domenica 3 aprile 2016

Roland DG primo venditore di stampandi grande formato


Roland DG # 1 venditore di stampanti di grande formato Roland DG Corporation è stato il produttore di stampanti di grande formato leader nel mercato della grafica per il 2015, secondo i nuovi dati provenienti da InfoTrends ricerche di mercato.

Roland DG spedito più unità di qualsiasi altro produttore nella categoria 30 pollici e superiori, dice il rapporto trimestrale InfoTrends 2015 sul monitoraggio delle spedizioni spedizioni per grandi formati.

Lo studio suggerisce che i prezzi e il tipo di tecnologia sono fattori chiave che guidano la domanda globale di prodotti Roland DG. "I nostri dati mostrano che la Roland DG è il venditore leader di stampanti di grande formato nel 2015, così come negli anni precedenti" ha affermato Steve Urmano, analista di InfoTrends per il mercato della stampa di grande formato.

Il rapporto copre tutti i quattro quarti nel 2015 e prende in considerazione tutte le getto d'inchiostro di grande formato da 30 pollici e più grandi, al prezzo sotto $ US50,000 comprese le tecnologie di inchiostro a solvente e lattice, considerati i più grandi segmenti della stampa digitale di grande formato del mercato.

"Siamo entusiasti ma non sorpresi", ha detto Eli Keersmaekers, presidente delle vendite globali per Roland DG. "Questo risultato dimostra che la nostra tecnologia continua ad offrire la migliore combinazione di qualità, durata, e in generale ritorno sugli investimenti.

La relazione InfoTrends segue recente introduzione di Roland DG di diversi nuovi modelli di grande formato: stampante della serie TrueVIS VG / frese che introducono nuove tecnologie core e caratteristiche innovative per la tecnologia eco-solvente principale di Roland DG; il SOLJET EJ-640, una stampante eco-solvent che combina eccezionale velocità di stampa e la qualità dell'immagine con bassi costi di esercizio; il Texart XT-640, una stampante a sublimazione concepito per la produzione ad alto volume;e l'UV-LED VersaUV LEF-300, il più grande aggiunta alla serie LEF di Roland DG di stampanti flatbed UV da banco.

giovedì 27 settembre 2012

LA LITOGRAFIA, L’ANTENATA DELLA STAMPA OFFSET

Il termine litografia deriva dal greco lithos  (pietra) e ghraphé (scrittura), con cui si intende una tecnica di stampa nata nel 1796 grazie all’ingegno del tedesco Alois Senefelder, il quale, dopo molteplici studi e prove, scoprì come riprodurre un’immagine su un foglio di carta a partire da una pietra. 
Dal momento della sua nascita la litografia conosce una rapida diffusione in molti paesi, i primi dei quali furono sicuramente la Francia, la Russia e la Baviera. In Italia questa tecnica di stampa comparve per la prima volta a Roma nel 1805.
Inizialmente la stampa litografica utilizzava un’antenata della macchina da stampa offset che presto cominciò ad essere impiegata anche nella produzione industriale. Questo vasto utilizzo ne permise sviluppi e cambiamenti  che portarono presto alla sostituzione della pietra con una lastra di zinco, questa modifica  avrebbe poi permesso la realizzazione della prima macchina pianocilindrica.
La matrice che utilizza la litografia deve essere una pietra calcarea, granulosa e fatta di carbonato di calcio disegnata con una matita litografica particolarmente grassa. Il tipo di materiale della matrice è molto importante perché questo tipo di pietra ha la caratteristica di trattenere un sottilissimo strato d’acqua nelle parti non disegnate che invece il segno grasso rigetta. Questo è un passaggio essenziale se si pensa che la tecnica litografica si basa sull’utilizzo di inchiostri incompatibili con l’acqua.
Una volta effettuato il disegno sulla pietra bisognerà passare su di essa un liquido composto da acido nitrico, gomma arabica acidificata e acqua.
Quindi, passando l’inchiostro su questa pietra opportunamente trattata,  esso è respinto dalla parte umide e non disegnate, mentre viene trattenuto dalla parte grassa che coincide con quella disegnata. Anche l’inchiostro utilizzato durante questa fase dovrà essere particolarmente oleoso, il carbonato di calcio infatti trattiene con molta facilità questo tipo di inchiostro.
Per la stampa vera e propria è necessario attendere 24 ore. Il processo avviene attraverso il torchio litografico e si procede in questo modo: si bagna la matrice e si passa l’inchiostro attraverso un rullo di caucciù, quindi l’inchiostro penetra dove c’è il disegno e viene respinto dalle parti bianche. A questo punto si inserisce il foglio insieme ad un cartone grassato all’interno della macchina e si procede con la stampa.

