giovedì 31 marzo 2011

on my own




non trovate che questa canzone sia stupenda???? parla d'amore. a me suscita un non so che di malinconia, trovo che sia una delle canzoni più belle che si possono cantare. la sto studiando a canto, però la mia voce sta cambiando e non riesco più a fare le note alte, ci vado in maschera, forse un giorno vi spiegherò tutti i termini tecnici della tecnica canora... però davo prepararmi meglio sull'argomento......

martedì 29 marzo 2011

la banda delle 10 case cap. 2

Capitolo 2:

Quando arrivarono al campo degli ulivi, subito dopo il parcheggio, videro qualcosa tra i pungitopo e gli altri fiori di campo, qualcosa di grande:
-ma che diamine…
Nicky non riuscì a finire la frase che una voce femminile gli risuonò nelle orecchie:
-allora, vi piace?
Si girarono di scatto e videro i boccoli chiari di Francesca svolazzare al vento, mentre la ragazza teneva una mano sulla fronte, per parare gli occhi dal sole:
-papà ha comprato un nuovo camper, e di quello vecchio non ce ne facevamo più di nulla, è troppo vecchio per venderlo.
I ragazzi si voltarono di nuovo verso l’oggetto enorme che stava al centro del campo, non era facile distinguerne i contorni con il sole negli occhi, ma con un po’ di fatica scorsero i lineamenti del macchinone.
-fantastico…
Mormorò Lisa, mentre un secondo dopo i quattro ragazzi correvano verso quel nuovo stupendo posto da esplorare.
-ma…ma…è stupendo!
Disse Viola ammirata. Nicky diede un’ occhiata al contenuto. Davanti i due sedili, rivestiti con una coperta azzurra guardavano il mare attraverso il vetro. Dietro c’era una parete spoglia tutta da arredare e le pareti erano occupate da un divano ed un tavolo. Un piccolo angolo da cucina si trovava vicino alla porta, dopo il divano. Il tutto era sul beige, ma si poteva sempre colorare:
-allora, che ve ne pare? Mio padre ha già tolto le ruote, e le ha appoggiate la nel campo, potremmo farci un’altalena o qualcosa di simile.
Le altre due ragazze corsero ad abbracciarla. Lorenzo diede un colpetto sulla spalla di Nicky e gli indicò una palla da calcio che, polverosa, chiedeva solo di essere usata. Si scambiarono uno sguardo d’intesa, poi il primo prese la palla e si avviò fuori dal camper. L’altro rimase un secondo impietrito, poi con fare sbrigativo accennò un:
-noi andiamo a giocare
E uscì fuori passandosi una mano tra i capelli neri. Le tre amiche li guardarono impietrite mentre si fiondavano fuori.
-certo però che un po’ di calma non gli farebbe male…
Brontolò France, dispiaciuta di aver già perso tutta l’attenzione da parte dei ragazzi, era un anno più grande e queste cose la interessavano parecchio.
-gli altri che fine hanno fatto?
Chiese Viola guardandosi intorno.
-Vio chiama, Sara risponde!
Le tre ragazze si girarono di scatto, una ragazza piuttosto bassa, con i capelli marroni un po’ spettinati, gli occhiali e l’apparecchio le osservava dall’entrata del camper.
-fooooorte, come ci è arrivato questo coso qui?
Domandò guardando ammirata l’interno del macchinone. Asciugò gli stivali di gomma gialli da giardiniere sul tappetino e appoggiò i guanti da lavoro sul tavolo.
-è di mio padre, ma adesso ne abbiamo uno nuovo e questo non serve più.
Continuò Francesca facendole fare un giro turistico. Luisa e Viola si scambiarono uno sguardo eloquente, niente poteva competere con la semplice vanità della loro amica dai boccoli d’oro, era questo che la rendeva il soggetto degli sguardi dei ragazzi.
-ma Alex quando viene?
Chiese la nuova arrivata, alludendo al ragazzo moro che aveva conquistato il suo cuore. France alzò gli occhi al cielo come a dire “eccola che ricomincia” ma rispose garbatamente come d’abitudine.
-studia, come dovrei fare io del resto, gli esami sono sempre più imminenti e lui come al solito è in ritardo con i compiti.
Lu soffocò una risatina, quei due andavano in classe insieme, e non si erano mai stati particolarmente simpatici.
-che ne dite di prendere quelle sdraio laggiù e prendere un po’ di sole?
Chiese Vio stufa di badare agli intrecci amorosi delle amiche.
-io veramente volevo piantare qualche pianta intorno al camper, ora che c’è lui a fare ombra, non rischiano più di morire di caldo.
Aggiunse Sara uscendo. Diede una piccola pacca sul lato esterno del camper, vicino alla porta, quasi volesse augurargli buona permanenza, poi si chinò all’ombra e cominciò a studiare la posizione più adatta alle sue piantine. Le altre presero pigramente le sdraio, aprirono la veranda che teneva ombra alla parte del loro nuovo rifugio rivolta verso il campetto da calcio e si misero a guardare la partita. Poco dopo Francesca prese il libro di algebra e cominciò a ripassare la lezione del giorno dopo, ma le altre non ci fecero troppo caso, i ragazzi arrivavano alla spicciolata e dopo pochi minuti la banda fu al completo.

