L’incipit

Caro Marco

questo è l’incipit di tutte le volte che ho iniziato a parlare con te, in assenza.

Caro Marco, le parole ormai franano, i pensieri si sgretolano, resta solo caro Marco, il desiderio grande di abbracciarti e farmi abbracciare stretta.

Caro Marco era il mio incipit preferito, cui faceva eco la tua voce “dimmi Adriana“.

Caro Marco, le parole sopiscono dentro.

Caro Marco, è rimasto solo il silenzio.

Caro Marco, resta un incipit senza seguito.

Dentro

Ci sono sentimenti che non vanno via.

Amore, odio e tutto quello che sta in mezzo non si cancellano.

Restano. Dentro.

Desidero

La mia corazza è crepata, di nascosto lascio scorrere le lacrime.

Che non si sappia che piango, che desidero un suo abbraccio stretto e silenzioso. Nient’altro.

Accartocciata

Vorrei accartocciarmi e piangere per sfogare questo dolore che non capisco da dove venga.

Non è per te. Non è perché sei andato via. Credo sia per me.

Le lacrime traboccano dagli occhi.

La volontà

Il fumo placa, calma, trattiene in fondo le lacrime.

La volontà…la volontà cerca di allontanare il tuo pensiero.

Combatto la mia battaglia su due fronti.

Ma ho ripreso a fumare e tu torni sempre.

Combatto e per ora non vinco.

La terapista ed io

Lei quando vuole una cosa si spinge al limite.

Si, lo so.

E ora che l’ha ottenuta?

Non era quello che volevo. Non volevo scopare, volevo fare l’amore ed essere amata. Ho finalmente capito, da sola.

Ci vediamo tra due settimane o una?

Crede mi sia passata. Credo sia così…

Question*

E mi chiedo e ti chiedo: ti sono piaciuta sempre e solo a livello mentale e fantasie?

Sono stata così brava a fraintendere tutto?

A credere che mi volessi bene anche tu?

Che il tuo occuparci l’uno dell’altra vicendevolmente, due persone che si sono trovate, che stanno ragionevolmente bene insieme (cit.) aveva un altro senso?