Fonte: www.sixprint.it

lunedì 27 agosto 2012

Può l’Arial sostituirsi all’Helvetica?

E’ nella concezione comune considerare l’Arial un’alternativa efficace e simile al più blasonato Helvetica. Sostanzialmente in questa affermazione c’è qualcosa di profondamente sbagliato, ovvero l’Arial non può sostituire il carattere svizzero, perché gli assomiglia ma non è la stessa cosa.

%authorad1%
A prima vista però, sareste in grado di riconoscere l’uno dall’altro se il logo dell’American Airlines disegnato da Vignelli, apparisse con entrambe i caratteri?
Un piccolo test vi mette alla prova: venti famosi logotipi realizzati in Helvetica sono stati rifatti in Arial, a voi scovare quelli giusti.
Due piccoli aiuti potrebbero essere: Come riconoscere l’ArialArial ed Helvetica sovrapposti per capirne le differenze.
Fonte: www.graphicboulevard.com

sabato 4 agosto 2012

Viscom Italia, a ottobre l'edizione numero 24

In 24 anni sono cambiate molte cose, soprattutto in un settore ad alto contenuto d’innovazione come quello della comunicazione visiva. Cambiano i Paesi che trainano lo sviluppo economico. Si trasformano le strutture industriali, le tecnologie produttive e i materiali, l’organizzazione dei mercati, le modalità dei consumi, le tecniche di informazione e comunicazione.
In questo panorama Viscom Italia è diventata la vetrina internazionale che ha saputo raccontare un mondo in evoluzione, una manifestazione che ha osservato gli sviluppi del mercato diventando negli anni un evento in grado di mettere in mostra l’intera filiera produttiva e distributiva del settore e anticipare gli scenari e i linguaggi della comunicazione visiva.

