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Advance Paris A 7

Oggi vi parlo di un oggetto relativamente nuovo, mi è stato prestato da un amico che compra elettroniche per vedere come vanno ( beato lui che può ) e me l’ha dato senza neanche aprirlo, un all-in-one o quasi visto che non ha il lettore CD.  Parliamo dell’Advance Paris A7. Sono in molti i detrattori di questo marchio francese che fa produrre in Cina. Le prime macchine che hanno immesso sul mercato, dal punto di vista dei materiali utilizzati erano eccezionali, ma non erano tutte ben suonanti, anzi diciamo che lo erano solo i finali e gli integrati più grandi . I lettori CD ed i Dac erano da evitare, utilizzavano chip non recenti, e spesso avevano stadi valvolari o con operazionali che ‘caricavano’ un po’ troppo il suono che risultava sì caldo ed avvolgente ma molto impastato. Le ultime macchine sono invece molto più economiche e leggere dal punto di vista dei materiali: frontali in plexiglas, chassis non granitici, manopole in plastica, pulsanti a sfioramento, insomma si sono allineati ai produttori di massa quali Onkyo, Denon, Rotel e Maranz, mentre dal punto di vista del suono e della timbrica si sono evoluti, sono diventati più neutri e precisi, meno ‘caldi’ ( rimangono comunque nella categoria), sfoderando nel recente passato macchine veramente ben suonanti come l’xa 160 e xi125 o il lettore cd  X-Cd 1000 .

L’ Advance Paris A7 fa parte delle ultime macchine lanciate, che sono tutte all-in-one. Advance cavalca  in pieno la moda attuale dello streaming online e della musica liquida. Partiamo dall’estetica: particolare, può non piacere a tutti. Il frontale è in parte in plexiglas ed in parte in alluminio, i pulsanti sono a sfioramento, la manopola è in plastica zigrinata: senza infamia né lode. La regolazione del volume è digitale non c’è il classico potenziometro: è una soluzione che qualche anno fa veniva denigrata, ora viene usata dai più, anche Audio Analogue negli ultimi ampli usciti, in quanto i nuovi chip fanno molto bene il loro lavoro. Poi ci sono i Vu meter, questi sono molto vintage e direi bellini. Ed un piccolo monitor per il menù, questo non ha una risoluzione molto alta, ma è chiaro e ben visibile. Ci sono ben 2 uscite cuffie: il classico Jack grande e quello piccolo (l’ho testato con una AKG di qualche anno fa, di quelle ancora fatte in Austria, una 32 ohm da circa 200 euro, e con una cuffia di livello molto più alto una Denon 7200 da oltre 700 euro, niente da segnalare: suona correttamente, ha una schedina dedicata non è quindi una soluzione fatta in economia, pilota bene tutte le cuffie “normali”, per le cuffie “difficili” potete collegare un ampli cuffie e collegarlo al pre-out utilizzando quindi la parte di DAC Stramer, pre-amplificazione). Lo chassis non è molto ‘pesante’, ma risulta comunque robusto, è molto forato immagino per facilitare l’espulsione del calore, data la funzionalità High Biass presente. Sul retro, verniciato color oro, che fa molto Marantz, c’è una pletora di entrate digitali ed analogiche, quella usb per collegare una memoria ( peccato legga solo hd e chiavette di massimo 128 gb ), l’hdmi arc per collegare un televisore, lo stadio phono: con la particolarità di poter selezionare il tipo di testina fra MC low , MC high ed MM, ogni selezione cambia l’impedenza di ingresso ed il guadagno per adattarsi a tutti i tipi di testina (da mail di MPI, i valori dell’impedenza dovrebbero essere: 300 ohm MC low , 47 per MM ed MC high ). C’è l’antenna wifi, il Dongle BT (che non è stato comprato, ma era nella confezione), il connettore per l’antenna FM/DAB . Addirittura 2 uscite Sub, doppie uscite per i diffusori (per bi-wiring o un altro paio di casse in un’altra stanza). Per ultimo c’è anche il selettore per la modalità high-bias, se impostato alza a 20 watt il livello di trigger per il passaggio dalla classe A alla classe AB, questo significa che a conti fatti se avete casse efficienti e non ascoltate rock pesante avete un amplificatore in classe A, qua c’è un bell’articolo sulla classe A e classe AB https://www.audioreview.it/tecnica/la-classe-e-la-classe-ab.html. Che differenza c’è nel suono quando l’high biass è attivo ? Beh, la differenza si sente  nei generi più tranquilli come il Jazz o la classica da camera, si nota una rotondità, una linearità ed una finezza maggiore. Il Dac utilizzato è un moderno ak4490, sulla carta è un dac spettacolare, spesso si utilizzano più dac in parallelo per diminuire il rapporto segnale/rumore, con questo dac viene dichiarato un rapporto s/r di 123 db in modalità stereo e di 120 db in modalità dual mono, quindi per 3 db mettere 2 chip in parallelo è sicuramente una scelta molto antieconomica, infatti qui ne abbiamo uno solo. In molti dac e streamer è possibile selezionare più modalità di filtri digitali (sharp,slow,short, ecc…) nell’A7 non è possibile.

