Le Coste, Valt e Somor.

Clima[modifica | modifica wikitesto]

Il clima è prettamente alpino con inverni rigidi e nevosi ed estati miti.

Lo stesso argomento in dettaglio: Stazione meteorologica di Falcade.

Origini del nome[modifica | modifica wikitesto]

Il toponimo, attestato dal 1185 (cum monte de Falcata...cum decimis ipsius montis Falcate), sembra derivare dal latino falcare "falciare", ad indicare un'area ricca di buoni prati da falciare[5][6].

Una paraetimologia diffusa in passato sosteneva l'esistenza di un castello posto a guardia della valle che, per la sua posizione sopraelevata, veniva detto Falco o Falcone[6].

Storia[modifica | modifica wikitesto]

L'area di Falcade cominciò ad essere abitata a partire dall'anno Mille, quando un gruppo di coloni vi si stabilì attratto dalle risorse boschive e dalla posizione isolata, al riparo dalle invasioni. Alle attività silvicole si aggiunse poi l'estrazione mineraria, praticata nelle località limitrofe[6].

Nel XIII secolo Falcade risultava già ben collegata alle valli di Fassa e Fiemme attraverso il passo San Pellegrino, assumendo importanza come zona di transito commerciale. Sullo stesso valico sorse, nel 1358, un ospizio per viandanti. Sempre nel periodo medievale la comunità cominciò ad organizzarsi in Regole, istituzioni in cui i capifamiglia amministravano direttamente i beni pubblici. Questo sistema fu mantenuto anche quando, all'inizio del XV secolo, Falcade passò alla Serenissima[6].

La posizione di confine con il Tirolo vide il paese più volte devastato dalle invasioni di eserciti di passaggio: nel 1439 fu colpito dalle truppe di Filippo Maria Visconti, nel 1487 da quelle di Sigismondo d'Austria e tra il 1508 e il 1510 dalle scorribande del condottiero austriaco Leonardo Felzer[6].

La stabilità politica seguita alla guerra della Lega di Cambrai non frenò gli attriti con le confinanti comunità trentine, che operarono continue usurpazioni territoriali nella parte alta della valle[6].

Alla caduta della Repubblica di Venezia Falcade entrò nei domini di Napoleone e diede alcuni volontari per la campagna di Russia. Seguì poi le sorti del Veneto divenendo austriaca fino alla terza guerra d'indipendenza, quando entrò a far parte del Regno d'Italia. In questo periodo tornò ad essere un territorio di confine, essendo il Trentino ancora parte dell'Impero austro-ungarico. Negli stessi anni furono fondate le prime istituzioni sociali (Latteria cooperativa, Cooperativa di consumo) e nel 1912 fu raggiunta dalla corrente elettrica[6].

Durante la grande guerra la posizione geografia portò Falcade a trovarsi sulle immediate retrovie del fronte. Al termine del conflitto, pur vittorioso, il paese continuava a soffrire delle consuete problematiche, con un'economia basata sull'agricoltura di sussistenza che portava a una massiccia emigrazione. Nello stesso periodo, tuttavia, con il miglioramento della viabilità e dell'edilizia, cominciarono i primi contatti con il turismo[6].

Falcade fu gravemente colpita anche dalla seconda guerra mondiale: tra il 20 e il 21 agosto 1944 si svolse la cosiddetta strage della valle del Biois quando alcune divisioni tedesche, per rappresaglia, devastarono gli abitati (in particolare Caviola), seminando morte e terrore[6].

Il 4 novembre 1966 l'intera provincia di Belluno fu investita dal maltempo e anche Falcade venne duramente colpita: nella frazione Somor si contarono undici morti a causa di una frana.

Simboli[modifica | modifica wikitesto]

Lo stemma del comune di Falcade è stato concesso con decreto del presidente della Repubblica del 30 ottobre 2008.[7]

«Di azzurro, al gruppo montuoso del Focobon, d'oro, con le tre vette innevate di argento, uscente dai fianchi e fondato sulla pianura erbosa di verde, sormontato dal falco volante al naturale, caricato di quattro abeti di verde, ordinati in fascia, nodriti nella pianura erbosa. Ornamenti esteriori da Comune.»

Il gonfalone è un drappo partito di azzurro e di bianco.

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia di bronzo al Merito Civile - nastrino per uniforme ordinaria
«Piccolo centro di montagna di circa duemila abitanti subì un rastrellamento ed una feroce rappresaglia da parte delle truppe naziste, che provocarono vittime civili e la distruzione di numerose abitazioni. La popolazione seppe reagire agli orrori della guerra con coraggio e generoso spirito di solidarietà, affrontando, col ritorno alla pace, la difficile opera di ricostruzione morale e materiale.»
— 20/21 agosto 1944 - Falcade (BL)[8]

Monumenti e luoghi d'interesse[modifica | modifica wikitesto]

Società[modifica | modifica wikitesto]

Evoluzione demografica[modifica | modifica wikitesto]

Abitanti censiti[9]

Cultura[modifica | modifica wikitesto]

La legge 482/1999 ha riconosciuto i comuni dell'Agordino come zona a minoranza linguistica ladina. Per valorizzare questa cultura sono presenti l'Union Ladina Val Biois e il Gruppo Folk Val Biois e ogni anno alla fine di settembre è organizzata la festa (nessun documento di attestazione prima del 2004) della smonticazione del bestiame (la desmontegada). Si fa sentire anche l'influsso tirolese perché il comune ha fatto frontiera con la contea del Tirolo ed è appartenuto per un certo periodo anche all'Austria.