“La validità di un evento fieristico, – dichiara Massimiliano Pierini, Business Unit Director di Reed Exhibitions Italia – quale efficace strumento di marketing e di business, può essere valutato dalla sua capacità di leggere e orientare il mercato, ed è questo che Viscom Italia è riuscita a fare, rinnovandosi ad ogni edizione e mantenendosi vitale nel tempo.”
Viscom suggerisce un concetto di fiera che vuole essere la piazza ideale per un connubio di idee progettuali e di innovazione, luogo di conoscenza e di incontro per aprire nuovi canali di comunicazione e relazioni di business tra fornitori, partner e nuovi clienti.
Reed Exhibitions Italia ha fatto ancora una volta un passo avanti per sostenere gli espositori e i visitatori ad espandere i loro affari in Europa sotto un simbolo comune il brand Viscom Italia, confermando la sua leadership di mercato nel 2011 con il 75% degli espositori che ha dichiarato di aver fatto attività commerciale e il 51% ha avviato trattative economiche.
Una manifestazione quindi sinonimo di business ma anche di qualità, creatività e di valorizzazione della progettualità che sta alla base di ciascun prodotto e di qualsiasi idea, per vedere e reinventare materiali, prodotti e soluzioni in qualcosa di totalmente nuovo ed inaspettato.
È sul tema della creatività e progettualità, che Viscom Italia ha voluto come testimonial Maurizio Milani, uno dei più noti graphic designer in Italia, che attraverso il suo intervento “Povero Marchio” racconterà come l’immagine coordinata, la destrutturazione e le nuove tecnologie hanno imposto alla comunicazione visiva, di cui il marchio è sempre stato protagonista, un importante cambiamento dei metodi progettuali.
Il graphic design è una disciplina che sta vivendo un periodo di particolare fervore e cambiamento. Impegnati nella configurazione dell’universo comunicativo i graphic designer disegnano un territorio in continua trasformazione, che offre interessanti prospettive per comprendere gli sviluppi della cultura e della società contemporanee. Necessariamente in dialogo con differenti settori e discipline (arte, musica, moda, cinema, architettura, ecc.), il graphic design è sempre più proteso a elaborare e assumere nuovi strumenti e obiettivi di comunicazione.
La fiera, in programma dal 4 al 6 ottobre 2012 a Fiera Milano Rho, si distinguerà soprattutto per l’opportunità offerta ai visitatori che potranno vedere non solo nuovi prodotti e le ultime tecnologie presentate in anteprima, ma anche le più attuali applicazioni da esse derivate. Saranno infatti in esposizione non soltanto tecnologie ma applicazioni creative, materiali, processi produttivi, per far capire a tutti coloro, e non solo, che operano attualmente nel settore, che il linguaggio visivo è il più potente dei mezzi di comunicazione.
Nuovi obiettivi, dunque, nuove strategie e nuova immagine a partire da un layout espositivo totalmente rinnovato, per posizionare in modo più strategico i player internazionali e offrire una panoramica completa della filiera della comunicazione visiva in materia di: Stampa Digitale Grande Formato – Insegnistica – Cartellonistica – Serigrafia – Tampografia – Promozione tessile – Ricamo – Incisione – Fresatura – Laser – Packaging – Premiazione sportiva – Digital Signage – P.O.P.
La manifestazione offrirà non soltanto una zona espositiva di alta qualità, ma anche un spazio di dibattito educativo e di promozione culturale dei trend in atto del settore. Ed è per questo che abbiamo rafforzato la collaborazione con le prestigiose associazioni e realtà di riferimento come: Aifil per l’insegnistica e cartellonistica, ALA – Assoarchitetti per il settore dell’architettura, Aipi per il comparto degli interior designer, Assofranchising per il mondo franchisor e retail, Assoprom per i produttori e distributori di articoli promozionali e pubblicitari, Material Connexion, che presenterà una gallery di prodotti e materiali e processi innovativi da tutto il mondo e infine Siotec, per la serigrafia. Grazie a loro riusciremo a portare nuove figure professionali in fiera, veicolare e diffondere nuovi contenuti, rilanciare messaggi di comunicazione e spunti di riflessioni.
“Abbiamo messo in scena una fiera – dichiara Paola Sarco, Exhibition Manager di Viscom Italia – che offrirà un confronto diretto di esperienze, conoscenze e soprattutto la condivisione di obiettivi comuni per rispondere alle nuove esigenze del mondo dell’industria, di quello dei servizi, dei professionisti e di tutti coloro che sono alla ricerca di nuovi spunti per fare innovazione e creare vantaggio competitivo. Ci sono nuovi mercati che si aprono per la comunicazione visiva, ci sono nuovi modelli di business e di relazione da costruire. Viscom Italia ha colto questi segnali e abbiamo lavorato proprio per far parlare fra di loro domanda e offerta e dare vita a nuovi orizzonti di business.”
Viscom 2012 porterà in manifestazione una tipologia trasversale di pubblico: dal visitatore con qualifiche più tecniche, da sempre punto di riferimento della manifestazione come stampatori, serigrafi, incisori, tipografi, grafici, ma anche un pubblico di nuovi professionisti e manager non solo del mondo della visual communication ma dell’industria manifatturiera, dell’architettura, del design, direttori marketing della grande distribuzione e del retail.
Molte le iniziative per raccontare lo spettacolare mondo delle applicazioni della comunicazione visiva a partire dall’evento speciale Viscom Boutique, un vero e proprio “tailored store”, dove spiccheranno le seducenti e sofisticate tecniche in materia di riqualificazione d’interni ed insegnistica, prodotti personalizzati con le competenze di chi da anni lavora con le soluzioni della comunicazione visiva.
I Viscom Forum saranno, come di consueto al centro dell’attenzione con seminari di approfondimento culturale e sessioni tecniche e di marketing, nei quali ascoltare testimonial di progetti vincenti e scoprire come possono essere applicati per migliorare il proprio business aziendale.
Tornano anche i ViscomLab, l’area di dimostrazioni “live” che si svolgono in modo continuativo durante i tre giorni di manifestazione dove sperimentare in diretta le lavorazioni e apprendere nuove tecniche e applicazioni vincenti.
La prossima rivoluzione industriale è data dai Makers, gli artigiani del futuro. Un fenomeno globale che sta portando a una ridefinizione del rapporto tra produzione materiale, tecnologia, innovazione e società. Il progetto “Viscom Makers Campus by Roland Experience Day” nasce dall’esigenza di fornire un’innovazione sostanziale al mondo del visual communication. Con l’intento di alimentare le applicazioni VIC (Visual Interactive Communication) sarà uno spazio creato per una comunità di persone interessate a capire come si possano inventare nuovi processi produttivi, nuovi modelli di usiness partendo dalla fabbricazione digitale, dall’open source e dalla collaborazione tra persone.
I Viscom Awards vedranno in mostra i lavori selezionati dei due concorsi in gara: DIVA (Display Italia Viscom Award) e Il Bulino d’Oro, premio biennale dedicato all’industria dell’incisione, giunto alla quarta edizione, invece accenderà i riflettori sul Made in Italy permettendo agli esperti del settore di mettere in luce la propria creatività e competenza tecnica.
Viscom Italia sarà quest’anno una fiera dinamica pronta a rispondere alle esigenze reali del mercato attuale, in cui visitatori ed espositori avranno la possibilità di sviluppare una vera e propria partnership che duri nel tempo e che rappresenti un concreto investimento nel futuro di un’azienda. Una fiera che offrirà una completa panoramica del business presente e futuro, un appuntamento in cui si percepirà il mercato in maniera globale.
Fonte: http://www.draft.it/