A corredo del tutto c’è un bel telecomando… esteticamente molto bellino, ma di plastica, e comune a tutti gli Advance, quindi ci sono tasti che non vengono usati, altri possono essere fuorvianti come il tasto cd che non passa all’entrata cd ma non fa nulla: è usato per gli Advance Paris dotati anche di lettore cd.
L’uso principale nel mio caso è per la musica da Qobuz, per i vinili e poi per la musica su NAS e le internet radio… le altre funzionalità di radio FM/DAB, BT, o HDMI, le ho testate relativamente. Funzionano correttamente e tanto mi basta… potrei dire che la ricezione FM non è come quella di un tuner Anni 70 top di gamma, ma comunque vengono prese le stazioni principali, mi ha deluso molto la Radio DAB+ spesso la qualità degli stream delle radio è veramente bassa. Ma questo non è un problema imputabile all’A7.

L’interno, la scheda in basso a sinistra posta più in alto è la parte digitale, quella sotto è l’amplificazione vera e propria, a destra la sezione di alimentazione, in alto in verticale il pannello frontale con i vu-meter


Parlando invece dello streaming da Qobuz, siamo su livelli ottimi, indistinguibili dalla riproduzione da NAS o da chiavetta, questo quando si ha a che fare con stream fino ai 24/96 khz, quando si passa ai 24/192 khz si deve avere una connessione prestante ed un segnale wi-fi buono. Questo perché probabilmente il buffer del A7 non è particolarmente grande e durante la riproduzione può fare qualche glich, a casa mia nelle ore di grande congestione della banda, difficilmente si riesce ad ascoltare a 24bit/192 khz. Passando invece per la chiavetta USB o da Nas locale la riproduzione è senza nessun tipo di problematica ( sempre che abbiate un Nas prestante). Detto questo nel mio impianto la differenza fra una traccia a 24/96 ed una a 24/192 non riesco a sentirla. L’app android è generalmente stabile, ben integrata con Qobuz, ed anche  l’uso di TuneIn risulta pratico (la qualità degli streaming radio è sensibilmente maggiore della ricezione DAB+). Vede correttamente gli eventuali media server dlna presenti nella rete locale. L’unica pecca è che non mostra il bitrate della traccia che si sta suonando al momento. Comunque nel caso l’app non vi soddisfacesse, essendo l’A7 upnp compatibile potete usare anche app di terze parti come Bubble Upnp.

Il Retro, con il gran numero di uscite


Sì ma che suono ha questo A7 ? Chiariamo subito che la qualità di riproduzione è quella di un amplificatore integrato hi-fi: i 115 watt sono veri e ci sono tutti, non è un sinto-ampli, al momento ho diffusori (Sonus Faber Liuto) che necessitano di un amplificatore con una buona schiena e l’A7 ce l’ha. Lo si vede anche dalla struttura interna, la parte ‘digitale’ è completamente separata dalla parte ‘analogica’. Parte analogica con un toroidale giustamente dimensionato, come anche i condensatori, ed un adeguato dissipatore ( importante quando si usa l’high biass visto che scalda parecchio ). Devo fare un plauso particolare allo stadio phono, nonostante l’equalizzazione riaa sia fatta attraverso operazionali, la qualità è molto buona e risulta anche piuttosto silenzioso, anche con le testine MC (ho provato una Grado Gold MM ed una Audio Technica MC la OCX9EXB ). 

Nel mio impianto, come potete vedere è un amplificatore relativamente compatto


In generale il suono dell’ampli risulta sul caldo, più orientato alla musicalità che non al dettaglio. Il basso è una via di mezzo fra il basso asciutto e veloce dei rotel  e quello più lungo e profondo dei mcintosh, per intenderci; negli alti la tonalità non è mai aspra né troppo squillante… Da il meglio di se nei primi watt di potenza in ragione della sua estesa classe A. La potenza comunque c’è e le tracce che richiedono una gran dinamica vengono rese in maniera convincente. Ha un suono che piace ai più e scontenta solo chi cerca un basso teso ed asciutto ed il suono estremamente analitico. Non pensiate però che il dettaglio sia basso, anzi spesso molte cose che con altri impianti sono in secondo piano, qui spuntano fuori, questa sembra più una caratteristica del DAC che non dell’amplificazione perché usando lo stadio phono questo tipo di presentazione cambia. Abbinatelo a diffusori dettagliati come le Monitor Audio se volete stemperare un po’ il carattere caldo, abbinatelo a diffusori caldi come le Sonus Faber per assecondarne la musicalità… io lo sto usando con le Liuto che sono delle Sonus Faber atipiche dal suono abbastanza monitor, e trovo che sia un ottimo abbinamento valido per tutti i generi musicali.

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Gabri’s Amp New Vegas

Amplificatore a Valvole con stadio phono e uscita cuffie

La Gabri’s Amp è una piccola realtà artigiana italiana che produce diversi modelli di amplificatori a valvole,
qui vado a recensire, uno dei loro amplificatori più venduti: il New Vegas, ora sostituito dal Vega-X che è immagino
molto simile ( sicuramente dato l’aumento di prezzo anche la componentistica usata è migliore), ma un po’ più “comodo”
grazie al telecomando ed alla regolazione automatica del Bias.