lunedì 28 marzo 2011

Antonio Vivaldi

oggi, dopo pranzo mi ero fissata in testa la canzone imagine di john lennon. va volevo ascoltare, ma il computer era spento, e dovevo aspettare una vita prima che caricasse. mi avviai allo scaffale dei cd di mio padre alla ricerca dell'album giusto, ma dopo poco scoprii che non c'era. la mia attenzione fu però attratta da un cd con una violinista raffigurata. lessi il titolo: "le quattro stagioni" di Antonio Vivaldi. lo tolsi dallo scaffale e lo infilai nel lettore cd. una dopo l'altra ascoltai tutte le vesioni: allegro, adagio, presto... accesi velocemente il computer e feci una veloce ricerca sull'artista, ecco cosa ho trovato:

Antonio Vivaldi

Antonio Lucio Vivaldi è stato un compositore e violinista italiano dell'apoca barocca. è nato il 4 marzo 1678 a Venezia, nel giorno di un violento terremoto. venne battezzato provvisoriamente dalla balia, per poi essere ribattezzato ufficialmente nella chiesa di san giovanni di bragora. Si pensa soffrisse di asma bronchiale "strettezza di petto", come la chiamava lui che lo tormentò per tutta la vita. Fu probabilmente il padre, violinista della basilica di San Marco, oltre che umile barbiere, a insegnargli a suonare, anche se alcuni pensano che abbia preso lezioni dal celebre musicista dell'epoca Giovanni Legrenzi. Era destinato alla vita ecclesiastica, e fece il seminario, ma, per colpa dei problemi di savute, gli fù concesso di studiare privatamente.iniziò la sua carriera musicale all'Ospedale della pietà, uno dei quattro più famosi orfanotrofi per ragazze della città, come violinista e insegnante di violino e "viola all'inglese". in seguito divenne anche maestro dei concerti, cioè direttore die concerti delle famose "putte", ragazze che avevano ricevuto un'ottima educazione musicale fino a diventere suonatrivi di ottimo livello. riuscì a acquistare sempre più importanza insieme alle sue opere: 12 sonate a tre op.1, l'estro armonico op.3 e altre. mise in scena anche opere tatrali, come l'ottone in villa, Griselda...
pubblicò una raccolta di concerti intitolata il cimento dell'armonia e dell'invenzione di cui fa parte la sua opera più celebre le quattro stagioni. nel 1740 lasciò il suo incarico alla pietà. mano a mano la sua popolarità andava ad affievolirsi, la gente era affascinata dal nuovo stile imposto dalla scuola napoletana e i suoi concerti non contevano più come un tempo.nell'estate del 1740 Vivaldi lasciò Venezia e si stabilì a Vienna, dove morì per una "infiammazzione interna" solo e indigente. Venne seppellito in un cimitero per poveri che adesso non esiste più.


questo testo l'ho battuto a mano personalemente ed ha un diritto di copyright. spero di aver soddisfatto tutte le curiosità!

domenica 27 marzo 2011

la banda delle 10 case cap. 1

la mia primissima ff, non è fantasy, è una semplice storia di amicizia, spero vi piaccia

