Food versus Fashion retail

Vivo a Bologna ma per il mio tipo di lavoro sono sempre in giro per l’Europa, e la tendenza sempre più evidente è la crescita del Food Retail, sia sotto forma del classico supermercato (con crescita ancora più marcata nel Discount, e riduzione sempre maggiore delle grandissime superfici, modello GDO francese, sia generalista come Auchan sia specializzata come Leroy Merlin), ma soprattutto delle forme più evolute, dai negozi specializzati in prodotti bio (vedi l’acquisizione di Whole Foods da parte dell’e-retailer per eccellenza, Amazon), alle nuove forme di ristorazione (mercato-ristorante, cucine tematiche, negozi specializzati in prodotti di nicchia, ecc).

Quello che contraddistingue la crescita è la formula nuova: il classico ristorante, così come il classico ipermercato, non trovano più spazio. Lo trovano le hamburgerie gourmet, i format stile-Eataly, i mercati (veri ma anche ricreati ex-novo) con cucina, i nuovi artigiani (che curano un recupero della cucina tradizionale dei nonni e bisnonni).

Se tutto ciò cresce, cosa invece sta mostrando segni di crisi nel retail?

Il mercato della moda ormai si è fortemente polarizzato. Da un lato, il lusso che cresce a doppia cifra, soprattutto grazie ai “nuovi ricchi” dei paesi come Cina e Corea; dall’altro, il predominio delle catene low-cost, come Zara, H&M e tutti i relativi follower locali. Come già anticipato nel post precedente, sono tutti i format che non rispondono né alla prima né alla seconda categoria (boutique senza una propria identità stilistica, che non fanno ricerca ma continuano a proporre semplicemente dei marchi) che stanno lasciando libere le location che occupano i food retailers.

Zara, H&M, Piazza Italia, Terranova cercano spazi di grandi dimensioni, non quelli lasciati liberi dalle boutique. Questi ultimi invece sono appetibili per le enoteche, i bistrot, i negozi specializzati.

Buon appetito!

Annamaria Cofano

Low cost e Luxury: chi rimane nel mezzo?

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Sono ormai anni (decenni se usciamo dai nostri confini) che assistiamo ad una progressiva polarizzazione dei consumi: da una parte il crescente successo del low cost – che per non apparire cheap e quindi inaccettabile per i vanitosi consumatori italiani, è preferibile definire “lusso accessibile”, “design democratico”, ecc ecc – dall’altra la crescita inesorabile del luxury, che invece di diventare più democratico diventa sempre più esclusivo.

Brand come Ikea, Ryanair, Zara ma anche meno scontati come Kiko, Nau, Calzedonia sono ormai nella shopping bag, reale o virtuale, di tutti. Lungi dal sentirsi “poveri” per avere in mano una shopper di H&M, i consumatori attuali si sentono consumatori globali, quindi non c’è nulla di cui vergognarsi.

Dall’altra parte, ormai dominano la scena i grandi Brand del lusso, da Michael Kors a Gucci, da Artemide a NH Collection, da Ferrari a Krug. E se una Ferrari non è alla portata di tutti, una borsa di Michael Kors non se la nega nessuno. A patto di abbinarla ad una camicia Zara.

E i Brand-di-Mezzo? Schiacciati dai due poli, sono giudicati troppo cari rispetto a Zara e troppo di basso livello rispetto a Bottega Veneta. Se devo andare in un hotel 3 stelle, preferisco andare in un hotel Chic&Basic che è più cool.

