Gioco d’azzardo: una campagna contro

Una campagna contro il gioco d’azzardo è l’esperienza di “mettiamoci in gioco“. Il problema è gravissimo sia per le dimensioni e le ricadute. Ben venga allora questa iniziativa, come quella dei tanti bar che rifiutano di installare le  macchinette dei videogiochi: i loro locali tornano ad essere luoghi dove ci si parla.

Ognuno di noi, tuttavia,  può fare un piccolo passo: segnalare al gestore i danni che può provocare ai suoi stessi clienti, “boicottare” i bar con videogiochi, sensibilizzare chi sta giocando, chiedere che non siano aperte sale da gioco nelle nostre città…

Per noi docenti, educatori prima di tutto, l’impegno può avere tante forme: dal punto di vista matematico (chi gioca alla lunga perde sempre!), di CORRETTA informazione (vedi ad esempio l’articolo sull’iniziativa del Gioco del lotto dove con la scusa di rendere ‘più tua’ la città si dà un’immagine positiva e distorta di un fenomeno che crea gravi e numerosi problemi sociali e sanitari), di sensibilizzazione. Il comune di Genova ha una bella pagina con i link ai siti che trattano il problema e dove si può trovare materiale in quantità.

Mettiamoci in gioco!

Concorso docenti 2016: una comparazione tra Liguria, Campania e Lombardia

concorso-docenti-banchi-scuolaUn interessante confronto per la classe di concorso A41 (Scienze e tecnologie informatiche; ex A042) consente di ragionare su quanto siano diversi i criteri di valutazione da luogo a luogo.

Graduatorie di merito  finali, pubblicate sui siti delle sedi regionali:

in Liguria: 16 posti disponibili, su 18 candidati solo 7 hanno superato la prova scritta e sono poi stati dichiarati vincitori. In sostanza hanno passato il concorso il 38,8% degli aspiranti; non sono stati coperti oltre il 50% dei posti disponibili, 9 posti rimangono vacanti.

Liguria A41

in Campania: 40 posti disponibili, su 129 aspiranti solo 54 sono stati ammessi all’orale e sono stati dichiarati vincitori in 44, cioè il 34%. Sono stati coperti tutti  i posti disponibili e c’è un avanzo di 4 concorrenti.

Campania A41 top

Campania A41

in Lombardia: 112 posti disponibili,  su 121 aspiranti solo 93 sono stati ammessi alla prova orale e sono stati dichiarati vincitori in 81, cioè il 67%.  Sono stati coperti il 70% dei posti disponibili, continueranno a mancare 31 docenti.

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Alcune osservazioni:

  • sia in Liguria che in Campania il concorso è stato molto selettivo: oltre 6 candidati su 10 non hanno passato la prova scritta o quella orale;
  • in alcune regioni non sono stati trovati aspiranti per tutti i posti disponibili;
  • in Campania hanno avuto valutazioni davvero eccellenti nella prova orale (qui la griglia di valutazione): ben 25 su 44 (56,8%) hanno ottenuto il massimo possibile, tra cui anche gli ultimi 4 della graduatoria, cioè “Ampia e approfondita padronanza dei contenuti disciplinari; ottime capacità di comunicazione e di mediazione didattica; ottime capacità di progettazione didattica; approfondita conoscenza dei mezzi  e degli strumenti idonei all’attuazione di una didattica personalizzata anche in riferimento agli alunni con BES; una valutazione corretta e fluente nella capacità di comprensione e di conversazione nella lingua straniera“. Altri 10 hanno mancato di un soffio il massimo punteggio. In Lombardia 11 su 81 (corrispondente al 13%); in Liguria c’è stato un solo 40.
  • in Campania hanno molti titoli da far valere: 10 su 54 hanno il massimo punteggio possibile, solo 3  su 81 in Lombardia  e nessuno in Liguria. Dei concorrenti della Campania, 46 su 54 hanno più titoli di tutti i concorrenti della Liguria;
  • in una classifica composita delle tre graduatorie i concorrenti della Campania sarebbero in gran parte nelle prime posizioni, ben 51 su 81 concorrenti della Lombardia sarebbero dietro tutti loro, così come 4 su 7 della Liguria.

