martedì 8 marzo 2011

AUGURI A TUTTE LE DONNE

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FESTA DELLA DONNA...un po' di storia

Image and video hosting by TinyPicLe origini della festa dell'8 Marzo risalgono al lontano 1908, quando, pochi giorni prima di questa data, a New York, le operaie dell'industria tessile Cotton scioperarono per protestare contro le terribili condizioni in cui erano costrette a lavorare. Lo sciopero si protrasse per alcuni giorni, finché l'8 marzo il proprietario Mr. Johnson, bloccò tutte le porte della fabbrica per impedire alle operaie di uscire. Allo stabilimento venne appiccato il fuoco e le 129 operaie prigioniere all'interno morirono arse dalle fiamme. Successivamente questa data venne proposta come giornata di lotta internazionale, a favore delle donne, da Rosa Luxemburg, proprio in ricordo della tragedia.
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Perchè la Mimosa alla Festa delle Donne?
L'UDI (Unione Donne Italiane) si pose il problema di trovare un fiore che potesse contraddistinguere questa Giornata speciale,la scelta cadde sulla Mimosa che fiorisce proprio in quel periodo ed era facilmente reperibile.

lunedì 7 marzo 2011

Carnevale...origini



Le origini della festa sono religiose, infatti il Carnevale è collegato direttamente alla Pasqua, che cade sempre la domenica dopo il primo plenilunio (luna piena) di primavera.
Dalla Pasqua si sottraggono 6 settimane (di cui 5 sono di Quaresima) e la settimana precedente ad esse è quella in cui si festeggia il Carnevale.
Questa parola deriva forse dal latino medievale "carnem levare", cioè "togliere la carne" dalla dieta, in osservanza al divieto cattolico di mangiare carne durante la Quaresima.

Protagoniste del Carnevale da sempre sono le Maschere classiche più conosciute. Pare che la più antica fra queste sia Arlecchino, originario di Bergamo. Nel secolo XVI da Venezia venne la maschera di Pantalone e da Napoli Pulcinella, seguiti dal Dottor Balanzone di Bologna.
Gli altri famosi personaggi del Carnevale italiano vengono da Torino (Gianduia), da Firenze (Stenterello), da Bergamo ancora (Brighella) e da Venezia il personaggio femminile più famoso che è Colombina.

sabato 5 marzo 2011

AUGURI ITALIA

150 anni dell'unità d'Italia.. un bellissimo video per augurare ed augurarci
sempre più democrazia e libertà!



venerdì 4 marzo 2011

INNO NAZIONALE

L'inno di Mameli...Fratelli d'Italia…
Dobbiamo alla città di Genova Il Canto degli Italiani, meglio conosciuto come Inno di Mameli. Scritto nell'autunno del 1847 dall'allora ventenne studente e patriota Goffredo Mameli, musicato poco dopo a Torino da un altro genovese, Michele Novaro, il Canto degli Italiani nacque in quel clima di fervore patriottico che già preludeva alla guerra contro l'Austria. L'immediatezza dei versi e l'impeto della melodia ne fecero il più amato canto dell'unificazione, non solo durante la stagione risorgimentale, ma anche nei decenni successivi. Non a caso Giuseppe Verdi, nel suo Inno delle Nazioni del 1862, affidò proprio al Canto degli Italiani - e non alla Marcia Reale - il compito di simboleggiare la nostra Patria, ponendolo accanto a God Save the Queen e alla Marsigliese. Fu quasi naturale, dunque, che il 12 ottobre 1946 l'Inno di Mameli divenisse l'inno nazionale della Repubblica Italiana.

Il poeta
Goffredo Mameli dei Mannelli nasce a Genova il 5 settembre 1827. Studente e poeta precocissimo, di sentimenti liberali e repubblicani, aderisce al mazzinianesimo nel 1847, l'anno in cui partecipa attivamente alle grandi manifestazioni genovesi per le riforme e compone Il Canto degli Italiani. D'ora in poi, la vita del poeta-soldato sarà dedicata interamente alla causa italiana: nel marzo del 1848, a capo di 300 volontari, raggiunge Milano insorta, per poi combattere gli Austriaci sul Mincio col grado di capitano dei bersaglieri. Dopo l'armistizio Salasco, torna a Genova, collabora con Garibaldi e, in novembre, raggiunge Roma dove, il 9 febbraio 1849, è proclamata la Repubblica. Nonostante la febbre, è sempre in prima linea nella difesa della città assediata dai Francesi: il 3 giugno è ferito alla gamba sinistra, che dovrà essere amputata per la sopraggiunta cancrena. Muore d'infezione il 6 luglio, alle sette e mezza del mattino, a soli ventidue anni.
Le sue spoglie riposano nel Mausoleo Ossario del Gianicolo.