L’amplificatore è un Push & Pull di EL34: sono valvole molto divertenti, sono valvole
dinamiche e se l’amplificatore è fatto bene hanno una bella spinta, quindi la valvola perfetta ? No…
non sono precise, mancano di una certa raffinatezza. Sono valvole di costruzione economica, per cercare quella raffinatezza
che manca è necessario ricercare il top della produzione… che da quello che ho letto e capito in giro,
sono le Svetlana Widget C fatte in Russia, che attualmente si trovano per circa 120 euro la coppia, di cui tra l’altro è terminata
la produzione di recente.
Inoltre questo amplificatore è un push & pull, usa 2 valvole per canale, questo per aumentare la potenza disponibile, quindi il segnale non passa
per una singola valvola ma per due, questo in teoria è una soluzione meno raffinata che però consente di raddoppiare la
potenza erogata.
Quindi un disastro ? No assolutamente, tutti questi discorsi da puristi si perdono poi durante l’ascolto, che vi anticipo essere ottimo.

Il nostro esemplare di New Vegas usa delle EL34 JJ di produzione corrente ( cinesi ), e delle Philips miniwatt NOS come valvole preamplificatrici,
quindi c’è ampio margine di upgrade da questo punto di vista. La qualità percepita è molto alta: la finitura della vernice è di ottimo
livello, sembra tutto assemblato con cura. I connettori per i diffusori sono belli grossi e solidi, i connettori rca di qualità,
vaschetta iec e scatole dei fusibili adeguati. La gabbia proteggi valvole è bella spessa e di acciaio pesante,
come anche il pannello inferiore ed piedoni su cui poggia tutto l’amplificatore.
I selettori ed il potenziometro, al tocco danno idea di solidità (le manopole sono di plastica ma non sono male come finitura).
L’indicatore sul frontale del numero dell’ingresso è una piccola chicca vintage,
è fatto con una valvola Nixie: in pratica una valvola i cui filamenti a forma di numero vengono resi incandescenti a seconda dell’ingresso selezionato,
l’effetto finale è originale e carino.

Aprendolo, invece un purista potrebbe storcere il naso, l’architettura interna non è ordinatissima, però le saldature, fatte a mano, sono ottime, i componenti principali sono di qualità:
il potenziometro è un alps blu ( mentre il meno importante selettore non sembra male ma è un componente generico )
ed i trasformatori sono avvolti a mano. Lo stadio phono è anch’esso a valvole, questa è una soluzione particolare, di solito gli integrati
a valvole usano i transistor nello stadio phono, per evitare problemi di rumore. Lo stadio phono del New Vegas è a valvole ed
ha del rumore di fondo, non alto ma c’è, quindi non tutte le MM sono consigliabili, se ha una uscita troppo bassa dovrete spingere sulla manopola del volume,
alzando anche il rumore di fondo, le MC ad alta uscita escono troppo basse… Quindi, per esempio, una Grado Gold che ha una uscita di 4.0 MV può
andare ancora bene, una mm come la ortofon 2m red che esce a 5.5 mv è perfetta, meglio non usare una MC ad alta uscita, queste di solito escono anche sotto ai 2 mv.
Utilizzando una puntina con una uscita adeguata il risultato è comunque buono, per un integrato.

L’uscita cuffie non ha una circuito dedicato: è una deviazione dell’uscita delle casse a cui vengono applicate delle resistenze, è una soluzione
evidentemente economica, il risultato finale è una uscita in grado di pilotare qualsiasi cuffia, ha lo svantaggio di un rumore di fondo piuttosto alto
(provata con cuffie “normali” una akg k242hd ed una grado sr80 ).
Diciamo che per il prezzo, il fatto che ci sia una uscita cuffie è un bel plus, ma se siete dei cuffiofili
è meglio prendere qualcosa di esterno. Se invece siete degli ascoltatori occasionali, apprezzerete la possibilità saltuaria, di ascoltare musica di qualità
anche quando i vostri cari dormono.

Parliamo invece del punto forte dell’amplificatore, il suo uso normale con l’ingresso linea: beh qui iniziamo col dire che è silenziosissimo, anche avvicinandosi ai diffusori,
non si avverte nessun rumore di fondo. Ha il soft start e la protezione per i diffusori, il selettore da 4 ed 8 ohm per adattare l’impedenza di uscita .
Gli ingressi sono 2 di linea ed 1 Phono MM.

Io l’ho usato con 3 diffusori piuttosto differenti: le Monitor Audio Monitor 50, le Audes Maestro 146 e le Sonus Faber Liuto.
Inutile dire che le pilota tutte in scioltezza, le Monitor Audio sono un carico facile come anche le Audes 146. Le Sonus Faber Liuto: nei vari forum si parla di gente che
per pilotarle a dovere usa 200 e passa watt di potenza, sulla carta invece sono un carico facile… 8 Ohm, sensibilità di 90 db … La verità sta nel mezzo:
sono elettricamente un carico facile, ma per muovere quel woofer da 22 cm adeguatamente, serve corrente sempre a tutti i volumi. Quindi nelle mie prove attaccando un 70 watt a
transistor della Onkio di qualche anno fa, questo non usciva: rimaneva poco profondo, attaccando invece il nostro 40 watt valvolare, il basso eccolo lì: bello profondo, rotondo e controllato.

Il suono ha la magia avvolgente delle valvole, è un suono che arriva meno diretto: per usare un’immagine suggestiva, arriva come la nebbia. Come sempre, se non avete mai ascoltato
delle valvole all’ascolto potreste rimanere o estasiati o molto delusi. Io l’adoro. Come tutti gli amplificatori con i trasformatori d’uscita non è un amplificatore
che definirei veloce (anche i mcintosh a transistor da 300 watt con i trasformatori hanno questo difetto/caratteristica), ma è sicuramente un amplificatore emozionale, che restituisce una grande musicalità
e facilità di ascolto. I bassi risultano profondi e controllati , gli alti mai sparati né trapananti. Inoltre ha ottime doti di pilotaggio, diffusori anche difficili funzioneranno a dovere …
chiaramente a volumi condominiali.

