martedì 30 aprile 2024

Un voto 'pop', un voto per la pace.

 

Viviamo in tempi 'pop'. Che è l'abbreviazione di 'popolari', ma è anche riferimento canonico a quella forma d'arte di cui alle icone di Andy Warhol passando per Madonna (la cantante).
E 'Ggioggia' è oramai a buon diritto una 'icona pop' – a partire dal suo celeberrimo 'Sono una donna, sono una madre...' e dal più recente 'Scrivete Giorgia sulla scheda (siamo 2 milioni e passa e dito medio levato agli oppositori)'.
Ma già godeva dell'assist di Ray Charles che gli dedicò l'omonima struggente canzone – pensando a lei futura icona pop o a qualcosa che le poteva vagamente somigliare (la Georgia U.S.).
E un'altra icona pop in pectore è 'Il Generale' – citato sulla scheda elettorale col 'detto' perché Roberto Vannacci all'anagrafe è sconosciuto ai più e forse si doveva aggiungere 'del mondo al rovescio', per meglio identificarlo e dargli corpo sociale politico.

E mi vengono in mente quei buontemponi dei buranelli (dell'isola di Burano) che 'il detto' ce l'hanno dalla nascita e per riporto di generazioni – e se ne sono fatti una ragione e il cognome familiare è solo un allegato di poco conto, ma chissà se gli espatriati se lo tramandano o se resta in isola precaria memoria del pugno di residenti ivi rimasti che escono dalle case nel tardo pomeriggio, una volta partito l'ultimo turista per Venezia, città futura.

E vi è da credere che Francesco De Gregori mediti di rivendicare il copyright di quel suo detto (del Vannacci) perché è dalla collina dove 'non c'è più nessuno / solo aghi di pino / e silenzio e funghi' che discende il suo 'Generale' vagamente pacifista che lascia il posto volentieri alla 'contadina di cinquant'anni / di cinque figli / venuti al mondo come conigli..' che erano 'partiti in guerra come soldati / e non ancora tornati...'

Le prossime elezioni europee facciamo che siano 'pop' - nel senso di un trionfo di quel popolo di europei (chiamati con disprezzo 'populisti') che non vedono l'ora di mandare a casa tutti quei guerrafondai dei continui armamenti all'Ucraina con sullo sfondo il pulsante rosso della terza guerra mondiale termonucleare.
Un voto per le trattative di pace e contro la follia degli Stranamore americani e dei loro alleati più realisti del re.


Potrebbe essere un'immagine raffigurante ‎Superman e ‎il seguente testo "‎ه0‎"‎‎

Guai a chi 'ratta' le Sabine.

 

Il ratto delle Sabine e le altre storie. - 30 aprile 2022

Finiremo per incaricare un team di storici valenti di indagare a fondo sui fatti che portarono al mitico 'ratto delle Sabine' al fine di derivarne lumi su quanto avviene da noi in merito all'accoglienza senza più limiti dei popoli del mare africani e asiatici – giovani uomini soli in larga parte, dicono le cronache?
Pare che i Romani, fondata ed accresciuta la loro città florida di attività e commerci (il paragone dovrebbe essere con il temibile crescere odierno delle enclaves islamiche, intimamente nemiche, nel cuore delle metropoli europee) abbiano chiesto ai popoli stanziali loro intorno, Ceninensi, Antemnati, Crustumini e Sabini, di potersi maritare con le loro figlie e nipoti – dal momento che nella nuova città latitava il sesso femminile e si temeva per la sorte della città in capo ad una/due generazioni. (Vedi le denunce e gli articoli dei nostri giornalisti sui picchi demografici all'ingiù.)
Non è chi non veda l'enormità storica di una tale richiesta politica che rimanda, peraltro, all'innominata questione (severi guai politici a chi la pronuncia in chiaro!) delle 'sostituzioni etniche' prossime venture che si paventano.
Ne conseguì una guerra, narrano gli storici e la vinsero i Romani – con l'intermezzo leggendario delle donne ex Sabine che si interposero tra gli eserciti con i neonati in braccio pietendo la pace tra i padri e i fratelli Sabini e i freschi mariti.
Vabbè, l'ho scritto – e ciò che è scritto è scritto.
Aggiustate voi la metafora storica e le predizioni future su quanto avviene oggi sul suolo patrio.
Le cronache giornalistiche sono lì a offrirvi tutto il materiale necessario.
Non ditelo, però, a quelli del pd, mi raccomando, ché gli viene il sangue agli occhi solo all'indicare che fanno i giornalisti del nome, cognome e provenienza degli autori di ogni crimine che compare in cronaca ogni santo giorno.
Non è carino, dicono sui loro socials, e fomenta i conflitti inter razziali. Pensiamo, invece, allo ius soli che tutto pacifica e apre ad un'era di convivenze solari e mirabili e spazio aperto futuro a tutti i migranti senza limite alcuno.
Correva l'anno...

