Vi
presento un lungo articolo, che per un attimo mi ha fatto addirittura pensare di
scrivere un breve libro sull’argomento. Ma per adesso credo sia sufficiente trasmettervi
le principali informazioni e i miei relativi commenti.
In
questi giorni sono finalmente riuscito a completare la visione della docu-serie
di Netflix Wild Wild Country incentrata sull’avventura di Osho e della
sua comunità in Oregon.
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Bhagwan Osho in Rajneeshpuram
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Alcune delle
informazioni che vi riporto derivano da racconti di sannyasin (i
seguaci di Osho) che ho conosciuto in questi ultimi 27 anni (se contiamo anche
i sette anni in cui ancora non insegnavo, ma frequentavo assiduamente
l’ambiente della spiritualità). Mi è capitato che alcuni sannyasin venissero a frequentare i miei corsi, altri sono solo passati ad assistere alla prima lezione, giusto per capire di cosa si trattava; in queste occasioni abbiamo avuto qualche scambio.
Alcuni di loro avevano visto Osho di persona almeno una volta, altri sono stati allievi di allievi.
Altre
informazioni me le ha fornite direttamente... udite udite... Victoria Ignis,
anche perché in quegli anni lo scandalo americano della comunità di Osho e la
sua successiva morte erano ancora avvenimenti recenti... e io ero curioso di
conoscere il punto di vista di Victoria Ignis su un personaggio che negli anni
’80 compariva spesso sui giornali americani.
Un’altra
ottima fonte di informazioni è stato, per l’appunto, questo documentario, Wild
Wild Country.
Bhagwan
Rajneesh (1931 – 1990) è stato un grande “maestro” spirituale indiano. Sia in
India che in America è sempre stato conosciuto come Bhagwan, mentre Osho è un
nome che ha cominciato a utilizzare solo un anno prima di morire, tuttavia
questo è il nome con cui è passato alla storia. Permettetemi l’utilizzo del
termine maestro, anche se di solito lo riservo ai maestri della Gerarchia di
Shamballa. Tecnicamente, lui era un guru, quindi non un iniziato della Scienza
dell’Anima proveniente da Shamballa, ma un maestro illuminato con una visione
non-duale della vita. In altre parole, era più simile a Nisargadatta e a Ramana
Maharshi che a Gurdjieff, Aivanhov o Gesù. Detto questo, popolarmente vengono
tutti chiamati maestri in maniera indistinta.
[avviso
ai sannyasin in ascolto: NON STO PARLANDO MALE DI OSHO. MI È SEMPRE PIACIUTO.
STO SOLO FACENDO DELLE DISTINZIONI TECNICHE CHE POSSONO ESSERE UTILI A CHI
LAVORA SU DI SÉ]
Fare
questa distinzione tra guru non-duale e iniziato – o maestro – della Gerarchia è
importante, in quanto spiega perché la sua comunità americana si è risolta in
un disastro, pur essendo lui una pura espressione della coscienza infinita.
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Nel
1981 si trasferisce negli Stati Uniti. In India era diventato sempre più famoso
e sempre più scomodo, poiché parlava male delle religioni e metteva invece
l’accento sul risveglio spirituale dell’individuo e sulla libertà sessuale.
Sperava quindi di poter essere accolto con maggior tolleranza nel “Paese delle
opportunità”.
Il punto è che si porta dietro Ma Anand Sheela (1949), una donna
arrivista e priva di empatia, come è emerso anche durante gli interrogatori
della polizia. Arrivano nella cittadina di Antelope, nell’Oregon, nella contea
di Wasco. È una cittadina di bifolchi e bigotti americani degli anni ’80, che
conoscono il mondo attraverso il telegiornale (dobbiamo sempre tenere a mente che
non c’era internet). Qui comprano tutto quello che possono e cambiano il nome
alla città, che diventa Rajneeshpuram. Scatenando le antipatie di tutti gli
autoctoni (che poi autoctoni non lo erano per niente, poiché gli unici che
possono dirsi autoctoni in America sono gli indiani!)
Il
nostro Bhagwan, nel perfetto stile del guru non-duale, si disinteressava
totalmente degli aspetti organizzativi e materiali dell’operazione. Osho non
era interessato alla materia, ma solo alla sua missione: portare il risveglio
nel mondo. Vi prego di non tirare fuori la questione delle Rolls-Royce e dei
Rolex. Abbiate un minimo di dignità e fatemi capire che avete fatto almeno un
giorno di lavoro su voi stessi!
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Bhagwan Osho in Rajneeshpuram |
Ma
se della materia non te ne occupi tu... se ne deve occupare qualcun altro.
Nella fattispecie la più arrivista, territoriale e gelosa delle sue allieve:
Sheela.
