lunedì 13 febbraio 2012

Gli Angeli Perduti


Durante un viaggio di lavoro a Palermo mi sono imbattuto in una leggenda Siciliana, anzi per meglio dire in una storia di interesse religioso, sia cristiano che pagano, visto che il Cristianesimo è una religione nata dal bisogno di Costantino I, detto Il Grande, di accaparrarsi la simpatia dei suoi sudditi, qualunque fosse il loro credo, inglobando così la religione pagana alla nascente religione cristiana.
Troviamo traccia del paganesimo in quasi tutte le chiese o monumenti cristiani, ma non avrei mai pensato di ritrovare a Palermo una storia così piena di fascino.  
Camminando lungo la via Roma a Palermo, nel quartiere  “La Loggia”, incontro la bella Piazza San Domenico e l'omonima chiesa risalente al XV secolo, considerata il Pantheon Palermitano per i nomi illustri ivi sepolti. Al centro della piazza si erge un bellissimo monumento: la Colonna dell' Immacolata che risale al XVIII secolo. Questo monumento ha destato, subito la mia curiosità per i suoi particolari architettonici, ma sopratutto per le quattro statue in marmo raffiguranti degli Angeli.
Gli Angeli hanno sempre attirato il mio interesse e sono sempre stati argomenti dei miei studi, per cui, quando ho visto che le quattro statue  del monumento raffiguravano in particolare S.Michael, S.Gabriel, S. Raphael e S.Uriel, mi sono soffermato a capire di più.
Questi Angeli, meglio conosciuti come Arcangeli, sono le figure più vicine al trono di Dio, ma molti non sanno che, in realtà, gli Arcangeli sono sette.
 Di sette Angeli infatti si parla nella Bibbia, quando in riferimento a Raffaele si riporta: "Io sono Raffaele uno dei sette Angeli…", ma non c'è nessun riferimento dei loro nomi né delle loro caratteristiche.
Non è facile trovare statue o iconografie dove compaiono tutti e sette gli Angeli, perché la Chiesa Cattolica, per evitare che si diffondessero culti e per evitare abusi, dopo vari concili (quello di Laodicea nel 360, il romano del 745 e quello tenutosi ad Aquisgrana nel 789) proibì esplicitamente, sotto pena di scomunica, di dare nome agli Arcangeli, al di fuori dei biblici Michele, Gabriele e Raffaele. I sette Arcangeli dunque scomparvero anche fisicamente e le loro icone, non infrequenti nelle chiese occidentali, vennero di conseguenza imbiancate.
Capite adesso il mio stupore nel vedere la statua dell'Arcangelo Uriele insieme ai tre Arcangeli riconosciuti dalla chiesa, che facevano da ornamento ad una colonna dedicata all'Immacolata davanti una chiesa d'epoca rinascimentale… il tutto era alquanto insolito e dovevo sapere di più.
Dopo alcune ricerche vengo a scoprire che la chiesa di San Domenico è risalente al XV secolo, ma fu ristrutturata nel XVIII, e nello stesso periodo, venne costruita la piazza e la colonna dell'Immacolata. Sia la piazza che il monumento, quindi, nascono in epoca diversa rispetto alla chiesa; questo però non spiega la presenza dei quattro Arcangeli, anzi rende la cosa più affascinante in quanto essendo risalenti al 1700 circa, non si sarebbero dovuti trovare lì.
La storia inizia ad essere più chiara quando mi imbatto nell'articolo di un giornale risalente al 2001 che tratta il ritrovamento dell'Angelo Scomparso Uriele.
Questo Articolo narra che nel 1516 a Palermo, in una chiesetta duecentesca non più esistente ma conosciuta all'epoca come la chiesa di Sant'Angelo, si scoprì casualmente, a causa di un improvviso distacco dell’ intonaco, un affresco raffigurante i sette Angeli, con i loro rispettivi attributi iconografici e, cosa più eclatante, con i loro rispettivi nomi. La vecchia chiesa di Sant'Angelo era situata dove oggi si trova la piazza Sett'Angeli vicino la Cattedrale di Palermo.