Conclusioni:

Se lo trovate usato, intorno alle 600 euro non fatevelo scappare ( anche ad 800 euro potrebbe andare bene, se in ottime condizioni, se date un occhio al sito di Gabri’s spesso ci sono usati ricondizionati),
Il vega-x preso nuovo ha un rapporto costo/performance forse peggiore, ma è sicuramente più comodo,
anche lui vale nettamente quello che costa. A prezzi inferiori si trovano solo produzioni cinesi, che per carità,
sono a volte buone ( spesso no a questo prezzo), ma il Made in Italy è sempre
da preferire, soprattutto se sostenuto da piccole realtà come quella di Gabri’s Amp. La garanzia è di 5 anni… ma non credo ci saranno mai problemi di approvigionamento dei ricambi.
Da non sottovalutare il fatto che cambiando le valvole avrete la possibilità di fare un’upgrade sostanziale senza svenarvi.

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Monitor Audio Monitor 50

Le Monitor Audio 50 sono le più piccole casse della serie Monitor della Monitor Audio ( https://www.monitoraudio.com/ ), costruttore storico di diffusori Hi-Fi. Hanno un costo di listino di 340 euro circa, mentre lo street-price ad oggi giugno 2019 è di circa 260 euro la coppia. Da subito si intuisce che sono destinate ad essere usate o in scaffale o come satelliti surround per l’audio multicanale (sul retro hanno l’apposito filetto per essere fissate al muro / soffitto ).

Il frontale con il tweeter disassato rispetto al woofer

Io le ho prese per il design un po’ retrò e per le dimensioni veramente minute: verranno poste in una libreria in uno studio… quindi il loro posto, ma li vedo bene anche su una scrivania di un teenager che si approccia per la prima volta alla musica, magari pilotate da un economico amplificatore in classe D.

in Scaffale (chiaramente a ridosso della parete nonostante il reflex posteriore)

Le finiture non sono certo da Sonus Faber, ma diciamo che non sono male: i connettori sono belli e solidi (accettano banane, cavi spelati e forcelle), il rivestimento esterno non è legno ( se lo è non sembra ) ma un qualche tipo di pellicola ruvida che ho visto usare anche nelle nuove klipsch, è piacevole al tatto ed alla visa. In generale non sembrano diffusori economici, ci sono le copertine parapolvere ma direi che è meglio non metterle: esteticamente perdono molto del loro fascino e dal punto di vista sonico peggiorano.

Il retro: il reflex ‘rigato’ tipico delle monitor audio,il filetto per fissarle al muro ed i connettori

Come suonano ? Allora: sono inusuali per delle Monitor Audio, in passato quando ascoltai altre Monitor Audio apprezzai la loro neutralità, il loro essere composte e molto British, queste Monitor 50 sono leggermente diverse dal solito, hanno un po’ di colore, un leggerissimo loudness verso il basso che mi aspetto da diffusori di scuola italiana o americana. Suonano più grandi di quello che sono, il basso incredibilmente c’è, o meglio non sono chiaramente in grado di buttare fuori le frequenze basse, ma esaltano leggermente le medio-basse quindi l’effetto finale è quello di un basso bello rotondo (stiamo sempre parlando di un diffusore 20 x 20 x 23 da 250 euro). Le voci sono ben rese, meglio quelle maschili, non hanno alti sparati, diciamo che seguono l’impostazione inglese sui medi e sugli alti. A mio avviso vanno messe nei pressi della parete posteriore ( io le ho a 20 cm ), suonano meglio, riescono anche a creare una buona immagine tridimensionale… Come dire suonano credibili nonostante la dimensione un po’ risibile.

Inserite nella libreria

Dati Tecnici: 8 ohm, efficienza di 87 db , amplificatore consigliato da 15 a 70 watt, sono un carico facile, io le piloto con un Onkyo a-9030 amplificatore da 350 euro di listino (250 di street-price) e 65 watt sugli 8 ohm, e devo dire che le pilota in scioltezza. L’abbinamento risulta piuttosto azzeccato.

Conclusioni: dovete mettere delle casse in un posto infelice quali una libreria o una piccola stanza? Questi sono i diffusori che fanno per voi. Dovete fare un regalo ad un nipote che ama la musica ? Scegliete queste, non deluderanno. Come satelliti di un multicanale sono anche troppo ben suonanti.

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Onkyo ns-6130

Dato che ormai il futuro della musica è nei servizi di streaming ( sono da tempo un cliente premium prima di Spotify e Tidal ora di Qobuz ), ho acquistato uno streamer ( il ragionamento, non fa una piega ). L’idea era di prendere qualcosa di economico da affiancare al mio attuale DAC, ma che comunque rientrasse nell’ambito HI-FI. Quindi guardando un po’ in giro mi sono imbattuto in un’occasione: lo streamer ‘piccolino’ della Onkyo su Amazon Warehouse-Deals a 200 € . In pratica acquistavo un reso che Amazon ha controllato e valutato come rivendibile. Guardando le caratteristiche tecniche si è di fronte a quello che sulla carta è un ottimo interprete musicale, la ‘marca’ Onkyo invece mi ricordava solamente impianti HT economici degli anni 80-90 … Va beh, ignoranza mia… dopo aver letto le recensioni di vari amplificatori economici a 2 canali di Onkyo, valutati sempre come ben suonanti per il prezzo, mi sono convinto ad acquistarlo.