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Simpatici metodi educativi.

 

Recto e verso. 29 aprile 2015

Pare che sia piaciuto un sacco a una quantità di persone quel video che mostra una madre 'autorevole' che si riporta a casa il pargolo vestito da guerriero ninja e gli insegna, manu militari, che non si spaccano vetrine, distruggono macchine e tutto il resto dell'armamentario folle e stupido dei rivoltosi di ogni risma e colore politico e della pelle.
Bisognerà che le autorità di Baltimora prendano in considerazione l'ipotesi di organizzare una brigata di queste autorevolissime madri e le schierino in fronte agli psicolabili violenti di ogni causa e partito e curva nord o sud – e non serviranno i caschi e gli scudi di plexigas e i manganelli per far fuggire a gambe levate i pargoli malcresciuti e che frequentano le cattive compagnie.
E, qui da noi, non sarebbe male tornare a quello 'spirito dei tempi' per il quale la madre o il padre 'autorevoli' raccomandavano alle maestre di mollare pure un salutare ceffone al bullo riottoso, se non si comporta come dovuto, che: 'quando torna a casa gliene do un altro'.
Viva la sana e sbrigativa educazione d'antan e pollice verso ai bambinoni riottosi e violenti e 'movidari' incalliti che hanno riempito le avvilenti cronache di questi nostri ultimi decenni di vita associata.

Il dibattito

Franco
Divenuta ormai leggendaria la mamma di Baltimore ripresa a mollare sganassoni al figlio liceale in costume da rivoluzionario con passamontagna e felpa (non quella di Salvini) beccato a far casino per strada invece di essere a scuola. Una madre così vale più di cento poliziotti in assetto di guerra. Grande.
foto di Tg Zero Pagina ufficiale di Radio Capital.http://www.giornalettismo.com/.../baltimora-proteste.../
GIORNALETTISMO.COM
Baltimora: il video della madre arrabbiatissima che trascina via il figlio dalla guerriglia urbana

Stefania
Non so se sarà mai possibile che accada da noi, finché abbiamo giudici che tolgono i figli alle madri "vecchie", ma che li permettono alle coetanee "ricche, famose e lesbiche"... Nel frattempo aspetto di vedere l'evoluzione di questa vicenda: magari i vigili hanno denunciato il nonno dopo che i passanti, ancor prima di sapere come stavano le cose, li hanno chiamati http://www.ilgiornaledivicenza.it/.../nonno-per-strada...
Nonno per strada picchia la nipote che compra droga
ILGIORNALEDIVICENZA.IT
Nonno per strada picchia la nipote che compra droga

lunedì 29 aprile 2024

Storie, metafore, sogni.

 

Di storie vere, metafore e sogni. - 29 aprile 2017

R. Kapuscinsky, in un suo libro, racconta di un villaggio africano dove il vento solleva vortici di polvere e il caldo intenso chiude le persone nel chiuso delle capanne, ma, come un'apparizione, giunge una jeep dal deserto accompagnata da un camioncino e un regista conosciuto dagli abitanti allestisce in velocità coi suoi aiutanti un improvvisato set, parte una musica e, miracolo! ecco gli abitanti del piccolo villaggio uscire a gruppi dalle capanne - e prendono a danzare al suono di quella musica come se un misterioso copione fosse stato distribuito in anticipo.
L'evento dura poco più di un'ora e coinvolge l'intero villaggio - donne e bambini inclusi. Infine il regista e i suoi aiutanti salutano, ripongono le attrezzature e se ne vanno e torna il vuoto nella piazza e i mulinelli della polvere e il caldo africano e gli abitanti di nuovo chiusi nelle capanne in attesa della sera e della notte.
Possiamo partire da questo episodio e farne una metafora di tutto quanto accade da noi, in quei villaggi strani e campi profughi improvvisati sotto l'urto di una immigrazione massiccia e in crescita esponenziale che sono le nostre caserme requisite allo scopo e gli hotels vuoti requisiti dal ministero degli interni - e ne seguono le proteste degli abitanti e dei sindaci contro i prefetti che fanno il lavoro comandato loro dalle cattive politiche degli s-governi dai quali dipendono e ne sono la maledetta longa manus.
E dovremmo narrare - in parallelo alle polemiche sugli incessanti arrivi e sbarchi dai gommoni e i traghetti delle o.n.g. dai finanziamenti opachi che li prelevano a poche miglia nautiche dai porti di partenza - di come vivono quei neri dentro quelle strutture di una assistenza misericordiosa che ci hanno imposto col grimaldello della pietà e di una 'legge del mare' nata per gli occasionali naufragi e applicata invece, impropriamente, alle migrazioni bibliche dei migranti economici, alias clandestini dei naufragi organizzati, che pagano cifre altissime ai trafficanti di uomini e donne e bambini.
E dovremmo narrare di cosa fanno tutti quei giovani neri chiusi li dentro e quali progetti di vita sognano e perché, invece, li vediamo a nugoli aggirarsi per le strade mendichi o ciondolare a gruppi davanti alle stazioni e la chiamiamo 'accoglienza', ma ha tutto l'aspetto di una catastrofe umanitaria che non sappiamo gestire e che ha precipitato le nostre città nelle narrazioni dickensiane della miseria globale oscenamente esibita e della mendicità diffusa e della piccola criminalità urbana che riempie le carceri.
E avremmo bisogno di un regista che apparisse all'improvviso in queste nostre città e villaggi globali della mendicità oscena e povertà e microcriminalità diffusa che ci suonasse un'altra musica e improvvisasse il flash mob del cambiamento e di una vera accoglienza dove quei neri per caso degli sbarchi organizzati e profumatamente pagati e che generano il miserabile business dell'accoglienza italica e delle pelose o.n.g globali trovassero, invece, un lavoro onestamente pagato e una casa in affitto come facciamo tutti noi indigeni - ma qui siamo in un'altra storia e film di una altra epoca futura di cui non siamo sicuri che i titoli di testa preciseranno che è tratta da una 'storia vera'.