Altri documenti per approfondimento: graduatoria di merito in Piemonte, Friuli Venezia Giulia, Sardegna. Molte delle altre regioni non hanno ancora pubblicato le graduatorie.

Si ringrazia Lorenzo Repetto per le puntali precisazioni che hanno consentito di correggere il calcolo delle percentuali dei vincitori (vedi il suo commento).

Il problema della cisterna

Per riempire una cisterna ci sono tre rubinetti.
Il primo impiega 10 ore per riempirla, il secondo impiega 20 ore e il terzo 60 ore.
Se si aprono tutti e tre i rubinetti, quanto tempo ci metterà la cisterna a riempirsi?
(Il problema della cisterna è un classico che risale almeno a Chiu Chang Suan Shu (150 a.C.), si ritrova in Erone (150 d.C.) e successivamente in numerosissime varianti)

Soluzione
… 6 ore. Al lettore la ricerca del perché.

Insegnare la Shoah

Spiegare e far comprendere la Shoah agli adolescenti non e’ facile. Spesso si rischia di celebrare anziché ricordare e nelle nuove generazioni, nonostante siano abituate a quotidiane scene a violenza propinate in abbondanti dosi dai media, quelle antiche immagini provocano ancora orrore. Orrore, una parola spesso usata a sproposito. Un orrore tanto grande da provocare il rifiuto, la fuga.

AlessandraChiappanoIeri sera, nella sala consiliare del Comune di Arenzano, nell’ambito di un convegno organizzato dal comune in collaborazione con Insmli Milano, Ilsrec Genova e Ordine dei Giornalisti della Liguria si e’ parlato anche di questo.

Al centro della giornata, la presentazione dell’opera di Alessandra Chiappano “Le deportazioni femminili dall’Italia fra storia e memoria”, pubblicata postuma dall’Istituto Nazionale per la Storia del Movimento di Liberazione in Italia di Milano con il contributo del comitato “In treno per la memoria” di Cgil e Cisl Lombardia.

Al dibattito hanno preso parte Patrizia Cocchi dell’istituto “Gadda” di Paderno Dugnano, Maurizio Guerri e Andrea Saba di Insmli Milano e Paolo Battifora di Ilsrec Genova. Moderatore il giornalista Gianfranco Sansalone.

Il lavoro di Alessandra Chiappano, docente comandata presso l’Insmli e responsabile delle attività didattiche dell’ente, si è incentrato per anni sulle fonti con incontri e interviste a ex deportati. Il frutto del suo lavoro è un preziosissimo tesoro fatto di testimonianze provenienti da persone che – spesso dopo anni di silenzio – hanno accettato di aprirsi raccontando la loro terribile esperienza anche grazie al modo di porsi di Alessandra.

Importante la testimonianza di Patrizia Cocchi: impossibile non ricordare, ma non bisogna cadere nella celebrazione: “Nelle scuole si è iniziato a parlare con una certa continuità di Shoah solo a partire dal 2000, con la legge che istituiva il Giorno della Memoria è importante il dibattito ma bisogna evitare gli abusi del ricordo. La Shoah non va banalizzata, ma neppure trasformarla in evento unico inconfrontabile ad altri eventi. Dobbiamo lavorare per trasformare la memoria in insegnamento, per far sì che quegli eventi non si ripetano sconfiggendo il razzismo, l’antisemitismo e il ragionamento per stereotipi. D’altra parte siamo educatori oltre che insegnanti».

Una serata importante e partecipata, in ricordo di una grande figura tanto legata ad Arenzano.

Alessandra Chiappano, nata a Genova, responsabile del settore didattico dell’INSMLI e della Fondazione Memoria della Deportazione di Milano, ha conseguito un Master in didattica della Shoah nel marzo 2007 e ha curato molteplici volumi dedicati all’approfondimento e allo studio della Shoah e della deportazione, tra i quali Shoah (con Fabio Pace, Einaudi Scuola 2001), Le storie estreme del Novecento (con Fabio Minazzi, MIUR 2002), Il presente ha un cuore antico (con F. Minazzi, Thélema 2003), Pagine di storia della Shoah (con F. Minazzi, Kaos 2005), Il paradigma nazista dell’annientamento. La Shoah e gli altri stermini, Giuntina 2006, la monografia I Lager Nazisti. Guida storico-didattica, Giuntina 2007, e infine Le deportazioni femminili dall’Italia fra storia e memoria.
a cura di Maida B.; Mantelli B., Unicopli, Milano, 2014.
Di tutt’altro respiro, ma importante per Alessandra: Joan Beaz, a cura di G. Perona, Edizioni Scientifiche Italiane, 2014.