giovedì 2 agosto 2012

MakeBot presenta la sua stampante 3D a due colori

MakeBot ha presentato al CES 2012 di Las Vegas, evento internazionale dove moltissime delle aziende di tecnologia più evolute al mondo lanciano i loro ultimi dispositivi, una stampante 3D in grado di stampare contemporaneamente due colori.
Si tratta di un modello estremamente tecnologico, che prende il nome di Replicator (viene da Star Trek) ed è in grado di dare vita a modellini in 3D che vengono trasformati in vere e proprie creazioni in plastica.

Il nuovo modello ha un letto di stampa più largo rispetto al modello precedente, ma di fatto la differenza di dimensioni tra le due macchine non è poi così rilevante. Quindi chi deciderà di comprarla non tema di perdere spazio, ma stia certo di guadagnare possibilità.
La più avvincente delle funzioni è quella della stampa a due colori contemporaneamente. Facilitata da una tecnologia che chiamano“dualstrusion”, le testine di stampa che forniscono la plastica grezza da un set di mandrini posti sul retro della stampante.
Certo, i risultati finali avranno ancora quell’aspetto a strati a cui le stampanti 3D ci hanno abituato, ma a 2mila dollari di costo e con la possibilità di stampare in due colori contemporaneamente, quella di MakeBot rimane una delle stampanti 3D più economiche sul mercato.