Annamaria Cofano

Black Friday all’italiana

Così com’è accaduto per la festa di Halloween, anche il Black Friday è stato importato in Italia dagli USA. La festa originale, quella americana appunto, cade il giorno – venerdì – successivo al Giorno del Ringraziamento (Thanksgiving Day). Negli USA, inaugura il periodo dello shopping natalizio, e registra volumi di vendita incredibili.

black fridayIn Italia, pur essendo una “festività” appena introdotta, ha avuto un’ampia risonanza e adesione. Hanno aderito negozi brick&mortar, ma il boom è stato nelle vendite on-line: solo Amazon ha registrato 600mila articoli venduti. Un’iniziativa che, nonostante non abbia alcuna radice nella cultura e nella tradizione italiana, evidentemente ha trovato terreno fertile da una parte nei retailers, che hanno bisogno di argomentazioni per effettuare delle promozioni, tanto necessarie in periodi di stagnazione e non solo; dall’altra parte nei consumatori, che grazie all’alibi dell’occasione, si sono sentiti autorizzati a darsi allo shopping anche in clima di austerity, anche con la possibilità di anticipare qualche regalo di Natale.

Quando il Cyber Monday?

Annamaria Cofano

TravelTime, innovazione per il settoreTurismo

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Giovedì 19 settembre si è svolto, presso la sede Ascom di Bologna, il seminario TravelTime, nel quale abbiamo condiviso, insieme a circa 25 operatori del territorio, lo scenario macroeconomico del settore, i principali trend nei flussi turistici, nelle attività di comunicazione, nella progettazione degli spazi delle strutture ricettive.

A parlare a quest’audience qualificata, Marco Mibelli, CEO di Mec&Partners, Lucia Casadei, General Manager di PrescoPool, e Annamaria Cofano, la sottoscritta, in qualità di Docente e Consulente di Marketing e Retail.

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Abbiamo parlato di come stanno cambiando i flussi turistici nel mondo, con la crescita dell’incoming da paesi come India, Brasile e Cina; del sorpasso dei turisti stranieri in Italia rispetto ai nostri connazionali; e delle principali aree d’interesse da parte dei turisti provenienti dalle diverse parti del mondo, con una predominanza di visite a scopo culturale e d’arte, ma con un trend crescente nel turismo sportivo (soprattutto da parte di paesi del nord Europa, Germania in testa.

Dal punto di vista marketing, abbiamo condiviso cosa significa pensare in modo strategico quando si gestisce una struttura turistica. L’importanza di battezzare un posizionamento, unico e distintivo, dopo aver analizzato scenari di settore e trend dei consumi, concorrenti e target di clientela.
Grazie all’individuazione di questo posizionamento, il piano operativo di marketing viene da sé, come mix di accoglienza, prezzi, servizi annessi (ormai il wifi in camera è un must, ancora molto disatteso in Italia con grande disappunto dei turisti stranieri ormai abituati a trovare il wifi anche nel bar di periferia), comunicazione (che viaggia necessariamente online, generando coinvolgimento e quindi passaparola via web grazie ai social network, sia generalisti come Facebook sia di settore come Tripadvisor). Anche la distribuzione ormai non può non passare dal web: l’e-commerce vede proprio i servizi turistici tra i più venduti online, e il fatto che gli italiani siano il fanalino di coda in Europa non può frenare l’utilizzo di questo canale vista l’internazionalità della clientela.

Non va poi trascurata la sinergia con il territorio e le attività di marketing territoriale da esso generate. Un caso per tutti, l’attività della Regione Puglia tramite il suo sito dedicato al turismo, www.viaggiareinpuglia.it, i road-show organizzati in collaborazione con emittenti radiofoniche o con Lonely Planet, e tante altre attività coinvolgenti e notiziabili viralmente hanno fatto sì che le strutture ricettive del territorio beneficiassero di un incremento nei flussi che ha portato la Regione al secondo posto quest’estate nelle mete turistiche.
Fondamentale, per una struttura, sfruttare tutte le opportunità che il marketing territoriale offre, suggerendo pacchetti, itinerari a tema, visite guidate, eventi, e ogni altra fonte d’interesse dell’ospite.

