Beh, via il dente via il dolore, ho deciso di iniziare ad affrontare i casi di creature misteriose più famosi al grande pubblico, in questo modo potrò aprire una nuova rubrica dedicata agli avvistamenti, che sarà la parte meno seria del blog.
Vorrei cominciare questa rassegna dei “big” con uno dei più grossi spauracchi dell’America Latina da circa quindici anni, ovvero il Chupacabra.
Sarà abbastanza complicato parlarne in maniera ordinata perchè, pur essendo una creatura entrata nell’immaginario collettivo relativamente da pochi anni, i (tanti) avvistamenti sembrano descrivere parecchie creature diverse tra loro: l’articolo cercherà quindi di dare una spiegazione al “fenomeno” Chupacabra, esaminando le varie teorie, molte delle quali a mio parere assurde ma che citerò per dovere di cronaca.
Il nome.
Iniziamo dal nome, perchè “succhiacapre”?
Se, come vedremo, le testimonianze sono parecchio discordanti sull’aspetto di questo essere ben altra storia riguarda a triste sorte delle vittime del nostro “Chupi”: a partire dagli anni sessanta, prevalentemente nei Paesi dell’America Centrale, cominciarono a spuntare casi di bestiame uccisi in circostanze misteriose e dissanguati. Più passava il tempo e maggiori erano i particolari che coincidevano nonostante la distanza tra le varie vittime, caratteristici ad esempio i tre fori trovati sui cadaveri, all’altezza del collo o del ventre.
Ma l’esplosione del fenomeno arriverà solo nel 1995 e più precisamente a Porto Rico: otto pecore vengono trovate dissanguate con i caratteristici tre fori sul ventre e qualche mese più tardi una testimone, tale Madelyne Tolentino, afferma di aver visto la creatura con i suoi occhi nei pressi di Canovanas, cittadina nella quale erano recentemente morti circa 150 capi di bestiame in circostanze analoghe.
L’isteria collettiva comincia a prendere il sopravvento anche per un altro motivo: nel 1975 circa episodi simili si riscontrarono nella vicina cittadina di Moca attribuendo i massacri ad una ipotetica creatura poi chiamata il vampiro di Moca.
Per quanto riguarda il nome Chupacabra sembra che a coniarlo sia stato un comico di Porto Rico, un certo Silverio Perez: purtroppo per i vari allevatori e contadini del luogo la morte del bestiame è tutt’altro che una barzelletta, che poi sia una creatura di fantasia o meno il responsabile poco cambia.
L’aspetto.
Ma qual è il fantomatico aspetto di questo misterioso assassino di capre?
Beh, qui iniziano i problemi, mentre per altri casi più famosi come i soliti Nessie e Bigfoot c’è perlomeno una certa coerenza tra le testimonianze, qui siamo di fronte a racconti totalmente diversi l’uno dall’altro: l’evoluzione del Chupi è cambiata drasticamente nel giro di appena 15 anni.
“Nasce” come una creatura che cammina su due zampe, simile a un rettile con grossi occhi rossi, alta circa un metro, con aculei che partono dalla testa e scendono in linea fino all’estremità della schiena: poi chissà per quale strano motivo è avvenuto un cambiamento, si è passati ad un qualcosa di più simile a un canguro fino ad arrivare all’attuale convinzione che il Chupacabra sia una strana forma di canide mutata, naturalmente o artificialmente come vedremo tra poco. Infine c’è una versione che lo vede molto vicino ad un pipistrello vampiro.
E le piccole variazioni, a leggere le testimonianze, sono infinite, l’unico punto di contatto è il risultato finale sulle vittime, dissanguamento e 2-3 fori sul collo o sul ventre.
Loren Coleman è un rinomato studioso di criptozoologia e da anni sta sudiando (tra gli altri) il mistero del Chupacabra: Coleman afferma quanto sia stato dannoso questo gioco del telefono, si è passati dalla forma eretta di un rettiloide a quadrupedi appartenenti a famiglie di canidi. Oggi è quasi impossibile assistere a casi che ricordino il primo tipo di Chupacabras forse anche perchè…
Le vere origini?