Il musicista
Michele Novaro nacque il 23 ottobre 1818 a Genova, dove studiò composizione e canto. Nel 1847 è a Torino, con un contratto di secondo tenore e maestro dei cori dei Teatri Regio e Carignano. Convinto liberale, offrì alla causa dell'indipendenza il suo talento compositivo, musicando decine di canti patriottici e organizzando spettacoli per la raccolta di fondi destinati alle imprese garibaldine. D’indole modesta, non trasse alcun vantaggio dal suo inno più famoso, neanche dopo l'Unità. Tornato a Genova, fra il 1864 e il 1865 fondò una Scuola Corale Popolare, alla quale avrebbe dedicato tutto il suo impegno. Morì povero, il 21 ottobre 1885, e lo scorcio della sua vita fu segnato da difficoltà finanziarie e da problemi di salute. Per iniziativa dei suoi ex allievi, gli fu eretto un monumento funebre nel cimitero di Staglieno, dove oggi riposa vicino alla tomba di Mazzini.

Come nacque l'inno
La testimonianza più nota è quella resa, seppure molti anni più tardi, da Carlo Alberto Barrili, patriota e poeta, amico e biografo di Mameli. Siamo a Torino: "Colà, in una sera di mezzo settembre, in casa di Lorenzo Valerio, fior di patriota e scrittore di buon nome, si faceva musica e politica insieme. Infatti, per mandarle d'accordo, si leggevano al pianoforte parecchi inni sbocciati appunto in quell'anno per ogni terra d'Italia, da quello del Meucci, di Roma, musicato dal Magazzari - Del nuovo anno già l'alba primiera - al recentissimo del piemontese Bertoldi - Coll'azzurra coccarda sul petto - musicata dal Rossi. In quel mezzo entra nel salotto un nuovo ospite, Ulisse Borzino, l'egregio pittore che tutti i miei genovesi rammentano. Giungeva egli appunto da Genova; e voltosi a Novaro, con un foglietto che aveva cavato di tasca in quel punto: - To' gli disse, te lo manda Goffredo. - Novaro apre il foglietto, legge, e si commuove. Gli chiedono tutti cosa fosse, gli fan ressa d'attorno. - Una cosa stupenda! - esclama il maestro; e legge ad alta voce, e solleva ad entusiasmo tutto il suo uditorio. - Io sentii - mi diceva il Maestro nell'aprile del '75, avendogli io chiesto notizie dell'Inno, per una commemorazione che dovevo tenere del Mameli - io sentii dentro di me qualche cosa di straordinario, che non saprei definire adesso, con tutti i ventisette anni trascorsi. So che piansi, che ero agitato, e non potevo star fermo. Mi posi al cembalo, con i versi di Goffredo sul leggio, e strimpellavo, assassinavo con le dita convulse quel povero strumento, sempre con gli occhi all'inno, mettendo giù frasi melodiche, una sull'altra, ma lungi mille miglia dall'idea che potevano adattarsi a quelle parole. Mi alzai scontento di me; mi trattenei ancora un po' in casa Valerio, ma sempre con quei versi davanti agli occhi della mente. Vidi che non c'era rimedio, presi congedo e corsi a casa. Là, senza neppure levarmi il cappello, mi buttai al pianoforte. Mi tornò alla memoria il motivo strimpellato in casa Valerio, lo scrissi su di un foglio di carta, il primo che mi venne alle mani: nella mia agitazione rovesciai la lucerna sul cembalo e, per conseguenza, anche sul povero foglio; fu questo l'originale dell'inno Fratelli d'Italia”.

ASCOLTIAMOLO...

martedì 1 marzo 2011

I MIEI POETI

VORREI LA PACE
Vorrei un mondo dove
ogni Nazione dove
ogni Popolo e Religione
fossero uniti
da un solo colore,
dove la guerra
fosse solo un lontano ricordo.
Vorrei che il Mondo intero
si unisse
con una calda
stretta di mano.
Vorrei....Vorrei la PACE!
ALESSANDRO CINQUE IVC

LA MIA MAMMA
La mia mamma,
è molto dolce,
dolce come il miele,
che mangiato a colazione
rallegra la situazione,
vivace come un bambino
che non fa il bravo nel suo lettino.
Allegra come una giornata di sole
che ci mette su di umore.
Un abbraccio alla mia mamma
che mi consola e non mi inganna.
VITTORIA GIRAUD BALDI IV C

IL PASSEROTTO
Passerotto grazioso
sempre gioioso
che spensierato
t’innalzi dal prato.
Nell’aria volteggi
e festoso gorgheggi
ridi con le farfalle
ti nascondi fra foglie gialle.
Tu sei tenero come un bambino
che abbraccia il suo fratellino
morbido come un cuscino
che ti riscalda nel lettino.
GRAZIA SORRENTINO IV C

KIRU’
Ho un amico birichino
sembra proprio un bel bambino,
gioca salta all’impazzata
e mi lascia strapazzata.
Quattro zampe ha il mio bambino,
ma è solo un cagnolino
è un’amica un po’ speciale,
è proprio eccezionale.
E’ il mio amico ideale,
anche se non sa parlare
lo capisco solo io
perché Kirù l’ho trovato io!
CATERINA SOLIMENE IV C