Il frontale: classico ma bello

L’arrivo

Amazon, come al solito, nel giro di 2 giorni mi fa arrivare il pacco, nella confezione, oltre al player vero e proprio, c’è un telecomando con pile, un cavo IR, un cavo rca di quelli stra-economici un manuale in lingua rumena (!?!) ed un foglio multilingua fra cui c’è anche l’italiano. Lo streamer si presenta bello, non sembra qualcosa di economico, alcune cose fanno un po’ storcere il naso all’audiofilo più smaliziato: la manopola per la navigazione è in plastica ( ormai sono tutte così, il tornito dal pieno è d’altri tempi ), il cavo di alimentazione è sottile ma comunque quello si può cambiare. Il frontale invece è di alluminio spesso, come anche tutto lo chassis, diciamo che è solido dove serve, esteticamente è bello.

Il retro: come potete notare manca l’uscita ottica e il cavo di alimentazione è di tipo bi-polare

Il primo uso

Collego il tutto, configuro il wi-fi usando il telecomando ( piuttosto semplice ) e cerco di usare Tidal dallo Smatphone… che però non riconosce l’Onkyo, 2 imprecazioni e prendo in mano il manuale, il quale recita che il supporto al Cast di Google verrà aggiunto con l’aggiornamento del firmware. Bene mi dico, aggiorniamolo questo firmware. Leggo come si fa, e da telecomando lancio l’aggiornamento via rete che irrimediabilmente si pianta e manda lo streamer in stato catatonico. Leggo la parte relativa alla risoluzione dei problemi ed intuisco che devo ri-tentare l’aggiornamento del firmware via chiavetta usb. Recupero una chiavetta, scarico dal sito Onkyo il firmware e lancio l’aggiornamento via usb che questa volta va a buon fine. Stranamente dopo il ri-avvio devo aggiornare altre 2 volte il firmware via network prima di arrivare all’ultimo aggiornamento disponibile. Riprovando il tutto: Tidal vede perfettamente l’Onkyo . Da allora nessun altro aggiornamento, anche perché lo streamer è decisamente stabile.

Il telecomando: molto standard ma funzionale

L’uso quotidiano

Inizio quindi gli ascolti… Nessuna differenza udibile fra il pc connesso al Dac via Usb e questo streamer connesso al dac via cavo coassiale. Bene mi sono detto, lo scopo è raggiunto: posso levare televisore, tastiera, minipc e lasciare lo streamer… sì ma i miei Flac su disco ? L’Onkyo ha una porta usb sul retro in grado di supportare un hd da 2.5 autoalimentato, il manuale dice che è in grado di leggere solo partizioni FAT32, in realtà, dopo l’aggiornamento, legge molto meglio le più moderne partizioni NTFS ( se avete parecchi file come me, usate questo tipo di partizione ), l’unico inconveniente è che l’avvio del lettore, con circa 500-600 Gb di musica, rallenta di 2-3 minuti ( con circa 120 gb di musica ed hd ssd ci mette meno di 1 minuto). Potete risolvere il problema della lentezza all’avvio, collegando il vostro HD ad un Router: normalmente i router moderni consentono di creare un Media Server, in questo modo l’Onkyo ns-6130 non dovrà indicizzare nuovamente all’avvio il contenuto dell’hd: sarà il router a farlo (normalmente i router sono Always-On).

Legge tutti i file Flac finora provati fino a 192 khz , inoltre è in grado di leggere anche mqa a 768 Khz… solo che in questo caso a dare forfait è il mio Dac. Se non usate un Dac esterno ma uscite direttamente con le rca verso l’amplificatore lo streamer è in grado di suonare file con bit-rate folli. Tidal ha pochissime tracce mqa in alta risoluzione e sinceramente ascoltando questi mqa e la versione normale noto differenze minime. La prova è semplice da fare: sempre con Tidal se accedete con l’app Onkyo al servizio, potrete suonare le tracce Mqa se invece accedete con l’app Tidal Mobile verranno inviate le tracce in qualità cd. Il metodo migliore per godere dell’alta risoluzione è però usare Qobuz: direttamente dall’app Qobuz, è in grado di suonare file fino a 24 bit 192 kHz. Inoltre i file in alta risoluzione sono parecchi… Piccolo dettaglio costa5 euro in più al mese.


L’app Onkio

Gli Ascolti

Il mio impianto è composto da un DAC GD audio NFB1 (650 euro di listino), un amplificatore a valvole Gabris’s Amp New Vegas: ultima versione da 50 watt per canale ( 1500 euro di listino) e casse Sonus Faber Liuto ( 3700 euro di listino ). Lo streamer in questione è il componente più economico della catena (street price di 420 euro). Nel ruolo di sola sorgente digitale, non riesco a distinguerlo da un mini Pc con Foobar installato e collegato via Usb al DAC. Se invece lo confronto in modo diretto col Dac Gd Audio, le sfumature si sentono. Il dac Gd audio ha uno stadio di alimentazione molto più curato, inoltre ha 2 chip Dac in configurazione dual mono. Nel suono questo si traduce in prestazioni migliori. Per intenderci: il divario non è abissale sono sfumature. Comunque se non avete ancora un DAC stand-alone vi conviene acquistare il fratello maggiore: l’Onkyo Ns-6170, che ha una alimentazione più curata ed il doppio Dac in configurazione Dual Mono, altrimenti se avete già un dac di altissima qualità prendete il 6130. Io sono tentato di vedere il mio vecchio Dac e tenere solo l’Onkio.