Musei[modifica | modifica wikitesto]

Museo Augusto Murer in località Molino

Economia[modifica | modifica wikitesto]

L'attività economica del paese in passato era basata totalmente sull'agricoltura e l'allevamento.

Oggi il turismo ha assunto il ruolo predominante, importanti sono anche le diverse attività artigianali.

Turismo[modifica | modifica wikitesto]

Direttamente dal paese partono gli impianti sciistici della Ski area San Pellegrino da anni inserita nel prestigioso Dolomiti Superski, mentre vicino al centro del paese si snodano i 10 km del Centro Fondo Falcade una parte dei quali illuminati per lo sci notturno. Vi è anche una pista di pattinaggio e diverse strutture per gli amanti dello sci alpinismo e per le escursioni con le racchette da neve.

Importante è anche il turismo estivo. Il territorio è ricco di percorsi escursionistici con numerosi rifugi e malghe dove si possono degustare i prodotti tipici.

Infrastrutture e trasporti[modifica | modifica wikitesto]

Falcade è lambita dalla Strada provinciale 346 del Passo di San Pellegrino, che scendendo la Val del Biois si immette nella Strada regionale 203 Agordina presso Cencenighe Agordino e permette dunque il collegamento diretto con la Valbelluna.

Verso ovest si trova il Passo San Pellegrino tramite il quale si raggiungono Moena e la Val di Fassa e il Passo Valles, che conduce alla Val di Fiemme. La stazione ferroviaria più prossima è quella di Belluno, mentre sul territorio è presente un servizio di linea di DolomitiBus.

Amministrazione[modifica | modifica wikitesto]

Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
26 maggio 2002 27 maggio 2007 Stefano Murer lista civica Al servizio del cittadino Sindaco
27 maggio 2007 7 maggio 2012 Stefano Murer lista civica Al servizio del cittadino Sindaco
7 maggio 2012 12 giugno 2017 Michele Costa lista civica LeAli per Falcade Sindaco
12 giugno 2017 13 giugno 2022 Michele Costa lista civica LeAli per Falcade Sindaco
13 giugno 2022 in carica Mauro Salvaterra lista civica Falcade 2032 Sindaco

Gemellaggi[modifica | modifica wikitesto]

Galleria d'immagini[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Comune di Falcade - Statuto (PDF), su dait.interno.gov.it. URL consultato il 2 novembre 2021.
  2. ^ a b Bilancio demografico mensile anno 2024 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT.
  3. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  4. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  5. ^ a b Carla Marcato, Falcade, in Dizionario di toponomastica. Storia e significato dei nomi geografici italiani, Milano, Garzanti, 1996, p. 265, ISBN 88-11-30500-4.
  6. ^ a b c d e f g h i Storia di Falcade, su comune.falcade.bl.it. URL consultato il 1º novembre 2021.
  7. ^ Falcade (Belluno) D.P.R. 30.10.2008 concessione di stemma e gonfalone, su presidenza.governo.it.
  8. ^ http://www.quirinale.it/elementi/DettaglioOnorificenze.aspx?decorato=222647
  9. ^ Statistiche I.Stat ISTAT  URL consultato in data 28-12-2012.
    Nota bene: il dato del 2021 si riferisce al dato del censimento permanente al 31 dicembre di quell'anno. Fonte: Popolazione residente per territorio - serie storica, su esploradati.censimentopopolazione.istat.it.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Fontanive G., Escursioni in Alto Agordino, CIERRE Edizioni, 1996.
  • Dario Fontanive, Guida turistica della Valle del Biois, Edizione Grafica Sanvitese, 2005.
  • Dino Dibona, Tutto quello che vorreste (e dovreste) sapere sulle Dolomiti, Newton Compton Editore 2005.
  • Dino Dibona, Guida insolita ai misteri, ai segreti, alle leggende e alle curiosità delle Dolomiti, Newton Compton Editori, 2010 ISBN 978-88-541-1982-6
  • Ottone Brentari, Guida storico-alpina di Belluno-Feltre. Primiero-Agordo-Zoldo,Bassano 1887. Riedizione anastatica di Atesa Editore, Bologna, giugno 2006.
  • Bepi Pellegrinon, Quando a Falcade la meridiana segnava il tempo, Nuovi sentieri 1982.
  • Bepi Pellegrinon, Falcade attraverso i secoli, Nuovi Sentieri Editore, Prima Edizione 1971, Seconda edizione luglio 1983.
  • Bepi Pellegrinon, Un ricordo dall'Agordino, collana "Vecchie cartoline della Vallata", Nuovi Sentieri Editore
  • Silvio Pellegrini, I nomi locali della val Biois, Firenze 1977.
  • Giacomo Magliaretta, Val Biois un nome, come e perché, Nuovi Sentieri Editore, agosto 1979.
  • Ferdinando Tamis, Parrocchie dell'Agordino, Agordo 1949 in "Storia dell'Agordino", Vol. II, 1981.
  • Livia Tognetti Cagnati, Leggende Falcadine, 1972
  • Livia Tognetti Cagnati, Folclore di Falcade, 1973
  • Giuseppe Vallenzasca, Della Falcadina. Trattato patologico-clinico, Venezia 1840.
  • Francesco Pellegrini, Cenni storici sul Canale d'Agordo, Belluno 1876.
  • Enzo Demattè, La valle coi santi alle finestre, Milano 1968.
  • Giacomo Pagani, La casa storica di Falcade. Tradizioni e costumi della Valle del Biois, Belluno 1970.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN245906095 · GND (DE7727415-5
  Portale Veneto: accedi alle voci di Wikipedia che parlano del Veneto