Dal punto di vista progettuale, poi, è arrivato il momento di adeguarsi non solo a nuovi standard di ospitalità. Lucia ha sottolineato per esempio la progressiva riduzione del ruolo dell’apparecchio TV che finora era posizionato di fronte al letto, con la tendenza a collocare quest’ultimo di fronte alla finestra, per godere del panorama e della luminosità. Il bagno, prima confinato in uno spazio limitato e secondario, diventa sempre più protagonista e si integra nella camera, come luogo di relax e meno di servizio. Il minimalismo diventa lo stile conduttore, lasciando spazio all’esperienza, unica e indimenticabile, che rende una struttura di successo. Da qui, il ruolo sempre più importante della spa, delle aree comuni che dovrebbero aprirsi anche agli ospiti esterni per creare un’atmosfera più dinamica e cosmopolita, dell’area ristorazione che andrebbe rinnovata con maggiore frequenza per adeguarsi ai mutamenti di stili e consumi.

In conclusione, i trend nel settore e più in generale nei consumi e nelle modalità di accesso sono in continua evoluzione e le strutture alberghiere per la loro stessa natura devono aprirsi al mondo, ai cambiamenti, alle abitudini del turista globale, che sarà sempre di più tra i loro ospiti. Ripensare gli spazi, adeguare le politiche di comunicazione e di distribuzione, studiare i turisti che arrivano nel nostro paese sono tappe obbligate per la sopravvivenza prima ancora del successo.

Alla prossima.

Annamaria Cofano

Retail Time – ripensare il punto vendita in tempo di crisi

Oggi presso l’Ascom di Bologna abbiamo tenuto un seminario sul Retailing, in particolare sull’importanza strategica del punto vendita e di come sia necessario, soprattutto in tempi di crisi in cui la “selezione naturale” degli operatori si fa intensa, ripensare al proprio modello di business Retail.

Proprio quando ci sono le crisi, è fondamentale prendere una decisione: farsi travolgere dall’onda o cavalcarla. I tempi oggi sono cambiati ad un ritmo così veloce che chi si ferma è perduto. Il coraggio di cambiare, di rimettersi in discussione, di non dare per scontato nulla ma di rimanere curiosi e di investire sul proprio futuro sono fattori-chiave per non solo sopravvivere ma anche per sfruttare il momento.

I casi di successo in tempi di crisi non mancano: da Eataly, che ha rivoluzionato la distribuzione alimentare organizzata introducendo un modello completamente opposto a quello massificato della Grande Distribuzione, in realtà creando una catena ma dai sapori tradizionali; a Nespresso, che proprio in un momento di crisi ha rivoluzionato il nostro modo di consumare il caffè ma soprattutto di acquistarlo, creando delle vere e proprie boutique del caffè a prezzi non certo da crisi. Ma abbiamo citato anche tante realtà locali, da Colazione da Bianca a Scout, da WP Store a So Sushi, da Tezuk a L’Inde Le Palais, per dimostrare che, quando c’è una strategia di creazione di una chiara identità d’insegna, il consumatore sceglierà il punto vendita prima ancora che il prodotto. Il negozio si è ormai trasformato inesorabilmente da contenitore di prodotti a luogo d’esperienza, e solo chi è in grado di comprenderlo riuscirà ad essere il retailer di domani.

Abbiamo poi parlato del Retail Mix, di tutti quegli elementi che dobbiamo rendere coerenti con la nostra identità Retail affinché l’esperienza sia completa: dalla scelta della location al layout, dal personale di vendita alla comunicazione tutto deve essere coerente perché tutto contribuisce a creare la nostra carta d’identità. E delle nuove tecnologie, che permettono non solo di dimostrare ai propri clienti di essere al passo con loro, ma anche per le innumerevoli opportunità che offrono per allargare il proprio business.

E per concludere il seminario abbiamo utilizzato le parole di T. Levitt:
“La differenza tra vendere e fare marketing è che vendere significa disfarsi di quello che avete, mentre fare marketing significa avere ciò che la gente vuole”.