Qobuz: ecco i 24 bit 192 kHz in streaming

Conclusioni

Lo streamer suona bene ? Sì, per 420 euro suona bene, un lettore cd dello stesso prezzo però suona altrettanto bene. Lo streamer è pratico e funziona bene? Sì, una volta che è aggiornato e parametrizzato a dovere funziona benissimo, è stabile: in 5-6 mesi che lo possiedo si sarà piantato una volta ( e non so dire se è Tidal che si era piantato o lo stramer ). L’applicazione per cellulare è pratica e non si pianta, lo potete usare anche col solo telecomando ( è però scomodo). Funziona correttamente con Spotify, Tidal ( per ascoltare le tracce mqa dovete passare per l’app Onkio, altrimenti si blocca alla qualità Cd) Qobuz ( qui si arriva ai 192k 24 bit) e Deezer ( qualità Cd ) Tunein è praticissimo per le radio, potete salvare le vostre radio preferite ed è come avere un tuner analogico. E’ in grado di leggere un Hd esterno con un numero ragguardevole di album musicali senza troppi problemi (nel mio caso circa 400 album). Riproduce tutti i tipi di file che gli ho sottoposto anche ad alta risoluzione. Chiaramente se avete intenzione di ascoltare musica ad alta risoluzione una adsl 20 megabit potrebbe non bastare, provandolo a casa di un amico: la sera la velocità reale di connessione scende pericolosamente sotto i 5 megabit … facendo saltare la riproduzione, se avete una delle nuove connessioni vsdl (come il sottoscritto) che arrivano anche a 200 megabit non avrete problemi di sorta, se siete fortunati possessori di fibra ottica: nessun problema.

Lo ricompreresti ? Sì assolutamente, se siete ancora schiavi del Booklet del Cd questo è il momento giusto per passare al lato Liquido della musica… Fatevi un account Qobuz o Tidal e smettete di comprare CD 😛 tra l’altro le informazioni che danno Tidal o Qobuz sono spesso più interessanti del booklet.

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Audes 146

Avevo ascoltato al Top Audio di Milano le Audes 115 rimanendo molto colpito dalla scena e dal suono molto bilanciato,  non era un suono ricco come quello B&W assomigliavano decisamente al suono più compito di un diffusore Proac, ma meno caratterizzato, mi piacevano. Purtroppo ero particolarmente indisposto dal personaggio che le importa in Italia… poi il fatto che non accettasse carte di credito ma solo il bonifico bancario, mi ha fatto optare per altre casse. Da un po’ di tempo a questa parte, fortunatamente, i rivenditori Audes sono aumentati… e fra questi c’è ora il sito TopStereo, che si è dimostrato decisamente più flessibile nelle modalità di pagamento ed oltremodo veloce nella spedizione. A 2 giorni dal pagamento mi sono trovato con 2 enormi imballi in casa… e che imballi! Una mezzora buona per renderle operative, poi il solito foglietto minimale per le istruzioni e la fattura. Prima brutta sorpresa però: niente bi-wiring (anche se i connettori nickelati sono decisamente belli… niente plasticaccia per intenderci ). Va beh, armato di saldatore, mi metto a modificare i cavi di potenza. Non sono casse belle: sono dei parallelepipedi neri piuttosto ingombranti… hanno grossi piedini in gomma, sono molto semplici, ma la struttura è decisamente solida: legno spesso, e la verniciatura, anche se solo nera, è perfetta. I componenti mobili danno un’idea di semplicità, ma comunque traspare una  grande qualità dei materiali.

Posizionate frettolosamente ed ascoltate la prima volta hanno subito mostrato un suono decisamente superiore a quello delle mie precedenti casse… in particolare i medi e gli alti sono subito parsi di un’altra categoria… e la scena sonora, impressionante: nonostante il posizionamento frettoloso è risultata enorme, alta e definita nonostante la mia stanza sia medio-piccola.

Ascoltate ad alti volumi, i bassi non creano mai rimbombi, né strani effetti… nonostante distino dalla parete di fondo solo 60 cm e siano a circa 2,30 metri l’una dall’altra… il basso non è profondissmo, non sono  certo diffusori da cinema… Suonano bene e sono sonicamente corrette un po’ in tutte le posizioni, sono molto flessibili da questo punto di vista… Sono sicuramente adatte alla musica rock, data la dinamica e la facilità di pilotaggio… con il mio amplificatore da 160 watt… Volano.

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Mordaunt-short Aviano 8

Queste sono le casse che fanno attualmente parte del mio setup stabile… scrivo questa recensione dopo circa 1 anno di ascolto.

Prese direttamente presso l’importatore New-Hifi, le ho pagate 820 euro, anticipo di 300 euro, più pagamento della differenza alla consegna.

Nella sala di ascolto sono state provate con un Maranz pm8003 e corrispettivo lettore cd: amplificatore dal costo triplo rispetto al mio, ma che giudico di qualità soniche nettamente inferiori (ha però circa 5 volte la potenza del mio ).