LA BAMBINA TRISTE
Quella bambina con la bambola in mano,
gioca da sola con un sette nano.
Con gli occhi azzurri come il mare
che voleva solo ballare.
Mi chiese se volevo giocare
ma non potevo stare.
Perché dovevo andare
a palla a volo
così la salutai prima di prendere il volo
TERESA VANACORE IV D

ARCOBALENO
Amico di tutti i bambini
fai sognare grande e piccini.
I tuoi coloro brillano nel cielo con gli uccellini
riempiendo di gioia i nostri cuoricini
e dopo un acquazzone
fai brillar tutte le zone.
GIUSEPPE STAIANO IV D

SVOLAZZANDO
Uccello, uccellino
che svolazzi sempre nel giardino,
voli di qua, voli di la’
a mangiare qualche semino
di buon ora ogni mattina,
voli vicino alla mia casettina
e sento forte la tua vocina.
E di sera quando il sole, sta tramontando,
corri via volando,
a cercare in fretta e furia
un posto dove tu non possa aver paura.
A sera tardi, il fruscio delle foglie,
dolcemente ti accoglie.
DANILO CAFIERO IV D

venerdì 14 gennaio 2011

GIOCARE....CON LE PAROLE

GRAZIETTINA LEGGITUTTO

Graziettina leggitutto
ha letto proprio tutto,
ha letto la poesia, ha letto la filastrocca
che parlava di un'albicocca.
Ha letto il testo, ha letto anche l'etichetta
della sua maglietta,
ha letto i cartelli, ha letto il manifesto
che era funesto.
Ha letto il pensiero ad un amico
che si mangiava un fico.
GRAZIA SORRENTINO

GIOVANNINO ROMPITUTTO
Giovannino rompitutto
ha rotto il piatto del prosciutto
ha rotto l'astuccio, i pastelli,
ha rotto perfino i pennarelli
ha rotto il vaso al vicino
ha rotto il piede a suo cugino
ha rotto un vestito importante
ha rotto anche una pietra pesante
ha rotto proprio tutto
le scatole soprattutto.
GAETANO DE GENNARO

ANTONIO COPIATUTTO
Antonio copiatutto
ha copiato proprio tutto
ha copiato suo fratello
che faceva un video troppo bello
ha copiato Gaetano
che parlava solo napoletano
ha copiato Francesco
che era un manesco
ha copiato una spia
ma non la sua allegria.
ANTONIO GUIDA

GIOVANNINO INCARTATUTTO
Giovannino incartatutto
ha incartato un prosciutto,
ha incartato un vaso,
insieme al suo amico Tommaso
ha incartato delle ali
con delle carte speciali
ha incartato una bambolina
insieme alla sua copertina
ha incartato uno specchio
che era proprio vecchio.
Ha incartato proprio tutto anche la curiosità
furchè la sua bontà.
ROSA SAVARESE

GIOVANNINO AVVISTATUTTO
Giovannino avvistatutto
ha visto un uomo brutto
ha visto un cavallo
che parlava come un pappagallo
ha visto un castello
con un principe bello
ha visto una penna
che sembava un'antenna
ha visto una lavagna
che sembrava una castagna
ha visto un signore
che volava come un aquilone
ha visto proprio tutto
anche un buon piatto di prosciutto.
VITTORIA PACE

GIOVANNINO SPRECATUTTO
Giovannino sprecatutto
ha sprecato l'acqua lete
per liberarsi dalla sete
ha sprecato tutta la carta
per mandare messaggi all'amica Marta
ha specato tutti i suoi soldi
per comprare panini caldi
ha sprecato tutto ciò che aveva
e poi, purtroppo, triste diventava.
ROBERTO RICHIELLO

FLAVIO MANGIATUTTO
Flavio mangiatutto
ha mangiato un piatto di prosciutto
ha mangiato un enorme dolcetto
ha mangiato un bambino
ha mangiato Giovannino
ha mangiato un alberello
con tutto il carrello
ha mangiato una ghigliottina
e si è mozzata la lingua a Flavio poverino
GABRIELE VITALE

GIOVANNINO RUBATUTTO
Giovannino rubatutto
ruba il sacco del prosciutto
ruba la casa del vicino
che stava facendo un pisolino
ruba la barca ruba il maglioncino
ruba persino il suo micino
ruba una testa
ed arriva la tempestarub proprio tutto
e non gli è rimasto più niente soprattutto.
ANTONELLA ARPINO

GIOVANNINO AGGIUSTATUTTO
Giovannino aggiustatutto
ha aggiustato proprio tutto
ha aggiustato il lampadario, il comodino,
ha aggiustato anche il lettino
ha aggiustato il tamburo, ha aggiustato la scrivania
ed ha aggiustato il tetto della zia
ha aggiustato la sedia, ha aggiustato l'ombrello
ed ha aggiustato il cappello del nonno Lello.
Ha aggiustato proprio tutto anche il piatto di Mattia
fuorchè la sua simpatia.
VITTORIA GIRAUD BALDI