Osho,
negli Stati Uniti entra in uno stato di coscienza che prevede l’assenza di
comunicazione verso l’esterno, ragion per cui non parlerà in pubblico per tre
anni e mezzo. IL SUO LAVORO DI TRASMUTAZIONE IN QUELLA NAZIONE SI SVOLGEVA
ATTRAVERSO IL SUO STATO DI COSCIENZA E NON LE SUE PAROLE. È un’eventualità
piuttosto rara, ma nell’esoterismo è prevista e in alcuni casi è
indispensabile. Il punto è che Sheela, essendo divenuta la sua portavoce verso
l’esterno, approfitta della situazione e mette in campo una vera e propria
organizzazione militare di cui lei è il capo assoluto.
Ve
la faccio breve: Sheela, con alcune sue principali complici (Ma Anand Puja e Shanti
Bhadra), due donne decisamente poco sveglie e completamente soggiogate da lei e dal suo delirio di
controllo, arrivano ad orchestrare il tentato omicidio di un paio di persone e
l’avvelenamento di un’intera cittadinanza, diffondendo il bacillo della
salmonella nei ristoranti!
Ma
l’aspetto più grave è in realtà un altro: in una comunità dove si parla di
amore, si mangia vegetariano, si lavora per la pace e, soprattutto, si vuole
cambiare il mondo... si inizia a comprare armi, fino a possederne una quantità
superiore a quella di tutte le forze dell’ordine dell’Oregon messe insieme.
Stiamo parlando di Uzi, AK-47 e ogni genere di pistola. Creano un poligono di
tiro e iniziano ad addestrarsi tutti i giorni. Nelle immagini di repertorio,
ogni tanto vedi sullo sfondo uomini e donne del servizio di sicurezza interno
che impugnano fucili da assalto intorno alla sala dove si sta facendo meditazione!!!
La
stessa Sheela si aggira per la comune con una pistola alla cintola, come un
pistolero del vecchio west.
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Ma Anand Sheela with gun
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MA
COSA CACCHIO È SFUGGITO A UN CERTO PUNTO A QUESTE PERSONE, PER NON RIUSCIRE A
COGLIERE QUESTA DISSONANZA?
Ecco
dove porta l’assenza dell’auto-osservazione.
Ecco
quali rischi comporta la creazione di una comunità dove le persone ballano,
ridono tutto il giorno, si mettono corone di fiori al collo, meditano, fanno
sesso libero... ma non lavorano su di sé... semplicemente perché nessuno glielo
ha insegnato.
SE
NON CI SI AUTO-OSSERVA si può arrivare al punto di fare meditazione circondati
da uomini armati “che ci devono difendere dagli attacchi del mondo esterno”...
si può arrivare al punto di tentare di avvelenare gli abitanti di una cittadina...
e non accorgersi che si sta creando una gigantesca incongruenza di fondo. Una
netta frattura tra la delirante illusione e la realtà.
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servizio d'ordine a Rajneeshpuram
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Nell’ambiente
della spiritualità ANCORA OGGI SI IDENTIFICA IL LAVORO SU DI SÉ UNICAMENTE CON LA
MEDITAZIONE. Questo porterà pessime conseguenze.
Come
mi hanno riportato alcune fonti – e come si vede chiaramente dalle immagini del
documentario – l’intera comunità era immersa nell’energia emotiva e in quella
sessuale (i due cavalli della carrozza di Gurdjieff). Si percepisce emotività
dall’inizio della storia fino al giorno della loro partenza dagli Stati Uniti,
quando Osho se ne va e loro sono costretti a fare lo stesso («Percuoterò il
pastore e saranno disperse le pecore del gregge» Mt 26,31).
All'inizio sono persone
che sorridono di continuo, si salutano a mani giunte, danzano nude nella natura
e fanno sesso... e poi diventano persone emotivamente distrutte, che piangono, che
percepiscono la distruzione di un sogno e che non credono a ciò che vedono al
telegiornale: Osho arrestato, Osho letteralmente trascinato in manette, Osho
cacciato dall’America, Sheela che fugge in Germania con i suoi complici e qui
vengono arrestati, il servizio di Sheela nuda su Stern per racimolare un po’ di
soldi.
Interessante
il fatto che i protagonisti della storia – una volta usciti di galera – finiranno
per tornare a una vita normale e non vorranno più saperne dell’esperienza
comunitaria.
La
Legge di Attrazione e la Legge di Compensazione sono come la Forza di
Gravità... non hanno pietà, agiscono e basta.
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Come
accadde a Gesù, anche Osho ha avuto il suo traditore, un certo Krishna Deva, al
secolo David Berry Knapp, il quale per ottenere l’immunità accetta un accordo
con le autorità in modo da accusare Osho e dare modo di procedere all’arresto.