Sono state confrontate direttamente con delle Canton gle 490, con le Mordaunt-Short Mezzo 6 e con le Totem Arro(tutti marchi di questo importatore)… Rispetto alle Canton, che trovo pesantemente sguaiate sui bassi, sono molto migliori, risultano a mio avviso anche migliori  delle Mezzo 6 (serie superiore, di meno recente fabbricazione, comunque un 2 vie e mezzo)… se la giocano con le Totem che però costano molto di più, quasi il doppio.

Sicuramente sono casse grosse ed ingombranti, non risentono più di tanto della vicinanza alle pareti (almeno 50 cm però ci vogliono) anche se il reflex è posteriore… le totem molto più snelle, sono sicuramente più facili da posizionare, e riproducono molto meglio la scena, sparendo molto meglio, ma peccano nella resa del basso… il fatto che le Aviano sono un 3 vie si sente, eccome, soprattutto appunto nei bassi.

Nonostante il litraggio sono casse facili da pilotare, anche qualcosa a bassa potenza come il Galactron 2060 ce la fa tranquillamente.

Esteticamente niente di particolarmente rifinito, i pannelli e le impialliacciature sono assemblati decentemente, ma ho visto decisamente di meglio… Personalmente poi ho avuto uno spiacevole inconveniente con una cassa, una vibrazione del mid intorno ai 100 hz… dopo vari peregrinaggi dal rivenditore ( faceva il “finto sordo”) ho ottenuto la sostituzione del Mid difettoso.

L’altro difetto è che mancano di “impatto”, certi generi come l’Heavy Metal ed il Rock pesante ( Fear Factory,  AcDc ), oppure con le grandi orchestre sinfoniche, non rendono come dovrebbero, questo sia con il mio 30 watt sia con amplificatori da 100 e passa watt per canale.

In compenso con il la musica da camera, il jazz, l’indie ed in generale con il pop ed un rock meno pesante ( U2, The Smith, Madonna per capirci su cosa intendo per “meno pesante” )… sfoderano una raffinatezza ed una musicalità veramente da fuori classe… ah! Vi dotano anche di ottime punte-sottopunte coniche!

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Musica in Alta Risoluzione

Visto l’arrivo a casa del nuovo dac che accetta registrazioni a 192 k ( Little Dot Dac I )  e visto che ho una buona scheda sonora ( maya 44) con uscita digitale, sempre a 192k, mi sono dato alla musica in HD, cioè fondamentalmente ai master studio in formato Flac,  scaricabili direttamente dall’internet store.
Per la prova del 9, ho usato l’ultimo CD Originale di Diana Krall, letto dal mio lettore hdcd e l’album flac a 24 bit/96k scaricato da Hd Tracks (entrambi passano dallo stesso Dac e per lo stesso tipo di cavo, un coassiale della Belden).

Diana Krall: Proprio quello che si definisce una "Bella Donna"

Diciamo subito che è difficile cogliere la differenza subito… ai primi ascolti la differenza non si nota, poi andando avanti con gli ascolti, senti che oggettivamente il master studio a 96k suona più “naturale” da una maggiore idea di stare davanti a qualcosa di vero… non è questione di ricreazione della scena, quella è praticamente identica è proprio la “sostanza” del suono che cambia… immagino che i vantaggi dell’aumento della risoluzione possano esserci solo per registrazioni di musicisti veri, che suonano strumenti veri… immagino quindi che in un ipotetico ascolto di La Roux (prettamente musica elettronica) non si notino vantaggi sensibili… dovrei fare qualche prova
con qualcosa di genere Rock… ma la scelta di registrazioni buone, in alta risoluzione, è veramente misera, e di quello che c’è, avrei difficoltà a reperire l’eventuale cd. Paragonando il tutto alla musica su vinile, direi che quella rimane ancora un’esperienza diversa, l’ascolto in hd, sicuramente è un ottimo passo avanti, ma purtroppo il futuro commerciale della musica è quello dei formati lossy… quindi è già tanto se riusciamo a tenerci nei negozi di musica la qualità dei CD… prossimamente proverò a rippare il cd con Eac e a verificare quanto la meccanica influisca sul suono in un impianto budget come il mio (ho seri dubbi in proposito).

Maya 44

Parlando di Hd Tracks, direi che:
sicuramente le registrazioni sono ottime, per farvi un’idea, registratevi e scaricate i sampler, per il resto, il codice e la grafica del sito sono di qualche generazione fa, per carità funziona tutto, ma si vede che il lavoro di “confezionamento del prodotto” è piuttosto limitato, inoltre la scelta musicale non è gran che. In seguito scaricherò e comprerò qualcosa dall’altro famoso sito di tracce ad alta risoluzione: quello della Linn… ad occhio il tutto sembra molto più curato, la scelta musicale è più ampia… e chiaramente i prezzi più alti. Plauso ad entrambi per la mancanza di controlli drm !

Vado ad ascoltarmi i Deep Purple: In rock… registrazione che qualitativamente non era un granché già negli anni 70… ma ci sono canzoni che lasciano il segno anche non in HD ^_^!

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Linn Records, nuove Internet radio

Ieri è arrivata una mail dalla Linn Records, poco nota etichetta discografica.
Annunciava l’avvento della propria internet radio, ieri sera dopo la piscina ho provato il tutto… finendo come al solito addormentato sul divano.