Benjamin Radford ha recentemente ripreso in mano le prime testimonianze degli avvistamenti di Porto Rico e ha cominciato ad indagare in maniera più approfondita sulla veridicità di certe affermazioni e ha scoperto che…
Nel 1995 a Porto Rico arriva nelle sale il film Species: il personaggio interpretato da Natasha Henstridge è un alieno che somiglia incredibilmente alla prima descrizione data dalla testimone oculare Tolentino. Questo fatto, unito all’isteria dei precedenti episodi legati al vampiro di Moca, ha generato il mito del Chupacabra: la descrizione di un mostro che dissangua il bestiame ha velocemente preso piede nella rete e anche gli avvistamenti hanno cominciato a diffondersi al di fuori di Porto Rico.
Le teorie.
Le supposizioni sulle origini del Chupacabra sono tantissime, alcune più plausibili, altre totalmente inverosimili, perlomeno per i non appassionati di paranormale e ufologia.
Partiamo proprio da queste ultime che, ricordo, van prese con le pinze, magari lasciandosi sfuggire un sorriso.
Dal punto di vista delle teorie aliene ne abbiamo principalmente due: la prima è la classica, ovvero che il Chupi sia un extraterrestre dotato di intelligenza superiore a tutti gli effetti mentre la seconda è che la creatura non sia nient’altro che… un animale di compagnia lasciato sul pianeta dai visitatori alieni e poi dimenticato prima di ripartire.
Generalmente gli avvistamenti di questo tipo associano alla creatura anche aggiuntivi poteri come la capacità di balzi enormi, mimetizzazione, levitazione, telecinesi e capacità ipnotiche e di lettura del pensiero.
Investigando un po’ ho scoperto come Porto Rico sia terreno fertile per questo genere di teorie e per l’ufologia in generale per un particolare motivo (sempre secondo gli “esperti”/appassionati): a circa 15 Km dalla cittadina omonima sorge uno dei più grandi radiotelescopi del pianeta, l’osservatorio di Arecibo. Oltre ai vari utilizzi più prettamente scientifici, nel 1974 è stato mandato un messaggio particolare (detto appunto messaggio di Arecibo) con l’intento di stabilire un contatto con popolazioni extraterrestri. L’ipotesi di molti ufologi è che questo messaggio sia arrivatoe che il Chupacabra ne sia la conseguenza.
Altra ipotesi abbastanza fantasiosa è che il Chupacabra sia una creatura interdimensionale, abitante cioè di una dimensione parallela: sarebbe proprio questo il motivo per cui non si riesce a trovare una traccia concreta dopo ogni massacro di bestiame…
Ma il ricettario di ipotesi è vasto e ne abbiamo per tutti i gusti, non mancano infatti le classiche cospirazioni governative, due delle quali meritano qualche parola a parte.
Come detto Porto Rico è la “patria” del Chupacabra e vanta il maggior numero di avvistamenti: uno dei motivi possiamo farlo risalire al laboratorio di El Yunque. Situato nella foresta omonima ha condotto sperimentazioni di vario tipo sin dagli anni 60, compreso lo studio degli effetti del cosiddetto Agente Arancio. Anche qui è comprensibile come la paura per qualcosa che non si capisce tenda trovare spiegazioni in quello che si ha intorno. E così l’esperimento genetico sfuggito alla CIA diventa una teoria perfettamente plausibile per spiegare l’esistenza del Chupacabra…
Ma Porto Rico non mantiene l’esclusiva per molto e nel 2000 il Cile si trova davanti al dramma del Chupacabra, o perlmeno davanti al dramma delle vittime dello stesso…
Nel piccolo villaggio di Calama si assiste ad una vera e propria strage di animali in stile Chupacabra e se per alcuni abitanti del luogo il tutto viene preso in maniera scherzosa i poveri allevatori, che vedono la loro forma di sostentamento devastata in questo modo, sono piuttosto disperati. Viene così allertata la guardia nazionale e centinaia di soldati vengono spediti alla ricerca di qualunque cosa abbia provocato quei danni. Non riuscendo a trovare un colpevole il governo comunica che molto probabilmente si è trattato di cani selvatici: gli allevatori non la prendono benissimo e nei mesi a seguire arriveranno addirittura a sparare agli aerei governativi di passaggio.