Java 8 e Bluej su chiavetta

Servono:

  • Oracle Jdk versione windows (attualmente Java 8, da qui)
  • 7-Zip portable
  • Bluej versione .jar (attualmente BlueJ 3.1.4)

Istruzioni:

Per SDK sono tratte da qui:

si scarica la versione del java jdk versione  windows-64, si apre con 7-Zip e si scompatta l’unico file Tools.zip. Si apre questo file dall’interno di 7-Zip e si scompatto dove si vuole mettere (chiavetta?). Poi da prompt di comandi nella directory dove si è installato si scompattano tutti i file .jar con il comando:

for /r %i in (*.pack) do .\bin\unpack200.exe %i %~pi%~ni.jar

Nota: per tastiera italiana la tilde ~ è ALT-126

Per Bluej si usa il suo installer, che si lancia da prompt di comandi con

java –jar <percorso>\bluej-314.jar

Selezionando i percorsi corretti di java sdk, dove si intende mettere il programma e la directory home per il programma (crea una sottodir bluej dove mette i file di configurazione).

Le istruzioni originali sono qui.

Bluej si lancia con bluej.bat contenuto sotto la dir dove si è installato.

Scuola digitale, la classe capovolta

La flipped classroom: lezioni a casa e compiti a scuola: . Insomma il contrario di quello che finora si è fatto, almeno da quando esistono sistemi scolastici organizzati sulla base di classi e orari.

L’idea è semplice, e secondo Tullio De Mauro, che firma la prefazione a un piccolo manuale che ne parla, scritto da due insegnanti di scuola secondaria superiore che la stanno applicando nelle loro scuole, neanche tanto nuova, visto che a una prospettiva di questo genere avevano a suo avviso guardato non solo Maria Montessori (punto di riferimento costante degli autori) ma perfino Vico e Socrate.

La tesi sostenuta da Maurizio Maglioni e Fabio Biscaro in un agile e ben organizzato volume di meno di novanta pagine (La classe capovolta, Erickson, 2014) è che le grandi opportunità offerte dalle tecnologie digitali e da internet facilitano l’accesso al sapere strutturato – quello contenuto nei tradizionali libri di testo – al punto tale da consentirne la prima acquisizione (sostenuta da videolezioni registrate dagli insegnanti e da semplici indicazioni didattiche) fuori dalle aule scolastiche, a casa o altrove, e in qualunque momento della giornata.

I ‘compiti’ si fanno invece in classe, in piccoli gruppi, assistiti a turno dal docente, con le modalità dell’apprendimento condiviso (cooperative learning) e co-costruito. La lezione frontale in qualche modo resta, ma diventa individuale e a distanza, mentre lo studio da individuale e domestico diventa sociale e laboratoriale. Con il vantaggio, per i singoli studenti, di poter adattare flessibilmente i tempi e i modi dell’apprendimento alle proprie caratteristiche e per gli insegnanti di poter effettuare interventi più mirati e personalizzati.

Per ora in Italia si contano poche esperienze di ‘classi capovolte’ (più diffuse nel mondo anglosassone), ma l’idea sembra ben sintonizzata con la tendenza generale dei sistemi di comunicazione, sollecitata dalla rivoluzione digitale, a ridefinire le coordinate di spazio e tempo in chiave di maggiore mobilità, rapidità, flessibilità, personalizzazione. E’ inevitabile che la scuola debba fare i conti con questo megatrend.

Fonte: http://www.tuttoscuola.com/

La Settimana di educazione all’informatica (9-15 dicembre 2013)

Dagli Stati Uniti la Settimana della Programmazione, dal 9 al 15 Dicembre 2013, con la collaborazione di molti famosi programmatori, quali Bill Gates e Mark Zuckerberg, che si sono prestati ad “insegnare” alcuni concetti base della programmazione.