Fino a quel momento, infatti sul suo maestro non c’era nulla di concreto. Alla
fine di tutto il circo, Osho verrà incriminato unicamente per aver trasgredito
le leggi sull’immigrazione e verrà rispedito in India, ma nel frattempo, a
causa del trattamento subito nel periodo che va dall’arresto alla sua partenza,
il suo corpo subirà conseguenze irreparabili.
Nei
successivi 8 mesi sarà costretto a vagare attraverso 21 differenti nazioni, in
quanto divenuto “ospite sgradito” per tutte le nazioni dove cercherà di
atterrare (se gli Usa mettono una taglia sulla tua testa, è difficile che
qualcuno abbia il coraggio di opporsi!). Nel 1987 tornerà nel suo ashram a
Pune, in India, ma nel gennaio 1990 lascerà il corpo a soli 58 anni.
Osho
ha avuto al suo fianco un personaggio più centrato rispetto a tutti gli altri,
il quale è rimasto sempre con la testa sulle spalle e gli è restato fedele fino
alla fine: il suo avvocato Swami Prem Niren, il quale aveva
capito l’importanza di ciò che Osho ha compiuto negli Usa e ha capito che,
cacciandolo, a rimetterci sono stati gli americani, non Bhagwan. In
merito al tradimento di David Knapp, Prem Niren dichiarerà: «Quando le persone sono sotto pressione, viene fuori quello
che sono veramente, e di solito agiscono mosse dalla paura».
Grande verità.
«Ma
allora che differenza c’è tra un Osho e un Gesù? In fondo hanno subìto lo
stesso trattamento» mi chiede ogni tanto qualcuno di voi. La risposta è che
ognuno di noi, in una data incarnazione, ha vissuto o dovrà vivere la sua
crocifissione, perché è un’iniziazione obbligatoria: tu parlerai d’amore, ma
verrai accusato e messo alla gogna dal sistema costituito di una data epoca.
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Detto
questo, l’insegnamento che porti e le deviazioni che possono accadere nella
comunità dei tuoi seguaci dipendono dalla linea evolutiva cui appartieni. Osho
non insegnava, per esempio, certi principi concernenti il lavoro di gestione
del piano emotivo e sessuale, perché apparteneva – e appartiene, ricordate che
i "Maestri Jedi" non muoiono mai – a una linea evolutiva differente rispetto a
quella dei monaci zen, di Gurdjieff o dei Sufi. Le emozioni e la sessualità non
vanno represse, tuttavia vanno abilmente gestite, altrimenti con il tempo si
ottengono disastri.
Vi
faccio qualche esempio.
Nisargadatta
Maharaj è un terzo raggio, energia intellettuale, quindi è fondamentalmente un
filosofo.
La
principale deviazione consiste nel ritrovarsi con allievi che restano sul piano
mentale e non riescono a far scendere nel Cuore i suoi insegnamenti.
Gesù
è un sesto raggio, energia dell’amore e della devozione.
La
principale deviazione consiste nel fanatismo – fino a giungere all’odio verso
il nemico – e nel seguire l’insegnamento solo con il piano emotivo, senza
capire molto sul piano mentale e senza mai scendere totalmente nel Cuore.
Osho
è un sesto raggio, come Gesù.
Gurdjieff
è un primo raggio, ossia un uomo con una grande forza di volontà e capacità di condurre
le persone attraverso le difficoltà. È anche l’energia del mago.
La
principale deviazione consiste nella rigidità, ossia nell’interpretare l’insegnamento
in maniera inflessibile, quasi militare, senza dare attenzione all’espetto compassionevole.
Atteggiamento tipico di molti gruppi e gruppetti, che io stesso ho visto personalmente, nati dopo la sua morte.
Per
chi se lo stesse chiedendo, io sono un terzo raggio, ma nella prima parte della
mia vita sono stato un primo raggio, in quanto prevaleva il raggio della personalità,
che solitamente è più forte nei primi decenni della nostra incarnazione. Se svolgiamo
un buon lavoro su noi stessi, nel corso della nostra vita passiamo dal raggio
della personalità a quello dell’anima o addirittura a quello della monade. Ma questo
è un discorso troppo tecnico, che ci porterebbe lontano dal tema di oggi.
Sono
sicuro di avervi chiarito diversi aspetti del lavoro su di sé.
Continua nella seconda parte
Salvatore Brizzi
[Il mondo è bello, siamo noi ad esser ciechi]
Mercoledì 24
WESAK 2024
conducono Anna
Silvano e Salvatore Brizzi
http://www.salvatorebrizzi.com/2024/04/wesak-2024.html
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Wesak 2024 Anna Silvano Salvatore Brizzi
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PROSSIMA USCITA
LA
SCONFITTA DI CRONOS
di Salvatore
Brizzi
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