Annamaria Cofano

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Retailing dell’abbigliamento in tempo di crisi

Il retail dell’abbigliamento in tempi di crisi si reinventa. Non si vende più?

Pazienza.

Si torna al baratto, che per essere glam si ribattezza “swap”; in Italia, sulla scia di Manhattan, fioccano gli swap party).
Oppure si torna, come per lo smoking di un tempo, al noleggio: come la showroom Mamodà a Roma).
La crisi è comunque un’opportunità per chi sa essere creativo e pensare “out of the box”. Basti vedere quello che ha fatto Eataly nella ristorazione.
Happy New Shopping!
Annamaria Cofano

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17 Ottobre 2012: Retail Reloaded @ MAMbo, Bologna. Una giornata diversa dal solito convegno.

Abbiamo inaugurato mercoledì 17 ottobre una serie di eventi dedicati al Retail, eventi dal carattere “bolognese”: informali, diretti, partecipativi.

Nessuna lezione, nessuna pretesa da parte di noi relatori d’insegnare qualcosa alla platea: solo la volontà di creare un’occasione d’incontro e di condivisione di esperienze e spunti di riflessione. Anche per questo, la scelta di un numero chiuso, per creare un’atmosfera privata e instaurare relazioni dirette.

La location (il Museo d’Arte Moderna di Bologna – il MAMbo), il format (accompagnare gli argomenti legati al business del Retail con la visita guidata alla mostra temporanea “Cara Domani” durante la pausa pranzo, e con l’aperitivo con musica dal vivo a fine giornata), l’intervento di uno speaker internazionale come Anthony Smith che ha “aperto le nostre menti” prima di ascoltare le testimonianze, tutto ha contribuito a creare una connessione forte tra relatori e partecipanti, senza quel distacco, quella lontananza tra palco e platea che spesso caratterizza i convegni classici.

80 manager provenienti da aziende di diversi settori, tutti legati da un’esigenza comune: curiosare nell’innovazione Retail, cercare nuovi spunti, vivere una giornata diversa fuori dalle quattro mura dell’ufficio per vedere la propria strategia e le proprie attività in modo nuovo, da un altro punto di vista.

          

Gli interventi si sono susseguiti a un ritmo che ha permesso a tutti di fermarsi a pensare, di partecipare, di rispondere.  Si è creata subito un’atmosfera calda, divertente, di relazione più che di ascolto.

             

I feedback non si sono fatti attendere, spontanei ed entusiasti:

“È’ stato un workshop ricco di contenuti interessanti e molto   dinamico.”

“Una gran bella ventata di aria fresca.”

“Complimenti per la bellissima scelta della location e per la splendida organizzazione che ha unito business e qualità della vita come solo Bologna sa fare “

“Interessante nei contenuti e “cool” nell’organizzazione” 

C’è già attesa per la seconda puntata, che sarà in programma nel primo trimestre del 2013.

Stay tuned.

Annamaria Cofano

www.retail-reloaded.it

Saldi sempre prima. Chi compra a prezzo pieno?

Sembra che per la stagione autunno/inverno 2012 si replicherà in forma organizzata l’anticipo di un mese dei saldi, almeno in Lombardia e a Milano. La data d’inizio saldi corrisponderà a Sant’Ambrogio, data-simbolo meneghina.

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Chi compra oggi a prezzo pieno quindi? Solo le fashion victim, coloro che, pur di indossare un determinato capo (o d’indossarlo prima degli altri), attribuiscono a questo plus un valore pari alla differenza di prezzo rispetto ai saldi.
Non c’è più la riduzione di valore determinata dall’acquisto dopo le festività natalizie, momento clou della spesa (grazie anche alla tredicesima). Finora, il post-Natale era davvero il momento di calo dell’appeal degli articoli invernali, cominciando già la programmazione dello shopping primaverile.
Ora anche i regali di Natale saranno in saldo.