Viene così attribuita la nascita della creatura alla NASA che si sarebbe fatta sfuggire un esperimento genetico finito male: l’agenzia spaziale chiaramente negherà tutto ricordando come ogni volta ci sia stato un mistero inspiegabile che avesse a che fare con ufo e alieni ci passassero di mezzo loro.
Cuero, coyote e rogna…
Come detto il Chupacabra viene esportato e raggiunge ben presto stati come la Florida, il Maine e soprattutto il Texas.
Finora ho evitato di fare un elenco di tutti gli avvistamenti della creatura perchè è davvero impossibile, sono decine e decine.
E’ interessante però parlare dei casi di Cuero perchè prendono in considerazione tutta quella fascia di segnalazioni che hanno fatto evolvere il Chupacabra da rettiloide bipede a canide.
Nell’agosto del 2007 una certa Phylis Canion trova nei pressi del suo ranch tre cadaveri che non riesce a identificare: scatta varie foto e taglia la testa di una di queste (!) per metterla nel freezer e consegnarla a degli esperti. Vari esami confermeranno poi che non si tratta nient’altro che un caso di coyote affetto da forma gravissima di rogna. La trasmissione Voyager fece una puntata sull’argomento dichiarando con enfasi che il Chupacabra era stato finalmente scoperto, voglio segnalarvi quindi queste dichiarazioni di Lorenzo Rossi (criptozoologo e creatore del maggior sito italiano sulla disciplina) sul caso in questione con l’analisi della puntata.
Un anno dopo un agente di polizia della stessa cittadina filma una strana creatura dalla sua macchina: è uno di quei casi che mi affascinano, è evidentemente un falso ma adoro guardare questi filmati sfuocati pur convincendomi che non ci sia un briciolo di verità e che siano costruiti a tavolino.
Conclusioni.
In ogni caso si è forse arrivati alla conclusione che una rogna in stato molto avanzato può sfigurare orribilmente coyote o ibridi simili facendo gridare al mostro chi non ha un’ottima conoscenza degli animali in questione e degli effetti di una certa malattia.
In definitiva il fenomeno Chupacabra è ben diverso dai suoi illustri colleghi in quanto a far scalpore non è tanto l’avvistamento in se quanto gli effetti pratici sulle innocenti vittime, quindi speculazioni a parte rimane seriamente da capire chi o cosa abbia provocato queste morti così simili tra loro.
Anche Coleman propende per l’ipotesi di gruppi di cani selvatici che essendo eccessivamente deboli assaltano le prede di nascosto e le consumano in tutta fretta, senza divorarle completamente.
Quello che mi sconcerta è che delle decine di articoli che letto si da enfasi alla notizia dei ritrovamenti, sia del bestiame morto che degli ipotetici responsabili, si dichiara che gli animali verranno poi esaminati da studiosi e scienziati e poi non se ne sa più nulla. Ma forse è tutto parte di un meccanismo che non cerca risposte ma vuole alimentare la magia del mistero…
In futuro cercherò di fare degli update sugli avvistamenti più interessanti, per ora concludiamo il nostro viaggio alla scoperta del nostro dissanguagalline.
Vi lascio il link di uno dei maggiori siti italiani sull’argomento avvisandovi però che affronta il fenomeno Chupacabra con un particolare accento sul paranormale.