martedì 31 luglio 2012

Pantone: mai in quadricromia

utti i software di grafica (per esempio Photoshop, InDesign, Illustrator, XPress) danno la possibilità al progettista di scegliere un colore da una libreria, cioè da un elenco di colori con un nome. In Italia le librerie più usate sono quelle di Pantone (non è ovunque così, per esempio in Germania sono più usate le librerie HKS e in Giappone le librerie Toyo).
 Pantone è il nome di una società americana che produce queste librerie (nel senso che produce i loro cataloghi, le "mazzette", e anche gli inchiostri). È un nome proprio, dunque indeclinabile. Perciò si dice "tre Pantone" e non "tre Pantoni" come capita spesso sentire e leggere, esattamente così come si dice "tre euro" e non "tre euri".
Sono disponibili diverse librerie Pantone che si possono dividere in due grandi gruppi: le librerie di colori Pantone intesi per essere stampati (in offset) con un quinto (o sesto o settimo) inchiostro e le librerie di colori Pantone intesi per essere stampati in quadricromia. In Photoshop ci sono sei librerie del primo gruppo: si chiamano solid (coated, matte, uncoated), pastel (coated, uncoated) e metallic. Si tratta rispettivamente delle tinte unite normali (per carta patinata lucida, opaca e non patinata), dei colori pastello (per carta patinata e non patinata) e dei colori metallici.
Quando un grafico deve scegliere un colore, per esempio per un logo, è spesso tentato di sceglierlo in una delle librerie Pantone, piuttosto che costruirlo con ciano, magenta, giallo e nero. Questo è corretto solo se la stampa (in offset) di quel colore avverrà con un inchiostro speciale (il cosiddetto "quinto inchiostro") e non semplicemente con gli inchiostri di quadricromia. Se il lavoro dovrà essere stampato in quadricromia, senza ulteriori inchiostri speciali, scegliere un colore Pantone è un errore che può costare caro. Ecco perché.
È molto semplice: i colori Pantone sono stati creati per essere stampati con inchiostri speciali in offset, e solo per questo scopo. Sono stati creati proprio per poter utilizzare una serie di colori che in quadricromia non si possono ottenere (se il risultato si potesse ottenere anche in quadricromia, i Pantone sarebbero inutili). E infatti, andando a controllare, dei circa mille colori Pantone della libreria solid coated, la più usata, più dell'80% non si possono stampare in CMYK (cioè non ci sono valori CMYK che producano quel colore Pantone). Quelli che sono più fuori sono soprattutto i blu (tra questi il  famigerato Reflex Blue che è impossibile riprodurre in quadricromia  anche con carta patinata). Il più fuori di tutti è il Pantone 2735, un blu che tende al viola.
Proprio per questo motivo stampare un colore Pantone in CMYK è sempre una operazione che dà un risultato (molto o poco) approssimato. Se proprio si vuole simulare un Pantone in quadricromia (una operazione che, come detto, non ha senso, ma talvolta si è costretti a fare, per esempio per variazioni dell'ultimo minuto), bisogna tener conto non c'è una singola approssimazione per un dato colore Pantone, ce ne sono tante (magari una che privilegia la tinta, un'altra che privilegia la saturazione, un'altra che minimizza il deltaE76, un'altra che minimizza il deltaE2000, ecc.).
E qui veniamo al secondo gruppo di Pantone: quelli che simulano, in quadricromia, i colori del primo gruppo. Pantone Bridge è una libreria che approssima i colori Pantone a un CMYK più o meno simile a quello che si usa in America (SWOP, stampa rotativa offset), Pantone Bridge Euro approssima i Pantone a un CMYK più o meno simile a quello che la ditta Pantone pensa che si stampi in Europa (ma la ditta Pantone è americana e non ha le idee chiare su come si stampa in Europa). Altri metodi daranno approssimazioni ancora diverse (per esempio conversione in Photoshop, oppure in QuarkXPress, ecc).
Con tutte queste varianti, e tenendo conto che ci sono varie condizioni di stampa offset, in stampa ci saranno sorprese non gradite, e probabilmente nessuna stampa in quadricromia darà il colore che ci si aspetta.
Insomma, i colori Pantone non sono pensati per essere stampati in quadricromia, ma solo per essere stampati con inchiostri speciali; se proprio voglio stampare un colore Pantone in CMYK i possibili valori CMYK da usare sono tanti (chi ne indica alcuni, chi ne indica altri) e quindi metodi (o mazzette) diversi danno valori diversi. Quale è quello giusto? Nessuno, perché i Pantone non sono colori pensati per essere stampati in quadricromia.
Fonte: http://boscarol.com

lunedì 30 luglio 2012

Come sta la carta in Italia?

Il 6 giugno scorso si è svolta la tavola rotonda promossa da Print Power dal titolo “Io Sono Qui” ed in cui sono stati presentati i dati di una ricerca curata da Lorien Consulting sulla multicanalità della carta. Print Power ricordiamo, è un’organizzazione paneuropea dedicata alla promozione dei mezzi stampati e del loro ruolo nell’ambito di moderni programmi e campagne di marketing integrato. L’organizzazione comprende un gran numero di imprese, espressione dell’intera filiera della carta stampata: produzione, distribuzione, stampa, elaborazione e consegna di contenuti editoriali. Questa struttura garantisce a Print Power un eccezionale livello di perizia ed esperienza in tutti i comparti dell’industria della carta stampata.
 Durante la tavola rotonda tenutasi a Milano, si è cercato di rispondere ad alcuni interrogativi sul futuro dell’editoria, sul ruolo della carta stampata all’interno di una società come quella attuale sempre più permeata dalla presenza del web e della tecnologia.
Ci si è interrogati su come la carta sa sempre essere eficiente ed efficace e su come sia in grado di rendere l’informazione autorevole.

Sono interventi Christian Rocca, giornalista e direttore di IL – Maschile del Sole 24 Ore, Stefano De Alessandri Direttore Generale Periodici Mondadori e Vicepresidente FIEG, Antonio Greco Amministratore Delegato Fiera Milano Media e Vicepresidente ANES, Raimondo Zanaboni Direttore Generale RCS Pubblicità.