È davvero un bene per i commercianti?
Sì, se si capovolge la visione della cosa: il prezzo reale di vendita dell’articolo è quello in saldo, mentre prima di tale data l’articolo viene venduto con una specie di “sovrapprezzo per l’esclusività”.
Solo così tutto questo ha un senso.
Il che significa rivedere la marginalità del proprio business e ricalcolare il proprio conto economico.
Minore margine unitario ma (forse, e qui le opinioni sono contrastanti) maggiori unità vendute. Se le seconde sono più che proporzionali al primo, allora ha un senso.
Ma valutare questo in un periodo di contrazione dei consumi è arduo.

Annamaria Cofano

Retail Reloaded – si inaugura un ciclo di eventi sul Retail a Bologna

Dopo anni di convegni un po’ ingessati, in abito formale, in location formali, con format formali, abbiamo deciso che era arrivata l’ora di pensare ad un evento sul Retail – tema molto “caldo” nei settori ad alta componente emozionale – un po’ fuori dagli schemi, per aiutare la mente a liberarsi dalle infrastrutture che limitano il nostro pensiero quando siamo tra le quattro mura dell’ufficio e lasciarla libera di guardare la nostra strategia retail in modo critico, senza pregiudizi.

Per questo abbiamo deciso prima di tutto di farlo a Bologna, città multiculturale e da sempre terreno fertile di idee senza schemi; inoltre una gran parte della nostra manifattura è localizzata nel nord-est, quindi perché doversi spostare sempre per parlare di temi di proprio interesse?

Poi abbiamo pensato di dare un taglio “all’emiliana”: parliamo di business, di fattori-chiave per avere successo sul Retail, ma perché non rendere la giornata anche stimolante attraverso tutti i 5 sensi, unendo arte, musica e buon cibo? Per questo, abbiamo deciso di svolgerlo al MAMBo, il Museo d’Arte Moderna di Bologna, dove a metà giornata, subito dopo il pranzo a buffet, andremo a visitare la mostra accompagnati dalla guida del museo, per poi riprendere, con le menti ancora più rilassate, i temi della sessione pomeridiana. Per poi concludere, a chiusura lavori, con una sessione di musica dal vivo presso l’Ex Forno adiacente al Museo.

Infine gli argomenti in agenda: poca teoria e tanta pratica, accompagnando ciascun intervento da parte di esperti del settore con una testimonianza aziendale, che renderà il tutto più concreto e d’ispirazione per i partecipanti. E non più di 45 minuti per ciascun argomento, tra introduzione e testimonianza.

Perché non c’è niente di peggio della noia per stroncare la fantasia.

L’evento è a numero chiuso, data la location. Pertanto è necessario registrarsi quanto prima collegandosi alla pagina: http://www.eventbrite.com/event/3936570388?ref=ebtn

Vi aspettiamo quindi mercoledì 17 ottobre per inaugurare un ciclo di eventi che vedrà Bologna protagonista dell’innovazione @ Retail.

Buona giornata.

Annamaria Cofano

Primi segnali di crisi anche nel lusso?

Dopo un lungo periodo in cui il comparto del lusso sembrava immune alla crisi economica che vede tirare la cinghia a tutti gli altri mercati, arrivano i primi segnali di allarme.
Caduta libera in borsa per i titoli del lusso in Italia e in Europa, partendo da Burberry seguito a ruota da altre griffe, fino all’inossidabile Luxottica, altro baluardo dell’anticrisi.
Quali i motivi dietro questa inversione di tendenza? L’onda lunga della contrazione dei consumi della classe media è arrivata così in alto da intaccare le risorse della classe alta oppure un cambiamento di costume?
http://m.it.fashionmag.com/news-279415-Borsa-Milano-il-lusso-perde-terreno-sulla-scia-negativa-di-Burberry

Annamaria Cofano