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domenica 28 aprile 2024

Il fuoco del mondo.

 


'S'i fossi foco ardere 'l mondo...' Il famoso distico di Cecco Angioleri ben si presta alle strane cose che accadono in questo scorcio di millennio entrante. Fuoco alla massima potenza arde e brucia case e persone sull'Ucraina della stupida guerra per procura Nato – e ancora non abbiamo visto niente, se i missili americani ed europei forniti ai prodi soldati suicidi raggiungeranno le città e i villaggi della Russia nei prossimi mesi.
E fuoco – focherello per la verità, forse fuoco fatuo di cose morte e sepolte che emettono sotterranei fiati – arde nell'animo degli invitti antifascisti da tre palle un soldo, sicuri che il nemico storico sia ognora alle porte redivivo e insidi la nostra normalità democratica di paese europeo (ed è subito riso e giusto sghignazzo).
E fuoco e fiamme fanno gli stolidi oppositori del presente governo di destra e dei partiti coalizzati che affrontano la campagna elettorale delle prossime europee.
Fuoco e fiamme contro il candidato Vannacci alle sue prime armi in politica – che sarebbe bene mettesse sotto contratto un esperto di media e delle cose che assolutamente non si devono dire se si vuole essere eletti perché 'prestano il fianco' alle stupide speculazioni di parte avversa.
E se gli studenti con disabilità dovrebbero o non dovrebbero avere particolare attenzione e cura didattica in classi separate ce lo dovrebbero dire gli esperti di cose scolastiche - raccontandoci dei risultati ottenuti con gli 'insegnanti di sostegno' - ma se in questo genere di cose entra impettito un generale 'tuttologo' e un filo troppo zelante nel suo muoversi incauto nel negozio di cristalli della campagna elettorale apriti cielo!
Ecco che torna il fascismo, che si scatenano i vescovi (tuttologi pure loro – da sempre - e oggi particolarmente esperti di intelligenza artificiale), che si stracciano le vesti le vestali (oops!) della sinistra accogliente e integrante (ma quando mai!) e, grande finale, il Foglio, giornale di pochi eletti, dedica pure un editoriale al candidato Vannacci in quota Lega - così riconoscendogli il ruolo di centravanti di sfondamento che porterà un sacco di voti a quel partito.
La campagna elettorale è partita col botto, miei signori/e, ma non dimentichiamo che il botto maggiore e il 'foco' che arderà il mondo per davvero è quello termonucleare che è sotteso alla fornitura di armamenti all'Ucraina da parte dei folli Stranamore filo Nato.
Mettetevi una mano sulla coscienza e votate il meno peggio in concorso e che sia a favore di esplicite trattative di pace.
Leggetevi i programmi dei partiti in lizza, può giovare.

Le armi della democrazia e l'Europa (Giorgia-la Tiranna e i suoi infami detrattori).