Copia dell'Affresco della Chiesa di Sant'Angelo

Questo ritrovamento rilanciò la devozione popolare e si riaccese il culto dei sette Angeli in modo talmente forte da condurre la nobiltà palermitana a fondare una confraternita, ''la Confraternita dei Sette Angeli'', a loro dedicata, che ebbe come confratello anche l'imperatore Carlo V.
Nel 1527, il sacerdote palermitano Antonio del Duca, scopritore del dipinto della chiesetta di Sant'Angelo, si recò a Roma come cappellano del Cardinale Dal Monte e si concentrò con tutte le sue forze sul progetto di dedicare una chiesa al culto dei sette Angeli presso le terme di Diocleziano.
Il sito venne individuato grazie alle ripetute visioni avute dal sacerdote del Duca che avrebbe visto una "luce più che neve bianca" che si ergeva dalle terme di Diocleziano con al centro i sette martiri (Saturnino, Ciriaco, Largo, Smaragdo, Sisinnio, Trasone e Marcello Papa).
Questo lo convinse anche di più che doveva sorgere un tempio dedicato ai sette Angeli e nel 1561 il progetto della costruzione della chiesa fu affidato a Michelangelo che si appassionò al progetto e ideò la struttura della chiesa di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri. Tuttavia la stessa venne continuata da Jacopo del Duca (architetto siciliano e parente di Antonio del Duca) al quale si deve il completamento del progetto.
Antonio del Duca diffuse con successo il culto degli Angeli, esportandolo prima a Roma e di lì in Germania, in Russia e in Spagna. Lo stesso del Duca, con Girolamo Maccabei, compose una messa per i sette Arcangeli.
Nel 1600 presso la Biblioteca Vaticana furono ritrovati alcuni documenti antichi, libri apocrifi, che confermavano i nomi dipinti nell'affresco a Palermo, convalidando l'ipotesi che i nomi di questi Angeli corrispondono effettivamente a quelli che erano stati ammessi al culto ufficiale almeno fino ai fatti che condussero al loro occultamento da parte della chiesa.
I Nomi dei sette Angeli o Arcangeli sono:
Michele (Il guerriero o simile a Dio)- Raffigurato con spada e un drago o Lucifero sotto i piedi;
Gabriele (Il messaggero o la potenza di Dio)- Raffigurato con specchio di diaspro e fiaccola;
Raffaele (Il Divino guaritore)- Raffigurato con un vaso di aromi medicinali e il piccoloTobia;
Uriele (Il forte alleato o il fuoco di Dio)- Raffigurato con spada e una fiamma;
Barachiele (L'aiutante o lode di Dio)- Raffigurato con rose da distribuire;
Geudiele (Il Ricompensatore)- Raffigurato con corona e flagello;
Sealtiele (La preghiera di Dio)- Raffigurato in preghiera

L’affresco originario è andato distrutto, ma una copia si trova ancora oggi nella Cappella nella Cattedrale di Palermo.Una santa devozione richiede la loro invocazione giornaliera con sette Gloria , una devota visita una volta all’anno in Cattedrale portando sette fiori bianchi in loro onore, insieme alla recita della seguente preghiera:
"O gloriosi Sette Arcangeli che siete come sette lampade che ardono dinanzi al Trono dell’Altissimo e a cui è affidata la nostra tutela, liberateci da ogni male, allontanate da noi l’azione di satana, implorate Dio Misericordioso per noi e fate che possiamo un giorno contemplarlo eternamente insieme a voi. Amen"