CAPITOLO 1
Era un caldo pomeriggio d’inizio estate. Viola stava sistemando i libri dell’anno passato negli scatoloni:
-e anche questa è fatta!
La seconda media era finita, ed adesso non restava che il mare, il sole e… Luisa. Il trillo della porta la risvegliò dai suoi pensieri. Ancora mezza distratta si avviò ad aprire, e si ritrovò davanti un uragano che era entrato in casa. Un ciclone con il fisico snello da ginnasta che si era appena buttato a sedere sul suo letto appena rifatto e la guardava impaziente.
-oh mio dio Lu. Possibile che tu debba sempre correre?
Chiese Viola ancora stordita. Ormai doveva abituarsi, la ragazza dalla pelle scurita dal sole e gli occhi marroni non sembrava avere intenzione di attendere.
-sei tremendamente in ritardo, oggi dobbiamo vederci con gli altri ragazzi del quartiere, ricordi?
No, se l’era completamente dimenticato. Si infilò un paio di pantaloncini in jeans ed una maglietta blu acquamarina. infilò le converse ai piedi e si diede una veloce pettinata, poi tornò in camera. Luisa era sempre li, solo che adesso era in piedi, e batteva nervosamente il piede destro a terra.
-sono pronta, possiamo andare
Disse con un po’ di fiatone. Mise il telefono in tasca, porse una caramella all’amica e si avviò per le scale. La sua palazzina era a due piani, come le altre dieci del villaggio. Il piano terra era provvisto di un piccolo giardino, mentre al primo piano il tetto piano costituiva un bellissimo terrazzo. Davanti al vialetto incontrarono Niccolò, detto Niky, e Lorenzo, il suo inseparabile amico. Il primo era un ragazzo sveglio, alto, magro e con dei capelli ritti di un marrone molto scuro, tendente al nero. L’altro aveva un fisico più sportivo, leggermente più alto, con i muscoli delle braccia che si intravedevano dalla canottiera, ed una capata di riccioli biondi gli incorniciava il viso rosso, quasi d’oro. Gli vennero incontro amichevolmente, e le salutarono in modo simpatico, come se si conoscessero da una vita, ed in effetti era così.
-fatemi indovinare, siete in ritardo!
Disse il primo in una risata. Viola sentì Luisa darle un leggero colpetto come a dire “grazie della figura, sei proprio un’amica”.
-faremo meglio ad andare, altrimenti gli altri cominciano la partita senza di noi
Aggiunse l’altro dando una pacca sulla spalla dell’amico. Le giornate passavano così in estate nel villaggio in cui vivevano i ragazzi. Non era altro che un gruppo di dieci case, anzi undici, tutte uguali disposte vicine. In fondo c’era un grande parcheggio e di fronte alla prima una piscina. Ma i giovani in inizio estate, quando era ancora freddo per un bagno, si ritrovavano nel campo “degli ulivi”, un’area che gli adulti non sfruttavano dove i ragazzi si erano fatti un campo da calcetto. I maschi giocavano, e le ragazze sedute sulle sdraio guardavano gli altri giocare e chiacchieravano del più e del meno. Ma appena arrivarono, trovarono una sorpresa ad attenderli…

sabato 26 marzo 2011

la matematica


qual'è quel numero di due cifre (con le unità diverse da zero)
che, cancellando le decine e moltiplicando le unità per 9
ritorna?

non lo sapreste risolvere, dire la verità. oggi sono stata poco presente proprio a causa della matematica, già,sono stata fuori casa, a Cecina, per le olimpiadi della matematica. in realtà non è stato difficile come credevo, era solo logica. siamo stati divisi per categorie, C1, C2, L1, L2... io ero nella C1. abbiamo dovuto mettere tutti i cellulari spenti sulla cattedra, leggerci il regolamento e compilare una scheda con nome, cognome... nella scheda si dovevano inserire anche le risposte ai quesiti. ci è stata data la pagina delle domande. abbiamo fatto i i nostri calcoli e risposto. infine c'è stato un buffet e ci hanno consegnato un attestato. forse lo appenderò in camera, forse no... chissà...

venerdì 25 marzo 2011

salve a tutti

ciao a tutti, oppure salve, oppure heila! insomma non importa, io sono sofia, molto piacere, ho 12 anni e mezzo e questo è il mio blog, un semplice blog in cui esporre i miei pensieri. per pensieri intendo tutto oltre i pensieri, storie, canzoni (ne ascolto una marea) e altro. in questo momento immaginatemi davanti al compute in camera del mio adoratissimo fratello con i capelli marroni chiari sciolti che aspettano solo l'estate per schiarirsi e diventare biondi e gli occhi azzurro-verdi fuori dalla finestra a guardare il cielo annuvolato. la felpa bianca e i jeanz chiari che mi tengono al caldo e la canzone "in punta di piedi" che risuona nella stanza. eccomi, mi avete davanti, ora non dovete fare altro che dirmi "ciao" per avere la mia attenzione. non aspettate, io sono quì che vi aspetto