Obama invita a imparare a programmare
Obama invita a imparare a programmare

Anche il Presidente degli Stati Uniti, Barak Obama, ha invitato tutti gli americani ad imparare a programmare con un video.

Tutti possono provare a programmare: il sito http://code.org offre decine di esempi di ambienti divertenti per fare i primi passi nella programmazione, anche in lingua italiana.

Nel primo esempio, con le animazioni basate sul gioco Angry Birds (ma ci sono anche degli Zombie), sono inseriti alcuni video, sottotitolati in italiano (per attivare i sottotitoli vedere  qui), dove sono presentati i concetti base della programmazione: ecco così la presentazione, con Bill Gates (fondatore di Microsoft) a fare da cicerone; Mark Zuckerberg (inventore di Facebook) spiega un tipo di  cicli; Chris Bosh (cestita degli All Stars NBA) che spiega il ciclo indeterminato , ancora Bill Gates che spiega il costrutto se , una ricercatrice medica presenta il costrutto se.. altrimenti.

Le conclusioni sono lasciate ad un ingegnere della NASA che spiega come il rover su Marte usi proprio questi costrutti fondamentali per muoversi e esplorare il pianeta rosso.

Alla fine dell’ora di sviluppo, rivolto ai teen ager, viene rilasciato un simpatico diploma personalizzato da stampare.

Altri materiali e video sono disponibili per le funzionalità più avanzate, per chi ha voglia di lasciarsi coinvolgere nel gioco della programmazione. Ad esempio ecco

Riguardo al discorso di Barak Obama, non si puo’ fare a meno di fare un confronto con i vertici delle istituzioni italiane, che spesso dimenticano l’importanza dell’educazione e della scuola per il futuro del nostro Paese.

Attivazione dei sottotitoli su Youtube:

Per attivare o disattivare I sottotitoli in YouTube, si può fare clic sull’icona dei sottotitoli situata nella parte inferiore del video.

Il decalogo del docente

Insegnare non e’ facile. Ottenere l’attenzione e il rispetto neppure. Pero’ qualche cosa si puo’ fare. Il decalogo seguente non e’ mio, l’ho trovato in rete.

insegnante1) Prima date e poi chiedete: agli alunni date rispetto, attenzione, coerenza,  comprensione. Prima voi.

2) Entrate in classe pieni di entusiasmo: l’entusiasmo è contagioso. Come la noia.

3) Ricordate che anche i ragazzi difficili sono vostri alunni: non sono maleducati, ma male educati; hanno bisogno di aiuto più degli altri.

4) Mettetevi sempre in discussione. Aggiornatevi, leggete, studiate, confrontatevi.

5) Fate sentire ai ragazzi che volete aiutarli e che vi interessano. Diteglielo.

6) Date molta importanza alle regole e rispettatele voi per primi.

7) Avere una buona autostima è essenziale: gli alunni vi vedono come vi vedete voi. Se non vi stimate non vi stimeranno neanche loro.

8) Privilegiate concetti e metodi: i puri contenuti si trovano anche nel web.

9) La lezione perfetta è quella che costruite insieme agli alunni. È un dialogo, non un monologo. Non si può apprendere senza partecipare.

10) Per essere autorevoli dovete essere preparati e guadagnarvi la fiducia e il rispetto dei ragazzi.

Altri spunti sullo stesso argomento: Imparare a studiare

Minori alla tastiera, minori alla sbarra

Ieri pomeriggio, presso la Fondazione Edoardo Garrone a Genova, si e’ tenuta una tavola rotonda sulle problematiche dell’accesso dei minori alla rete internet, dal titolo eloquente “Minori alla tastiera, minori alla sbarra” organizzata da Telecom Italia.

internet e minoriIl 13% dei minorenni italiani frequenta siti web per adulti, il 33% fa acquisti in rete senza il consenso dei genitori, l’11% afferma che i genitori non sanno minimamente cosa fa in rete, il 36% ammette di comportarsi diversamente sul web se i genitori sono nei paraggi. I genitori che credono di sapere cosa fa il figlio sulla rete e invece ne e’ all’oscuro e non e’, spesso, nemmeno in grado di controllarne l’attivita’.

