venerdì 17 giugno 2011

un'estate ....calda e assolata

Un'estate calda e assolata: questo ci aspetta. Molte cose potrebbero accadere e forse accadranno, ma la sola cosa certa è che al termine della lunga stagione di fuoco saremo sempre più...ricchi di ...macchie sulla pelle e poveri d'acqua. Ma noi continueremo ad affrontare le stagioni con l'eterna voglia di viverle al meglio e ... senza pensieri!

mercoledì 23 febbraio 2011

e, ora la ricetta :
- 1 kg. di spezzatino di vitello,
- 2 cipolle medie,
- 2 litri di passata di pomodoro,
- un cucchiaio di concentrato di pomodoro,
- 200 gr. di olio d'oliva,
- 6 tracchiulelle ( ovverosia le costine di maiale),
- 1/4 di litro di vino rosso preferibilmente di Gragnano,
- basilico,
- sale q.b.

mettere la carne nel tegame, possibilmente di coccio, con le cipolle affettate sottilmente e l'olio. Carne e cipolla dovranno rosolare insieme: la prima facendo la sua crosta scura, le seconde dovranno man mano appassire senza bruciare. man mano che il sugo si asciuga aggiungere il vino: le cipolle si dovranno consumare, fino quasi a dileguarsi. Quando la carne sara' diventata di un bel colore dorato, sciogliete il cucchiaio di conserva nel tegame e aggiungete la passata di pomodoro.
Regolate di sale e mettete

Regolate di sale e mettete a cuocere a fuoco bassissimo, il ragù dovra', come si dice a Napoli, "pippiare" cioe' dovra' sobbollire, a quel punto coprirete con un coperchio sul tegame, senza chiuderlo del tutto.
Il ragù adesso dovra' cuocere per almeno tre ore, di tanto in tanto rimestatelo facendo attenzione che non si attacchi sul fondo

E buon appetito!

Maria Giuseppina

a cuocere a fuoco bassissimo, il ragù dovra', come si dice a Napoli, pippiare parola


Desidero che il mio blog, che un carissimo amico ha creato per me, sia allegro, gioioso, simpatico così come mi vede lui!
Ed è con allegria che intendo iniziare questa mia avventura postando una ricetta napoletana che mi ricorda i tempi in cui vivevo in quella splendida e unica città, ma prima della ricetta, però, la simpatica poesia di Eduardo De Filippo : O rraù

'O rrauù ca me piace a mme
m' 'o ffaceva sul(e) mammà.
A che m'aggio spusato a te,
ne parlammo pè ne parlà.
io nun song' difficultose;
ma levammel(e) 'a miez(e) st'uso.
Si, va buon(E9: comme vuò tu.
Mò ce avèssem'appiccecà?
tu che dice? chest'è rraù?
e io m''o mmagn(e) pè m' 'o magnà...
M' 'a faje dicere na parola?
Chest' è carne c' 'a pummarola.