Il logo della casa produtrice di Hi-Fi

La radio è raggiungibile a questo link: http://radio.linnrecords.com/

Linn non deude mai, il servizio è già dal primo giorno di lancio funzionante al 100% la qualità è ottima (lo stream è un mp3 a 320k, quindi serve una connessione veloce). Apro lo streem con Foobar 2000, ma immagino andranno bene un po’ tutti i player che supportano l’audio in streaming (winamp, monkey media player per fare 2 nomi).

Le radio effettive sono 3: una Generalista, una dedicata al Jazz e una dedicata alla Classica, le canzoni però sono solo quelle disponibili nel loro store on-line. Fra le cose interessanti ascoltate prima di perdere i sensi sul divano, direi le canzoni di Maeve O’Boyle, l’ultimo album  di Mara & David: “Once We Were Gods” e “Marc Monnet and François Frederic Guy”.
Non sapete chi sono? Nemmeno io… e la cosa mi fa molto piacere, musica nuova!

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Diablo Swing Orchestra – The Butcher’s Ballroom

La mia prima passione adolensciale per la musica è iniziata con i Metallica, quando facevano ancora Trash Metal… oggi la passione per il Metal si è molto affievolita, ma ogni tanto amo ascoltare qualcosa di originale e ben fatto come quest’album.

Originale perché “swingare” qualcosa di molto duro come le pesanti note di un gruppo metal (anche se sinfonico) è qualcosa che non  si sente spesso… Poi se viene fatto con grande classe ed un pizzico di Humor Nero, hai qualcosa che si avvicina al capolavoro. Consigliatissimo anche per la produzione veramente degna di nota, musicisti veri che suonano strumenti veri (sembra una cavolata ma non è così frequente)… qualcosa di diverso dal solito e qualitativamente ottimo.

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Galactron mk 2060

Qualche settimana fa mi sono recato da un rivenditore di Reggio Emilia con molti oggetti usati (Sbisà di Audiocostruzioni, persona a primo acchito brusca e di una certa durezza, ma comunque sempre cortese e sicuramente onesta ) in cerca di un amplificatore valvolare ed ho trovato questo amplificatore a transistor dall’estetica molto particolare, sono rimasto particolarmente colpito dal suono morbido e musicale, condito da una scena molto ampia e precisa , il tutto mi ha fatto desistere dall’acquisto di un valvolare dai costi molto più elevati.

L’amplificatore, durante l’ascolto presso il rivenditore, è stato collegato a delle diffuse B&W 604, come lettore ho portato il poco consueto Original a6s, è impressionante quanto questo amplificatore caratterizzi la catena… le già musicali B&W migliorano ulteriormente in questo aspetto, il suono freddo ma dinamico del cd, acquista un calore che di solito è proprio di un sistema ibrido, la scena è ampia e precisissima. A casa collegato alle mie Aviano, da le stesse sensazioni (poteva essere quel particolare modello di B&W, non avendole mai sentite ero in dubbio… ). Tale caratterizzazione del suono può effettivamente non piacere, soprattutto se avete la convinzione che l’amplificatore si debba comportare il più possibile da componente neutro.

Fra le varie peculiarità che ho notato c’è il dettaglio dei bassi, decisamente alto: al primo ascolto di un brano con bassi molto profondi, si rimane un po’ disorientati, hai l’impressione di ascoltare qualcosa di diverso: una variante della stesso canzone, poi invece capisci che prima ti mancava qualcosa che adesso hai.

Altra singolarità dell’amplificatore: deve scaldarsi, ed il tempo di warm-up non è poco, va dai 5 ai 10 minuti… se avete intenzione di ascoltare musica, prima accendete l’amplificatore prendete un caffè, scegliete il cd, sedetevi date un occhio al meteo, solo in seguito iniziate l’ascolto… anche perché il doversi scaldare non è solo una precauzione per evitare guasti o simile, nei primi 2 minuti suona proprio male !

I tanti ingressi e le ottime uscite per le casse (c'è anche il Tape-out)

Un lato negativo che ho trovato nell’utilizzo: ha una certa sensibilità dei fusibili usati, ho fatto l’errore di staccare le casse quando era ancora accesso, facendo toccare per un decimo di secondo polo positivo e negativo… risultato: 4 fusibili bruciati…  l’amplificatore monta fusibili ritardati, difficili da trovare, quelli consueti (i fast) il mio li brucia di botto all’accensione.

I pochissimi componenti

Visto che ho dovuto cambiare i fusibili, l’ho aperto… è decisamente ben costruito, assemblato a mano… alimentazione schermata, condensatori ( marchiati Galactron, immagino quindi selezionati, o di note marche giapponesi), operazionali, cavi di poteza e connessioni di grande qualità (veramente spessi i cavi di potenza), il disegno ad occhio è “quasi” dual mono, quasi perché l’alimentazione è unica per i 2 canali… la componentistica usata comunque è veramente poca, da l’idea di un progetto mirato a minimizzare i maneggiamenti del segnale.
Veramente di semplice costruzione
Se siete in cerca di un amplificatore molto musicale e caldo, senza gli inconvenienti ed i costi delle valvole, portatevelo a casa, non fatevi ingannare dai pochi watt: ha ottime capacità di pilotaggio e di erogazione di corrente, se il vostro ambiente è di dimensioni medie  andrà benissimo… Con un’ estetica meno particolare, una potenza di targa maggiore ed un tempo di warm-up ristretto, avrebbe sfondato… così com’è, è un vero oggetto da amatori.