Il ritrovamento fortuito di un affresco, in una piccola chiesetta di Palermo, ci ha restituito la conoscenza dei nomi e l’iconografie degli Angeli scomparsi. Grazie all’attenzione di un parroco che capì subito l’importanza di quell’affresco, noi tutti oggi possiamo assaporare questo pezzo di storia. L’importanza di saper osservare con attenzione, di non lasciare le cose al caso, di non dare per scontato e di capire il messaggio nascosto di ciò che abbiamo di fronte ha portato Antonio del Duca a realizzare il suo sogno di un suo progetto attraverso una visione… in altre parole in quell’affresco c’era una strada da seguire per lui e per tutta la comunità Cristiana.
E’ giusto che vi dica che anche io ho trovato qualcosa, quel giorno a Palermo, quando mi sono imbattuto nelle statue degli Arcangeli della Colonna dell’Immacolata a Piazza San Domenico. Ho notato due incisioni in latino sulle statue dell’Arcangelo Michele e Gabriele, che mi hanno spinto ad entrare nella Chiesa di San Domenico per chiedere qualche delucidazione, ma appena entrato, ho capito che gli Angeli volevano farmi trovare un pezzo della storia della mia famiglia. Dentro la chiesa c’è una cappella molto antica dove giacciono le spoglie di una famiglia palermitana, che potrebbero essere i miei avi. Questo ritrovamento, anche se non mi da delle certezze, ha rafforzato in me la teoria che niente succede per caso.
Ora voglio lasciarvi con delle domande: sarà stato per caso che la chiesa romana Santa Maria degli Angeli del 1561 sia stata dedicata anche a dei martiri? E sarà sempre per caso che in Piazza Sett’Angeli a Palermo, dove sorgeva una volta la chiesa Sant’Angelo, oggi ci sia un monumento in ricordo dei martiri della seconda guerra mondiale caduti nel 1943 mentre cercavano protezione dalle bombe nel rifugio antiaereo lì vicino? Provate voi a dare una risposta anche se, spesso, è più importante sapersi porre le giuste domande.


Piazza San Domenico con l'omonima Chiesa e la Colonna dell'immacolata  (Palermo)

Copia dell'Affresco della Chiesa di Sant'Angelo (Cattedrale di Palermo)

Monumento ai Martiri a Piazza Sett'Angeli  (Palermo)

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martedì 7 febbraio 2012

Benvenuti


Oggi, 06/02/2012, il web diventa espressione del mio bisogno di condividere con altri ciò che spesso vedo o scopro nelle mie piccole avventure o nei miei piccoli viaggi nella mia terra: la Sicilia.  
Il motivo per cui lo faccio è semplice: mi sono reso conto che, al giorno d'oggi, noi tutti diamo molte cose per scontate e non ci soffermiamo più a guardare con attenzione ciò che ci circonda.
Per farvi un esempio voglio porgervi una domanda: osservate mai con attenzione ciò che si trova nella strada che abitualmente percorrete per tornare a casa? Rispondere è semplice: prendete un pezzo di carta e fate un elenco di tutti i negozi, i marciapiedi, le traverse, gli incroci, i monumenti, i palazzi, i lampioni e quant’altro vi capiti di incontrare… ma fate questo solo usando la vostra memoria.
Una volta fatto, ripercorrete la strada con il vostro elenco in mano e fate una stima di quello che avete trovato in più o in meno. Troverete tante cose che non sapevate sulla strada che percorrete ogni giorno.
Nascosto in qualche angolo, proprio lì in quella strada appena nominata, quella che “percorriamo ogni giorno”, c'è un pezzo di storia, una leggenda, a volte solo un respiro che siamo disabituati a vedere... forse perchè troppo abituati a guardare e per niente allenati a vedere davvero.
In questi ultimi tre anni ho avuto molto più tempo per dedicarmi a guardare più a fondo i particolari che mi circondano. Per indole sono un analitico per cui l’ho sempre fatto, ma, ultimamente, grazie ai miei continui spostamenti sul territorio siciliano, mi capita di imbattermi in vere e proprie mini avventure, piene di mistero, enigmi e leggende, che mi affascinano e coinvolgono me e i miei amici. 
Penso sempre che tutto ciò che ci accade non è mai per caso, ma è lì per indicarci o per insegnarci qualcosa. 
In queste pagine troverete anche un motivo in più per fare un viaggio in Sicilia. Oltre al mare e alle particolari bellezze paesaggistiche, vi indicherò i luoghi che vale la pena visitare e che possono regalarvi un’emozione, un’avventura o semplicemente lasciarvi una conoscenza in più.