Avete letto bene. La nostra simpatica premier, così benvoluta in Europa e capace di accreditarsi al centro dello schieramento politico europeo per entrare in maggioranza con gli infami (che non lasceranno fama) del ppe + socialisti nuovamente in sella a giugno (così dicono i sondaggi malandrini e partigiani), viene tacciata, in qualche foglio antifa di questo augusto titolo regale 'Giorgia-la-Tiranna'.
Che, come Elisabetta-la-Bastarda (da altri storici menzionata come Elisabetta-la-Grande che sconfisse la Invencible Armada di Ferdinando-il-Cattolico), la eleva al rango di onnipotente, - come erano i re di un tempo che mandavano a morte gli oppositori e i 'traditori' di ogni risma.
E, se non facesse ridere, dovremmo anche noi gridare, come gli antifa ed i presenti oppositori da tre palle un soldo ad ogni ricorrenza di 25 aprile, 'Al lupo, al lupo!' fascista e le libertà democratiche conculcate. Aita, aita, siamo le vergini cucce delle Grazie alunne.
E converrà, invece, prendere sul serio la minaccia della nostra premier di fare da spalla ai folli interventisti Nato in Ucraina e votare, invece, con grandi numeri, il suo diretto competitor, Salvini, che l'Europa la vuole rivoltare come un calzino e intende allearsi con le 'estreme' per fermare la valanga di morte impostaci da Biden-l'Anziano.
Possiamo davvero essere protagonisti in Europa, a giugno, se manderemo a casa gli infami bellicisti filo Nato e imporremo un clamoroso cambio di maggioranza politica.
Aux armes, citoyens! (La perorazione rivoluzionaria va intesa come metafora politica – è bene precisarlo per non incorrere nel subitaneo coro di 'Bella ciao', o peggio, dei nostri infiammatissimi 'antifa'.)


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sabato 27 aprile 2024

Troia cadrà. Attualità degli antichi poemi.

 Troia cadrà. Attualità degli antichi poemi. 28 aprile 2022

Mi capita di prestare orecchio, la notte, quando il sonno della ragione ci rappresenta i mostri incontrastati degli eventi diurni, a quelli che mi rappresento quali esplosioni e scoppi lontani - e il sogno di un sonno disturbato li esorcizza e li dice immaginarie Hiroshime improbabili. Per il momento.
Succede perché i giornali e le tivù impazzite e univoche straboccano ogni dì delle 'news' della nuova pandemia di guerra che ci ha colpito – ma è solo l'Europa e i suoi cittadini a subirne il costo e a pagarne gli altissimi prezzi di economie al tracollo e le bollette dell'energia alle stelle in nome e per conto dell'America lontana e del suo alleato britannico più realista del re: criminali politici che gettano benzina sul fuoco di quella che potrebbe essere una guerra di zona, una contesa confinaria relativa a regioni russofone in rivolta contro lo s-governo centrale, se non fosse per le dichiarazioni infuocate dei due presidenti anglofoni che rischiano di trascinarci nella terza guerra mondiale con variante nucleare annunciata.
Ed è di ieri la notizia-bomba che 8000 soldati britannici si addestrano platealmente dietro le linee di guerra, nei paesi confinari filo Nato, prefigurando in concreto lo scenario annunciato di un maledetto intervento della Nato nella guerra ucraina. Il dottor Stranamore che amava la bomba termonucleare è tornato ed ha la faccia bifronte dell'assonnato Biden e dell'iperattivo Boris Johnson che scimmiotta Churchill.
Eppure guerra confinaria non curata dai sonnacchiosi media occidentali già lo è stata, per ben anni otto di un massacro di soldati e di civili nel Donbass e Lugansk, e non ha mai trovato, in un così lungo lasso di tempo bellico, le rabbiose indignazioni e il presente stracciarsi le vesti e chiamare scandalo quotidiano di morti civili e bambini da parte della stampa e delle televisioni mainstream di paesi filo Nato oggi impazziti e soccorrevoli e interventisti a favore di una pretesa, luminosa democrazia ucraina fitta, invece, di angoli oscuri e interventi c.i.a. e nazistoni ucraini al soldo: belluini comme il faut e crudeli e 'natural born killers'.
Alla via così, gente, viviamo nell'illusione e nella speranza stiracchiata che il peggio non avverrà, che sopravviveremo anche a quest'altra iattura planetaria ma il peggio non muore, ahinoi, non è mai morto – e non basterà cambiare il titolo del film Z (come zombies) in omaggio alla presente 'cancel culture' occidentale e oltre atlantica, perchè zombies, morti viventi o morituri in parte già lo siamo e i sogni tormentati delle nostre notti primaverili presenti ce lo anticipano.
Chiamatemi Cassandra, se volete, ma ricordatevi che quella lontana profetessa prediceva il vero (non creduta) e che Troia, in finale, è caduta, malgrado il patrocinio di dei opposti fra loro,