Un mondo del crimine, che non viene percepito come tale, con implicazioni enorni anche sulle famiglie e per le persone coinvolte.  Termini come grooming,  il cyberbullismo,  sexting, dipendenze tecnologiche entrano sempre piu’ nelle aule dei Tribunali, soprattutto minorili.

Hacker italiani minorenni hanno violato i sistemi informatici di Pentagono, Nasa, Corti di Giustizia Usa, centrali nucleari in Brasile, fino alle più grandi realtà bancarie d’Italia: negli Stati Uniti, dopo l’11 settembre 2001, queste violazioni sono equiparate a terrorismo, reato per cui e’ prevista la pena di morte.

Mauro RapettoE’ il quadro emerso dalla tavola rotonda ‘Minori alla tastiera, minori alla sbarra‘ organizzata a Genova da Telecom Italia nell’ambito dell’iniziativa ‘Anche io ho qualcosa da dire‘ fortemente voluta dal dottor Umberto Rapetto (ex generale della Guardia di Finanza che ha vissuto in prima persona queste realta’) alla quale è intervenuta anche il procuratore capo del Tribunale dei Minori di Genova Cristina Maggia e il funambolico ed espertissimo professor Andrea Aparo. Grandi assenti le istituzioni cittadine e politiche.

Tanti e preoccupanti i molti casi pratici ricordati,  che hanno presentato uno spaccato dei reati compiuti dai minorenni italiani. Si va dal giovanissimo hacker figlio di un docente di Informatica all’Università di Salerno entrato nel sistema web del Pentagono, della Nasa, delle Corti di Giustizia statunitense fino a penetrare nel sistema di controllo di una centrale nucleare in Brasile che si divertiva a spegnere e accendere le luci all’interno della centrale al punto da diffondere su internet la leggenda del fantasma di ‘Pernambuco’.

Giovanissimi italiani hanno colpito siti web causando centinaia di migliaia di euro di danni, le Poste Italiane hanno avuto una banda di ragazzini entrati dentro al loro sito bloccandone l’operatività per giorni, procurando disagi a tutta la comunita’. Un ragazzo minorenne di Barcellona Pozzo di Gotto per protesta dopo un acquisto che non lo ha soddisfatto ha manipolato il sito di una nota marca di calzature danneggiandolo e cambiando tutti i prezzi. Un altro ragazzino della periferia di Roma, poco prima dell’entrata in vigore dell’euro, è entrato nelle più grandi realtà bancarie d’Italia, muovendo miliardi di Lire, senza che i genitori avessero idea di quello che stava facendo.

Tutti i ragazzi non si rendono minimamente conto di quello che stanno facendo. Di fronte alla contestazione del reato l’atteggiamento generale è quello di cadere dalla nuvole e dire ‘non lo sapevo’ – ha spiegato il procuratore Maggia – sia il minorenne sia spesso i genitori”. Spesso si tratta di situazioni di disagio dei ragazzi, che intendono in questo modo affermare la loro presenza in un mondo dove conta soprattutto l’apparire.

Non per nulla il dott. Rapetto, recatosi presso una scuola genovese per uno degli eventi della manifestazione, e’ stato accolto da un fumogeno che ha provocato l’evacuazione della scuola e, ovviamente, la gara tra i ragazzi  per essere tra i primi ad immortalato e diffondere su Facebook l’evento.

Come ben evidenziato dai relatori, la scuola, gia’ alle prese con enormi difficolta’ e responsabilita’, non puo’ sempre intervenire e sopperire alle deficienze relazionali dei giovani. Deficienze in gran parte ereditate da situazioni familiari complicate dove i genitori non sanno tenere un ruolo di guida, o solo di appoggio e vicinanza, perche’ loro stessi vengono da situazioni di disagio o vivono situazioni di difficolta’ economica e/o relazionale. Come ha ricordato la dott.ssa Maggia, in questi ultimi decenni sono venute sempre meno le figure di riferimento istituzionali che erano davvero al servizio della popolazione in generale e della gioventu’ in particolare.

Per il dott. Rapetto pero’ ci deve essere uno sforzo per indirizzare i ragazzi a fruire dei nuovi strumenti tecnologici in maniera costruttiva, in modo che possano ricevere gratificazioni senza delinquere. E’ una sfida che molti insegnanti hanno gia’ colto, tra mille difficolta’.